I pensieri sono fermi, la tua anima ti sta insegnando che hai sbagliato.
Ci sono due tipi di stanchezza: quando hai fatto bene e con sano egoismo quello che dovevi e volevi fare e quando hai dato e fatto "a vuoto".
Quando la stanchezza è sana, è molto bella, si può godere del riposo e quando le cose sono state fatte in modo eccellente puoi meritare ciò che i latini definivano ozio; un'uscita momentanea dalla storia, dal correre quotidiano, per ritrovare casa.
Uscire da ogni storia, ogni problema, ogni ruolo o dovere, esclusivamente te stesso in contemplazione del fluire, fuori dal tempo.
L'ozio è piacere esclusivo di persone capaci. L'ozio è per quei capitani che non si accontentano di "un porto sicuro", ma che dopo aver navigato e condotto la nave in porto, abbiano poi il loro segreto rifugio.
Magari all'ombra di albero di olivo, in cima ad una collina dalla quale possano distendere e riposare lo sguardo, accarezzando il tiepido morbido abbraccio dell'assenza di ogni pensiero o dedicarsi al proprio personale piacere del semplice fare per il bello.
Questa è la stanchezza positiva, è la sana stanchezza dei vincenti.
Poi c'è l'altro tipo di stanchezza: quando hai sbagliato, hai dato troppo e non era necessario e soprattutto non era utile, né strategicamente né tatticamente.
E' una stanchezza vuota, dalla quale è molto difficile riposarsi. E' difficile perché non è soltanto una "questione" di fatica fisica, ma si è ridotto il proprio livello energetico. In questo caso bisogna pagare, con umiltà, il prezzo dell'errore.
In questo tipo di stanchezza non c'é ozio, non c'é metabolizzazione di ciò che si è fatto, né ovviamente autoaccrescimento. Quando i pensieri sono fermi, tutto sembra lontano; i tuoi obiettivi, i tuoi sogni; tutto sembra difficile anzi quasi impossibile.
Oggi la mia anima mi sta dicendo che ho sbagliato; è inutile pensare a qualsiasi cosa: obiettivi, problemi, azioni, perché la prima cosa è rimettere ordine.
Assorbire il colpo, con pazienza e soprattutto umiltà. Capire l'errore, riconoscerlo, senza fretta.
E' una stanchezza che arriva fino all'anima, perché la ferisce. Vorresti arrenderti, perché non vedi soluzioni, nessuna via d'uscita.
L'anima sembra piegarsi alla storicità, ma l'anima è invincibile, unica vera realtà.
Fermati, ascoltati, annulla ogni pensiero, lasciati accarezzare dalla vita; con il suo continuo fluire, riposati.
Piano piano, lentamente, sentirai di nuovo la forza scorrere, prepotente, inarrestabile;
goditi un amore,
Riposati:
non stare fermo... riposati,
non su un divano... riposati,
non pensare... riposati,
stai con gli amici... riposati,
con amore... riposati;
nell'azione
Quando sei stanco: non arrenderti, riposati!
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
domenica 29 maggio 2011
venerdì 13 maggio 2011
Lucciole
E' bello essere sorpresi da un emozione forte che non ti aspetti,
perché spesso è il contrario;
ti aspetti un emozione forte, ma non arriva e non senti nulla.
Lucciole, piccoli istanti di luce quando tutt'intorno è buio; rientrando a casa.
Una curva dopo l'altra, la città ormai lontana, alle spalle,
l'aria frizzante rilassa l'anima, schiarisce il cuore e la stanchezza della lunga giornata sembra svanire, sembra non essere mai stata in te.
Rientrando a casa, mentre godi lo sguardo che accarezza e tocca, la lunga sera ha lasciato il posto alle stelle, quasi invisibili dalla città, ma così luminose.
La stanchezza assorbita dai molti profumi, e una curva dopo l'altra, all'improvviso un emozione, forte, inaspettata ti commuove.
Piccoli istanti di luce, mentre il mondo combatte, fa le sue guerre,
un piccolo insignificante insetto per pochi istanti compie il suo fiero riuscito scopo.
Piccoli istanti di luce ricordano che esistono luoghi dove la natura è ancora esatta,
istanti di luce, per trovare l'unione un' unica volta prima di spegnersi per sempre.
Un emozione forte, improvvisa che ti scalda il cuore t'inchioda e ti sfida.
Sorprendendoti è come volesse caparbiamente ricordarti della tua luce,
del tuo istante di luce.
Una curva dopo l'altra un emozione ti sorprende improvvisa,
sei arrivato a casa e se piccoli istanti di luce, quando non sei più bambino,
quando molta strada hai già fatto,
riescono emozionandoti ancora ad illuminarti,
allora la vita non solo non ti ha piegato, ma è tua amica,
unica grande alleata,
in cui puoi essere un piccolo unico istante vincente di luce,
anzi lo devi!
perché spesso è il contrario;
ti aspetti un emozione forte, ma non arriva e non senti nulla.
Lucciole, piccoli istanti di luce quando tutt'intorno è buio; rientrando a casa.
Una curva dopo l'altra, la città ormai lontana, alle spalle,
l'aria frizzante rilassa l'anima, schiarisce il cuore e la stanchezza della lunga giornata sembra svanire, sembra non essere mai stata in te.
Rientrando a casa, mentre godi lo sguardo che accarezza e tocca, la lunga sera ha lasciato il posto alle stelle, quasi invisibili dalla città, ma così luminose.
La stanchezza assorbita dai molti profumi, e una curva dopo l'altra, all'improvviso un emozione, forte, inaspettata ti commuove.
Piccoli istanti di luce, mentre il mondo combatte, fa le sue guerre,
un piccolo insignificante insetto per pochi istanti compie il suo fiero riuscito scopo.
Piccoli istanti di luce ricordano che esistono luoghi dove la natura è ancora esatta,
istanti di luce, per trovare l'unione un' unica volta prima di spegnersi per sempre.
Un emozione forte, improvvisa che ti scalda il cuore t'inchioda e ti sfida.
Sorprendendoti è come volesse caparbiamente ricordarti della tua luce,
del tuo istante di luce.
Una curva dopo l'altra un emozione ti sorprende improvvisa,
sei arrivato a casa e se piccoli istanti di luce, quando non sei più bambino,
quando molta strada hai già fatto,
riescono emozionandoti ancora ad illuminarti,
allora la vita non solo non ti ha piegato, ma è tua amica,
unica grande alleata,
in cui puoi essere un piccolo unico istante vincente di luce,
anzi lo devi!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
giovedì 5 maggio 2011
Buona giornata!
Facciamo di tutto per rendere brutto ciò che in realtà è meraviglioso, forse, senza rendercene conto ci impegniamo a rovinare un disegno perfetto; la nostra vita!
Abbiamo la possibilità di godere ogni respiro, di traguardare emozioni ed orizzonti infiniti, eppure sprechiamo la nostra unica esistenza.
E' come se avessimo uno di quei cannocchiali con cui si giocava da bambini, nei quali si vedevano sempre gli stessi finti panorami.
Siamo settati sul negativo; con i colleghi, con gli amici, con i familiari, con il nostro amore, con tutti, ma soprattutto con chi ci sta più vicino; siamo preorientati, sempre pronti a notare e criticare tutti gli aspetti negativi.
Errori, atteggiamenti, frasi, e più in generale tutto ciò che ci colpisce in negativo. Eppure sono sicuro che quelle stesse persone hanno tanti aspetti positivi, belli, probabilmente questi in misura superiore delle cose che notiamo.
Magari sono persone generose, a volte ci sono state accanto quando non lo meritavamo, forse ci hanno accettato come nessun altro avrebbe fatto, ci hanno teso la mano quando ne avevamo bisogno; eppure tutto ciò non lo notiamo, non lo apprezziamo.
Trasformiamo ciò che potrebbe essere il paradiso, in un inferno.
Siamo tutti professori su ciò che va fatto e su come farlo; la teoria, le idee sono ottime, addirittura eccezionali eppure la nostra vita non funziona. Funziona nel senso concreto e pragmatico del termine. Invece malgrado tutti gli insuccessi che si sono collezionati , insistiamo a guardare nello stesso cannocchiale.
E' interessante ascoltare tutte le giustificazioni che si è in grado di produrre, l'importante è salvare il cannocchiale pur di non mettere in discussione se stessi, i propri modelli.
Ho incontrato persone che conoscono tutta la teoria della felicità, della famiglia, della vita, di ciò che a loro farebbe star bene, eppure queste persone non solo non avevano una vita realizzata, magari con uno o più matrimoni falliti alle spalle, ma non avevano neanche la propria orgogliosa forza.
Persone carenti di propria intrinseca sicurezza, che pretendono infantilmente di trovarla fuori di se dedicando tempo e risorse a questo, magari cercandola, per non dire pretenderla, dal proprio compagno/a. Dimenticando o per meglio dire non sapendo cosa sia l'amore, quanta bellezza ci sia in una giornata riuscita, in una vita riuscita.
Eppure testardamente continuano a guardare il mondo attraverso quel cannocchiale ed ogni tentativo di comunicargli la possibilità che esiste un altro mondo, se solo togliessero quel giocattolo da davanti agli occhi è del tutto vano, quasi incomunicabile.
E' meglio giustificare con i ragionamenti più arditi tutti gli errori fatti, che provare a mettersi sul serio in discussione, eppure la vita sarebbe davvero meravigliosa, se solo si smettesse di seguire un modello non funzionale e che comunque difendiamo.
Bisognerebbe essere semplici e cominciare ad imparare da noi stessi guardando in modo obiettivo e reale le cose, avere il coraggio di farlo; di guardarsi allo specchio e chiedersi: come mai ho costruito così la mia vita fino ad oggi?
Invece è sempre colpa della sorte, dei problemi, degli altri, di tutte le cose che non vanno bene delle persone che ci sono vicine, e quindi chiediamo a loro di cambiare. Che tristezza! Siccome il nostro modello mentale di fatto, non funziona, lo vogliamo trasmettere in chi diciamo di amare; e poi ci lamentiamo che non siamo felici, ma io mi chiedo come potremmo esserlo.
La felicità si costruisce con intelligenza, dopo aver trovato il modo funzionale di se stessi.
C'e' un ordine di natura perfetto, non ci sono altri modelli, e se non ci sincronizziamo ad esso non avremo mai l'armonia e la serenità che cerchiamo; eppure con presunzione infantile ci ostiniamo a voler seguire i nostri schemi, ciò che pensiamo ci renderà felici.
Senza quell'umiltà che sarebbe necessaria per vedere che i nostri schemi, le nostre convinzioni, ci hanno portato solo errori e vita mediocre.
Ci ostiniamo a voler adattare l'universo al nostro modo di vedere e conosciamo per questo paura e disperazione; la pace, la felicità sono tranquillamente previste nell'ordine di natura, ma noi preferiamo pedissequamente seguire le nostre idee sbagliate e per queste scegliamo di esistere senza vivere.
Ci ostiniamo a cercare la felicità dove non la troveremo mai, ci ostiniamo a volere delle cose che non ci daranno mai la profonda pace, semplicemente perché l'ordine della natura non le prevede.
La vita, la natura è semplice; e dovremmo avere l'umiltà e l'intelligenza di revisionare la nostra razionalità verificando ogni nostro pensiero, ogni nostra convinzione; in sostanza dobbiamo ritrovare noi stessi.
Tutti parlano, teorizzano, spiegano, raccontano eppure la loro stessa vita non funziona, vuoto a vuoto, senza fine.
Abbiamo un unico punto che conta, un unico possibile punto di aggancio al reale, un unica possibilità; noi stessi, ma è l'ultima cosa che ci preoccupiamo di verificare, se mai lo faremo.
Certo la natura, l'universo continua la sua eterna tranquilla semovenza, in armonia, con se stessa, di certo non si preoccupa per noi, che tra un secondo o meno saremo scomparsi.
Per noi che vorremmo adattare l'eterno gioco perfetto, alla nostra temporanea e provvisoria infantile presunzione.
Ho scritto queste poche righe sapendo già che quando saranno lette sarà facile la critica, che tutti i punti negativi saranno esaltati, ho scritto queste poche righe pensando ad una persona che vorrei vedere felice, e che quando le leggerà avrà molte e più importanti argomentazioni per continuare a guardare in quel cannocchiale di plastica, ma io posso fare solo una cosa per lei: continuare ad essere felice a cercare di essere coincidente con quell'ordine di natura che già esiste, non posso che continuare a realizzare me stesso e magari un giorno in quel cielo vedrò volare qualcun altro.
Buona giornata!
Abbiamo la possibilità di godere ogni respiro, di traguardare emozioni ed orizzonti infiniti, eppure sprechiamo la nostra unica esistenza.
E' come se avessimo uno di quei cannocchiali con cui si giocava da bambini, nei quali si vedevano sempre gli stessi finti panorami.
Siamo settati sul negativo; con i colleghi, con gli amici, con i familiari, con il nostro amore, con tutti, ma soprattutto con chi ci sta più vicino; siamo preorientati, sempre pronti a notare e criticare tutti gli aspetti negativi.
Errori, atteggiamenti, frasi, e più in generale tutto ciò che ci colpisce in negativo. Eppure sono sicuro che quelle stesse persone hanno tanti aspetti positivi, belli, probabilmente questi in misura superiore delle cose che notiamo.
Magari sono persone generose, a volte ci sono state accanto quando non lo meritavamo, forse ci hanno accettato come nessun altro avrebbe fatto, ci hanno teso la mano quando ne avevamo bisogno; eppure tutto ciò non lo notiamo, non lo apprezziamo.
Trasformiamo ciò che potrebbe essere il paradiso, in un inferno.
Siamo tutti professori su ciò che va fatto e su come farlo; la teoria, le idee sono ottime, addirittura eccezionali eppure la nostra vita non funziona. Funziona nel senso concreto e pragmatico del termine. Invece malgrado tutti gli insuccessi che si sono collezionati , insistiamo a guardare nello stesso cannocchiale.
E' interessante ascoltare tutte le giustificazioni che si è in grado di produrre, l'importante è salvare il cannocchiale pur di non mettere in discussione se stessi, i propri modelli.
Ho incontrato persone che conoscono tutta la teoria della felicità, della famiglia, della vita, di ciò che a loro farebbe star bene, eppure queste persone non solo non avevano una vita realizzata, magari con uno o più matrimoni falliti alle spalle, ma non avevano neanche la propria orgogliosa forza.
Persone carenti di propria intrinseca sicurezza, che pretendono infantilmente di trovarla fuori di se dedicando tempo e risorse a questo, magari cercandola, per non dire pretenderla, dal proprio compagno/a. Dimenticando o per meglio dire non sapendo cosa sia l'amore, quanta bellezza ci sia in una giornata riuscita, in una vita riuscita.
Eppure testardamente continuano a guardare il mondo attraverso quel cannocchiale ed ogni tentativo di comunicargli la possibilità che esiste un altro mondo, se solo togliessero quel giocattolo da davanti agli occhi è del tutto vano, quasi incomunicabile.
E' meglio giustificare con i ragionamenti più arditi tutti gli errori fatti, che provare a mettersi sul serio in discussione, eppure la vita sarebbe davvero meravigliosa, se solo si smettesse di seguire un modello non funzionale e che comunque difendiamo.
Bisognerebbe essere semplici e cominciare ad imparare da noi stessi guardando in modo obiettivo e reale le cose, avere il coraggio di farlo; di guardarsi allo specchio e chiedersi: come mai ho costruito così la mia vita fino ad oggi?
Invece è sempre colpa della sorte, dei problemi, degli altri, di tutte le cose che non vanno bene delle persone che ci sono vicine, e quindi chiediamo a loro di cambiare. Che tristezza! Siccome il nostro modello mentale di fatto, non funziona, lo vogliamo trasmettere in chi diciamo di amare; e poi ci lamentiamo che non siamo felici, ma io mi chiedo come potremmo esserlo.
La felicità si costruisce con intelligenza, dopo aver trovato il modo funzionale di se stessi.
C'e' un ordine di natura perfetto, non ci sono altri modelli, e se non ci sincronizziamo ad esso non avremo mai l'armonia e la serenità che cerchiamo; eppure con presunzione infantile ci ostiniamo a voler seguire i nostri schemi, ciò che pensiamo ci renderà felici.
Senza quell'umiltà che sarebbe necessaria per vedere che i nostri schemi, le nostre convinzioni, ci hanno portato solo errori e vita mediocre.
Ci ostiniamo a voler adattare l'universo al nostro modo di vedere e conosciamo per questo paura e disperazione; la pace, la felicità sono tranquillamente previste nell'ordine di natura, ma noi preferiamo pedissequamente seguire le nostre idee sbagliate e per queste scegliamo di esistere senza vivere.
Ci ostiniamo a cercare la felicità dove non la troveremo mai, ci ostiniamo a volere delle cose che non ci daranno mai la profonda pace, semplicemente perché l'ordine della natura non le prevede.
La vita, la natura è semplice; e dovremmo avere l'umiltà e l'intelligenza di revisionare la nostra razionalità verificando ogni nostro pensiero, ogni nostra convinzione; in sostanza dobbiamo ritrovare noi stessi.
Tutti parlano, teorizzano, spiegano, raccontano eppure la loro stessa vita non funziona, vuoto a vuoto, senza fine.
Abbiamo un unico punto che conta, un unico possibile punto di aggancio al reale, un unica possibilità; noi stessi, ma è l'ultima cosa che ci preoccupiamo di verificare, se mai lo faremo.
Certo la natura, l'universo continua la sua eterna tranquilla semovenza, in armonia, con se stessa, di certo non si preoccupa per noi, che tra un secondo o meno saremo scomparsi.
Per noi che vorremmo adattare l'eterno gioco perfetto, alla nostra temporanea e provvisoria infantile presunzione.
Ho scritto queste poche righe sapendo già che quando saranno lette sarà facile la critica, che tutti i punti negativi saranno esaltati, ho scritto queste poche righe pensando ad una persona che vorrei vedere felice, e che quando le leggerà avrà molte e più importanti argomentazioni per continuare a guardare in quel cannocchiale di plastica, ma io posso fare solo una cosa per lei: continuare ad essere felice a cercare di essere coincidente con quell'ordine di natura che già esiste, non posso che continuare a realizzare me stesso e magari un giorno in quel cielo vedrò volare qualcun altro.
Buona giornata!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
lunedì 25 aprile 2011
Il momento della verità
Ad un certo punto ti accorgi che la vita è passata, una mattina ti svegli e ti chiedi se davvero ne sei stato degno, ti domandi se hai davvero realizzato il tuo potenziale.
Tutta la nostra libertà consiste in questo: realizzare il nostro potenziale oppure no.
Non ci sono altre libertà possibili in questo pianeta, in questo tempo, in questo gioco. Certo ho molta tenerezza di me stesso, quando molto giovane, credevo che essere liberi consisteva nel poter fare ciò che volevi, quando volevi; magari anche in modo trasgressivo. Ma ogni tempo ha le sue regole, i suoi costumi, le sue morali, le sue trasgressioni.
Quanta tenerezza nel capire che non serve rompere o trasgredire, perché anche questo è un comportamento previsto; l'unico sistema è quello di rispettarle tutte, ma renderle relative ed ininfluenti per noi, dentro di noi.
Ma questo non risponde alla domanda. La risposta è semplice: certo che no.
C'e' un momento, per tutti, nella vita o meglio, alla fine della vita, che mi piace definire "Il momento della verità".
Prima o poi lo affronteremo tutti.
Alla fine del gioco quando avrai speso, dissipato tutte le infinite possibilità che hai avuto e non puoi averne più neanche una, cosa dirai a te stesso?
Domani è un altro giorno? No i giorni sono finiti, caro amico.
Quando pochi respiri ti separano da quel momento, forse, vorrai tornare indietro e chissà forse saresti una persona diversa; forse non saresti capace di odio, forse sorrideresti a tutti, forse apprezzeresti ogni respiro, ogni giornata di sole o di pioggia; ma indietro non puoi tornare e non puoi andare neanche avanti.
Sei solo, è il tuo momento della verità. Solo con te stesso, avrai la consapevolezza di aver vinto o sprecato questa vita o anche solo qualche giorno di essa.
Da diverso tempo non sono più capace di provare rancore, odio per nessuno; neanche di chi si approfitta di me e mi rendo conto che non è difficile.
Ho cominciato a far fatica a capire come possa nelle persone esistere cattiveria o senso di vendetta, comincio a non ricordare più il tempo in cui anche in me albergavano queste emozioni.
Ricordo un saggio, che quando parlava di quel momento lo descriveva con una similitudine:
"E' come quando arrivi all'orgasmo dopo aver fatto l'amore."
Il punto è che se non hai realizzato il tuo potenziale, quel momento è dannazione eterna.
Tutto qui!
L'unica libertà che abbiamo è questa.
Non pensarci, far finta di essere immortali, non ci farà evitare il nostro momento della verità.
Come ci arriveremo dipenderà da ciò che avremo fatto ogni giorno, da come avremo vissuto, se saremo stati capaci di realizzare il nostro potenziale, di riempire il nostro bicchiere.
Certo non mi riferisco a tutti, ma solo a quelle persone che non demandano la propria intelligenza, la propria responsabilità fuori di se; a quelle persone a cui cose come la speranza , la fede, la provvidenza, non solo non bastano, ma fanno sorridere.
Mi rendo conto che sono strumenti necessari, ma non per tutti.
Sarebbe bello che ci fosse sempre qualcuno che pensa a noi, ma si cresce. Il bambino non ha più bisogno dei genitori e grazie a questo comincia a scrivere la propria storia.
Arrivare al nostro momento della verità con il desiderio di due amanti, con la consapevolezza di aver dato storia ad ogni possibile proprio potenziale, di aver reso la propria vita un capolavoro è impegno costante.
E' poter rispondere a questa domanda: "Se oggi fosse stato il tuo ultimo mese, il tuo ultimo giorno di vita, cosa avresti fatto?"
In questo modo: "Quello che ho fatto!"
Ogni giorno.
Alla fine di ogni alibi, alla fine di ogni possibile, alla fine di ogni scusa: saprai chi davvero sei stato, chi davvero Sei!
Il momento della verità, ci aspetta, ci vuole: paradiso o inferno; è nelle nostre mani.
Tutta la nostra libertà consiste in questo: realizzare il nostro potenziale oppure no.
Non ci sono altre libertà possibili in questo pianeta, in questo tempo, in questo gioco. Certo ho molta tenerezza di me stesso, quando molto giovane, credevo che essere liberi consisteva nel poter fare ciò che volevi, quando volevi; magari anche in modo trasgressivo. Ma ogni tempo ha le sue regole, i suoi costumi, le sue morali, le sue trasgressioni.
Quanta tenerezza nel capire che non serve rompere o trasgredire, perché anche questo è un comportamento previsto; l'unico sistema è quello di rispettarle tutte, ma renderle relative ed ininfluenti per noi, dentro di noi.
Ma questo non risponde alla domanda. La risposta è semplice: certo che no.
C'e' un momento, per tutti, nella vita o meglio, alla fine della vita, che mi piace definire "Il momento della verità".
Prima o poi lo affronteremo tutti.
Alla fine del gioco quando avrai speso, dissipato tutte le infinite possibilità che hai avuto e non puoi averne più neanche una, cosa dirai a te stesso?
Domani è un altro giorno? No i giorni sono finiti, caro amico.
Quando pochi respiri ti separano da quel momento, forse, vorrai tornare indietro e chissà forse saresti una persona diversa; forse non saresti capace di odio, forse sorrideresti a tutti, forse apprezzeresti ogni respiro, ogni giornata di sole o di pioggia; ma indietro non puoi tornare e non puoi andare neanche avanti.
Sei solo, è il tuo momento della verità. Solo con te stesso, avrai la consapevolezza di aver vinto o sprecato questa vita o anche solo qualche giorno di essa.
Da diverso tempo non sono più capace di provare rancore, odio per nessuno; neanche di chi si approfitta di me e mi rendo conto che non è difficile.
Ho cominciato a far fatica a capire come possa nelle persone esistere cattiveria o senso di vendetta, comincio a non ricordare più il tempo in cui anche in me albergavano queste emozioni.
Ricordo un saggio, che quando parlava di quel momento lo descriveva con una similitudine:
"E' come quando arrivi all'orgasmo dopo aver fatto l'amore."
Il punto è che se non hai realizzato il tuo potenziale, quel momento è dannazione eterna.
Tutto qui!
L'unica libertà che abbiamo è questa.
Non pensarci, far finta di essere immortali, non ci farà evitare il nostro momento della verità.
Come ci arriveremo dipenderà da ciò che avremo fatto ogni giorno, da come avremo vissuto, se saremo stati capaci di realizzare il nostro potenziale, di riempire il nostro bicchiere.
Certo non mi riferisco a tutti, ma solo a quelle persone che non demandano la propria intelligenza, la propria responsabilità fuori di se; a quelle persone a cui cose come la speranza , la fede, la provvidenza, non solo non bastano, ma fanno sorridere.
Mi rendo conto che sono strumenti necessari, ma non per tutti.
Sarebbe bello che ci fosse sempre qualcuno che pensa a noi, ma si cresce. Il bambino non ha più bisogno dei genitori e grazie a questo comincia a scrivere la propria storia.
Arrivare al nostro momento della verità con il desiderio di due amanti, con la consapevolezza di aver dato storia ad ogni possibile proprio potenziale, di aver reso la propria vita un capolavoro è impegno costante.
E' poter rispondere a questa domanda: "Se oggi fosse stato il tuo ultimo mese, il tuo ultimo giorno di vita, cosa avresti fatto?"
In questo modo: "Quello che ho fatto!"
Ogni giorno.
Alla fine di ogni alibi, alla fine di ogni possibile, alla fine di ogni scusa: saprai chi davvero sei stato, chi davvero Sei!
Il momento della verità, ci aspetta, ci vuole: paradiso o inferno; è nelle nostre mani.
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
mercoledì 20 aprile 2011
Ogni volta...
Ricordo un film dal titolo "The Truman Show", questo film vuole apparentemente ispirarsi alla moda allora nascente di raccontare la vita in televisione attraverso i reality show.
In realtà tocca qualcosa di molto più profondo e complesso. Credo che sia l'esatta fotografia di come realmente viviamo.
Mi voglio concentrare su un punto: ogni volta, dopo aver costruito la possibilità, di un importante momento della vita, una serie di inesplicabili ed apparenti coincidenze negative rende, di fatto, vana ogni possibilità di realizzarlo.
Nel momento in cui sei vicino ad un successo, cominciano e si incastrano le più improbabili "coincidenze negative", che neanche la più fervida delle fantasie può lontanamente immaginare. Ogni volta queste "coincidenze" rendono un insuccesso, ciò che solo qualche ora prima si andava configurando come un grande avanzamento, come il raggiungimento di un importante obiettivo.
E più forza provavo ad impiegare, tanto più grande diventava la resistenza.
Le persone che pensavi o avresti voluto più vicino, si dimostravano proprio le più distanti e come mosse da fili invisibili addirittura remare contro, senza apparentemente rendersene neanche conto.
Non sono mai riuscito a superare questo "effetto rete", credo perché non ho mai capito dov'è il punto in cui faccio contatto, dove volente o nolente sono complice.
Non c'è forza che possa essere impiegata per superare questo "disegno" l'unico modo è cercare di sottrarsi, questo strano ed inconscio progetto usa come chiavistelli e punti d'appoggio, tutti gli errori che sono stati fatti nel passato.
Credo che rispetto al film la realtà sia ben peggiore, perché nel film c'e' comunque una regia umana dietro alla vita controllata e finta del protagonista: nella nostra vita, invece, la regia è occulta. Non c'e' nessuno che si interessa a noi, anche se in modo negativo, credo che sia solo un meccanismo macchina, che in qualche modo noi stessi attiviamo.
Sto esattamente attraversando un'altro di questi momenti, forse potrebbe essere uno degli ultimi.
Anche questa volta, la solita serie delle "improbabili coincidenze" si sta incasellando alla perfezione, con la solita precisione diabolica.
Ovviamente sono solo, questo ormai non mi fa più molta realtà, sono passati i tempi in cui immaginavo di poter avere una compagna che senza neanche guardarti ti capiva e ti dava coraggio. Ora so che erano solo adolescenziali fantasie; ora posso contare solo su di me, sapendo che tutta la razionalità di cui dispongo non servirà assolutamente a nulla.
Ho scalato tutta la montagna, ma proprio in vista della vetta, sono arrivate... Come ogni volta "le diaboliche improbabili coincidenze". Questa volta cercherò di concentrarmi esclusivamente su me stesso, sul modo di sottrarmi.
In questi momenti tutte le belle teorie e frasi, sul vincente, sul leader, diventano come aria fresca. Solo i fatti daranno il responso.
Non c'e' frase che possa esprimere ciò che si prova quando avresti voglia di guardare avanti ed avere un punto di riferimento, un Capo; ma sai che quando guarderai avanti non vedrai nessuno, perché il punto di riferimento, il capo, sei tu.
Ogni volta... Tutte le difficoltà, i problemi, le coincidenze negative, sembrano darsi appuntamento e nessuna di queste arriva in ritardo.
Domani sarò puntuale anche io, mi farò trovare già lì.
Sono un uomo fortunato perché molte persone che ho amato, molti amici in cui ho creduto mi hanno tradito, sono fortunato perché ho commesso tutti gli errori che si possono commettere, sono fortunato perché ho avuto tutte le difficoltà del mondo, sono fortunato perché mi godo ogni momento, anche quelli brutti. Sono fortunato perché non cerco scuse, perché non me la prendo con tutti per non prendermela con me stesso.
Sono un uomo fortunato, perché ho vissuto intensamente, sono un uomo fortunato perché costruisco la mia fortuna... Ogni volta...
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Fabrizio Rinaldi
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