giovedì 3 dicembre 2020

Cercando Daisuke Jigen

Chi non vorrebbe un amico come Jigen?

"Taciturno, accanito fumatore e bevitore, quando non fuma non manca mai di tenere tra le labbra un mozzicone spento di sigaretta Pall Mall superlong filter, dando il via ad un vero e proprio modo di dire: vengono chiamate "sigarette alla Jigen" tutte quelle che escono spiegazzate dal pacchetto. È anche sospettoso nei confronti delle donne, ma non totalmente immune al loro fascino. Jigen non è particolarmente interessato ai soldi o alle ricchezze, ma al puro gusto della sfida. 

Jigen è un pistolero fenomenale con una mira infallibile e dall'animo gentile; spara "prontamente, efficacemente e apparentemente a caso", senza sbagliare mai.

Estremamente fedele a Lupin, costituisce una sorta di fratello maggiore e partner leale e affidabile per Lupin, accompagnandolo in tutte le sue avventure. Jigen, nonostante la sua facciata seria e irascibile, ha un ironico senso dell'umorismo e si diverte sinceramente a partecipare alle missioni con Lupin e spesso è la voce della ragione per l'incosciente Lupin. Della banda di Lupin, Jigen è quello che meno si preoccupa di uccidere e, sebbene consideri un tabù uccidere donne e bambini, è disposto ad eliminare chiunque sia una grave minaccia per lui.

Il suo genere di musica preferito è la musica classica, ma non disdegna il jazz, passione quest'ultima derivatagli dal fatto che, durante la sua carriera di pistolero, ha vissuto per un certo periodo a New Orleans." ... Cit.

Jigen è un acuto lettore dell'animo umano, sempre attento a se stesso; non tradisce mai la sua indole, non tradisce mai ciò che gli piace fare, anteponendo questo ai soldi o alle ricchezze.
Ciò lo rende estremamente fedele, leale e affidabile, é un leader che completa se stesso, praticamente senza punti deboli e superiore anche a Lupen III nell'arte di maneggiare una pistola.

Ama la scaltrezza e la genialità di Lupen III e ognuno si fa funzione massima all'altro.

Mi piace molto Jigen, persona leale e affidabile, sempre centrato, presente...

Chi non vorrebbe avere un socio, un amico come Jigen?

Debbo confidare che ancora lo cerco e spesso vedo la potenzialità di queste qualità smarrite, dimenticate in molte persone che incontro, anche in selezione; eppure nutro sempre il costante desiderio di trovarne uno.

Vedo quella potenzialità della sfida, del mettersi in gioco, di quella giusta ambizione smarrita in qualche fede, in qualche modello... Dimenticata in qualche scaffale, spenta in una vita investita in modelli culturali non funzionanti e disfunzionali; modelli quali: ricerca dello status, della "ricchezza", della famiglia, della fede, della routine.

Jigen é libero, costantemente sceglie lì dove scorre quel filo impercettibile di amore; amore per l'amicizia, per la sfida, per il piacere.

Dov'é quella scintilla negli occhi, quello sguardo intelligente ed arguto mai pago...
Dov'é quell'ambizione alla riuscita, dov'è quell'innato leader che crea realtà lì dove non c'era nulla rimanendo integro a se stesso e con questo gioco potenzia la propria intelligenza.

Così tendo ad accontentarmi, a tal punto che poi mi chiedo il perché di tante energie profuse nel nulla o quasi...

... Durante la selezione di ieri, ho incontrato un ragazzo di 41 anni, due figli e una vita discretamente funzionante. Mi aveva colpito fin dalla sua lettera di presentazione e al di là delle parole o di quelle che mi raccontava fossero le sue motivazioni, mi domandavo: "Se Jigen si fosse sposato e avesse avuto una famiglia, come sarebbe diventato?" Così mentre non riuscivo quasi più a sentire quello che mi diceva, lo guardavo: fisico appesantito ma, gli occhi erano ancora vivi e poi la barba come Jigen... Sorridevo, tra me e me; forse sarebbe stato proprio così... Forse...

La selezione era rivolta alla ricerca di un responsabile di area; mi piacerebbe lavorare con lui.

Ovviamente so che Jigen è solo un fumetto, però mi piace credere che da qualche parte esista, mi piace pensare che una sera possa sedermi insieme a lui, magari al calore di un fuoco e senza dirci nulla condividere consapendo le reciproche emozioni e poi andare oltre, come solo una volta mi successe; ma quella volta Jigen ero io...

La vita è meravigliosa e così perfetta da non poter essere frutto del caso e poi, il caso è l'ideale fattispecie di quell'esatta circostanza.

Cercando Daisuke Jigen...

mercoledì 28 ottobre 2020

Sfumature particolari, sfumature, particolari, attimi.

 

Quanto piacere é possibile metabolizzare?
Con il corpo, con la mante e, l'anima si nutre di piacere oppure... 

Forse il piacere é semplicemente il ponte verso...

Ci sono molti angoli che ho creato intorno a me: nella mia casa, nel lavoro e nella mia Anima.

Spesso ho lasciato distruggere questi angoli da persone a cui tengo a cui tenevo, a cui pensavo di poter dare "intelligenza".

Le Persone, si nutrono di questi angoli", di queste sfumature; particolari che solo un "vivente", un viandante può vedere, può sentire e percepire.

Attraverso queste sfumature particolari, si ha la conferma e la verifica di chi si ha di fronte, di chi si è, in qualche modo, scelto di Amare, avendone, la capacità, potendone pagare il prezzo; lusso della vita.

Esiste un attimo perfetto, quando, prima di cadere, le foglie diventano rosse... Un solo, semplice perfetto istante... 

L'impalpabile perfetta leggerezza dell'Anima sussiste esclusivamente nell'intuizione pura, muore nel pensiero, basterebbe solo un attimo.

Siamo un attimo di sfumature particolari, da non poter essere pensate, sfumature;
non ho quasi mai svelato quegli angoli, eppure questi, vengono "distrutti" (apparentemente, inconsapevolmente), 

conosco ogni motivo,
scelgo,
pago il prezzo,

so che esistono Anime in grado di comprendere di coEssere;

gioco...

Comunque vada, comunque vada,

nel solitario gioco dell'Essere,
ho alzato la mano,
tanto è bastato,

sfumature, attimi, particolari, sfumature particolari...


sabato 5 settembre 2020

Dimensioni

Qualcuno ritiene la fantasia qualcosa di astratto, qualcosa, allo stesso tempo di fantastico ma poco incidente.

Personalmente ritengo non esistere la fantasia come comunemente percepita ed intesa, la fantasia é tale esclusivamente per chi non é in grado di configurarla nel reale suo contesto.

Spesso si definisce fantasia ciò a cui razionalmente non corrisponde un qualcosa di "logico" o  possibile, ma dipende dalla dimensione a cui si appartiene e per meglio specificare, che si subisce.

Ogni cosa prima di essere capita, realizzata o vissuta viene definita fantasia... Qualche anno fa, la realtà dove oggi viviamo era solo fantasia: volare, andare sotto i mari, nello spazio, internet, piccoli apparecchi in cui mettiamo la nostra vita e così via...

Un giorno si vivrà in un mondo e modo che oggi definiremmo di fantasia...

Non conosco la fantasia da qualche anno, ormai.

Nella vita ci sono molte possibilità e molte dimensioni a cui appartenere o da conquistare.

Ci sono tante popolazioni, tante dimensioni in cui si vive.

Ancora esistono scampi di persone che vivono nella foresta o in piccole tribù, esistono cittadini di megalopoli e di piccoli borghi, di particolari credi e religioni, insomma dimensioni dell'esistere.

La vita prevede delle naturali dimensioni, pensiamo a quella del bambino ad esempio, poi alla dimensione adulta in cui, molti, spesso illudendosi, ritengono di poter avere il controllo, la completezza, ritengono di poter accedere, semplicemente per un fatto "anagrafico" a dimensioni quali: l'Amore, la creatività o addirittura l'Essere.

In realtà è semplicemente la mancata evoluzione, ossia si permane, espandendola, nella  dimensione del bambino, con quel senso di "onnipotenza" con il quale un bambino costruisce il suo aereo con una scatola di cartone o un missile per la luna con qualche rotolo di carta igienica e provate a convincerlo che non sia vero.

Il progetto Uomo prevede la metabolizzazione di ogni dimensione, fino al superamento di tutte, fino alla consapevolezza fino al coessere, o per meglio scrivere prevederebbe. 

Purtroppo, per quanto si possa affinare la razionalità e la dialettica, rimane una profonda e diffusa superficialità, ci si accontenta del fenomeno, ci si accontenta degli stereotipi e cui ci hanno educato e con cui noi educheremo, quella che i grandi Saggi hanno semplicemente definito "coazione a ripetere".

Tutti possono usare parole come: Anima, Amore, Liberta, Essere, ecc., ma chi ne ha davvero la conoscenza, chi ne ha davvero la dimensione, chi davvero non ha il dubbio che il suo aereo non sia una scatola di cartone.

Quando guardiamo o parliamo con un bambino, ci sentiamo "grandi", a volte anche sorridiamo, per quella che sembra un'intelligenza semplice, limitata, potremmo dire... E la nostra? Siamo sicuri che sia così evoluta? E se incontrammo una Mente con capacità aventi lo stesso rapporto che la nostra mente ha con quella di un bambino, quanto cercheremmo di "difendere" il nostro aereo di cartone e/o quanto cercheremmo d'imparare?

Probabilmente difenderemmo il nostro aereo, come fa il bambino, non avendo cognizioni tecniche, non avendo scalini dove appoggiare la nostra mente... 

E questo é solo il più semplice dei "problemi". 

Il progetto Uomo prevede la possibilità di poter accedere alla dimensione dell'Essere; é un progress costante e continuo in cui la mante accede a conoscenze via via maggiori, insospettabili; si aprono mondi universi di cui é difficile argomentare e quando si tenta di farlo i più li definisco "fantasia".

Eppure, per quanta strada possa fare la mente, per quanti mondi possa vedere, per quante conoscenze possa avere, essa infine non é sufficiente... C'é come un salto da fare, un ultimo fondamentale salto dove neanche la mente più evoluta può accedere.

É una dimensione dove non ci sono pensieri, non ci sono emozioni é il semplice Essere, semplice fondamentale energia, ancor prima della formalizzazione dell'immagine o dove immagine ed energia sono la stessa cosa.

... Dimensioni...

I più si preoccupano di dove "andranno" dopo la vita, qualcuno risolve con la religione, qualcuno rimanda, altri non sono interessati... Come se ciò fosse importante o avesse un qualche senso e prima della vita dove eravamo?

Se siamo così curiosi o preoccupati di dove andremo, dovremo avere la stessa curiosità di dove eravamo... Procreiamo figli ancor prima di aver "risolto" questi interrogativi, ci preoccupiamo però di preparargli la strada, di vederli realizzati o delle loro cadute in bicicletta e ancor prima di che pannolino o latte comprare.

Stranamente pochi si "preoccupano" di dargli la possibilità di accesso a qualche dimensione che possa approssimarli all'Anima.

Ci preoccupiamo di vederli un giorno laureati o con una buona posizione... Per cosa poi... Per qualche tempo che dovranno passare qui sulla Terra? Ci preoccupiamo di qualche istante rispetto all'eternità.

Se non c'è un senso allora che senso ha? Forse il solo senso di "coprire" quel personale senso di colpa, più o meno velato? O solo sciocco egoismo?

Come se ciò che ci hanno insegnato sia la realizzazione, possa placare quel senso di vuoto, quel senso di superficialità e di approssimazione in cui si vive a cui ci si livella... Dimensioni...

Certo, non tutti sentono allo stesso modo e con la stessa "urgenza" l'esigenza di risolvere la Vita, anzi molti non la sentono proprio ma, in questo caso non é un problema.

La nostra società è basata sulla dimensione dell'avere e sulla corsa a questo, la vita é basata sulla "corsa" all'Essere, l'Anima non é alla fine della vita, l'Anima è la vita, é qui ora.

É solo una semplice questione di dimensioni...

domenica 16 agosto 2020

Pezzi di conoscenza

 Sono disseminati qui e là... Come piccoli segni lungo la strada.

Esiste una conoscenza profonda, vera, reale.

Una conoscenza che non é opinione.

Questa conoscenza cambia, ripristina tutto di se stessi, arriva all'anima, prima variando il campo eterico per poi fare da "taglia fuori" ad ogni altra cosa, non reale, conforme, viva.

Siamo circondati da pezzi di conoscenza e ogni pezzo é integro, completo a se stesso, ogni pezzo ridà il tutto.

La natura si muove solo su questa conoscenza e ogni pezzo dà la possibilità del flusso, costantemente ripropone la possibilità del pieno di noi stessi, della costante rinascita.

Solo ai Saggi é data la possibilità della conoscenza intera, globale, in quanto essi stessi sono essa; i Saggi hanno la capacità di partire da un qualsiasi punto, anche il più apparentemente insignificante e poter vedere e dare l'intero.

I Saggi possono muoversi tra il conosciuto e la Conoscenza, i Saggi costantemente giocano.

Chi comincia ad approssimarsi alla saggezza, vede questi "pezzi di conoscenza", questi sono sempre intorno a noi, sono costantemente dentro noi... Sono luce, sono come piccoli pezzi che, piano piano, nel corso della vita, occupano quel preciso posto, solo quello ed ogni cosa acquisisce significato, ragione di esistere.

Ogni cosa é in pace, fuori gioco, il gioco é già vinto ma, per ogni esistente (ognuno di noi) il gioco é tutto, é la differenza tra esistere ed Essere.

In questi giorni (agosto 2020) ho avuto la possibilità di potermi muovere tra conoscenza e memi, su un aspetto cardine dell'umanità, ogni passo ci approssima alla perfezione (per perfezione intendo la semplice e prevista realizzazione del personale progetto di natura), ci approssima alla saggezza.

Questo mese é stato per me, il vedere in modo cristallino e nella sua interezza, ciò che avevo solo visto a tratti, é stato guadagnare ancora strada.

Molti anni or sono, avevo potuto solo agire su me stesso, nel tagliare il cordone ombelicale per eccellenza, si perché ne abbiamo molti ma, quello principe é quello che la natura avrebbe previsto come il migliore ma, che poi si concretizza e realizza essere fonte della perdita: quello con la madre, sia essa biologica o altro.

La conoscenza, su ciò che comunemente viene definita come diade, non può nulla, persino il Saggio, alla fine deve arrendersi a questa... (In un certo senso).

La diede madre figlio, concepita come massima gioia e finzione, si é degradata fino a diventare culla della macchina, di ciò che riscontriamo costantemente in perdita.

Ad esempio, nella mia piccola esperienza temporale della vita, ho riscontro di ormai quattro generazioni della solita frase: "Ah ai miei tempi, cerano altri valori, oggi non c'é più nulla, tutto é cambiato".

Non é cambiato niente in realtà, solo qualcosa nell'esposto esterno, nella storicità.

"Da sempre" i genitori, intendono come realizzazione per il figlio il raggiungimento di una posizione "sicura", una sistemazione, una laurea un buon impiego, ecc. Si preoccupano (a volte) dell'educazione esterna, non dell'Anima dei figli.

C'era un tempo in cui i genitori e la madre in particolare, si preoccupava di dare la giusta direzione al figlio; giusta, nel senso, della realizzazione del proprio progetto personale, non delle mera compensazione dell'adulto genitore; solo ripetizione, infinita ripetizione senza senso.

Nessuno sa insegnare questo perché ne è privo per lui, perché nessuno di quei pezzi di conoscenza lo o la possono intercettare.

Tre settimane fa, un "ragazzo" mi ha detto: "Tu hai una buona fantasia", ho risposto come potevo, ai suoi memi; ma la risposta Reale sarebbe stata: "La fantasia non esiste", ciò che definisci fantasia è tutta strada che devi percorrere poggiando i piedi su quelle lastre, che definisco "pezzi di conoscenza".

La vita mi si palesa sempre più bella; ho conquistato tanti "Pezzi di conoscenza" ed essi mi danno  l'intero.

Posso vedere una madre e un figlio che amoreggiano, perdendo in questo, se stessi, mentre assaporo un prosecco e ascolto musica.

Certo loro non lo sanno ma, certamente questo non li salverà; la vita è precisa, anzi, perfetta!

Non ammette scuse o cose del genere, del resto non c'é colpa razionale, è semplice ripetizione, semplice catena.

La catena costantemente ricostituisce se stessa, però esistono indomiti cavalieri, continuamente la vita produce leader sani; così per gioco, perché la vita ha già vinto, pone le cause, lo scopo; tutto insomma...

L'unico problema é per ciascuno di noi piccoli e momentanei apparenti di questa vita, di cui il più delle volte non ne saremo neanche coscienti.

Questa é la vita: semplice, meravigliosa, perfetta. 

Il progetto in ultima analisi è solo godimento, costante paradiso.

giovedì 9 luglio 2020

Momento perfetto.

"C’era quell’aria di estate piena, era una sera calda serena, ancora pochi giorni e avrei ripreso la mia vita, non certo semplice e ordinaria, comunque ora ero lì e volevo goderlo.

Avevo sempre in testa quell’Uomo, ciò che mi aveva detto e come fosse stato un appuntamento, lo vidi, proprio lì di fronte a me, sorrisi istintivamente e lui fece lo stesso. Quella sera cenai solo e malgrado lessi più volte quello che pensò di avermi spiegato, non potei rispondere ai miei interrogativi, anzi." dal libro - Come Gabbiani.


Siamo nati esclusivamente per questo, per il momento perfetto.


Siamo nati per vivere costantemente nel momento perfetto; eppure infinite distrazioni ci portano lontano, distanti; quello che era il miglior strumento a nostra disposizione (la mente), sembra aver perso la sua funzionalità principe: rispecchiare il nostro "es", la nostra Anima, rendendola storia.


La nostra mente risulta "fuori gioco", come fosse stata alterata: sa far bene calcoli, inventare nuove tecnologie, in un apparente progresso... La stessa che "schiaccia" ed imprigiona gli umani in problemi, paure, stress, schemi, modelli, status; portandoli fuori strada, fuori dal "momento perfetto".
Questa mente riesce a giocare tutto, compresa l'idea stessa del momento perfetto; a tutti ne da un pacchetto preconfigurato  e così con tutto il resto.


Ogni cosa: dal divertimento, agli obiettivi, dalla morale, allo scopo della vita, sembrano non coincidere con l'Anima, con il progetto di natura.
Mi guardo intorno e vedo persone, arrabbiate, stressate, nella migliore delle ipotesi, le vedo rincorrere modelli, sogni che, una volta raggiunti non danno pienezza, non danno riscontro vitale.
Quello che era il nostro miglior alleato e strumento, é in realtà un congegno molto complesso e difficile da regolare e da tener "pulito", esatto.


Mi piacciono i gabbiani, vivono costantemente soli (mi riferisco a quelli ancora sani), a volte amano volteggiare con il loro compagno/a. Costantemente in contatto con il mare, con in metabolismo del sole, del vento, dell'aria.
Vivono il loro momento perfetto costantemente fino all'esaurirsi della loro esistenza e quando arriva l'ora, si adagiano sul terreno con lo sguardo rivolto verso ovest, lì dove tramonta il sole e lentamente si lasciano andare, soli, senza paura, nell'ultimo istante perfetto.
Pochi Uomini sono capaci del "momento perfetto", malgrado ogni possibile obiettivo o traguardo raggiunto, malgrado ogni possibile successo, risultano fuori gioco, hanno rispettato tutte le regole, tutte le morali ma, i conti non tornano.


Il momento perfetto non si coglie con la mente in seconda istanza, esso si realizza quando l'anima si riflette puntuale, esatta nella mente, nella storia.
Quando si ha perfetta coscienza: dell'aria che riempie i polmoni, e se ne gusta il sapore, della pelle in esatto piacere metabolico con l'ambiente; le emozioni assenti, la mente libera ha perfetto controllo e supervisione di ogni cosa che può cogliere e l'anima che riverbera godimento, nel mentre è già nell'eterno gioco.


Momento perfetto,  l'unico scopo che da senso all'esistere, unico reale obiettivo, non ci sono altri motivi a rendere la vita degna di essere vissuta.


Se un paradiso esiste, questo è qui ed ora... 
E si, esiste! 


sabato 6 giugno 2020

Giocare in difesa...


La vita, per nascita, mi ha fatto attaccante. 

Primogenito, pieno di responsabilità: fittizie, sociali, familiari... Schemi che ti legano da subito da cui difficilmente ci si libera.

Ho sempre guardato all'azione, possibilmente riuscita, raramente mi sono soffermato sulle sconfitte, sulle delusioni, non c'era tempo; qualcuno, in modo o nell'altro, "dipendeva" da me, dalle mie scelte, dalla mia riuscita o meno.

Nel tempo e con grande fatica ho cominciato a liberami, ho iniziato a sentirmi meno responsabile per quelle persone, per quegli amici a cui, pur avendo insegnato molto, pur avendo dato la possibilità di un'intelligenza diversa, erano caduti, addirittura messi contro da quel "meccanismo" invincibile, ma bypassabile. 

Posso sentire ogni loro emozione e sarebbe "facile" cadere nella loro rabbia o frustrazione, che non possono che attribuire a me ed anche per questo, sono e saranno fuori strada, fuori gioco.

Vorrei dispiacermi perché so che stanno fallendo il loro "progetto" ma, non sento nulla, semplicemente la solita voglia di fare.

Mi é sempre piaciuto giocare in attacco e so farlo... Però, ora che ho giocato i molti ruoli della vita, ora che molte esperienze sono passate, mi piacerebbe giocare, finalmente in difesa.

In fondo quale difensore può conosce meglio gli attaccanti, di chi ha giocato sempre all'attacco. 

Giocare in difesa permette di vedere tutto il campo, permette di avere la massima visione d'insieme, permette il massimo controllo possibile, permette di mettere a frutto ogni esperienza, permette di essere "attore non protagonista", di abbandonare quelle ultime rimembranze di schemi di responsabilità e con un difensore così "non si passa".

Un difensore così é il desiderio di ogni grande attaccante.

Ogni leader (per natura) ha un proprio percorso da fare, una propria storia e progetto da realizzare ma, un leader può decidere di farsi funzione nel rispetto del proprio egoismo, anzi, proprio a maggior funzione di questo.

Una perfetta, invincibile squadra!

Nessuno può "servire" meglio di un leader quando questo si approccia alla "casa" di un altro leader, nessuno!

Noi, esseri umani, siamo semplicemente il riflesso dell'energia, della vita ed é proprio in questo che s'ingenera la possibile interferenza e la perdita della Strada, del proprio individuale progetto.

L'uomo é fatto per la costante creatività, per il costante piacere metabolico; l'Uomo é fatto e realizza il paradiso; nel breve attimo del suo passaggio accarezza l'eternità.

L'anima costruisce la propria casa e l'esistenza gli dona l'incarnazione: attacco e difesa, solo un perfetto gioco di squadra.

Così mentre continuo a giocare in attacco, ho visto la possibilità di poter giocare in difesa... 

Il gioco della vita riserva sempre nuove sorprese ed opportunità, creatività senza limiti o confini; quando, in modo presuntuoso, si crede di aver visto tutto, di aver fatto ogni personale possibile, si apre un altro orizzonte, che sembra infinito, finché non lo si è percorso... Così senza fine...

Siamo solo energia, solo Anima, tutto il resto é semplice piacere.



martedì 12 maggio 2020

Attimi di Anima


Inutile voltarsi indietro a guardare, a ricordare ciò che si è fatto, le battaglie vinte o perse...
Oggi posso sentire la fierezza e la forza di quell'albero piegato dal vento e dagli eventi, posso percepire la volontà di distendere i sui rami a formare quella chioma, come prati nell'infinito, sopra ogni cosa.

Da lassù è possibile scorgere ogni momento passato o volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti; qualche ferita ancora non completamente sanata, qualche progetto ancora non completamente realizzato: scaldano il cuore, confortano il cammino del viandante, danno senso a quei profondi e rilassati respiri, quando è tempo di rilassarsi, quando è tempo di spegnere la testa.

Quanti amici sono passati, quanta allegria o profondi pensieri...
Quanto aiuto ed energia per poi vederli cadere uno ad uno...
Amici in cui vedevo la scintilla della vittoria, in cui si poteva respirare quel desiderio di riuscita...

Qualcuno aveva tradito, altri, semplicemente, si erano arresi...

Eppure posso goderli ancora, come Anime, poco importa se non ci vedremo più, poco importa se un giorno abbiamo riso, pianto o mangiato insieme.

Quegli attimi sono in me, sono in me come quelle pietre che lastricano il cammino di un bellissimo e curato giardino, a segnare il percorso nell'infinito fluire della vita.

Sono solo attimi in cui sembra che sia possibile fermare, almeno per un po', l'incessante fluire.

Non c'é astio o rancore, solo tenerezza come un incontro di amanti promesso e mai avvenuto.

Un attimo in cui il vento ha rallentato la sua corsa... Ritenendo che il grande albero possa distrarsi e cedere alle sue lusinghe.

Quell'albero conosce ogni tranello e delusione ed ha fatto delle sue sconfitte la propria forza e del vento il miglior alleato.

... Lentamente, profondamente respiro, assaporo i profumi della primavera inoltrata, dei nuovi progetti ed amici...

Solo un attimo... Ed é subito gioia...

Semplici attimi di Anima.

domenica 22 marzo 2020

Armonia, ordine, esatte proporzioni.

Nell'organizzare il nostro spazio esterno, le nostre cose, esiste il disordine e l'ordine. 

Per quanto ho potuto osservare, il disordine appartiene a quelle persone che vivono in modo superficiale, disorganizzato, fondamentalmente senza uno scopo ultimo. 

È facile riscontrare in questo tipo di persone sempre qualche tratto fuori posto, spesso si "affannano" e in cuor loro, ne hanno convinzione, di essere ordinate. Il loro costituito le pone "in fuori gioco", hanno "l'abitudine" di dimenticare sempre qualche cosa, un asciugamano, le scarpe, una tazza o di mettere un oggetto che in quella posizione, in quel contesto risulta distonico, risulta rafforzante della superficialità "macchina".

Poi ci sono le persone ordinate, ma anche in quest'ambito ho notato due modalità: una come ordine ossessivo esterno, è un pò l'altra faccia della stessa medaglia.

Infine c'é l'ordine come esattezza del proprio essere, questo tipo di ordine partecipa dell'esattezza e dell'azione della vita.

Ê un ordine dove le proporzioni e ogni singolo elemento: colore, forma, spazio, hanno un preciso costituito, é un ordine che "fa dentro", é un ordine che non é possibile imitare o copiare é esclusivo dell'Anima, il quel preciso momento.

Per vedere e accedere a questo tipo di ordine bisogna già Essere, bisogna essere in grado di partecipare al bello della natura in sé. 

Noi siamo ordine, esattezza...

Quando smettiamo "l'ordine" automaticamente lasciamo indietro qualcosa, nell'ordine non é possibile la malattia o la disnonia.

Quando lasciamo indietro una parte di noi, automaticamente trascuriamo qualcosa nell'ordine esterno... Esistono luoghi dove c'é ordine, non mi riferisco all'ordine della natura, ma a quello di Uomini sani, questi Uomini sono passati in qui luoghi e hanno lasciato, ordine... É impossibile non sentirlo, attraverso questo tipo di ordine si può fare contatto con la mente di quella persona, anche se quell'Uomo non esiste più storicamente.

A volte "affrontare" qualche angolo trascurato della nostra casa, vuol dire affrontare qualche parte di noi lasciata indietro, significa "mettere la mani in pasta", può voler dire rientrare in corsa.

Noi facciamo l'ordine e l'ordine fa noi... 

L'ordine é il primo livello della sanità biologica, il livello di un qualsiasi animale sano, certo, all'Uomo sarebbero possibile anche qualcosa di più.


Eppure, questo livello basico di ordine, armonia e di esatte proporzioni sembra essere privilegio di pochi, di quei pochi che hanno il coraggio della revisione critica costante del proprio io logico, persone capaci di pagare un prezzo adeguato, persone coraggiose, che più che seguire, tracciano la rotta...

Persone rare... Persone...

L'ordine emana profumo, non so se ci avete mai fatto caso, é un profumo che amplifica, è musica della vita. 

Chi ha la "fortuna" di entrare in contatto con questo tipo di Persone, dovrebbe curare il proprio modo di porsi, perché queste possono decidere il contatto, possono decidere di far accedere "l'altro" al proprio tempio, ma il difficile è poterne continuare a beneficiare.

Sbagliare con queste persone è come perdere il paradiso, in un certo senso averle incontrate potrebbe rivelarsi addirittura peggio rispetto a non averle conosciute.

Ordine, profumo esatto della vita... 




giovedì 13 febbraio 2020

Tutte le ghiande vincono, qualcuna diventa quercia.

Impossibile non essere rapiti, cosi ho fermato l'auto, arrestato i pensieri e disteso lo sguardo. 

Si paga sempre un prezzo per gli errori commessi, se si è messo in bilancio, se ci si é assunti il rischio, quel costo ha un valore diverso.

Siamo nel flusso della vita, attori inconsapevoli e questa forza, a volte, ci fa sopravalutare ciò che possiamo fare... 

Così ci si accorge che non si può spezzare quell'incantesimo, non si possono rompere quelle catene di una vita trascorsa in stereotipi, in modelli inutili.

La vita é così spietatamente bella che da le chiavi esclusivamente a ciascuno di noi e solo dall'interno di quella piccola prigione (che sembra tutto) é possibile usarle.

Intanto, lo sguardo accarezza l'orizzonte di quel meraviglioso quadro e poi ho tempo, la libertà guadagnata; senza cartellino, senza capi... Posso, ancora una volta, fermare la corsa... In quella solitudine dove non si é mai soli, ancora una volta pago il prezzo di un gioco perfetto di cui per sciocca presunzione, ho creduto di poter, se non cambiare le regole, di poterle almeno un pò "piegare".

... Ma che perfezione sarebbe!

La nostra mente risulterebbe uno spettacolare strumento, se non ne fosse stata alterata l'intrinseca capacità. A causa di ciò, ha perso la sua funzione e si dimostra essere contro il nostro reale avanzamento e vantaggio; distorce la realtà percepita, la cambia a favore della macchina e noi con essa.

Costantemente vedo le persone non soddisfatte o contente di nulla, si lamentano pressoché di tutto, sono in costante e continuo distress e ansia; prendono medicine per dormire, per alzarsi, per calmarsi... Inutile rabbia...

La cosa che mi fa sorridere é che "la colpa" viene attribuita SEMPRE al di fuori di se stessi: al lavoro, a quella persona, a quell'amico, a quel nemico, a quella situazione, a quel marito, a quella donna e così via, senza fine.

É strano però che noi stiamo male e la colpa é di qualcun altro, che la colpa é fuori di noi.

Il meccanismo tende alla nostra distruzione e non di rado vedo che si costruisce e proprio quando si avrebbe la possibilità, della riuscita si compiono azioni autodistruttive.

Dopo aver voluto, lottato, imparato, costruito, si distrugge tutto per incapacità cognitiva e Razionale... Ci si dimentica che se eravamo "perfetti" non avremmo condotto certamente quel tipo di vita, insoddisfacente per noi.

Ci si dimentica della propria storia, da dove veniamo, ci si dimentica chi eravamo e d'un tratto si assurge senza aver dato il tempo alla storicità di divenire, di sedimentare... E intanto la vita passa...

Ne ho avuti di amici, di amori, poi ad un tratto hanno perso quel filo, hanno perso il contatto, la capacità del costante e contino divenire e così si sono smarriti nuovamente, tornati dove erano e spesso, molto peggio.

Come insegnava un Saggio: il cuore sanguina ma, bisogna bere il calice amaro e proseguire. 

Possiamo fare tutto (quasi) ma non corrompere la nostra Anima, il suo perfetto disegno... Così come quel panorama che riempie i miei occhi ed il mio cuore.

Che bello! Il mio posto nel mondo... 

La vita ci apre costantemente nuovi orizzonti se ne siamo all'altezza, ci permette di "vedere", senza un prima o un dopo, ancor prima della mente.

Ci sono persone che possono aprirci un senso, il nostro senso, possono indicarci la strada vera; sono rare, ma averle incontrate e perderle per incapacità, presunzione e scarsa umiltà è ancora peggio di non averle mai incontrate.

Più si é stati "vicini" a questo tipo di persone, più "la caduta" é traumatica; é semplicemente una questione tecnica, niente di più.

Tutto funziona in modo perfetto, esatto... Per quanto ci si sforzi di capire, non è possibile se prima non si é divenuti... Capire significa progress, significa cambiare, significa trasformare la ghianda in quercia.

Solo poche ghiande diventano querce, solo pochi spermatozoi diventano Uomini... 

Esiste un universo dove si é prima di esistere, poi esiste un mondo delle intenzioni, poi c'è uno spazio dove si può intervenire e cambiarle, poi ci sono i sogni... La vita, infine, quella che appare é solo un semplice precipitato, tutto é già avvenuto.

Il buffo é che siamo concentrati esclusivamente su questa parte, l'unica in cui tutto è avvenuto, l'unica in cui non possiamo incidere, l'unica che crediamo importante... Vabbè tanto ci sono le medicine...

Fantastico panorama, meravigliosa vita... Il mio posto nel mondo... 

I miei occhi possono solo vedere la realtà ma, questa é già avvenuta; i miei occhi non possono cambiarla... Posso però cambiare prospettiva, posso cambiare il punto d'osservazione, così crederò di aver fatto qualcosa... Eppure quel panorama era lì da sempre...

Con umiltà, cambiare il punto d'osservazione; Abbiamo già vinto!