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domenica 16 agosto 2020

Pezzi di conoscenza

 Sono disseminati qui e là... Come piccoli segni lungo la strada.

Esiste una conoscenza profonda, vera, reale.

Una conoscenza che non é opinione.

Questa conoscenza cambia, ripristina tutto di se stessi, arriva all'anima, prima variando il campo eterico per poi fare da "taglia fuori" ad ogni altra cosa, non reale, conforme, viva.

Siamo circondati da pezzi di conoscenza e ogni pezzo é integro, completo a se stesso, ogni pezzo ridà il tutto.

La natura si muove solo su questa conoscenza e ogni pezzo dà la possibilità del flusso, costantemente ripropone la possibilità del pieno di noi stessi, della costante rinascita.

Solo ai Saggi é data la possibilità della conoscenza intera, globale, in quanto essi stessi sono essa; i Saggi hanno la capacità di partire da un qualsiasi punto, anche il più apparentemente insignificante e poter vedere e dare l'intero.

I Saggi possono muoversi tra il conosciuto e la Conoscenza, i Saggi costantemente giocano.

Chi comincia ad approssimarsi alla saggezza, vede questi "pezzi di conoscenza", questi sono sempre intorno a noi, sono costantemente dentro noi... Sono luce, sono come piccoli pezzi che, piano piano, nel corso della vita, occupano quel preciso posto, solo quello ed ogni cosa acquisisce significato, ragione di esistere.

Ogni cosa é in pace, fuori gioco, il gioco é già vinto ma, per ogni esistente (ognuno di noi) il gioco é tutto, é la differenza tra esistere ed Essere.

In questi giorni (agosto 2020) ho avuto la possibilità di potermi muovere tra conoscenza e memi, su un aspetto cardine dell'umanità, ogni passo ci approssima alla perfezione (per perfezione intendo la semplice e prevista realizzazione del personale progetto di natura), ci approssima alla saggezza.

Questo mese é stato per me, il vedere in modo cristallino e nella sua interezza, ciò che avevo solo visto a tratti, é stato guadagnare ancora strada.

Molti anni or sono, avevo potuto solo agire su me stesso, nel tagliare il cordone ombelicale per eccellenza, si perché ne abbiamo molti ma, quello principe é quello che la natura avrebbe previsto come il migliore ma, che poi si concretizza e realizza essere fonte della perdita: quello con la madre, sia essa biologica o altro.

La conoscenza, su ciò che comunemente viene definita come diade, non può nulla, persino il Saggio, alla fine deve arrendersi a questa... (In un certo senso).

La diede madre figlio, concepita come massima gioia e finzione, si é degradata fino a diventare culla della macchina, di ciò che riscontriamo costantemente in perdita.

Ad esempio, nella mia piccola esperienza temporale della vita, ho riscontro di ormai quattro generazioni della solita frase: "Ah ai miei tempi, cerano altri valori, oggi non c'é più nulla, tutto é cambiato".

Non é cambiato niente in realtà, solo qualcosa nell'esposto esterno, nella storicità.

"Da sempre" i genitori, intendono come realizzazione per il figlio il raggiungimento di una posizione "sicura", una sistemazione, una laurea un buon impiego, ecc. Si preoccupano (a volte) dell'educazione esterna, non dell'Anima dei figli.

C'era un tempo in cui i genitori e la madre in particolare, si preoccupava di dare la giusta direzione al figlio; giusta, nel senso, della realizzazione del proprio progetto personale, non delle mera compensazione dell'adulto genitore; solo ripetizione, infinita ripetizione senza senso.

Nessuno sa insegnare questo perché ne è privo per lui, perché nessuno di quei pezzi di conoscenza lo o la possono intercettare.

Tre settimane fa, un "ragazzo" mi ha detto: "Tu hai una buona fantasia", ho risposto come potevo, ai suoi memi; ma la risposta Reale sarebbe stata: "La fantasia non esiste", ciò che definisci fantasia è tutta strada che devi percorrere poggiando i piedi su quelle lastre, che definisco "pezzi di conoscenza".

La vita mi si palesa sempre più bella; ho conquistato tanti "Pezzi di conoscenza" ed essi mi danno  l'intero.

Posso vedere una madre e un figlio che amoreggiano, perdendo in questo, se stessi, mentre assaporo un prosecco e ascolto musica.

Certo loro non lo sanno ma, certamente questo non li salverà; la vita è precisa, anzi, perfetta!

Non ammette scuse o cose del genere, del resto non c'é colpa razionale, è semplice ripetizione, semplice catena.

La catena costantemente ricostituisce se stessa, però esistono indomiti cavalieri, continuamente la vita produce leader sani; così per gioco, perché la vita ha già vinto, pone le cause, lo scopo; tutto insomma...

L'unico problema é per ciascuno di noi piccoli e momentanei apparenti di questa vita, di cui il più delle volte non ne saremo neanche coscienti.

Questa é la vita: semplice, meravigliosa, perfetta. 

Il progetto in ultima analisi è solo godimento, costante paradiso.

giovedì 1 agosto 2019

Ossessione come scelta

Etimologia: ← dal lat. obsessiōne(m) ‘assedio’, deriv. di obsĕssus, part. pass. di obsidēre ‘porsi davanti, assediare’, comp. di ŏb ‘davanti’ e sedēre ‘sedere

Scelta:   della volontà consistente nel decidere consapevolmente e liberamente tra vari e possibili corsi di azione alternativi.





L'ossessione è una passione nel senso quotidiano.

Principalmente "la macchina" ha rovinato il semplice ed il bello del fluire, distorcendo la natura Umana, in questo procedere quasi nulla è stato tralasciato.

Anche il senso delle parole, il vero significato di esse, in questo processo ha contribuito fortemente anche il clero; così la parola che in origine significava "assediare, porsi davanti" è diventata "possessione" nel senso di invasamento diabolico, poi ripresa, sempre in senso negativo, dal campo medico.

Clero infatti deriva dal greco κληρος (che viene a sua volta da κλάω = spezzare, distruggere, rompere).

A me piace pensarla come "porsi davanti", assediare con coraggio, determinazione e senza scuse; ossessione come scelta, come volontà nel decidere consapevolmente.

Ossessione nel compiere il proprio progetto, il proprio scopo nella vita; una ghianda non può scegliere se cadere su un terreno fertile e diventare una grande o quercia, finire su una strada o essere mangiata da qualche animale; all' Uomo invece è data la facoltà di scegliere, è "obbligato" a scegliere ed in ogni caso lo fa.

Così come le parole hanno perso, tradito il loro significato originale, l'uomo ha perso la sua linea guida, si trova a fare, a scegliere e infine a vivere scisso, diviso dal suo reale progress, si trova ad apprendere regole, schemi, non solo antitetici e non funzionali ma, distruttivi per la propria natura.

Quotidianamente vedo questo e certo, non è bello, non è bello vedere madri e figli continuare a vivere "legati", vederli, a loro insaputa, ricattarsi, non evolversi, arrotolarsi e diventare "mostri". Il tutto nascosto, giustificato da ciò che si pensa sia amore, del resto anche tutta l'educazione va in quella direzione e l'incapacità, la volontà nel non voler o saper verificare, avendo perso la personale bussola, fa si che l'Essere Umano sia ridotto alla condizione che tutti possiamo vedere ogni giorno attorno (e dentro) noi.

Ossessione come scelta, si c'è originaria forza in questa frase, c'è quel senso di naturale riuscita che ogni Umano sente ed ha dentro se stesso, almeno finché la sua anima non l'abbia abbandonato.

Anche di questa tipologia di "esistenti" ne ho una costante e quotidiana esperienza. (dal latino experientia, deverbale di experiri- esperire, ossia "provare su di sé, sperimentare.)

L'anima, la "forza vitale" semplicemente abbandona, lasciando un corpo che essenzialmente esiste, senza più possibilità del "passaggio", senza più possibilità di mediazione tra esistere ed Essere, si diventa zombie.

Tutto per rimanere fedeli a idee, schemi che ci hanno "immesso" e che ormai reputiamo nostri, al tal punto che saremmo disposti (e lo facciamo) a morire per essi.

Allora, ben venga, l'ossessione come scelta, ben venga l'avidità (dal lat. avidĭtas -atis]. – L’essere o mostrarsi avido, desiderio intenso e smodato) di vita, di Essere, di vera Umanità, di rimettere ordine esatto.

Si, sono ossessionato, avido, (dal lat. avĭdus, der. di avere «bramare»]. - Che ha smodato desiderio di sapere, di conoscere. -

... Come scelta, sono ancora vivo e non perché semplicemente respiro o cammino; perché sono ancora un Uomo! 

Un semplice Uomo che ogni giorno guadagna il proprio Essere, con profonda umiltà vive, si pone davanti, guadagna la propria felicità... Consapevole che siamo solo liberi di sbagliare... Fino al rientro.

domenica 19 novembre 2017

Quei tempi sono lontani...

C'era un tempo in cui, quando qualcuno decideva di parlare, lo faceva in quanto poteva farlo: per autorevolezza, per intelligenza, per storia e prassi dimostrata.

Si poteva percepire, lo "spessore" il carisma di quell'Uomo, che aveva "autorità", che aveva guadagnato il diritto a "dire".

Quando un Uomo decideva di parlare, diceva sempre, riusciva a fare realtà in qualche attento uditore, che per caso o per merito si fosse trovato lì ad ascoltarlo.

Era il tempo in cui c'erano doveri, responsabilità, sacrificio e determinazione.

Ma quei tempi sono lontani... 

Si parla per parlare, senza dire nulla, se non qualche parola retta da luoghi comuni e facili tentativi di rubare ancora emozioni.

In televisione, sui social, al bar, in ogni luogo, solo vuote parole, frasi che non portano dinamiche vitali, semplice cifrato computer.

Luoghi comuni: i giornalisti in tv si preoccupano solo di quale audience avranno e di quale figura abbiano fatto, sui social quanti like riceveranno per gli "alti" concetti espressi; non c'è nessuna novità, nessuno spazio bianco dove ritrovare casa, dove trovare l'entusiasmo della vita.

Ci s'interroga su quali siano stati i problemi della nazionale di calcio, ad esempio, chi abbia sbagliato, perché e come, poi tutta la solita serie di stereotipi: rifondare il calcio italiano, dimissioni, troppi soldi, ecc.

Qualche tempo fa, ho avuto occasione di andare a vedere una partita di ragazzi 14/15 anni nei nostri tornei provinciali, in un paese chiamato Selci, nella zona dove io vivo.

Mi sarei aspettato di vedere giovani divertirsi con spirito agonistico e che avrei potuto vedere l'Italia del domani; mi sarei aspettato di vedere sacrificio ed ambizione, di vedere genitori orgogliosi di come avevano "educato" i propri figli... 

E proprio così, in un certo senso, è stato!

Certo, non come sarebbe stato giusto, Umano, vedere...

Ho visto l'arbitro (una ragazza giovanissima) piangere, perché insultata da genitori facinorosi, ho visto falli cattivi ed inutili, ho visto genitori "incapaci e frustrati" e figli non capaci di "guadagnare" la gloria.

La gloria non è quella che c'insegnano in tv, mi riferisco a quella che ognuno può guadagnare solo con se stesso, con la vita.

Ad un tratto, mi sono trovato a guardare gli spalti invece del campo, tutto è apparso chiaro, semplice.

Ogni risposta era lì: il motivo per cui la nazionale non fosse riuscita ad arrivare ai mondiali, il motivo per cui l'italia, potenzialmente uno dei paesi con le maggiori risorse al mondo, si trovasse invece in uno stato pietoso, il motivo per cui i politici non sapessero che direzione prendere, insomma, ebbi il riscontro a molti degli interrogativi della società in cui vivevo.

Così, mentre mi allontanavo, potevo ancora udire grida cariche d'inutile rabbia, insulti senza alcun senso; percepivo tutto il vuoto del mondo.

Vuoto a vuoto, terra a terra, vite prive di senso!

Continuavo a camminare e allontanandomi dal campo, mi ripulivo di quelle frustrazioni, di quel non senso; ripresi a respirare, percepii nuovamente la dolcezza ed il sapore dell'aria e quella voglia di sano piacere.

Si, avevo voglia di sano piacere, quasi da opporre al vuoto, come si potesse opporre qualcosa al vuoto...

Mi allontanai a riprendere la via, quella via che ogni Uomo ha necessità di percorrere; magari se fossi stato attento e fortunato, avrei potuto scorgere uno di quei cavalieri solitari, che molto di rado può capitare d'incontrare;

in fondo era quasi ora di pranzo, forse avrei potuto vedere quel fumo, avrei potuto assaporare quel buon sapore di sigaro o magari semplicemente percepirne la presenza, il calore; la distanza nello spazio o nel tempo, non sarebbe stato un problema...

Come mi accadde quella volta, in quelli che dovevano essere solo pochi giorni di vacanza a Tarifa, tranquilli giorni in kaysurf che si rivelarono, invece, ben altra cosa, ma questa é un'altra storia: Come gabbiani.

giovedì 8 dicembre 2016

Un'ultima volta... Caro Babbo Natale

Si crede sempre, in qualcosa...

Quasi sempre si crede in qualcosa più grande di noi, quasi sempre si finisce per sentirsi inadeguati, a volte, persino ad aver paura.

Si crede in qualcosa perché se ne ha un vantaggio: regali, amore, salvezza, benessere, vita eterna.

Ogni volta che si crede in qualcosa, per divenire di più si paga lo "scotto", la delusione, tristezza e sofferenza.

C'era un tempo, in cui credevo in babbo natale, eppure, ricordo con più intensità e delusione quel momento in cui, in un solo istante scoprii e capii che non esisteva.

Mi sentivo frustrato, quasi stupido, per avervi creduto tutto quel tempo.

Capii i sacrifici dei miei genitori per farmeli trovare e credere che quei regali, acquistati con fatica e molte difficoltà, li avesse portati babbo natale, eppure, la delusione della scoperta, superava di gran lunga l'apprezzamento per mio padre e mia madre.

Poi crescendo, ho creduto e smesso poi di credere in tante idee, in tanti modelli: amicizia, amore, famiglia, vita eterna, dio...

Ogni volta, al momento della scoperta, quello stesso dolore, quella stessa delusione; quell'ultima volta, quell'ultimo momento in cui, in qualche modo, lasciavo un me stesso, in cui in qualche modo, ero divenuto un'altra persona.

C'è sempre una prima volta e soprattutto, c'è un'ultima volta.

Ogni istante, racchiude in se, tale potenzialità;
in ogni istante è possibile tale accadimento;
ogni istante può essere rivelazione di quella prima o ultima volta.

Spesso vedo genitori cercare di rivivere quelle loro infantili emozioni, mai davvero superate, attraverso i figli o i nipoti.
Sacrificano una stupefacente potenzialità per puro egoismo negativo.

Ogni anno, da moltissimi anni ormai, quando arrivano le festività, percepisco un enorme peso, un enorme bruttura, mascherata da sorrisi.

L'aria è come diventasse gelatina, in cui difficilmente si respira, si cammina.

... Poi nel tempo, via via, smisi di credere...

Alle tante cose che mi avevano insegnato, piano piano, non mi erano più sufficienti, non mi bastavano più, erano diventate piccole e stridenti idee; 
la mente, l'Anima aveva bisogno di altro, aveva bisogno di qualcosa "di più", di qualcosa che non fosse solo "vero", ma che fosse reale.

Ogni individuo che accade, ha o dovrebbe avere questo dovere con se stesso,
a ognuno di noi è data la possibilità di dare un senso alla propria vita e/o di trovarlo...

A qualcuno è sufficiente un qualche credenza: babbo natale, l'amore, la famiglia, un modello, un dio, ecc.

Poi esistono persone alle quali serve di più, sono persone disposte a pagare il prezzo di tutte quelle ultime volte in cui hanno smesso di credere in qualcosa, perché hanno capito, che semplicemente non erano reali.

Sono persone che trascorrono la loro vita in modo solitario, possono avere una o più famiglie o nessuna, possono avere dei figli o sceglierne qualcuno come proprio.

A volte, aprono il loro mondo a chi decidono, per proprio esclusivo piacere e Amore.

Certamente, non si preoccupano di essere capiti; hanno un unico semplice scopo: far intravedere una strada funzionale.

In ogni "ultima volta", in ogni "quel preciso momento", si è soli e ogni attimo racchiude in se tale forza e potenzialità.

Oggi è un giorno triste per me, ho ingannato ancora mio figlio, ho scelto per lui la via facile, quella delle credenze, quella in cui si demanda ad altri la responsabilità di se stessi.

Sconto il peso della resa, capisco che un padre da solo, non può molto, malgrado possa Amare di quell'Amore capace, ad un certo momento deve lasciar andare...
Deve pagare quel prezzo (alto) dell'ultima volta, deve prendere il suo cuore tra le mani...

Arriva quell'ultimo momento in cui non può che smettere di combattere, in cui deve rimettere i suoi passi verso casa...

Eppure, tanto tempo fa, credevo in babbo natale, nel bene e nel male, negli amici, nell'amore, in dio e in tante altre cose... 

Poi, ultima volta dopo ultima volta...

Quando ognuna di quelle credenze non erano più sufficienti, ultima volta dopo ultima volta, quando l'Anima voleva di più...

Rinascere diversi, ogni istante...

Oggi e' un'ultima volta... Ora, è un'ultima volta...

sabato 26 novembre 2016

Il fermo non è previsto... Si accarezza il cuore, lungo la corsa. Poi il cuore sostiene la corsa...

...
Quando ero ragazzo, immaginavo, credevo che ogni cosa sarebbe andata...

Pensavo che qualcuno si sarebbe sempre preoccupato e occupato di me...

La mia educazione così mi aveva insegnato e con questa ero cresciuto.

Potevo perpetrare il sommo inganno, giustificato, perché così, in fondo mi avevano insegnato.

Ora, da poter essere "ricattato", potevo ricattare... Chii?

Beh! Mia madre, mio padre e poi volendo, tutto il mondo, così almeno credevo; di questo avevo assoluta consapevolezza.

Oggi, guardo il mondo, guardo i giovani, guardo le madri, i padri, il mondo e vedo ancora questo; negli altri, nei giovani, nelle madri, nei padri... Ripetizione infinita.

Però, ho avuto un grande padre, da qualche parte, in qualche modo, capì...

Sentiva che in qualche luogo c'era la via, c'era una strada diversa da quella che tutti avevano percorso, diversa da quella che anche lui era stato costretto a percorrere.

Così si era piegato ad una vita che non gli era mai appartenuta ma, gli avevano insegnato così...

Aveva un'anima così forte, persino da mettere in discussione una mente tanto razionale...

Da qualche parte, in qualche luogo, sapeva; il problema era solo quello di trovare quel luogo, quel tempo...

Ma lui era razionale, aveva sconfinato amore per qui figli; troppo presto avuti, arrivati così per ripetere l'eterno copione ma, lui scelse di rompere la catena e la ruppe...

... Ogni tanto, passano per il nostro mondo, cavalieri solitari, invincibili eterne anime,
chi li sa riconoscere, li chiama Saggi... Ogni tanto, passano...

...

C'e' uno strano "meme" nell'uomo; quello che ti fa sentire responsabile per i figli e più questi non sono stati il frutto della naturale e personale evoluzione, più "il senso di colpa" sembra aumentare.

Ero totalmente impreparato, totalmente asservito al complesso e alla macchina, stupido, destinato, predestinato al nulla, pieno d'inutile ego... Ma avevo un padre leone nello spirito, sempre vissuto negli schemi ma, mai domato realmente...

Questa fu la mia fortuna, questo fu il mio destino...

Lui, da qualche parte sapeva, da qualche parte...

Era chiaro, ovvio che non avrei potuto stravolgere ciò che ormai ero ma, l'importante sarebbe stato, avere una possibilità, una, una sola e lui me la diede...

Questo, in fondo, è il più alto piacere di un padre...

Nessun padre sarebbe potuto essere migliore di lui per me...

Lui aveva avuto l'intelligenza di riconoscere uno di quei Saggi che ogni tanto passano, aveva avuto la capacità di... 

Io non l'avevo, eppure, mio padre me la diede... Fu uno dei miei giorni più brutti e difficili e così fu pure per mio lui.

Mentre tornavamo verso casa... Ma lui era un leone.

Si può uccidere un leone, eppure, un leone rimane leone... Sempre!

...

Ogni tanto, è come se l'esistenza generasse, in modo provvidenziale, un leader, un "genio". Un Saggio depositario del potere, il potere del seme.

Abbiamo infiniti tranelli, infiniti falsi miti in cui non cadere; nessuno c'insegna come fare; ogni generazione insegna alla successiva ciò che aveva inizialmente avversato, combattuto, ogni giovane conosce questo... 

Poi ci sono i leoni, io sono figlio di uno di questi...


"Luna e mare" 
Ero convinto di vedere il mondo, quasi di "comandarlo", invece, il mondo iniziava dietro quell'invisibile vetro...

Nessuno avrebbe potuto aprire quella finestra, oltre me...

... Era un leone perché non nascondeva le sue debolezza, non temeva di mostrare le sue paure; perché non nascondeva i suoi limiti...

Era un uomo senza paura delle sue paure, consapevolmente le guardava, a volte fuggiva, altre volte no...

Rari sono i figli ad avere una tale fortuna; la fortuna di avere padri di tale coraggio, quel coraggio di mostrarsi per come e per ciò che si è.

Ero lì, dall'altra parte di quel vetro...

Lui, consapevole di non poter aprire quella porta, si prese il rischio, l'onere e l'onore, di provare a farla aprire a chi di quella porta, non interessava nulla.

Eppure, in qualche modo, lo toccò, ne venne toccato e quella porta fu aperta...

Quel vetro invisibile separava ogni cosa conosciuta, ogni cosa reale da ogni cosa vera...

Il velo di maya era caduto...

Era un leone, ancora lo è... Un leone è per sempre...

Ci sono i leoni, ci sono i Saggi, ci sono i vincenti, ci sono i perdenti e c'e' chi parla dei perdenti...

Non ho mai visto un leone arrendersi, né un Saggio perdere...



Il fermo non è previsto... Si accarezza il cuore, lungo la corsa. Poi il cuore sostiene la corsa...

martedì 22 settembre 2015

Essere adolescenti: nessuno può obbligarti a divenire un vincente!

Una delle molte cose belle della vita è la continua palestra a cui ci appella.
La costante "sfida" a cui siamo chiamati per costruire noi stessi, in modo sempre più funzionale.

Noi abbiamo un unico dovere e non è con i nostri genitori, con la nostra famiglia o con qualche legge o morale esterna ma, è solo verso noi stessi.

Ci hanno da sempre abituato a vedere a vivere con stress i problemi, in realtà, senza problemi non potremmo giocare, non potremmo vincere.

Quando guardo i giovani intorno ai 15-16 anni,
vedo grandi conflitti e frustrazioni; si trovano a dover passare nelle "Forche Caudine" degli adulti, senza che nessuno gli abbia mai insegnato o spiegato il "trucco" di come passarci "indenni" .

Gli vengono imposte regole (studio, leggi, morali, comportamenti, religioni, sport, ecc.) senza che nessuno sappia il reale motivo, semplicemente perché, a loro volta, i genitori hanno insegnato così.

Allora bisogna andare bene a scuola per ricevere un premio, non fumare o bere, perché fa male, non frequentare "cattive compagnie" (non ho mai capito cosa significhi); gli si insegna un sacco di regole inutili. 
Inutili, nel senso che nessuno gli spiega il reale motivo e la strada di come trarne pragmatico, reale vantaggio.

Fin da piccoli, passati nel "sistema": grembiule per l'asilo, divisa per la scuola, ecc.ecc.

Più un giovane è vitale e più sentirà una reale "ribellione" interna ed esterna, si troverà in questo modo, ad andare "contro" ad essere comunque in contrapposizione, come a voler evidenziare la propria individualità, il proprio giusto desiderio di protagonismo.

Il paradosso è che così facendo, proprio quei giovani (i migliori), i più ribelli e vitali, si vengono a trovare ancora più incasellati ed irregimentati, perché quel ruolo (quello del ribelle) è ugualmente previsto dal sistema ed è quello che alla fine da un "imprinting" ancora più forte.

Ogni giovane, prende comunque a riferimento un adulto e non è detto che coincida necessariamente con un genitore; quell'adulto può decidere o no, di Amare quel giovane ma, se decide di Amarlo deve essere inflessibile e non corruttibile.

Il problema è che non deve essere inflessibile secondo la "comune morale" ma, deve ammiccare, "indicare" la strada verso l'individuale progetto, è come giocare a nascondino, quell'adulto può usare ogni strategia e continuandolo ad Amare da dentro, dovrà indicare sempre la direzione, come fa una bussola con il nord.

Non si può educare una ghianda a divenire un pioppo od un pino, le si può solo e semplicemente dare il giusto terreno.
Il giovane deve avere sempre, la responsabilità di decidere il terreno e bisogna educarlo solo a questo.

Nella ghianda il progetto è insito, è previsto, così come in ognuno di noi.

"Il mondo cambia con il tuo esempio, non con la tua opinione." - P. Coelho


La bellezza della vita è che alla fine abbiamo la responsabilità della nostra riuscita; quando un adulto maturo decide un figlio è per ampliare il proprio raggio è un atto di puro Amore e proprio per questo, che ad un certo punto, deve tagliare quel "cordone ombelicale", deve lasciare la libertà della responsabilità individuale, deve lasciare la possibilità di scrivere la storia, l'individuale storia, comunque essa sia...


"Il mondo si cambia facendo." 

Se un giorno, ti vedrò danzare sotto la pioggia,
se potrò vederti vincitore, malgrado ogni difficoltà,
se potrò ancora Amarti,
se potrò Vederti,

saprò, che la quercia avrà avuto il giusto terreno,
saprò, che in quel cielo c'e' un altro Uomo libero,
saprò che...

Il mondo sarà un pò cambiato e tu avrai contribuito a farlo,

... figlio mio.


martedì 18 agosto 2015

Verso il tramonto

Verso il tramonto l'aria sembra rinfrescare, sembra voler rinnovare ancora la forza.

Alla fine del giorno ancora forza, come non potesse esaurirsi.

Agosto 2015; verso casa, ancora emozioni vibrano, come a rinnovare la forza che pare senza confini e limiti.

Verso casa, emozioni che posso sentire: le mie e di chi è con me.

Posso goderle, verso il tramonto; c'e' ancora più forza.

Il giorno si compie ed ogni emozione trova casa, ogni giorno perfeziona il successivo, verso il tramonto, ancora forza; così quell'aria appena più fresca, sembra carezza, sembra ancora sospingerti, come padre saggio ed invisibile.

Ora anche l'Amore è possibile, così come quell'aria appena più fresca: non puoi vederla, non puoi ascoltarla, eppure, ti sospinge, invisibile ti sfiora, respirandola esalta l'essenza, l'Anima.

Il paradiso serve solo a questo, il luogo non luogo, dove sei a casa, dove la vita risponde e la natura è ancora sana.

Verso il tramonto, la corsa rallenta, trova pace; non c'e' più stress nel fare o nel dover fare, solo piacere, contemplazione, ozio.

Verso il tramonto, il ruggito del Sole è ancora forte se pur disteso, finalmente può dare l'ultima pennellata al suo quadro perfetto, può sedersi a guardarlo e così facendo esce dal gioco e in quel breve eterno istante ne è padrone e signore.

Un padre ha piaceri e sente la responsabilità di un atto cosciente, consapevole ma, verso il tramonto, molte cose possono divenire possibili, ciò che prima non potevi neanche pensare, diviene possibile...

Puoi scegliere di essere padre di chi vuoi, puoi Amare un figlio che scegli senza averne però quella responsabilità ed il gioco, allora, è ancora più bello perché puoi Amare senza confini... Come quella brezza più fresca, verso il tramonto... 


lunedì 22 giugno 2015

Danzando, una domenica

Domenica.

Forse che l'amore dato o che tentano di dare i genitori ai figli, serva solo a bilanciare i sensi di colpa?

Ma chi ha chiesto di nascere?

Io credo di non averlo chiesto, nè mi sembra l'abbia chiesto mio figlio a me.

Chi mi ha dato il diritto di metterlo al mondo?
La vita riuscita potrebbe essere una giustificazione?
E a lui? 
Ora lui, grazie a me, deve risolvere... O semplicemente esistere.

Su questo punto, nessuno mi ha dato risposta seria, per seria intendo, una risposta vera e reale.

Oggi è domenica, c'è mio padre e mio figlio qui con me; mi trovo come ad essere ponte tra incazzatura e senso di colpa.

Eppure, mi sembra di sentire come una musica, una simile alla colonna sonora di Master e Commander, dove tutto ha la sua forza, dove tutto sembra avere senso, anche se non c'è.

La forza dei tamburi e delle cornamuse che accompagnano violini e contrabbasso, tutto sembra avere armonia.

Eppure anche quella musica mi ridà solo un tratto, ogni persona mi dà solo un tratto sempre lo stesso e con lo stesso tratto, ognuno pensa, crede, senza mai alcun dubbio, di poter leggere il mondo.

Mi danno anche letture di me e va bene.

Non so ancora perché si decida di fare figli, o meglio, non ho ancora conosciuto il reale senso, oltre ad ogni solito motivo che ben conosco.

Più trascorre il tempo e più vedo che ci sono persone intelligenti, persone che insegnano, che spiegano; più passa il tempo e più mi accorgo che, il più delle volte, nessuna delle persone a cui insegnano, spiegano o fanno corsi ha un reale avanzamento, in senso pragmatico: di soldi, riuscita, salute, intelligenza, ecc.

Poi ci sono persone che senza troppo parlare, cambiano pragmaticamete il mondo intorno a loro, che cambiano la vita di qualcuno, senza dire nulla o poco, creano un universo diverso.
A volte ricevono critiche anche da queste stesse, perché sono, anche loro,  intelligenti, perché vedono solo quel tratto, nel mentre, quasi a loro insaputa, la loro vita è un già un po' diversa, già un po' migliore.

Mi piace definire questo tipo di persone leader, questi sono il lievito del mondo; a volte operano persino dei miracoli, e a loro piace non dirlo, non hanno bisogno di riconoscimenti né di altre gratificazioni sociali.

Sono i veri leader, leader silenziosi; combattono senza troppo apparire, nel mentre si godono la vita, nel mentre cercano di rispondersi alle domande, nel mentre cercano di definire le domande, nel mentre danzano...

Sentirne parlar male è la norma ed è uno dei sistemi per scovarne, qualora si abbia reale interesse d'incontrarne qualcuno.

Oggi è domenica qui a Casperia ed è domenica anche a Longyearbyen... In fondo ad ogni domanda, trovo solo "il piacere", come risposta ultima, il problema è nell'essene costantemente all'atezza, il problema è nel divenire... Del resto, siamo solo liberi di sbagliare: ormai ci siamo...


"C’era una volta un uomo saggio che era solito andare di fronte all’oceano per dedicarsi alla scrittura. Un giorno, mentre passeggiava sulla spiaggia, vide in lontananza qualcuno che si muoveva come se stesse ballando. Non riuscì a trattenere un sorriso pensando a qualcuno che danzava e si affrettò per raggiungere il ballerino.
Avvicinandosi si accorse che si trattava di un giovane e che quello che sembrava una danza era in realtà qualcosa di completamente diverso: il giovane si chinava sulla sabbia, raccoglieva qualcosa e gentilmente lo lanciava nell’oceano.
Avvicinandosi gridò: “Buon giorno! Cosa stai facendo?” Il giovane si fermò un attimo, lo guardò e rispose:
“Sto lanciando stelle marine nell’oceano”.
“A questo punto non posso fare a meno di chiederti perché lo fai…”
“Il sole è alto e la marea sta ritirandosi. Se non le ributto in acqua moriranno.”
“Amico mio, non ti rendi conto che ci sono chilometri di spiaggia e non si vedono che stelle marine? Che differenza vuoi che faccia il ributtarne in mare qualcuna?”

A quel punto il giovane si chinò un’altra volta, raccolse un’altra stella marina e la buttò tra le onde, nell’oceano. Poi rispose “per questa ho fatto la differenza”.
La sua risposta sorprese il saggio, era confuso e non sapeva come rispondere, quindi decise di voltarsi e tornare al cottage per dedicarsi alla sua scrittura. Per tutto il giorno mentre scriveva, l’immmagine di quel giovane lo perseguitò; provò ad ignorarla ma la visione ebbe la meglio. Alla fine, nel tardo pomeriggio, realizzò che lui, lui lo scienziato, lui il poeta, non aveva compreso la natura essenziale delle azioni del giovane. Perché realizzò che ciò che il giovane stava facendo era decidere di non essere un mero osservatore nell’universo, ma decidere di essere un attore dell’universo e fare la differenza. Ora, era imbarazzato.
Quella sera andò a dormire pensieroso. All’arrivo del mattino si svegliò sapendo che doveva fare qualcosa: quindi si alzò, si vestì, andò alla spiaggia e trovò il giovane. E con lui trascorse il resto della mattina lanciando stelle marine nell’oceano."




giovedì 17 aprile 2014

Il mio viaggio...Nella vita...

18.000 km ad ovest - Nuova Zelanda
(Queste righe sono per chi ha reso possibile il mio viaggio: i miei genitori.)

Succede sempre cosi:
quando sei lontano da casa,
la mente si attiva attraverso
quei meccanismi,
sempre uguali.

Mentre stai bene,

"arrivano segnali da lontano";
così, ho imparato ad usare anche la macchina e la lascio fare.

Così, nel mentre, mi godo ciò che vedo.


Come foto nella foto...In chi la fa...In chi avrebbe voluta farla...

Quando sei lontano da casa...


Però, ho solo un piccolo problema: qual' è la casa di chi non ha casa, di chi, è sempre a casa.

Già :-) ... C'è solo questo piccolo problema.

Spesso penso al mondo, al nostro, alla Terra, ma questa è casa mia; mi chiedo.

Il nostro universo, è casa mia, mi domando.

Spingo i pensieri e le immagini, fin dove voglio e poi mi chiedo, ma fin dove posso arrivare; è casa mia?

Sono fuori casa, fin da quando sono nato.

Certo, qualcuno potrebbe pensare, che non ero atteso, ma chi, in fondo, lo è stato davvero?

Penso ai miei genitori, penso a loro, come può un figlio "parteggiare" per uno o per l'altro?

Come?

Come può un Uomo (essere umano), non amare il proprio figlio; eppure, succede spesso.

E poi si torna, al solito, annoso problema: cosa vuol dire Amare? Chi ne è "capace", tecnicamente, intendo.

In fondo; chi è capace di Amore, conosce il paradiso in questa vita e questo non è spiegabile; eppure, anche il paradiso è fenomenologia.

...Non sono a casa, ancora no.

Ho tutto ciò che un Uomo, possa desiderare, avere o quasi...

Faccio ciò che voglio, quando voglio...

Ma anche questa, è fenomenologia.


---

Penso a mio padre, sono fiero di lui: lo vedo, fin dove non immagina...

Penso a mia madre, la vedo e lei lo sa, sono fiero, di lei...

A volte sono incazzato, e mi chiedo: ma non potevate andare al cinema quel giorno? :-)
Cazzo! Magari, ora, sarei ancora a casa.
Quella casa, dove niente comincia, dove l'essere è, ma già questa è fenomenologia...Perché penso...


Vale la pena, provare tutto ciò che provo e sperimento?
La verità è, che non lo so.

Se voi, avreste voluto tutto per me; sappiate che c'è l'ho.
La mia vita è piena e felice.

Dovrei dirvi: grazie? :-)

Invece, sono incazzato!

Voi eravate già qua, e se le fregature si danno agli amici; allora, grazie!

Del resto, ora ho un figlio, anche io, come posso biasimarvi?

Sento l'Amore, che ho per lui e capisco, quello che voi avete per me.

Allora, sappiate; che capire, non è come divenire e solo dopo, si capisce.

Beh! Si, sono incazzato, molto incazzato, ma a cosa serve :-) Ora, grazie a voi, sono qui e sappiate, che venderò "cara la pelle".

...Se avessi una casa, potrei almeno dire, che ne sono distante...se avessi, una casa.

...La mia casa è qui, ora...o forse, no.

Posso avere una casa nel fenomeno? Perché no? Perché?...

Tutto sarebbe più facile, ma tutto è facile...Facile...

...

Ho quasi 50 anni, il potere della vita è pieno...Mi avete messo di fronte ad una bella sfida, io l'ho accettata, semplicemente questo!

...
Rispetto i vigliacchi, mai nati, a volte, persino li invidio...
A volte...

Voi, invece, mi avete insegnato il coraggio, la dignità e, non è poco; poi mi avete insegnato tante altre cose, ma soprattutto, mi avete insegnato, ciò che pochi insegnano: ad essere felice.

La vita è fatta così, che vogliamo farci? :-)
...

Voi, mi avete accompagnato, in questa vita; io, non ho potuto farlo.

Ho, solo, potuto sentire il vostro Amore...E, se la vita è questo, va bene così, cazzo!
 
...
E, siccome, nessuno, è mai venuto a raccontarmi, cosa succede dopo...Io dico, semplicemente, vaffanculo...
 
Ho quasi 50 anni, sono a casa in ogni luogo, eppure, cerco ancora la mia casa, pur sapendo che non c'è...
...
 
Affrontare la macchina, non si può...E chi l'affronta, sa il perché...E' una questione tecnica...
...
 
Non sopporto, chi chiede grazie o che chiede scusa...
 
...
 
So che capirete, perché siete intelligenti, perché io sono vostro figlio e ne sono fiero!
...
 
Casa, forse è la felicità?
Allora, sono a casa...
 
 
Ma a me non basta :-)
 
...Angolo di paradiso?...
 
Eccolo, questo è un angolo di paradiso...
 
E, il paradiso non ha angoli.
 
...
 
La vita è così, è una fregatura, l'unica che sia possibile avere... :-)
 
...Ai miei Genitori...a mio figlio...A me...
 
Perché, credo, che alla fine, non importi come e perché si sia arrivati qui, né, tantomeno di lasciare un segno, perché qualsiasi segno è effimero. Un giorno, abiteremo altri pianeti, tra qualche generazione, tutto sarà cambiato, diverso.
 
Eppure, ovunque saranno, i figli dei nostri figli, qualcuno continuerà a cercare quel passaggio, qualcuno in qualche remota spazio, continuerà, magari con tre pezzi di legno, a costruire una panca su un torrente, a creare il suo angolo di paradiso, dove sedersi a rifare se stesso o a contemplare la bellezza, senza mai smettere di stupirsi, di godere...Come l'acqua che scorre...Tutto qui :-)