... É tempo di bilanci...
Ci si abitua a queste frasi, sentendole, leggendole,
ci si abitua e poi... Si fanno proprie; ad un certo punto, in diversi tempi della propria vita, si cerca di fare un bilancio: a 30 anni, a 40, a 50 poi a 60, come se il fare questo potesse dare un certo senso di sollievo, come a cercare le voci di bilancio positive (positive in base a cosa poi...).
Come se le nostre "piccole" vite potessero elevarsi, come contassero davvero qualcosa; come se un granello di sabbia potesse essere un castello.
Personalmente, non ricordo di averne mai fatti, mi sembra così semplice la vita che, farne un bilancio risulterebbe presuntuoso, privo di senso.
La vita é così semplice; ogni azione determina un risultato, ogni complesso, ogni parte di noi stessi, lasciata indietro determina conseguenze.
I bilanci sono sempre abbondantemente prevedibili, previsti!
Nel normale progress della vita i bilanci si fanno in anticipo della storia.
Certo, la vita a cui mi riferisco é quella che i "nostri antichi padri" conoscevano, quella che si faticava, quella che si guadagnava con la reale conoscenza di se stessi.
Il mio tempo tempo di bilanci é ogni sera;
ogni sera rivedo la giornata appena trascorsa, ogni singolo momento, ogni singola emozione, il motivo di ciascuna di esse,
ogni sera rivedo ogni tentativo di boicottaggio,
ogni tentativo di "sporcare" l'Anima, (per lo più questi derivano da frustrazioni accumulate);
poi arriva la notte e la notte richiede sempre attenzione, maggiore di quella diurna,
la notte é sempre diversa e piena, difficile prevederne l'andamento;
durante la notte: s'impara, si lotta, si metabolizza, si capisce, si cambia rotta, si vede, si progetta, si decide e tanto altro.
È tempo di vacanza (dal latino participio presente di vacare essere vuoto)È tempo di bilanci...
... Non per tutti...
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
venerdì 9 agosto 2019
giovedì 1 agosto 2019
Ossessione come scelta
Etimologia: ← dal lat. obsessiōne(m) ‘assedio’, deriv. di obsĕssus, part. pass. di obsidēre ‘porsi davanti, assediare’, comp. di ŏb ‘davanti’ e sedēre ‘sedere
Scelta: ← della volontà consistente nel decidere consapevolmente e liberamente tra vari e possibili corsi di azione alternativi.
L'ossessione è una passione nel senso quotidiano.
Principalmente "la macchina" ha rovinato il semplice ed il bello del fluire, distorcendo la natura Umana, in questo procedere quasi nulla è stato tralasciato.
Anche il senso delle parole, il vero significato di esse, in questo processo ha contribuito fortemente anche il clero; così la parola che in origine significava "assediare, porsi davanti" è diventata "possessione" nel senso di invasamento diabolico, poi ripresa, sempre in senso negativo, dal campo medico.
Clero infatti deriva dal greco κληρος (che viene a sua volta da κλάω = spezzare, distruggere, rompere).
A me piace pensarla come "porsi davanti", assediare con coraggio, determinazione e senza scuse; ossessione come scelta, come volontà nel decidere consapevolmente.
Ossessione nel compiere il proprio progetto, il proprio scopo nella vita; una ghianda non può scegliere se cadere su un terreno fertile e diventare una grande o quercia, finire su una strada o essere mangiata da qualche animale; all' Uomo invece è data la facoltà di scegliere, è "obbligato" a scegliere ed in ogni caso lo fa.
Così come le parole hanno perso, tradito il loro significato originale, l'uomo ha perso la sua linea guida, si trova a fare, a scegliere e infine a vivere scisso, diviso dal suo reale progress, si trova ad apprendere regole, schemi, non solo antitetici e non funzionali ma, distruttivi per la propria natura.
Quotidianamente vedo questo e certo, non è bello, non è bello vedere madri e figli continuare a vivere "legati", vederli, a loro insaputa, ricattarsi, non evolversi, arrotolarsi e diventare "mostri". Il tutto nascosto, giustificato da ciò che si pensa sia amore, del resto anche tutta l'educazione va in quella direzione e l'incapacità, la volontà nel non voler o saper verificare, avendo perso la personale bussola, fa si che l'Essere Umano sia ridotto alla condizione che tutti possiamo vedere ogni giorno attorno (e dentro) noi.
Ossessione come scelta, si c'è originaria forza in questa frase, c'è quel senso di naturale riuscita che ogni Umano sente ed ha dentro se stesso, almeno finché la sua anima non l'abbia abbandonato.
Anche di questa tipologia di "esistenti" ne ho una costante e quotidiana esperienza. (dal latino experientia, deverbale di experiri- esperire, ossia "provare su di sé, sperimentare.)
L'anima, la "forza vitale" semplicemente abbandona, lasciando un corpo che essenzialmente esiste, senza più possibilità del "passaggio", senza più possibilità di mediazione tra esistere ed Essere, si diventa zombie.
Tutto per rimanere fedeli a idee, schemi che ci hanno "immesso" e che ormai reputiamo nostri, al tal punto che saremmo disposti (e lo facciamo) a morire per essi.
Allora, ben venga, l'ossessione come scelta, ben venga l'avidità (dal lat. avidĭtas -atis]. – L’essere o mostrarsi avido, desiderio intenso e smodato) di vita, di Essere, di vera Umanità, di rimettere ordine esatto.
Si, sono ossessionato, avido, (dal lat. avĭdus, der. di avere «bramare»]. - Che ha smodato desiderio di sapere, di conoscere. -
... Come scelta, sono ancora vivo e non perché semplicemente respiro o cammino; perché sono ancora un Uomo!
Un semplice Uomo che ogni giorno guadagna il proprio Essere, con profonda umiltà vive, si pone davanti, guadagna la propria felicità... Consapevole che siamo solo liberi di sbagliare... Fino al rientro.
Scelta: ← della volontà consistente nel decidere consapevolmente e liberamente tra vari e possibili corsi di azione alternativi.
L'ossessione è una passione nel senso quotidiano.
Principalmente "la macchina" ha rovinato il semplice ed il bello del fluire, distorcendo la natura Umana, in questo procedere quasi nulla è stato tralasciato.
Anche il senso delle parole, il vero significato di esse, in questo processo ha contribuito fortemente anche il clero; così la parola che in origine significava "assediare, porsi davanti" è diventata "possessione" nel senso di invasamento diabolico, poi ripresa, sempre in senso negativo, dal campo medico.
Clero infatti deriva dal greco κληρος (che viene a sua volta da κλάω = spezzare, distruggere, rompere).
A me piace pensarla come "porsi davanti", assediare con coraggio, determinazione e senza scuse; ossessione come scelta, come volontà nel decidere consapevolmente.
Ossessione nel compiere il proprio progetto, il proprio scopo nella vita; una ghianda non può scegliere se cadere su un terreno fertile e diventare una grande o quercia, finire su una strada o essere mangiata da qualche animale; all' Uomo invece è data la facoltà di scegliere, è "obbligato" a scegliere ed in ogni caso lo fa.
Così come le parole hanno perso, tradito il loro significato originale, l'uomo ha perso la sua linea guida, si trova a fare, a scegliere e infine a vivere scisso, diviso dal suo reale progress, si trova ad apprendere regole, schemi, non solo antitetici e non funzionali ma, distruttivi per la propria natura.
Quotidianamente vedo questo e certo, non è bello, non è bello vedere madri e figli continuare a vivere "legati", vederli, a loro insaputa, ricattarsi, non evolversi, arrotolarsi e diventare "mostri". Il tutto nascosto, giustificato da ciò che si pensa sia amore, del resto anche tutta l'educazione va in quella direzione e l'incapacità, la volontà nel non voler o saper verificare, avendo perso la personale bussola, fa si che l'Essere Umano sia ridotto alla condizione che tutti possiamo vedere ogni giorno attorno (e dentro) noi.
Ossessione come scelta, si c'è originaria forza in questa frase, c'è quel senso di naturale riuscita che ogni Umano sente ed ha dentro se stesso, almeno finché la sua anima non l'abbia abbandonato.
Anche di questa tipologia di "esistenti" ne ho una costante e quotidiana esperienza. (dal latino experientia, deverbale di experiri- esperire, ossia "provare su di sé, sperimentare.)
L'anima, la "forza vitale" semplicemente abbandona, lasciando un corpo che essenzialmente esiste, senza più possibilità del "passaggio", senza più possibilità di mediazione tra esistere ed Essere, si diventa zombie.
Tutto per rimanere fedeli a idee, schemi che ci hanno "immesso" e che ormai reputiamo nostri, al tal punto che saremmo disposti (e lo facciamo) a morire per essi.
Allora, ben venga, l'ossessione come scelta, ben venga l'avidità (dal lat. avidĭtas -atis]. – L’essere o mostrarsi avido, desiderio intenso e smodato) di vita, di Essere, di vera Umanità, di rimettere ordine esatto.
Si, sono ossessionato, avido, (dal lat. avĭdus, der. di avere «bramare»]. - Che ha smodato desiderio di sapere, di conoscere. -
... Come scelta, sono ancora vivo e non perché semplicemente respiro o cammino; perché sono ancora un Uomo!
Un semplice Uomo che ogni giorno guadagna il proprio Essere, con profonda umiltà vive, si pone davanti, guadagna la propria felicità... Consapevole che siamo solo liberi di sbagliare... Fino al rientro.
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
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