La casualità è elemento occasionale, è il substrato generante di ordine e opportunità.
È il mare, con le sue infinite possibilità di onde, calma e tempeste, nel quale possiamo condurre il nostro navigare fino in porto.
Ci ritroviamo ad esistere, necessitati al nostro progetto, necessitati al porto, liberi di scegliere come navigare e cosa vedere, ma alla ricerca di quel porto sicuro, al rientro a casa.
La gestione della casualità produce infiniti modi e dall'autodeterminazione si genera ogni possibile realtà: guerra, paradiso, mostro, bellezza, Umanità, musica, armonia, stonatura.
Genera piccole o grandi tempesta, senza mai mutare il tranquillo perenne moto del mare.
Non siamo isolati, ma facciamo parte di un insieme in costante interazione, in modo più o meno consapevole o del tutto inconsapevole, contribuiamo comunque alla casualità, di cui noi stessi siamo parte attiva.
È uno spietato, eterno, piacevole "gioco".
Così, mentre contemporaneamente sussistono: guerre, religioni, movimenti animalisti, conflitti economici, minacce nucleari, dibattiti tematici, ideologie sul giusto o non giusto, confronti sui costumi sessuali fisici e psicologici, scienza, filosofia, fisica; il mare tranquillamente, appena sotto la superficie continua il suo tranquillo muoversi, appena sotto le più cruente tempeste continua a mantenere la vita, mantiene inalterato il naturale l'habitat.
Le diverse umanità che si trovano a coesistere nel pianeta, vengono costantemente pilotate: dai consumi alle più profonde convinzioni e convincimenti morali, dagli stili di vita ai piaceri o alle mode.
Ho notato, che all'interno dei sistemi informativi c'è un livello che anticipa i futuri eventi, che "sensibilizza" una certa parte dell'umanità.
Questa comunicazione non solo anticipa futuri eventi, ma prepara la percezione affinché determinati accadimenti futuri siano assimilabili, divengano parte dei costumi.
S'introducono nuove possibilità di cibo, così che possa diventare normale bere coca-cola, mangiare pollo o insetti fritti o gelatine.
Mentre qualcuno ancora si chiede se esistano altre civiltà, altri preparano la normalizzazione all'incontro, allo scambio. Ho notato che questo processo è ormai in essere da diversi anni.
Ogni generazione ha costumi morali diversi ed è frutto della precedente... Ogni educazione, ogni moralità è carente o ha perso lo scopo, ha perso la stella polare.
Ha perso la capacità di leggere la bussola, necessaria per il rientro in porto; si analizza ogni onda e tempesta del mare dimenticando il mare e il senso del gioco.
Difficilmente è possibile educare al senso del gioco le generazioni successive se, lo si è perso.
Nel tempo di questa veloce e breve nota, molti uomini sono stati uccisi, molti erano intenti a fare l'amore, altri in vacanza su qualche isola o in guerra, chi a lavorare su armi nucleari, chi a fare campagne elettorali o battaglie per un qualche diritto, a scontrarsi sul giusto o non giusto, chi a morire di fame e chi per sovrappeso, qualcuno a fare battaglie per la natura e chi a soccombere in un qualche ingiusto processo. Chi a scoprire qualcosa a vantaggio di tutti, chi a segnare una strada od una possibilità, chi a pescare o coinvolto in un incidente...
Siamo liberi di scegliere quasi tutto: morali, religioni, lavori, amori, piaceri, sofferenze, problemi, idee, malattie, cibi e stili di vita, ma non siamo liberi di non realizzare il nostro progetto, di non conoscere ed arrivare al nostro porto.
La casualità crea costantemente opportunità, crea onde e tempeste, necessarie ad ogni buon capitano per condurre in porto la nave.
Onda dopo onda, tempesta dopo tempesta, respiro dopo respiro, Respiro dopo Respiro...
Nell'eterno spietato perfetto gioco...