mercoledì 14 febbraio 2018

La notte è diversa, da molto tempo... Ore 3,08

Lentamente si entra in un modo differente di percezione, di vita...

Da molto tempo, la notte è diversa... Anche il giorno...

Ho provato ad immaginare uno spazio senza tempo, senza suoni, senza i nostri comuni sensi... Senza spazio...

Quando cominciamo la nostra avventura nell'esistere, dobbiamo imparare tutto, un'impresa ciclopica, per la quale la natura ci ha dotato degli strumenti idonei alla riuscita, però, ad un certo punto intervenne qualcosa, di non previsto e quello che avrebbe dovuto essere, forse, lo strumento "principe" per agevolare molti aspetti, come ad esempio: la percezione della realtà, la comunicazione con gli altri esseri con cui condividiamo il pianeta, che hanno materialità diversa dalla nostra e che, soprattutto, avrebbe permesso una migliore mediazione con l'energia che ci pone e costituisce, divenne errore ed ostacolo.

Forse, ne perdemmo il controllo o la capacità d'uso in qualche epoca ormai remota,
forse, ciò che ci fu dato come dono, da civiltà ben più evolute, divenne mezzo di gestione e controllo a vantaggio di altre civiltà colonizzatrici.

Da molto tempo, la notte è diversa...

Ad un certo livello di sensibilità e percezione, in quel divenire previsto per la nostra comune esistenza, diventa normale la semplice coscienza ed esperienza delle altre forme e modi di vita, s'impara a vederle, viverci e difendersi...

C'è poi uno "spazio", senza spazio e tempo, lì dove la realtà si effettua, ma per poter iniziare ad eccedervi è necessario "abbassare" il livello di "controllo". 

I Saggi, nel corso della storia, hanno parlato di questo "mondo", hanno insegnato anche precise tecniche per agevolarne il contatto.

Da molto tempo, il mio modo di dormire è diverso, la notte è lo spazio dove posso più imparare e capire, spesso, come ora, preferisco riprendere lo stato di veglia; ho notato che queste circa tre ore, che vanno dalle 2,30/3 alle 5/5,30 sono difficoltose e presentano molte sovrapposizioni; 

è come se ci si trovasse in un grosso incrocio, nell'ora di punta, di una metropoli.

Così preferisco aspettare che si calmi, ho scoperto che non abbiamo bisogno poi di dormire così tanto come si crede.

Ho notato che quando si è prossimi alla fine della vita, proprio negli istanti del passaggio, si acquisisce una specie di "super coscienza", poi essa sparisce e l'energia rientra... 
Ma se proprio in questi attimi, avessimo vicino qualcuno in grado di "vedere" e di entrare in contatto, "questo momento" potrebbe permanere come ponte, per un pò?

Come una finestra aperta... Potrebbe quello spazio senza "spazio", senza materialità ed esistenza, sfiorarsi con l'esistere?

Un profondo legame, potrebbe estendere quella sorta di limbo in cui si passa e di cui poi si perde traccia?

Da molto sono rientrano nella mia normalità fenomeni di presenze, porte che si aprono o chiudono, cristalli che si rompono, luci che si accendono, oggetti che si spostano.

So distinguere e conosco molte di queste presenze e forme di vita diverse dalla nostra.

Eppure, la notte del 21 ottobre, a causa di un evento traumatico, per la prima volta mi sono trovato ad assistere al passaggio in quella zona, quando la vita finisce...

Forse per puro egoismo, non l'ho lasciato andare e forse a causa di ciò è rimasto aperto un piccolo varco, una zona dove i diversi modi dello scorrere spazio/tempo, si sfiorano...

... Non ho ancora queste risposte...