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domenica 28 marzo 2021

Immagino...

 

Immagino un'Anima con cui condividere ciò che non dico, ciò che non penso, 

un'Anima con la capacità di leggere dentro, di andare oltre il solito modo, oltre quello che definiamo norma,

Immagino...



Così, come un bambino coloro un mio universo che alla fine so non esistere...

È un bel mondo, desiderato, immaginato come realizzabile, che realmente esiste ma, che debbo lasciare...

La mente, prima lentamente e con garbo, poi con forza e prepotenza, mi da in pasto a quella nostalgia, prima tenera, quasi confortevole, poi improvvisamente degradante in pericoloso  precipizio...

Quante vite, quanti anni, quante esperienze... Persone, affetti che on ci sono più, li rincorro nelle immagini ma, per quanto corra, non posso raggiungerli, quella corsa affanna e più affanna e più corro, sapendo già quanto sia inutile...

Cammino... 

Solo, come da sempre sono in quel mio mondo dove, a volte, o provato a far entrare qualcuno: un amico, un Amore, un "casuale" incontro. 

Cammino verso un altro appuntamento difficile, complicato, un'altra dura battaglia, devo essere, anzi dovrei essere lucido ma, la prepotenza di quella nostalgia catalizza e rende opaca la mia azione e la mia mente,

così, quasi arreso, come un bambino, vorrei accanto qualcuno, vorrei quella complicità che non ho mai avuto, se non per brevi istanti, troppo difficile la semplicità, troppo complesso il percorso verso l'autenticità...

Solo; cammino nelle strade sporche, come abbandonate e molti sono i luoghi chiusi, non per la pandemia, semplicemente non esistono più, se non nei miei ricordi, anch'essi sbiaditi.


Luoghi cari, densi di avvenimenti gioiosi, indelebili; cancellati, spariti...

Curioso di vedere fin dove la mente mi può e vuole portare la seguo, anzi ormai la spingo ancor di più, mentre cammino verso un'altra battaglia; sono in anticipo, posso rallentare, guardare negli ogni ogni pensiero, ogni ricordo, ogni persona che avrei voluto a fianco a me, in un modo o nell'altro... 

Solo, stanco, magari deluso, tradito, sempre più vedo quei modi inutili, anzi dannosi di pensiero, quelli indagatori, che stanno lì a cercare il marcio ma, il marcio è solo nel pensante; modi utili a chi deve condurre un indagine, ad un giornalista, di chi ancora vaga senza identità ma, non certamente ad un vivente.

Debbo lasciare, ancora una volta, le cose andare... Forse ciò che avevo immaginato, fortemente voluto, era troppo difficile da realizzare, magari non era neanche ciò di cui l'Anima avesse sete, forse era solo residuo d'infantili desideri...

Cammino, con la responsabilità di aver dato il permesso della profanazione, allora è giusto che paghi, l'Anima presenta, puntuale, perfetta, il conto...

Come ogni volta, sono lì, pronto a pagarlo, piano piano, la vita comincerà nuovamente a fluire con la sua possente e amorevole forza.

Sono arrivato puntuale... Ancora guerra, ancora, ancora una volta, lotta... 

Immagino... Accoccolato alla mia Anima invincibile...


Ancora una volta ho combattuto, ancora una volta combatto, inutilmente sostengo il peso d'inutile battaglia, ancora una volta ho teso la mano ma, troppo tardi...

Troppo tardi... La mia mente non capisce; come se ci fosse un tempo per... 

Così, provato e ormai stanco dalle infinite lotte, dalle diverse occasioni in cui ho cercato di far vedere, quell'universo che vedo e che vivo... Lascio andare, nel rispetto di quella libertà che non si può toccare.


Stanco, triste... Ancora una volta mi avvalgo di quella mia naturale resilienza; metto il cuore in pace, reso, attendo che la vita, pian piano, ricominci ancora a fluire...

Mi accoccolo in quel lieve tepore, generato dalla consapevolezza che non avrei potuto fare niente di più, a nulla sono valsi intrepidi sforzi o immensi tentativi; così fermo ogni cosa, ogni pensiero, progetto, desiderio o altro...

Debbo accettare la resa, la mia...

Ancora una volta, accetto la sconfitta, pago il prezzo di quando si è messo tutto in gioco... Ho perso!

... Immagino un'Anima con cui condividere ciò che non dico, ciò che non penso, 
un'Anima con la capacità di leggere dentro, di andare oltre il solito modo, oltre quello che definiamo norma... 

Anima...
Tutto qui!

sabato 20 luglio 2019

I lettera aperta al Comitato

Caro Comitato,

se il nostro lavoro, se il nostro agire, se le nostre azioni avessero solo un fine, saremmo fuori gioco, avremmo già perso e tutto sarebbe inutile.

Ognuno di noi ha iniziato quest'esperienza lavorativa per un diverso motivo, poi sostanzialmente riconducibile a quello economico.

Personalmente ho sempre considerato l'aspetto economico, come una scusa, come una conseguenza, come fatto ineliminabile; ciò che realmente mi ha sempre spinto ad agire è la ricerca di quella possibilità che "ogni" essere umano ha o avrebbe.

Ciò che mi ha sempre affascinato è il progress, il divenire di ogni aspetto Umano, personale: d'intelligenza, di comprensione, di realizzazione; in sostanza, della semplice realizzazione del nostro potenziale. 

Il Comitato diverrà sempre più questo luogo, il luogo del successo ma, soprattutto del succederà... Il luogo dove inventare quel passo che prima non c'era, il luogo dove trovare quel me che prima non sapevo.

È chiaro che io veda le nostre motivazioni, veda il nostro passato perché esso è presente in ciò che siamo, veda le nostre frustrazioni, veda ciò che non ha funzionato però, vedo anche il nostro futuro, almeno di chi, non solo semplicemente lo vorrà ma, per chi pagherà il prezzo di sedersi davanti a se stesso, senza nascondersi.

Quando scrivo: "Vedo il nostro futuro" intendo, quello potenziale, quello possibile, questo cambia costantemente e non è mai uno solo. 

Si nasce, si diventa bambini poi adulti e ad un certo punto tra i vari piaceri e desideri che la vita mette a disposizione e che progressivamente ci "necessitano", c'è quello d'incontrare altre Anime perché in quell'incontro amplifichiamo noi stessi.

Non è importante quella presentazione, quel modello, quell'obiettivo, l'importante è la possibilità che diamo a noi stessi attraverso quegli strumenti, è importante cosa diveniamo o possiamo divenire attraverso quei modelli.

Nel mio passato ho avuto, ho partecipato a diversi gruppi di lavoro ma, il mio vero obiettivo è stato sempre lo stesso... Poi nel tempo, qualcuno, sceglie altre strade, si perde o entra in senilità precoce, la vita è fatta così è ne è totalmente indifferente.

Siamo padroni del nostro destino, nel bene e nel male, costantemente scegliamo.

Sono certo che qualcuno di noi, non solo capirà questo elementare concetto ma, si metterà in cammino, si metterà in discussione, comincerà a divenire e vorrà percorrere la strada verso "casa".

I migliori capiranno e sapranno leggere quei "piccoli segni lungo la strada"; Investore ha un  logo e un distintivo con la nostra denominazione ed un gabbiano, certo, un distintivo non vuol dire nulla, in se per se ma, vuol dire molto a chi sa cosa realmente c'è ed esiste dietro, ricorda a noi che le difficoltà servono per essere superate e non per arrendersi a queste, ci ricorda che non siamo consulenti finanziari, assicuratori, imprenditori, liberi professionisti, consulenti aziendali, personal advisor o altro... Siamo semplicemente Uomini in progress che oggi hanno scelto e/o sceglieranno di essere, di rappresentare INVESTORE.

Vi ricordate quanto serio era ogni gioco che sceglievamo di fare da bambini?!
Per esso piangevamo, ridevamo, davamo il massimo, vincevamo o peggio, perdevamo ma, sempre attraverso esso prendevamo maggiore coscienza di noi, avevamo spostato un passo avanti il nostro orizzonte, la nostra realtà, il nostro campo d'azione.






Investore è il nostro attuale "gioco", non è semplicemente o banalmente il nostro lavoro, è la "scusa" che diamo a noi stessi per divenire e per dare un senso...

Se perdiamo il focus, se perdiamo il vero motivo, se perdiamo l'anima ci ritroviamo con pochi e inefficienti modelli e schemi e in relazione ad essi cominciamo ad agire, pensare e vivere.

Ci ritroviamo a pensare che la felicità sia una villa con piscina, poi una barca, un aereo, una spa, una vacanza, un luogo diverso dove vivere, un auto, una famiglia, dei figli, una vita "comoda", i soldi, insomma, ognuno di noi sa bene ciò a cui ormai si ritrova ad ambire e a desiderare.

Viviamo in una doppia scissione: una tra quello che desidereremmo e quello che siamo, l'altra tra quello che desideriamo e quello che davvero dovrebbe essere e che non  conosciamo.

Vivere ed avere non sono sufficienti a certi Uomini, certi Uomini hanno bisogno di Essere e ognuno di noi ha già la mappa del proprio successo.

Investore rappresenta una possibilità di lavoro, una possibilità di vita, di avere e soprattutto di Essere; di questo il Comitato si occupa e sempre più lo farà con chi c'è e/o con chi ci sarà.

Mi piace il nostro simbolo, mi piace cosa c'è dietro, cosa rappresenta e non ho paura ad evidenziarlo.

È un "gioco" meraviglioso e... alla fine persino si guadagna denaro! 



martedì 22 settembre 2015

Essere adolescenti: nessuno può obbligarti a divenire un vincente!

Una delle molte cose belle della vita è la continua palestra a cui ci appella.
La costante "sfida" a cui siamo chiamati per costruire noi stessi, in modo sempre più funzionale.

Noi abbiamo un unico dovere e non è con i nostri genitori, con la nostra famiglia o con qualche legge o morale esterna ma, è solo verso noi stessi.

Ci hanno da sempre abituato a vedere a vivere con stress i problemi, in realtà, senza problemi non potremmo giocare, non potremmo vincere.

Quando guardo i giovani intorno ai 15-16 anni,
vedo grandi conflitti e frustrazioni; si trovano a dover passare nelle "Forche Caudine" degli adulti, senza che nessuno gli abbia mai insegnato o spiegato il "trucco" di come passarci "indenni" .

Gli vengono imposte regole (studio, leggi, morali, comportamenti, religioni, sport, ecc.) senza che nessuno sappia il reale motivo, semplicemente perché, a loro volta, i genitori hanno insegnato così.

Allora bisogna andare bene a scuola per ricevere un premio, non fumare o bere, perché fa male, non frequentare "cattive compagnie" (non ho mai capito cosa significhi); gli si insegna un sacco di regole inutili. 
Inutili, nel senso che nessuno gli spiega il reale motivo e la strada di come trarne pragmatico, reale vantaggio.

Fin da piccoli, passati nel "sistema": grembiule per l'asilo, divisa per la scuola, ecc.ecc.

Più un giovane è vitale e più sentirà una reale "ribellione" interna ed esterna, si troverà in questo modo, ad andare "contro" ad essere comunque in contrapposizione, come a voler evidenziare la propria individualità, il proprio giusto desiderio di protagonismo.

Il paradosso è che così facendo, proprio quei giovani (i migliori), i più ribelli e vitali, si vengono a trovare ancora più incasellati ed irregimentati, perché quel ruolo (quello del ribelle) è ugualmente previsto dal sistema ed è quello che alla fine da un "imprinting" ancora più forte.

Ogni giovane, prende comunque a riferimento un adulto e non è detto che coincida necessariamente con un genitore; quell'adulto può decidere o no, di Amare quel giovane ma, se decide di Amarlo deve essere inflessibile e non corruttibile.

Il problema è che non deve essere inflessibile secondo la "comune morale" ma, deve ammiccare, "indicare" la strada verso l'individuale progetto, è come giocare a nascondino, quell'adulto può usare ogni strategia e continuandolo ad Amare da dentro, dovrà indicare sempre la direzione, come fa una bussola con il nord.

Non si può educare una ghianda a divenire un pioppo od un pino, le si può solo e semplicemente dare il giusto terreno.
Il giovane deve avere sempre, la responsabilità di decidere il terreno e bisogna educarlo solo a questo.

Nella ghianda il progetto è insito, è previsto, così come in ognuno di noi.

"Il mondo cambia con il tuo esempio, non con la tua opinione." - P. Coelho


La bellezza della vita è che alla fine abbiamo la responsabilità della nostra riuscita; quando un adulto maturo decide un figlio è per ampliare il proprio raggio è un atto di puro Amore e proprio per questo, che ad un certo punto, deve tagliare quel "cordone ombelicale", deve lasciare la libertà della responsabilità individuale, deve lasciare la possibilità di scrivere la storia, l'individuale storia, comunque essa sia...


"Il mondo si cambia facendo." 

Se un giorno, ti vedrò danzare sotto la pioggia,
se potrò vederti vincitore, malgrado ogni difficoltà,
se potrò ancora Amarti,
se potrò Vederti,

saprò, che la quercia avrà avuto il giusto terreno,
saprò, che in quel cielo c'e' un altro Uomo libero,
saprò che...

Il mondo sarà un pò cambiato e tu avrai contribuito a farlo,

... figlio mio.


mercoledì 10 giugno 2015

9 giugno 2015 - Una di quelle giornate...

 Ci sono dei giorni... 

Avete presente, quando vi alzate con quello strano presentimento? 

Quando già sapete che, nella migliore delle ipotesi, sarà una giornata "nera"? 






Ovviamente, il livello energetico è ridotto; vi siete fatti mettere troppo sotto pressione; quei giorni in cui mancano all'appello diverse truppe e già sapete che, anche il massimo sforzo, non solo sarà inutile, ma anche vano.

Quelle giornate, che cominciano con le mail di qualcuno che si ricorda di imputarvi un qualche contenzioso e di ricorrere all'assistenza dell' avvocato, o di quel l'amico che proprio in quello stesso giorno, ti ricorda quell prestito ancora in sospeso? 

Giornate dove avete messo troppi impegni, come se quella stessa giornata dovesse durasse una settimana? 

O quelle giornate dove tutto ciò ed altro, capita contemporaneamente, come tutto si fosse dato appuntamento proprio in quel giorno...

Ricordo quando, questo tipo di giornate mi spaventavano...

Non ho ancora imparato ad evitarle e so che ne incontrerò ancora di giornate così, così come la giornata di oggi...

Però, ho imparato che riequilibrando la mente, alle "truppe" disponibili, al livello energetico contingente, il risultato si "porta a casa" comunque.


Questa sera, c"è una luce particolare nel cielo, l'aria pulita dal forte ed improvviso temporale... Il verde degli alberi e dei prati, sembra ancora più verde... E, le lucciole sembrano seguirti, coma a volerti scortare per indicarti la strada di casa...


Gioco ancora un po' con qualche immagine, prendo casualmente, dagli scaffali della memoria, qualche foto, qualche amico o nemico, gioco, mentre mi rilasso da qualche parte, lontano da questi pensieri,  mi preparo già al nuovo giorno...



La vita vince sempre :) 




lunedì 19 dicembre 2011

Passaggio a nord ovest

Questa sera avevo desiderio di scrivere un altro capitolo su quello che ho chiamato "Il sogno...ciò che serve per realizzarlo", ma come ogni volta prima di scrivere, faccio un "breve inventario" di me stesso.
Prendo maggiore coscienza delle sensazioni viscerali, cerco di capire se la testa è in grado di seguirle e, dopo aver scelto una fotografia tra quelle selezionate e titolate senza un vero ragionamento, scrivo di getto ciò che sento.
Saranno in tutto 21 capitoli, oggi sarebbe stata la volta del quattordicesimo, se non sbaglio.


Sarebbe stata, perché le sensazioni viscerali che percepisco sono solo simili a solchi tracciati con affilate lame e la testa è così pesante e intorpidita da credere quasi a se stessa, come se potessi credere che i vestiti che indosso o ciò che vedo nello specchio potessi essere io.


Oggi è il 19 dicembre 2011, sono in quello che gli uomini chiamano ospedale, un piccolo bambino dorme di fronte a me, a fatica vedo i tasti del computer poggiato sul carrellino che serve per mangiare quando si è a letto.


Tutto qui è sigillato, finestre, porte e l'aria che forzosamente viene immessa fa vibrare qualche pannello del controsoffitto senza sosta, attraverso i vetri posso vedere, oltre alla cupola della basilica di San Pietro, molte luci colorate ed intermittenti: mi ricordano che tra pochi giorni sarà Natale.


Non so se troverò mai il mio passaggio a nord-ovest, però è l'unico motivo per cui abbia un senso vivere per me.
Riesco a dare un senso a molte cose che vedo, poi mi domando se il senso che gli do sia vero, se davvero ci sia un motivo. 
A me interessa esclusivamente capire, oltre ogni morale, oltre ogni emozione, mi interessa solo quel passaggio, quello a nord-ovest.


Nella stanza dove sono, ci sono due piccoli letti e due poltrone, che di notte fungono da materasso per il genitore che deve rimanere accanto al proprio figlio.
La scorsa notte il piccolo letto affianco a me era occupato da un bambino di 4 anni, che aveva subito un'operazione al cervello con lo scopo di asportare un tumore ed a causa di questa, era divenuto cieco.
Davide, così si chiama.


Un bambino moto vitale, che sembrava per nulla turbato dal fatto di non vedere, camminava per la stanza, correva, giocava.
La madre gli spiegava di me e di Jonathan, allora lui si è avvicinato a noi per poterlo conoscere, ha infilato la sua piccola mano attraverso la spalliera del letto e delicatamente lo ha toccato, esclamando allo stesso tempo "Com'è piccolo!".  Lui è? 
E' proprio vero che tutto è relativo.


La madre, in attesa di un altro figlio ed ormai oltre l'ottavo mese, mi spiegava che la malattia, così chiamava il tumore al cervello di suo figlio, si era fatta di nuovo viva in un'altra zona dopo due anni di chemioterapia, per questo motivo, suo figlio doveva sottoporsi ad altro e difficilissimo intervento.


Chi ha vissuto queste situazioni, sa che non è come parlare con un amico davanti ad un buon piatto di pasta, qui racconti qualcosa al tuo vicino di letto nel tentativo di rendere meno penoso ciò che stai vivendo e questo avviene mentre cerchi di stare attento a tuo figlio, che non cada dal letto o che non si strappi via qualche ago o qualche strana sonda, e tutto questo, mentre infermieri ed infermiere di ogni tipo passano facendo qualcosa in ogni momento. 


Neurochirurgia pediatrica è un reparto molto particolare, chi passa di qui conosce la vita da un punto di vista non comune e purtroppo lo conosco da molto tempo.


Nel frattempo è arrivato il padre, un simpatico muratore ancora non quarantenne, motivato e fortemente deciso a passare la notte con il figlio, ben conscio che potrebbe essere l'ultima.


Ovviamente io, sono il meno organizzato di tutti, non ho portato quasi nulla con me, ne tanto meno qualche gioco, così ché loro avvedutosi di questo non fanno altro che passarmi qualche giocattolo del figlio, stando attenti a che lui, molto geloso, non se ne accorga:  "Tanto non vede.". 


Mi raccontano che loro si comportano con il figlio come se vedesse, in effetti il figlio non sembra cieco, poi il padre mi domanda di che squadra sono e quasi deluso dalla mia risposta di laconica indifferenza, m'informa che se anche il televisore si vede male, questa sera ci saranno due partite, tra cui la Roma che gioca con il Napoli.


In effetti, poco più tardi, approfitto della sua presenza in stanza, mentre guarda con un certo interesse la partita, per scendere un minuto a respirare un po' d'aria; meglio lo smog che quest'aria forzata d'ospedale. 
Così cerco di ritrovare un po' di lucidità lasciando andare lo sguardo sul panorama che dal Gianicolo si gode. Quante volte ho guardato la città da quassù, la stessa città, ma ogni volta un'orizzonte diverso. 
E' proprio così: ciò che guardiamo, ogni cosa, è solo una scusa, un pretesto, in realtà ciò che vediamo è dentro di noi.


Di nuovo in stanza, mi aggiorna del risultato della partita, sorrido dentro di me, mi sdraio come posso nel piccolo letto, abbraccio Jonathan che ogni tanto con quella confusione sussulta un po'.


Nessun pensiero, cerco solo la strada attraverso quelle cupe sensazioni...


Chi ha accompagnato un figlio ancor prima che compisse la sua prima settimana di vita, su un tavolo operatorio e vede il suo sguardo disperato mentre gli premono a forza una mascherina per addormentarlo è una persona a cui non si può più far male, perché anche il dolore più forte ha il senso di una carezza.


Mentre scrivo ogni tanto sento i respiri più profondi di Jonathan, che ormai non  mi crede più quando gli dico di non preoccuparsi, ormai conosce i colori dei camici, però non ha altra scelta che aggrapparsi a me in quell'inutile e disperato tentativo di eluderli, piange, ma appena può, torna a sorridere e a giocare come se niente fosse accaduto.


Sono perfettamente consapevole che l'inferno esiste in terra, l'inferno sono i complessi psicologici umani e ciò che questi generano. 
In un momento tutto è chiaro: zombi attratti da altri zombi. 


Come in un grande circo dove ci sono i clown, gli addestratori, gli acrobati, ecc.; qui ci sono i volontari, le suore, i preti, le donne delle pulizie, gli allievi, ecc.
Ognuno recita un copione, solo per raccogliere briciole di disperazione.


Le persone sono qui, ed anche io, per un preciso motivo, per un preciso errore.
A volte ho la forte percezione di vedere questi errori, di vedere questi esseri, come ombre di un'umanità che non potranno essere e che neanche sospetteranno mai possa esistere.


"Lascia che i morti seppelliscano i propri morti."


Tante cose mi diventano chiare; è un enorme inganno che si paga con sofferenze non descrivibili, ma pur sempre un inganno.


Qualcosa preclude il passaggio a nord-ovest, qualcosa cela la semplice via di ciò che la vita in se tranquillamente prevede; qualcosa di dannatamente forte e che trae forza dalla stessa vita.


Se il gioco, come penso, è perfetto, niente può essere più forte della nostra Anima, ed allora perché spesso questa perde? Alla fine questa non perde mai; esclusivamente noi perdiamo.


Mi torna alla mente l'antica dicotomia tra il bene ed il male; ovviamente il Bene è più forte perché in grado di vita "autonoma", ma spesso vince il male; in quanto, privo di forza in se, trae il suo vigore dal bene stesso.


In quest'ottica la lotta tra il bene ed il male è una falsa dicotomia; personalmente, non credo che esista.
Inizia ad esistere esclusivamente quando il "Bene" comincia a farsi corrompere, quindi, ha già perso; quando la nostra anima permette di farsi condurre da qualche pensiero, quindi, comincia a farsi alterare, a qual punto ha già perso.


E' come se credessimo, guardandoci allo specchio, che noi siamo i nostri vestiti, che noi siamo l'immagine che vediamo riflessa. E' come se credessimo che i nostri pensieri sono noi. E' come se cominciassimo a credere che la nostra Anima possa adeguarsi ai nostri pensieri. 


Eppure molta dell'umanità che conosco è talmente presuntuosa d' immaginare che la propria morale, i propri valori, il proprio credo, possa essere vero ed assoluto, funzionale e magari anche risolutivo.


Io so che nessuna convinzione, nessuna morale, nessun credo è in grado di salvare anche una sola anima; esiste un solo modo, adeguare i pensieri all'Anima e non viceversa,


questo è l'unico modo di trovare quel passaggio a nord-ovest.... 


Sono stanco e mentre qualche bambino ancora piange, un' altra notte all'inferno mi attende, ed io gli andrò incontro nell'unico modo che conosco: a piedi scalzi, da Uomo...


... sono ancora in viaggio.

mercoledì 20 aprile 2011

Ogni volta...


Ricordo un film dal titolo "The Truman Show", questo film vuole apparentemente ispirarsi alla moda allora nascente di raccontare la vita in televisione attraverso i reality show.

In realtà tocca qualcosa di molto più profondo e complesso. Credo che sia l'esatta fotografia di come realmente viviamo. 

Mi voglio concentrare su un punto: ogni volta, dopo aver costruito la possibilità, di un importante momento della vita, una serie di inesplicabili  ed apparenti coincidenze negative rende, di fatto, vana ogni possibilità di realizzarlo.

Nel momento in cui sei vicino ad un successo, cominciano e si incastrano le più improbabili "coincidenze negative", che neanche la più fervida delle fantasie può lontanamente immaginare. Ogni volta queste "coincidenze" rendono un insuccesso, ciò che solo qualche ora prima si andava configurando come un grande avanzamento, come il raggiungimento di un importante obiettivo.

E più forza provavo ad impiegare, tanto più grande diventava la resistenza.
Le persone che pensavi o avresti voluto più vicino, si dimostravano proprio le più distanti e come mosse da fili invisibili addirittura remare contro, senza apparentemente rendersene neanche conto.
Non sono mai riuscito a superare questo "effetto rete", credo perché non ho mai capito dov'è il punto in cui faccio contatto, dove volente o nolente sono complice.

Non c'è forza che possa essere impiegata per superare questo "disegno" l'unico modo è cercare di sottrarsi, questo strano ed inconscio progetto usa come chiavistelli e punti d'appoggio, tutti gli errori che sono stati fatti nel passato.

Credo che rispetto al film la realtà sia ben peggiore, perché nel film c'e' comunque una regia umana dietro alla vita controllata e finta del protagonista: nella nostra vita, invece, la regia è occulta. Non c'e' nessuno che si interessa a noi, anche se in modo negativo, credo che sia solo un meccanismo macchina, che in qualche modo noi stessi attiviamo. 

Sto esattamente attraversando un'altro di questi momenti, forse potrebbe essere uno degli ultimi.
Anche questa volta, la solita serie delle "improbabili coincidenze" si sta incasellando alla perfezione, con la solita precisione diabolica.

Ovviamente sono solo, questo ormai non mi fa più molta realtà, sono passati i tempi in cui immaginavo di poter avere una compagna che senza neanche guardarti ti capiva e ti dava coraggio. Ora so che erano solo adolescenziali fantasie; ora posso contare solo su di me, sapendo che tutta la razionalità di cui dispongo non servirà assolutamente a nulla.

Ho scalato tutta la montagna, ma proprio in vista della vetta, sono arrivate... Come ogni volta "le diaboliche improbabili coincidenze". Questa volta cercherò di concentrarmi esclusivamente su me stesso, sul modo di sottrarmi.
In questi momenti tutte le belle teorie e frasi, sul vincente, sul leader, diventano come aria fresca. Solo i fatti daranno il responso.

Non c'e' frase che possa esprimere ciò che si prova quando avresti voglia di guardare avanti ed avere un punto di riferimento, un Capo; ma sai che quando guarderai avanti non vedrai nessuno, perché il punto di riferimento, il capo, sei tu.

Ogni volta... Tutte le difficoltà, i problemi, le coincidenze negative, sembrano darsi appuntamento e nessuna di queste arriva in ritardo.

Domani sarò puntuale anche io, mi farò trovare già lì.

Sono un uomo fortunato perché molte persone che ho amato, molti amici in cui ho creduto mi hanno tradito, sono fortunato perché ho commesso tutti gli errori che si possono commettere, sono fortunato perché ho avuto tutte le difficoltà del mondo, sono fortunato perché mi godo ogni momento, anche quelli brutti. Sono fortunato perché non cerco scuse, perché non me la prendo con tutti per non prendermela con me stesso.

Sono un uomo fortunato, perché ho vissuto intensamente, sono un uomo fortunato perché costruisco la mia fortuna... Ogni volta...

sabato 19 marzo 2011

...Nessun motivo

Se mi metto a pensare, non ho nessun motivo...
Se mi me metto a pensare ho problemi che non posso risolvere...
Mi guardo intorno e sono solo...

Ho tante persone intorno, ma sono solo,
parlo con tutti, ognuno vuole qualcosa per dare conforto alle proprie convinzioni,

io rompo in me stesso ogni convinzione,
ogni fede,

Se mi metto a pensare, non credo in nulla,
Se mi metto a pensare, la montagna è troppo alta,
Se mi metto a pensare, tutte le belle frasi e aforismi che leggo rendono il vuoto ancora più vuoto,

Se mi metto a pensare, non credo ai miei pensieri...
Se mi metto a pensare, la mia vita è così complicata, che nessuno vorrebbe viverla,
Se mi metto a pensare....

ma proprio quel Se fa la differenza,

perché gioco con i miei pensieri,
gioco ogni schema,
gioco...

gioco la vita e sono felice.

Mi prendo ogni giorno, sia che pianga o che rida,
sia che scappi o mi nasconda,
che sia bianco o sia nero,
sia che piova o ci sia il sole,

sono felice!
Ma niente arriva gratuitamente, allora continuo, senza sosta, senza resa, a mantenere la tensione sul punto.
Sull'unico punto, senza libertà, senza scelta.
Se mi metto a pensare, sono sconfitto,
Se mi metto a pensare,

ma quel Se fa la differenza, tra chi vince e chi perde.

Se mi metto a pensare...ma io non penso,
l'azione è l'unica cosa che m'interessa,
l'azione riuscita;

Se mi metto a pensare, la paura mi prende, i dubbi mi assalgono, perdo l'orizzonte,

ascolto la musica, assaporo i colori, vivo i problemi, accetto la sfida,
mi concentro sul punto, sull'unico punto, sono felice, sono invincibile.

Se mi metto a pensare, ricordo tutti i colpi che ho preso, tutte le volte che sono stato al tappeto,
tutte le volte che ho perso, tutte le volte che ho pianto, tutte le volte che non ho avuto scampo, tutte le volte che avevo ragione e mi hanno dato torto,

Vado incontro alla vita e mi prendo ogni giorno,
non ho sicurezze e se ne avessi, le romperei,
non ho fedi e se ne avessi le romperei,
non ho soluzioni, e se le avessi non le crederei,

la vita non aspetta nessuno, la vita ti schiaccia, ti offende, ti umilia, ti rende nulla,
la vita non ti vede nemmeno ...Se mi metto a pensare...

Ma sono un uomo d'azione, non ho tempo per pensare,
perché ogni volta che sono al tappeto mi debbo rialzare, non posso pensare,
un unico punto, un unico scopo,

come la vita, senza pensieri; sono invincibile;
un unico punto,
sono felice, ancora combatto, ed ogni volta che sarò al tappeto, ne approfitterò per riposarmi, per guardare il cielo, ed ogni volta mi rialzerò, gioco la vita, gioco....


                                                                                dedicato a tutti quelli chi ora stanno approfittando per riposarsi e guardare il cielo, ma che non sono sconfitti e non lo saranno mai!

venerdì 28 gennaio 2011

Non sempre è facile

Roma 28 gennaio 2011 
Ore 9,30

Ci sono dei momenti in cui vorresti essere altrove, ma sei così stanco, confuso, che non riesci neanche a capire in quale posto vorresti essere.
Allora pensi... vorrei sparire, perché questo ti da l'impressione di non aver più problemi.
Ti senti esaurito, esausto, senza forze, alla deriva.
Ti senti immobilizzato, senza capacità di reagire, più corri e più la nebbia intorno diventa fitta.
La mente non trova la strada. E' una galleria, ma dove non si vede l'uscita.

Ora è uno di questi momenti per me.

Io faccio così: mi siedo comodo, ascolto il respiro, svuoto la testa ormai stanca, lascio lo sguardo vagare sulla natura intorno, il cielo, qualche albero...scrivo su fb.
Piano...piano, ma inesorabilmente, sento di nuovo un piccolo fuoco e la luce che genera mi permette di intravedere qualcosa, attraverso la nebbia.

Sento di nuovo la forza...i problemi, ora sono solo problemi.
La vita corre di nuovo, ho imparato, con il tempo, ad amare anche questi momenti, mi ricordano che la strada è fatta anche di salite, mi ricordano che dietro ogni successo c'e' una grande fatica. Mi ricordano che essere invincibili non significa che tutto sia facile.
Mi ricordano che il vincitore non ha scelta!

Ora sono quasi le 11 e la voglia di scendere in campo è di nuovo molta, la testa ancora fatica, ma la nebbia si è dissolta, ora tutto è chiaro:

Vivi ogni giorno come fosse l'ultimo, perché un giorno lo sarà.
Si ma non oggi. Oggi: un alto giorno da guerriero.

Buona giornata

giovedì 21 gennaio 2010

Passione

Passione

La passione è un elemento imprescindibile, per quelle persone che vivono ogni respiro come fosse l'ultimo. Ogni respiro è unico, irripetibile; tutti noi sappiamo che ne abbiamo un numero finito, però spesso lo dimentichiamo.

La passione, ci permette di non dimenticarlo mai. La passione ci permette, di alzarci ogni mattina, con l'entusiasmo di un bambino.

La passione ci permette di svolgere il nostro lavoro, come fosse la cosa più bella del mondo... E per me lo è.

Io mi occupo di consulenza agli investimenti e della gestione del risparmio, inoltre ho una società che si occupa di consulenza assicurativa.

Ho cominciato 25 anni fa, la mattina esco circa alle 8,00 e rientro circa allo stesso orario, la sera.
Mi sembra ieri, invece il tempo è passato, ma ogni mattina esco di casa felice, con l'entusiasmo di voler affrontare un'altra giornata, da guerriero.
Per gli spostamenti lavorativi uso uno scooter, con il sole e con la pioggia, con il caldo e con il freddo,"affrontando" quotidianamente il traffico caotico di Roma e gli innumerevoli pericoli da questo generato.

In questi anni spesso ho pensato, quasi travolto dagli infiniti problemi, di gettare la spugna, ma la passione che ho, non me lo ha mai permesso.
La passione mi ha sempre spinto, e quando non avevo neanche la forza di arrivare al letto per dormire, (per mantenermi i primi anni facevo contemporaneamente anche altri lavori, cameriere, e simili) o rimanevo senza un soldo in tasca, pensavo... Proverò ancora domani.

I miei clienti a volte mi hanno dato tante soddisfazioni, dicendomi e dimostrandomi la loro gratitudine, per i mio ruolo professionale e questo mi ha sempre spinto ad andare avanti.
Dei miei ex colleghi, non è rimasto quasi nessuno... Ogni tanto penso a loro e mi rattristo perché non ce l'hanno fatta.

La passione arde dentro i vincenti, la passione ci permette di rialzarci quando cadiamo, la passione ci rende guerrieri invincibili.
Debbo ancora incontrare un vincente privo di passione, debbo ancora incontrare un perdente con la passione!

Chi ha passione ama la vita, è ottimista, tende sempre a migliorarsi, ma soprattutto è umile, mette sempre in discussione ciò che fa e ciò che pensa.
Qualcuno mi ha detto che è uno sforzo immenso, non lo so, forse!

Chi ha passione non si sforza, chi ha passione non ha scelta!
Ancora un altro giorno, ancora un altro respiro... Forza amici, un'altro grande giorno ci attende, facciamo del nostro meglio, cerchiamo di non essere al di sotto delle nostre possibilità; anche se so che lo saremo. Buona giornata!