Visualizzazione post con etichetta macchina. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta macchina. Mostra tutti i post

lunedì 4 novembre 2024

Livelli mentali, memoria e realtà

L'evidenza dovrebbe essere un riferimento fermo, imprescindibile, indiscutibile.

L'evidenza di essere liberi, di poter disporre del proprio tempo, di non barattarlo o venderlo in cambio di soldi o di uno stipendio, 

evidenza di stile di vita, di salute, di benessere, di felicità e di vita.


Siamo tutti dotati della possibilità di parlare, scrivere o esprimerci attraverso le varie arti. In effetti, considero che, per chi ci sia arrivato e sia realmente capace, possa trasmettere, nel modo migliore il proprio punto di visione e d'Essere, attraverso la pittura, la musica o la cucina.

Il limita di queste modalità espressive e comunicative è chiaramente il livello d'intelligenza del ricevente.

Personalmente, prima d'iniziare a scrivere e a volte a parlare, ho aspettato anni perché, i rischi più evidenti sono la presunzione e l'infantilismo; difficilmente ho incontrato persone consapevoli del proprio livello mentale reale, per lo più noto che, indipendentemente dall'evidenza del livello che ognuno ha conquistato e/o realizzato, si faccia un uso della parola o della scrittura, per non citare l'arte, totalmente "schizzofrenico", infantile.

È quasi "divertente" ascoltare i lamenti per un qualche malanno, per una propria insoddisfazione e senza soluzione di continuità "saggi" suggerimenti di vita, al bar o in un altro contesto.

Parole, non solo vuote e senza nessuna intenzione d'Anima ma, portanti, quasi sempre, insoddisfazioni, frustrazioni, fallimenti, desideri non realizzati.

Eppure al livello base, dove si é coordinati con il proprio Essere, con la propria Anima e che da l'autorità e l'accreditamento per potersi esprimere, pochi ci arrivano e ne hanno REALE consapevolezza.

In questi noto reale umiltà, qualità indispensabile all'intelligenza per poter progredire e conquistare spazi e piaceri, noto che più si è sconnessi, quindi stolti, e più rimonta la rabbia e la volontà di far prevalere le proprie idee, sia una discussione o un ragionamento.

Più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto poco utile sia parlare; al livello base di sanità non si ha alcuna necessità di compensare frustrazioni o di cercare approvazioni esterne.

Al livello base di sanità si ha piena consapevolezza e contatto con la propria Anima che, è semplice evidenza, le memorie, i memi, gli stereotipi ed ogni convinzione legante e fideistica.

Senza il comprovato livello base (in termini di libertà, disponibilità di tempo, stile di vita, salute, benessere, felicità) il parlare è solo e semplice vuoto a vuoto, sciocco infantilismo; senza l'Essere; senza essere realmente divenuti, giunti almeno a questo traguardo base, le parole, i concetti espressi sono solo e semplice rumore.

Se le parole non vibrano Anima, se non trasudano realtà concreta e pragmatica evidenziano solo il personale vuoto.

I computer "parlano" già da moltissimi anni, ora anche attraverso ciò che definiscono intelligenza artificiale... Solo memorie, niente di più.

Il "contatto" vero e reale è purtroppo precluso, ho visto scambiare l'intelligenza con la quantità di memorie, ho visto apportare a supporto di un ragionamento ricordi anche di quaranta o cinquanta anni prima: episodi o altro.

La Mente si muove invece, su frequenze, su piaceri, traguardi raggiunti e sul contatto con l'Anima; si muove avanti o indietro, può raggiungere un livello superiore e poi tornare indietro e perderlo.

Se non c'è un sufficiente libertà, salute, benessere, felicità e stile di vita adeguato non si ha (avrebbe) il diritto di parlare e sarebbe utile con se stessi, averne consapevolezza... Beh, almeno per chi fosse realmente interessato a risolvere e vincere quel "gioco" chiamato vita.

 

sabato 7 ottobre 2023

Scivolando...

 

Scivolando, seguire il flusso o capire?

Osservando gli accadimenti della vita mi sono reso conto che riteniamo di scegliere, invece, spesso semplicemente scivoliamo.

Scivoliamo nella vita subendola; così capita che, per circostanze o per poca avvedutezza nascano figli, si manchi quell'incontro che avrebbe cambiato tutto, ci si ritrovi a rincorrere con fatica quello che sarebbe stato il naturale flusso.

Continuiamo a scivolare nella vita, con scelte che, in qualche modo ci giustifichino gli sbagli,  magari dovuti a: giovane età, cultura, consigli, probabilmente dei genitori ma, anch'essi scivolavano... E allora?

"La macchina" gioca in modo semplice ed ineluttabile la nostra vita, fino a consumarla, non ha nessun sentimento, anzi li usa.

Costantemente scivoliamo, cerchiamo di opporre una qualche resistenza e anche ce ne compiacciamo, ci definiamo guerrieri, combattiamo e ci sforziamo per raggiungere uno scopo od una meta che probabilmente non ha neanche senso.

Lottiamo per avere una migliore posizione lavorativa, per avere più soldi, per avere più cose e nel mentre la nostra vita è controllata da orari, settimane in attesa del fantomatico fine settimana, delle ferie estive o si lavora 11 mesi per averne uno "libero", la stessa vita passa.

Scivoliamo da un accadimento ad un altro, ci troviamo in una qualche relazione che, di volta in volta, definiamo amore, convenienza, accomodamento, famiglia; giustifichiamo e motiviamo tutto... Per i figli, per un lavoro, per un obiettivo, per una qualche cosa... Boh!

"La macchina" vince sempre, non ha tempo, anzi, ha tutto il tempo che vuole, non ha principio o fine, semplicemente ci gioca, a tal punto che non sappiamo più il nostro vero scopo, ci lasciamo accadere, appoggiandoci a qualche idea o a qualche persona che, a sua volta, si appoggia a noi. Due ciechi che indicano la strada l'un l'altra.

Scivoliamo costantemente negli accadimenti che subiamo, frutto di circostanze, a volte con la convinzione di aver scelto, altre volte con la certezza della casualità.

Siamo pieni e tronfi di convinzioni, di morali, di miti, di religioni, di sicurezze, invece, non abbiamo nulla, semplicemente scivoliamo, pensiamo di capire... Mi chiedo allora, come mai tutta questa insoddisfazione e questo senso di vuoto che facciamo finta di non vedere.

È un gioco perverso, l'unico in cui io veda davvero perversione, ognuno non solo porta la propria croce ma, sceglie di portarla, difende le proprie convinzioni, consumando l'intera esistenza, giocandola, scivolando, vuoto al vuoto, senza senso e per questo "non senso" si immola, si scontra, dibatte ferocemente tra questa e quell'idea, ognuna delle quali ha la stessa valenza di verità ed approssimazione, ovvero nessuna.

Come si fa a riempire la vita con un qualche scopo "inutile"; nel mentre l'eternità scorre, in questa piccola galassia, in uno degli infiniti universi, riteniamo nel nostro delirio d'onnipotenza di avere persino una qualche velleità da poter asserire o reputare reale: pensieri. emozioni, sofferenze, grandi drammi, errori o successi... Semplicemente scivoliamo...

Impariamo qualche centinaio di parole e con queste pensiamo, ci relazioniamo, asseriamo, giustifichiamo a noi stessi, la nostra vita con ragionamenti, sempre con quelle stesse parole.  L'universo, in realtà, neanche sa che esistiamo in quella infinitesimale frazione di tempo.

Costantemente mi rendo conto di scivolare, di essere portato a scivolare, la mia pancia, le mie gambe, il mio stomaco percepiscono la paura del profondo inganno, limpida si palesa "la macchina", tutto è estremamente chiaro...

Anche la solitudine è una falsa idea, niente di più; ho accettato la frustrazione dei miei limiti, del mio non riuscire a comunicare ciò che vedo in modo trasparente e tranquillo, in fondo cosa cambia?

Capire non è comprendere, ciò che è vero non vuol dire che sia reale, decidere non vuol dire percorrere la giusta strada; giusta in relazione al fine ultimo, al personale ed intrinseco progetto.

C'è un livello dove la verità si fa, dove la verità si può rendere reale; c'è un livello dove non ci sono miti, credenze, convinzioni, morali, leggi, religioni, idee...

Costantemente scivoliamo tra effetto rete, inconscio collettivo, costellazioni familiari e ci compiacciamo per i risultati raggiunti, per il metterci in mostra, come se l'approvazione o l'invidia dei molti (scivolanti anch'essi) ci mettesse in salvo, "la macchina" costantemente ci gioca...

Nella vita ho perso tutto: grandi amori, lavoro, soldi, amici, sicurezze; ho ridotto il mio cuore a brandelli più e più volte, fino ad essere nell'angolo, schiacciato e senza possibilità di movimento, ho guardato nell'abisso e distrutto ogni pensiero, ogni convinzione, ho percorso ogni strada, ogni fallimento, ogni paura...

Solo così è possibile rimanere vivi, solo così è possibile ambire a costruire per compiere il "grande salto" perché, la mente per quanto allenata ed affinata, non potrà mai essere sufficiente, la lasceremo qui, con tutto il resto di noi e con tutto quello che durante la vita ci saremo affannati a "comprare" ad avere, insieme a quei trenta giorni di ferie...


C'è musica, tutto è vibrazione, così mentre entriamo in risonanza con l'Essere, in un breve istante siamo ogni scopo.

domenica 28 maggio 2023

Casualmente

 

 Provo tenerezza e disappunto, verso me stesso, posso pensare che abbia riposto fiducia sulle persone più importanti per me, quelle con cui avevo fatto persino progetti di vita.

 In realtà avevo solo sciocche pretese, la fiducia non c'entra nulla; semplici e vane aspettative, probabilmente del tutto inutili.

Unica certezza e che ogni errore si paga e tanto, più grande lo sbaglio, più alto il prezzo.

    Casualmente m'imbatto in qualche fotografia, ciò che provo nel guardarle si sovrappone a ciò che provavo nel mentre vivevo quei momenti, quei tempi ormai andati.

    La macchina gioca ogni cosa, ogni idea, ogni stato d'animo, ogni immagine e pur vedendola, cado ancora.

    La Mente, la mia, smette di funzionare, chiusa smarrita, tutto è perso, tutto diventa semplicemente "cosa", manca l'aria e d'improvviso sono solo carne, solo polvere.

    Impossibile divincolarsi, conosce ogni anfratto di debolezza e di bellezza, conosce ogni conquista intellettiva, ogni percorso e sintesi superiore, ogni emozione o sentimento, ogni immagine e le usa tutte... Non c'è speranza, non c'è più luce.

    ... Mi fermo, posso e devo solo morire, accettare e metabolizzare la sconfitta, l'errore...

    C'era un tempo in cui ambivo ad essere capito, ambivo a condividere un tratto di strada ma, la vita va avanti e m'insegna costantemente, così ho compreso che l'unica possibilità per l'incontro che da sempre cerco è il contatto e che questo, quasi sempre, rimane esperienza esclusiva e solitaria, non condivisibile.

    Permanere nello stato di maturità istante dopo istante, senza mai cadere non è cosa semplice, è lo stato di grazia, quello a cui all'inizio dei tempi era destinato l'uomo, come semplice evidenza e prassi.


    Oggi avevo bisogno di pulire la mente, così ho dedicato tempo al lavoro manuale, quello fisico che stanca e rigenera, quello in cui puoi e devi morire per rinascere.

    Tutto è vibrazione, tutto è poesia, tutto è paradiso... Eppure conosciamo la paura e l'angoscia, cerchiamo sicurezze (chissà di cosa), abbiamo il nostro giorno da vivere in paradiso e sperimentiamo l'inferno.

    Casualmente accadiamo in questo mondo, in questo tempo, ci danno una qualche morale, un pugno di idee e di ideali, qualche falso mito e giochiamo la nostra unica possibilità a rincorrere la nebbia, o le ombre che essa crea.

    Tutte le persone care, tutti i miei riferimenti non ci sono più ed in questo esperisco la libertà, certo, sarebbe bello trovare un'intelligenza capace di Anima ma; anche la tensione a questo, la volontà mi spinge avanti, senza fine.

    La calma tensione, non mi abbandona mai, la coltivo e con il passare degli anni e diventata una cara compagna di viaggio. 

    Uso il corpo per vivere, l'Anima per Essere senza dicotomia, solo naturale unità, ognuno affronta questo viaggio in solitaria, indipendentemente dalle proprie credenze ed opinioni.

    Qualcuno non se ne accorge nemmeno, qualcuno perde, qualcuno arriva a guardare Dio negli occhi ma, la cosa più bella è che tutto ciò è e sarà indifferente, tra un milioni di anni o tra infiniti tempi, in piccolo infinitesimale attimo sarò stato parte e contributo del gioco infinito.
 

    Casualmente... 
... Ho iniziato ad esistere, avevo solo solo una possibilità, una semplice inesorabile scelta, ero solo libero di sbagliare o Esistere in paradiso...  Tutto qui!

                                                                                                          In fondo non credo alla casualità perché, esiste un ordine perfetto in tutte le cose; così come il buio è semplice mancanza di luce, così la casualità é solo mancanza di quell'ordine... 

    Casualmente, ordine esatto.



domenica 16 agosto 2020

Pezzi di conoscenza

 Sono disseminati qui e là... Come piccoli segni lungo la strada.

Esiste una conoscenza profonda, vera, reale.

Una conoscenza che non é opinione.

Questa conoscenza cambia, ripristina tutto di se stessi, arriva all'anima, prima variando il campo eterico per poi fare da "taglia fuori" ad ogni altra cosa, non reale, conforme, viva.

Siamo circondati da pezzi di conoscenza e ogni pezzo é integro, completo a se stesso, ogni pezzo ridà il tutto.

La natura si muove solo su questa conoscenza e ogni pezzo dà la possibilità del flusso, costantemente ripropone la possibilità del pieno di noi stessi, della costante rinascita.

Solo ai Saggi é data la possibilità della conoscenza intera, globale, in quanto essi stessi sono essa; i Saggi hanno la capacità di partire da un qualsiasi punto, anche il più apparentemente insignificante e poter vedere e dare l'intero.

I Saggi possono muoversi tra il conosciuto e la Conoscenza, i Saggi costantemente giocano.

Chi comincia ad approssimarsi alla saggezza, vede questi "pezzi di conoscenza", questi sono sempre intorno a noi, sono costantemente dentro noi... Sono luce, sono come piccoli pezzi che, piano piano, nel corso della vita, occupano quel preciso posto, solo quello ed ogni cosa acquisisce significato, ragione di esistere.

Ogni cosa é in pace, fuori gioco, il gioco é già vinto ma, per ogni esistente (ognuno di noi) il gioco é tutto, é la differenza tra esistere ed Essere.

In questi giorni (agosto 2020) ho avuto la possibilità di potermi muovere tra conoscenza e memi, su un aspetto cardine dell'umanità, ogni passo ci approssima alla perfezione (per perfezione intendo la semplice e prevista realizzazione del personale progetto di natura), ci approssima alla saggezza.

Questo mese é stato per me, il vedere in modo cristallino e nella sua interezza, ciò che avevo solo visto a tratti, é stato guadagnare ancora strada.

Molti anni or sono, avevo potuto solo agire su me stesso, nel tagliare il cordone ombelicale per eccellenza, si perché ne abbiamo molti ma, quello principe é quello che la natura avrebbe previsto come il migliore ma, che poi si concretizza e realizza essere fonte della perdita: quello con la madre, sia essa biologica o altro.

La conoscenza, su ciò che comunemente viene definita come diade, non può nulla, persino il Saggio, alla fine deve arrendersi a questa... (In un certo senso).

La diede madre figlio, concepita come massima gioia e finzione, si é degradata fino a diventare culla della macchina, di ciò che riscontriamo costantemente in perdita.

Ad esempio, nella mia piccola esperienza temporale della vita, ho riscontro di ormai quattro generazioni della solita frase: "Ah ai miei tempi, cerano altri valori, oggi non c'é più nulla, tutto é cambiato".

Non é cambiato niente in realtà, solo qualcosa nell'esposto esterno, nella storicità.

"Da sempre" i genitori, intendono come realizzazione per il figlio il raggiungimento di una posizione "sicura", una sistemazione, una laurea un buon impiego, ecc. Si preoccupano (a volte) dell'educazione esterna, non dell'Anima dei figli.

C'era un tempo in cui i genitori e la madre in particolare, si preoccupava di dare la giusta direzione al figlio; giusta, nel senso, della realizzazione del proprio progetto personale, non delle mera compensazione dell'adulto genitore; solo ripetizione, infinita ripetizione senza senso.

Nessuno sa insegnare questo perché ne è privo per lui, perché nessuno di quei pezzi di conoscenza lo o la possono intercettare.

Tre settimane fa, un "ragazzo" mi ha detto: "Tu hai una buona fantasia", ho risposto come potevo, ai suoi memi; ma la risposta Reale sarebbe stata: "La fantasia non esiste", ciò che definisci fantasia è tutta strada che devi percorrere poggiando i piedi su quelle lastre, che definisco "pezzi di conoscenza".

La vita mi si palesa sempre più bella; ho conquistato tanti "Pezzi di conoscenza" ed essi mi danno  l'intero.

Posso vedere una madre e un figlio che amoreggiano, perdendo in questo, se stessi, mentre assaporo un prosecco e ascolto musica.

Certo loro non lo sanno ma, certamente questo non li salverà; la vita è precisa, anzi, perfetta!

Non ammette scuse o cose del genere, del resto non c'é colpa razionale, è semplice ripetizione, semplice catena.

La catena costantemente ricostituisce se stessa, però esistono indomiti cavalieri, continuamente la vita produce leader sani; così per gioco, perché la vita ha già vinto, pone le cause, lo scopo; tutto insomma...

L'unico problema é per ciascuno di noi piccoli e momentanei apparenti di questa vita, di cui il più delle volte non ne saremo neanche coscienti.

Questa é la vita: semplice, meravigliosa, perfetta. 

Il progetto in ultima analisi è solo godimento, costante paradiso.

mercoledì 26 dicembre 2018

"Il mio" Natale

La pressione della macchina sembra farsi sentire più forte, in questi periodi.

C'era un tempo in cui l'Uomo era signore del proprio spirito, poi intervenne qualcosa che cambiò tutto.


I momenti più belli e le cose migliori, proprio lì dove l'Uomo era più forte e vivo, sono stati quelli maggiormente colpiti; 


c'era un tempo in cui il Natale era dedicato al massimo incontro con se stessi, al momento della "nascita", in quel giorno l'Uomo festeggiava intimamente il proprio inizio per confermarlo...

Era il tempo in cui non c'era distinzione tra buono e cattivo, tra giusto e malvagio, perché l'Uomo, per propria indole, esperiva solo esclusiva bontà, piacere nell'esistere, solo semplice pretesto dell'Essere.

... Era molto tempo fa...

Poi, la macchina, giocò l'uomo e lo rese schiavo delle proprie idee, rese "fisse" poche immagini nella sua mente e lo ridusse come oggi si constata. 

Vuoto a vuoto, corsa inutile verso qualcosa di cui non ha più né conoscenza né conoscenza... L'Uomo perse la propria casa!

Ciò che un tempo aveva valore di "trampolino" verso la vita, divenne tomba; famiglia, incontro, dono, spiritualità divennero solo immagini senza reale, inutili "stampelle" dove aggrapparsi, dove immaginare di poter appendere un vuoto incolmabile.

Esistono ancora Uomini capaci nel mondo, a volte creano grandi realtà vitali, altre si mimetizzano; questi Uomini nell'apparente adattarsi, mantengono vivo il seme e l'Anima.

Hanno una coscienza capace di trascendere quasi ogni cosa, quasi ogni sofferenza e ferita, sono ancora capaci dell'incontro.

Sono provvidenza per chi ancora cerca, per chi ancora non si è arreso, per chi ancora è Vivo... Per chi sa avvicinarsi a loro...

...

Bagger Vance: "Fissa con attenzione Bobby Jones. Quello che fa adesso è un capolavoro. Guarda come prova lo swing. Sembra quasi che stia cercando qualcosa. Poi lo trova. Fa in modo di mettersi in contatto con se stesso. Trova la concentrazione. E ha tanti colpi fra cui scegliere: un duf, un top, un scal... Ma c'è soltanto un colpo che è in perfetta armonia con il campo. Un colpo che è il suo. Un colpo autentico. E lui sceglierà proprio quel colpo. C'è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi, non dobbiamo fare altro che toglierci dalla sua traiettoria, lasciare che lui scelga noi... guardalo... è nel campo. Vedi quella bandiera? È un bel drago da sconfiggere. Ma se lo guardi con occhi gentili, vedrai il punto in cui le maree e le stagioni e il roteare della Terra tutto si incontra. E tutto ciò che è, diventa uno. Tu devi cercare quel posto con il tuo cuore. Cercalo con le mani, non pensarci troppo, sentilo. Le tue mani sono più sagge di quanto sarà mai la tua testa. Ma non ti ci posso portare io. Spero solo di poterti aiutare a trovare la via. Ci sei solo tu, quella palla, quella bandiera e tutto ciò che sei. Cercalo con le mani. Lo stai guardando Junuh. Non pensarci troppo. Sentilo. Sei solo tu. Quella palla è il rifugio del tuo autentico swing. Quella bandiera e tutto ciò che sei."

                                                             ... L'unico Natale che io conosca...

mercoledì 14 febbraio 2018

La notte è diversa, da molto tempo... Ore 3,08

Lentamente si entra in un modo differente di percezione, di vita...

Da molto tempo, la notte è diversa... Anche il giorno...

Ho provato ad immaginare uno spazio senza tempo, senza suoni, senza i nostri comuni sensi... Senza spazio...

Quando cominciamo la nostra avventura nell'esistere, dobbiamo imparare tutto, un'impresa ciclopica, per la quale la natura ci ha dotato degli strumenti idonei alla riuscita, però, ad un certo punto intervenne qualcosa, di non previsto e quello che avrebbe dovuto essere, forse, lo strumento "principe" per agevolare molti aspetti, come ad esempio: la percezione della realtà, la comunicazione con gli altri esseri con cui condividiamo il pianeta, che hanno materialità diversa dalla nostra e che, soprattutto, avrebbe permesso una migliore mediazione con l'energia che ci pone e costituisce, divenne errore ed ostacolo.

Forse, ne perdemmo il controllo o la capacità d'uso in qualche epoca ormai remota,
forse, ciò che ci fu dato come dono, da civiltà ben più evolute, divenne mezzo di gestione e controllo a vantaggio di altre civiltà colonizzatrici.

Da molto tempo, la notte è diversa...

Ad un certo livello di sensibilità e percezione, in quel divenire previsto per la nostra comune esistenza, diventa normale la semplice coscienza ed esperienza delle altre forme e modi di vita, s'impara a vederle, viverci e difendersi...

C'è poi uno "spazio", senza spazio e tempo, lì dove la realtà si effettua, ma per poter iniziare ad eccedervi è necessario "abbassare" il livello di "controllo". 

I Saggi, nel corso della storia, hanno parlato di questo "mondo", hanno insegnato anche precise tecniche per agevolarne il contatto.

Da molto tempo, il mio modo di dormire è diverso, la notte è lo spazio dove posso più imparare e capire, spesso, come ora, preferisco riprendere lo stato di veglia; ho notato che queste circa tre ore, che vanno dalle 2,30/3 alle 5/5,30 sono difficoltose e presentano molte sovrapposizioni; 

è come se ci si trovasse in un grosso incrocio, nell'ora di punta, di una metropoli.

Così preferisco aspettare che si calmi, ho scoperto che non abbiamo bisogno poi di dormire così tanto come si crede.

Ho notato che quando si è prossimi alla fine della vita, proprio negli istanti del passaggio, si acquisisce una specie di "super coscienza", poi essa sparisce e l'energia rientra... 
Ma se proprio in questi attimi, avessimo vicino qualcuno in grado di "vedere" e di entrare in contatto, "questo momento" potrebbe permanere come ponte, per un pò?

Come una finestra aperta... Potrebbe quello spazio senza "spazio", senza materialità ed esistenza, sfiorarsi con l'esistere?

Un profondo legame, potrebbe estendere quella sorta di limbo in cui si passa e di cui poi si perde traccia?

Da molto sono rientrano nella mia normalità fenomeni di presenze, porte che si aprono o chiudono, cristalli che si rompono, luci che si accendono, oggetti che si spostano.

So distinguere e conosco molte di queste presenze e forme di vita diverse dalla nostra.

Eppure, la notte del 21 ottobre, a causa di un evento traumatico, per la prima volta mi sono trovato ad assistere al passaggio in quella zona, quando la vita finisce...

Forse per puro egoismo, non l'ho lasciato andare e forse a causa di ciò è rimasto aperto un piccolo varco, una zona dove i diversi modi dello scorrere spazio/tempo, si sfiorano...

... Non ho ancora queste risposte... 

domenica 19 novembre 2017

Quei tempi sono lontani...

C'era un tempo in cui, quando qualcuno decideva di parlare, lo faceva in quanto poteva farlo: per autorevolezza, per intelligenza, per storia e prassi dimostrata.

Si poteva percepire, lo "spessore" il carisma di quell'Uomo, che aveva "autorità", che aveva guadagnato il diritto a "dire".

Quando un Uomo decideva di parlare, diceva sempre, riusciva a fare realtà in qualche attento uditore, che per caso o per merito si fosse trovato lì ad ascoltarlo.

Era il tempo in cui c'erano doveri, responsabilità, sacrificio e determinazione.

Ma quei tempi sono lontani... 

Si parla per parlare, senza dire nulla, se non qualche parola retta da luoghi comuni e facili tentativi di rubare ancora emozioni.

In televisione, sui social, al bar, in ogni luogo, solo vuote parole, frasi che non portano dinamiche vitali, semplice cifrato computer.

Luoghi comuni: i giornalisti in tv si preoccupano solo di quale audience avranno e di quale figura abbiano fatto, sui social quanti like riceveranno per gli "alti" concetti espressi; non c'è nessuna novità, nessuno spazio bianco dove ritrovare casa, dove trovare l'entusiasmo della vita.

Ci s'interroga su quali siano stati i problemi della nazionale di calcio, ad esempio, chi abbia sbagliato, perché e come, poi tutta la solita serie di stereotipi: rifondare il calcio italiano, dimissioni, troppi soldi, ecc.

Qualche tempo fa, ho avuto occasione di andare a vedere una partita di ragazzi 14/15 anni nei nostri tornei provinciali, in un paese chiamato Selci, nella zona dove io vivo.

Mi sarei aspettato di vedere giovani divertirsi con spirito agonistico e che avrei potuto vedere l'Italia del domani; mi sarei aspettato di vedere sacrificio ed ambizione, di vedere genitori orgogliosi di come avevano "educato" i propri figli... 

E proprio così, in un certo senso, è stato!

Certo, non come sarebbe stato giusto, Umano, vedere...

Ho visto l'arbitro (una ragazza giovanissima) piangere, perché insultata da genitori facinorosi, ho visto falli cattivi ed inutili, ho visto genitori "incapaci e frustrati" e figli non capaci di "guadagnare" la gloria.

La gloria non è quella che c'insegnano in tv, mi riferisco a quella che ognuno può guadagnare solo con se stesso, con la vita.

Ad un tratto, mi sono trovato a guardare gli spalti invece del campo, tutto è apparso chiaro, semplice.

Ogni risposta era lì: il motivo per cui la nazionale non fosse riuscita ad arrivare ai mondiali, il motivo per cui l'italia, potenzialmente uno dei paesi con le maggiori risorse al mondo, si trovasse invece in uno stato pietoso, il motivo per cui i politici non sapessero che direzione prendere, insomma, ebbi il riscontro a molti degli interrogativi della società in cui vivevo.

Così, mentre mi allontanavo, potevo ancora udire grida cariche d'inutile rabbia, insulti senza alcun senso; percepivo tutto il vuoto del mondo.

Vuoto a vuoto, terra a terra, vite prive di senso!

Continuavo a camminare e allontanandomi dal campo, mi ripulivo di quelle frustrazioni, di quel non senso; ripresi a respirare, percepii nuovamente la dolcezza ed il sapore dell'aria e quella voglia di sano piacere.

Si, avevo voglia di sano piacere, quasi da opporre al vuoto, come si potesse opporre qualcosa al vuoto...

Mi allontanai a riprendere la via, quella via che ogni Uomo ha necessità di percorrere; magari se fossi stato attento e fortunato, avrei potuto scorgere uno di quei cavalieri solitari, che molto di rado può capitare d'incontrare;

in fondo era quasi ora di pranzo, forse avrei potuto vedere quel fumo, avrei potuto assaporare quel buon sapore di sigaro o magari semplicemente percepirne la presenza, il calore; la distanza nello spazio o nel tempo, non sarebbe stato un problema...

Come mi accadde quella volta, in quelli che dovevano essere solo pochi giorni di vacanza a Tarifa, tranquilli giorni in kaysurf che si rivelarono, invece, ben altra cosa, ma questa é un'altra storia: Come gabbiani.

venerdì 31 marzo 2017

I libri sono come dei figli: cominciano ad esistere, prima come una parte di se, poi volano via... Come gabbiani.

Da oggi disponibile!

Come gabbiani. "Piccoli segni lungo la strada" 

 

venerdì 28 ottobre 2016

5/7 minuti

Ci sono cose, esperienze, emozioni, scelte che riteniamo belle, per le quali ci faremmo persino immolare; è bello, e' così e basta!

Quasi sempre si conduce una vita (l'unica che abbiamo) di merda, eppure, perseguiamo i nostri obiettivi, seguiamo ciò che va fatto, modelli; alla resa dei conti, la vita non funziona e malgrado ciò, continuiamo con la stessa "strategia".


La macchina, i complessi, non danno alternativa, fino all'ultimo giorno, all'ultimo istante della nostra vita, in quel momento, avviene la dannazione eterna, quando si capisce che tutto è stato sbagliato, che tutto è stato sprecato ma, non c'e' più tempo, la vita è finita, per sempre!



È la prima volta che utilizzo la fotografia di una galleria, lo chiamano "percorso meccanizzato", si trova a Spoleto; è bello, colorato, tecnologico, luminoso, se ne viene quasi attratti... 


Eppure è un tunnel, percorso obbligato, senza luce del Sole, una galleria sotterranea; la mente, la macchina, "lo ama", l'Anima prova repulsione, paura, tradimento...


La stessa cosa che avviane ogni attimo, ogni giorno, ogni anno, ogni vita...



...Così, in Italia, arriva il periodo estivo, arriva luglio e agosto, arrivano le domande: "Quando  vai in ferie? Dove vai in vacanza? Cosa fai quest'anno?" e così via...


Provo tanta tenerezza, nostalgia dell'Umano; ascolto il mio respiro e il sangue che corre nelle vene, poi, un altro respiro... Respiro...


A volte sento le lacrime condensarsi un po' prima di uscire ma, a cosa servirebbe; la macchina è macchina...



...Non vado in ferie, non vado in vacanza, quest'anno vivo, ogni giorno vivo, domani è venerdì 12 agosto, ho preso degli appuntamenti, ho piacere di farli, se fosse il mio ultimo giorno di vita, e' ciò che farei...


È una bella sera d'estate, ascolto musica e i suoni della della natura, solo, meravigliosamente solo, la mente può godere piacerei esclusivi a chi arriva, sempre però indivisa da tempo e spazio; l'Anima, invece, non conosce distanze, non conosce tempo...


Mi sembra tanto semplice, eppure, vedo ogni momento le persone a me "vicine" sbagliare; 
hanno la "capacità" di arrivare vicino e poi non riescono ad utilizzarmi, continuano in quella galleria, ritengono sia bella, si reputano "intelligenti e continuano a perdere...

Credono di essere "furbi", di essere "forti", potrei essere funzione per loro, solo per il fatto di essere venuti in contatto e non per la consulenza; in effetti, da questo punto di vista, la consulenza individuale e' più efficace...



Oggi ho utilizzato il mio tempo per lavorare un pò la terra, un pò in ufficio, un pò per coordinare le prossime azioni della società di Tenerife e molte altre cose, oltre ovviamente, al solito tempo libero della mente. Oggi tra i molti pensieri, ho dedicato 5/7 minuti a: ipermemoria (in Italia ci sono 8 casi conosciuti), Stefano e a C.


Cosa hanno in comune queste tre cose? Perché hanno catturato il mio interesse, in quei minuti?


Terrò per me le conclusioni circa il fenomeno dell'ipermemoria; Stefano, invece, lo accomuno a C.


C. è un ragazzo rumeno che si "arrangia" con molti lavori: idraulico, elettricista, giardiniere, muratore, ecc.

Stefano e' un pò più grande e fa il "manager" per una banca di consulenti finanziari.

Entrambi, per motivi diversi, avrebbero avuto la possibilità di fare un grande passo avanti, inteso come efficenza di vita.


Gli avevo accennato come poterlo fare, invece, hanno seguito i loro schemi, la loro galleria e così facendo, hanno guadagnato solo qualche denaro, invece, avrebbero potuto guadagnare efficenza, avrebbero potuto guadagnare universo di senso...


Ognuno a suo modo, ognuno per il proprio senso e per il proprio livello...


Continueranno a percorrere quella galleria, bella, luminosa, colorata...



... Dove vado in ferie?  :)

?... 




... Cosa ho fatto tutto il resto del tempo della giornata di oggi?

Beh, sono affari miei!!  :) 





lunedì 24 ottobre 2016

Aggressività: per ciò che vedo, per ciò che sono.

C'è una terra a nord, nella regione della Normandia;
terra bellissima per natura e nell'indifferenza di questa, ha visto guerre e conquiste.

Lì, nel distretto di Calvados, per la prima volta, Gilles de Gouberville nel 1554 distillò il sidro di mele.

È un distillato ricco nei sapori e negli aromi e più invecchia e più assume connotazioni simili ad un brandy, il suo colore diviene via via, più scuro e corposo, mentre i sentori del legno, delle piccole botti nelle quali è posto a riposare, divengono più pregnanti e maturi.

Oggi con la nomenclatura "fine" si trovano Calvados a partire da due anni d'invecchiamento, personalmente, continuo a preferire quelli intorno ai venti anni.

Chi mi conosce abbastanza, sa che mi rende felice quando trasforma un pensiero per me, in un cognac, in rum, in un vino rosso, in un sigaro, in un calvados o in un ottimo whiskey (magari irlandese).

C'è un'antica e profonda arte, in un distillato o nella capacità di piegare e arrotolare a mano delle perfette foglie di tabacco maturate al sole, in quelle terre dove la natura è ancora sana.

Già, il Sole è l'elemento comune, un Uomo riesce a percepire l'essenza: il sapore del mare, del sole, della terra e delle mani esperte; si concentrano, come fosse possibile mangiarli, metabolizzarli, mentre, al contempo, si gode la capacità del fare riuscito.

Il Calvados mi rimanda ad una potenzialità possibile, chi gode nel mentre ancora è impegnato nell'azione, mi da energia, voglia di fare, ancora di più.

Già, ma l'aggressività cosa centra?

Centra perché è un elemento buono, positivo ma come i distillati o il tabacco, deve essere piacere, deve essere "mezzo funzionale".

C'è, invece, un uso dell'aggressività come riscatto (impossibile) dalle frustrazioni, come falsa rivincita di una vita non goduta, quasi mancata.

Questo spesso vedo e soprattutto, lo noto in certe donne.

Donne che avrebbero potuto avere tutto dalla vita, per natura e per potenziale, invece, non hanno saputo avere quello scatto.

Donne, quasi sempre, anche molto belle, ma che hanno finito per scegliere uomini mediocri, che hanno finito per scegliere quel copione di vita imposto: da famiglia, da società; alibi non sufficiente a metterle in salvo.

Hanno scelto uomini, hanno scelto vite "di comodo"; avrebbero potuto avere ogni cosa e soprattutto l'intelligenza, invece...

Ogni cosa vibra, pulsa, in quell'eterno movimento dove tutto è fermo, dove tutto non ha bisogno di nulla per già essere.


Quando si "cade" nell'aggressività (da adulti), in qualche modo, qualche "inferiore", qualche frustrato di turno, ha fatto breccia, ha avuto il suo "momento di gloria".

Ho  notato che, a questo livello, le persone scatenanti aggressività, vivono (comunque) male, sia abbiano la loro casa sporca e angusta (questa è la casistica principale), sia siano apparentemente realizzati (realizzati socialmente) e quindi con migliore apparente oggettualità.

Come può una Donna intelligente, magari con qualche rimpianto o un Uomo, stare sempre fuori questo tipo di aggressività?

1) L'aggressività non si combatte, ovviamente,
2) Fare con la terra, ad esempio, si possono raccogliere le olive (questo è periodo), 
3) Fare ciò che è ancora possibile fare...

Qualche giorno fa, ero in una di quelle inutili riunioni di genitori, quelle dove emerge con maggior forza ed evidenza "la macchina".

Non ho la più pallida idea di cosa si sia detto, invece, ho ancora chiara quella profonda tristezza, quel sentimento d'impotenza nel guardare i disegni dei bambini di prima elementare, appesi alla parete; tutti uguali, tutti raffiguranti colorate e "belle" ragnatele.

Un Uomo, per sua natura, non può, non riesce ad arrendersi, eppure, qualche lacrima mi è scappata, non ho potuto trattenerla, del resto, in quella classe c'è anche mio figlio.

Ero lì seduto, proprio dove lui deve andare a scuola, proprio dove non avrei voluto che fosse stato mai seduto.

Aggressività!

Madri frustrate, maestre non maestre, uomini non felici e così generazione dopo generazione.

Però, certi Uomini, sanno, Certi Uomini Possono, Certi Uomini guardano ogni cosa e imparano, imparano fino a quel giorno in cui tutto diviene chiaro, quel giorno in cui ogni cosa è piacere, dove l'aggressività e semplice stimolo a divenire ancora più ricchi (mi riferisco al denaro), dove la vita è solo e semplice piacere.

Dove la vita è solo semplice libertà, dove si è liberi solo di sbagliare... 

Ma, ogni giorno, il miracolo si rinnova, ogni giorno tutto ciò che si è sbagliato può smettere di contare, ogni giorno, ogni giorno...

Nessuno può battere un Uomo che controlla e conosce l'aggressività, nessuno può battere un Uomo che ama calvados, sigari e rum... 

E poi oggi è una fantastica giornata di sole, nessuna migliore per raccogliere olive. 

L'odore dell'olio nuovo nell'aria, misto a quello dei piccoli/grandi falò accesi per bruciare rami e foglie, il sapore della libertà, quella che pochi hanno la capacità ed il coraggio di pagare, non ha eguali, appena lì, in quello spazio, in quel luogo, dove l'aggressività semplicemente non può entrare, dove, semplicemente, non è prevista!  :)

mercoledì 21 settembre 2016

Attitudine alla fortuna, ovvero, un attimo prima del "PAFF"!

La mente tende ad esaltarsi e a dimenticare i momenti difficili dopo un successo, quando tutto va bene e si ha la sensazione che tutto sia semplice.

Per questo motivo, spesso, mi piace scrivere qualcosa quando sono nel pieno della difficoltà, quando la tensione è massima, quando ancora non si conosce l'esito della "battaglia", quando lo "stress" e lo sforzo sono al massimo; come ora!

In questi momenti, la mente è attenta, il piacere usato per rendere al massimo la funzione; è uno stato con cui convivo spesso: bisogna tenere la "chimica cerebrale" entro una soglia di guardia, sopra la quale la mente entra in blocco, come volesse auto cautelarsi.

C'e' un livello, invece, dove sembra che questa possa tenere in controllo una quasi infinita possibilità di opzioni, di strade, una quasi infinita possibilità d'informazioni, sembra come rimanere in una tensione, apparentemente insopportabile ma, dove ad un certo punto, in un certo indeterminato momento... PAFF!!

Come se ad un tratto "il Maestro", "l'Anima", vedesse la strada, ad un tratto il miracolo si possa compiere: ogni cosa, ogni piccolo ed insignificante dettaglio prende il giusto posto e quel caos ingovernabile, proprio sotto al limite di quell'auto blocco chimico-cerebrale, diventa ordine, un altro traguardo si raggiunge, la mente guadagna un ulteriore stadio...

Già, ma ora sono un po' prima di quel "PAFF", quando il caos non è ancora divenuto ordine perfetto, quando ancora "il maestro" non si è rivelato, quando ancora la sconfitta è del tutto possibile.

E' come trovarsi a fronteggiare eserciti più forti in numero e risorse, tu sei lì, ormai la fuga non e' più possibile, così ti raccogli in te stesso a cercare la forza, fino nel nucleo, a svegliare "il Maestro" del tutto indifferente alle tue battaglie, Lui che è per essenza invincibile, immutabile; eppure per esistere nel fenomeno ha bisogno del suo servo "stupido", non evoluto.

Allora, come divertito, dal e nel sua eterno essere... PAFF!!! 

Mette ogni pensiero in riga, da la direzione perfetta, ti indica dove fare pulizia, quel Maestro sei tu, ora hai nelle mani la possibilità di essere invincibile, la possibilità del miracolo...

E' il momento più delicato e ne ho falliti molti nella vita... 

A volte per riprendersi, ci vogliono anni, a volte, non ci si riprende più...

Un attimo prima del "PAFF", un solo attimo prima, quando già conosci le possibili conseguenze della riuscita o del fallimento, quando ancora non sai!

L'attitudine alla fortuna è tutta qui...

Ricordo due o tre momenti di fallimento grave, in uno di questi, molti anni or sono: ero a Milano per avere due risposte, per avere la risposta a due cose importanti, decisive per la mia vita... Tutte e due furono inaspettatamente negative, avevo combattuto al massimo delle mie possibilità e avevo perso...

Come in tutte le occasioni di questo tipo, c'e' sempre "l'amico stupido" che ti cerca in modo ossessivo, magari perché ha avuto un piccolo incidente ed il perito gli ha riconosciuto qualche spicciolo di meno... O cose del genere... Tu sei nella battaglia per vivere o morire e ti chiamano, chiamano e si offendono (per fortuna) per sempre... Se non rispondi...

O viceversa, lo stesso, nell'attimo della vittoria; sono anch'essi previsti dal computer, dalla scacchiera, hanno fallito il gioco, sembrano come zombie alla ricerca di prede...
Ma questa è un'altra storia...


Così nell'attimo prima del PAFF, si gioca tutto, nell'attimo dell'attitudine alla fortuna, si può giocare col Maestro, si può adeguare e perfezionare se stessi...

È un attimo, un periodo complesso, complicato, stressante, subito sotto la soglia del blocco chimico-mentale, quando ancora non si conosce l'esito della battaglia, un attimo prima dello scontro, un attimo prima del momento della verità, un attimo prima del miracolo, un attimo prima della fortuna...

Poco prima dell'alba, se potrai essere lì a goderla, ovviamente!... Un attimo prima del "PAFF"!

domenica 11 settembre 2016

Meno male che c'è dio...

Aspettare che la forza vitale rimonti, a volte, non si può fare altro.

Ti accorgi che il nastro scorrevole ti ha fatto suo, ti accorgi che è stata sufficiente una distrazione che, proprio nel momento di massima spinta, qualcosa si è messo di traverso.

Ogni pensiero, ogni scritto, viene rielaborato, viene come "assimilato" alla macchina, più sembra di acquisire intelligenza e più si viene indirizzzati in piena "gioia" sul nastro scorrevole.

E' interessante vedere come siamo prodighi di giudizi e di idee, addirittura pensiamo di essere originali, unici.

Qualche tempo fa, ho ricevuto una recensione non buona sul mio "piccolo libro"; siamo talmente automi che preferiamo giudicare, invece che cercare di metterci in discussione; mi guardo intorno, mi siedo nei ristoranti, non vedo nessuno felice, eppure, si ha la soluzione per tutto, idee e consigli per ognuno e per ogni cosa, tranne su come risolvere la propria vita, renderla felice, invece che una latrina puzzolente.

Così anche chi vive in questo modo può recensire, può dare la propria opinione; la domanda è: "Chi la certifica? Chi certifica il critico? 

Credo che senza risultati, senza una vita felice, prima di una personale riuscita, le critiche come i suggerimenti siano come i consigli di un bambino ad un adulto, ad un saggio.

Un adulto, non può che provare, nella migliore delle ipotesi, tenerezza... Ogni tanto è ciò che provo ma, più che tenerezza é tristezza...

Ormai l'essere umano é incanalato e ridotto a quel nastro scorrevole, meno male che c'e' dio così può demandare a lui anche l'inevitabile e la personale responsabilità di se stesso, così può percorrere tranquillo quel nastro, che non ha sorprese, che ha inizio e fine ben disegnate e ben previste!

...

Eppure, l'essere umano ha visto epoche in cui godeva il paradiso, in cui l'unico Dio era l'essere di cui era consapevole.

È tanto tempo che non sento quel calore, quella forza, di quando passi accanto a qualcun altro, ad un Uomo ancora vivo... Si, non ci si sente mai soli però, ogni tanto, quel desiderio, quella voglia di "solletico caldo"; pancia a pancia... 

Tutto di noi è solo fenomeno: il nostro corpo, la nostra mente, la nostra coscienza, il nostro tempo... Ad un certo punto, il fenomeno smette di esistere, noi usciamo di scena, semplicemente, smettiamo di esistere...

Non credo all'eternità come concetto di tempo ma, se un'eternità possiamo toccare è in questa vita, in questa unica vita.

Chi ha spinto appena avanti le proprie conoscenze e la propria coscienza, sa che non esiste un'altra vita dopo questa, sa che la coscienza, la nostra coscienza si fermerà qui, insieme a ciò che reputiamo le nostre ricchezze materiali, insieme alle nostre sicurezze...

Questo è l'unico conforto, la macchina ha comunque gia' perso, la coscienza ci è data per uno scopo; lo scopo è la possibilità del gioco, la possibilità di vincerlo.
Nell'ordine delle cose non c'e' stress né problema: ogni cosa, ogni universo, pulsa, va e torna, in un movimento senza fine.

Cosicché la pulsazione mette in vibrazione ogni materia e ciò che vibra è musica.

La nostra vita é un viaggio a ritroso verso quella musica che chiamiamo conoscenza, quando la scopriamo, ci rendiamo conto di averla sempre saputa, sempre ascoltata: musica, la vita é tutta qui.

La nostra Anima vibra, suona musica e le sue note vibrano e pulsano in ogni universo, senza fine. 

Se volessimo relegare questo alla nostra mente, ai nostri desideri o volontà, sarebbe come relegare Dio al nostro infantilismo.

Meno male che c'è dio...   

Meno male che ogni tanto qualche Uomo ancora passi di qua, cosicché Dio invece di doverlo salvare, possa goderlo, possa ascoltarne l'originale musica e nel fare questo possa esclamare: "Cazzo ho fatto proprio un bel lavoro!" e in quell'attimo il piccolo insignificante Uomo diviene luce, diviene eterno, Dio si è accorto di lui, lo ha goduto, non salvato. :) 



... ... ...




venerdì 24 giugno 2016

Pero'...

E' molto interessante osservare ed ascoltare gli amici, le persone che incontro con cui condivido qualche momento o una semplice telefonata.

Da qualche anno ci sono i social sede di "memi" per eccellenza.

E' interessante notare come si "postino" belle frasi, suggerimenti e tutti i modi perfetti su come: agire, reagire, non molare, essere dei vincenti e così via.

Questi "memi" dovrebbero essere rappresentativi di uno stato di quel momento del soggetto che li posta o un desiderata dello stesso.

E' interessante notare come ognuno desideri quel certo tipo di successo o la speranza che, svegliandosi una mattina, tutto o molto sarà diverso.

Però...

Ognuno ha già la soluzione perfetta, già sa come si comporterà per cercare di cambiare qualcosa, per cercare di migliorare la propria situazione; sapete come?

Esattamente come ha sempre fatto, senza rischiare nulla di diverso, senza mettersi in discussione, intanto mese dopo mese, anno dopo anno, voilà, la vita è passata!

In privato; mi arrivano mail dove mi si chiedono consigli o suggerimenti, a volte, vedo qualche amico in forte difficoltà, così, compatibilmente alle possibilità del momento, gli indico quale sarebbe la direzione migliore per loro...

Però...

Si crede che la zona di confort sia invalicabile e lì permangono, è divertente osservare le solite "strategie", le solite frasi; si danno scadenze mensili, ultimatum a tre mesi, ormai da molti anni, decenni...

La soluzione è semplice è li ad un passo, però quel passo è li che attende di essere fatto e attende, magari a fine mese o il prossimo :)


I miei amici, le persone con cui ogni tanto parlo, credono alle coincidenze, al destino, ritengono che il pensare serva, che la mente sia esatta e così via.

Siamo tutti esatti o quasi, eppure, nel mondo esistono atrocità infinite, esiste fame, disperazione, ecc.
Allora, come mai da cotanta intelligenza ed esattezza individuale scaturisce tale abominio? 

Chi si pone la seguente domanda: se stessi sbagliando?

Apparentemente e' più semplice essere invidiosi, è più semplice trovare motivazioni a tutto; l'intelligenza che crediamo di avere, elabora pensieri e sintesi di questo tipo: "... ma per lui è facile... e ma lui è fatto così... per lui e' semplice". 

Un caxxo è semplice! 

Bisogna uscire dalla zona di confort, un passo alla volta; già, ma come? In quale direzione?

Bisogna scegliersi un Consulente, un Allenatore, qualcuno che abbia già dimostrato di saper fare in qualche campo.

I corsi motivazionali, la formazione che vedo in giro di questi tempi o quelle bellissime massime che fanno buona mostra "postate" sui social sono assolutamente e totalmente inutili.

Un "formatore personale" che possa far vedere la via, non in base al suo punto di vista ma, in base a chi ha di fronte.

A volte, le persone arrivano così vicino alla disperazione che, a quel punto, sono disposte a prendere qualsiasi cosa si presenti e se sono intelligenti, la prenderanno da qualcuno "riuscito"...

"La fortuna di una persona è sempre un'altra persona."

Però prima, bisogna decidere!

Non vediamo la luce ma, gli effetti di questa, vediamo gli oggetti che essa tocca o che attraversa, non vediamo l'aria né i suoni che essa conduce.

Non vediamo i pensieri ma, gli effetti e le azioni che essi producono, elaboriamo le idee e pensiamo attraverso parole che non pronunciamo, eppure, le sentiamo o no?! Se la mente di ciascuno è uno strumento funzionale, come mai non ci conduce alla riuscita, ad una vita felice?
Da dove arrivano i nostri pensieri, se sono nostri davvero, la mente ha bisogno di dirseli o spiegarseli? Non dovrebbe già conoscerli?!
Se non conoscessimo alcuna lingua, come faremmo a pensare?

L'universo che percepiamo attraverso i nostri sensi e' limitato, c'è molto di più...

Ciò che crediamo di essere e' limitato, c'è molto di più in ciascuno di noi...

Però...