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giovedì 1 agosto 2019

Ossessione come scelta

Etimologia: ← dal lat. obsessiōne(m) ‘assedio’, deriv. di obsĕssus, part. pass. di obsidēre ‘porsi davanti, assediare’, comp. di ŏb ‘davanti’ e sedēre ‘sedere

Scelta:   della volontà consistente nel decidere consapevolmente e liberamente tra vari e possibili corsi di azione alternativi.





L'ossessione è una passione nel senso quotidiano.

Principalmente "la macchina" ha rovinato il semplice ed il bello del fluire, distorcendo la natura Umana, in questo procedere quasi nulla è stato tralasciato.

Anche il senso delle parole, il vero significato di esse, in questo processo ha contribuito fortemente anche il clero; così la parola che in origine significava "assediare, porsi davanti" è diventata "possessione" nel senso di invasamento diabolico, poi ripresa, sempre in senso negativo, dal campo medico.

Clero infatti deriva dal greco κληρος (che viene a sua volta da κλάω = spezzare, distruggere, rompere).

A me piace pensarla come "porsi davanti", assediare con coraggio, determinazione e senza scuse; ossessione come scelta, come volontà nel decidere consapevolmente.

Ossessione nel compiere il proprio progetto, il proprio scopo nella vita; una ghianda non può scegliere se cadere su un terreno fertile e diventare una grande o quercia, finire su una strada o essere mangiata da qualche animale; all' Uomo invece è data la facoltà di scegliere, è "obbligato" a scegliere ed in ogni caso lo fa.

Così come le parole hanno perso, tradito il loro significato originale, l'uomo ha perso la sua linea guida, si trova a fare, a scegliere e infine a vivere scisso, diviso dal suo reale progress, si trova ad apprendere regole, schemi, non solo antitetici e non funzionali ma, distruttivi per la propria natura.

Quotidianamente vedo questo e certo, non è bello, non è bello vedere madri e figli continuare a vivere "legati", vederli, a loro insaputa, ricattarsi, non evolversi, arrotolarsi e diventare "mostri". Il tutto nascosto, giustificato da ciò che si pensa sia amore, del resto anche tutta l'educazione va in quella direzione e l'incapacità, la volontà nel non voler o saper verificare, avendo perso la personale bussola, fa si che l'Essere Umano sia ridotto alla condizione che tutti possiamo vedere ogni giorno attorno (e dentro) noi.

Ossessione come scelta, si c'è originaria forza in questa frase, c'è quel senso di naturale riuscita che ogni Umano sente ed ha dentro se stesso, almeno finché la sua anima non l'abbia abbandonato.

Anche di questa tipologia di "esistenti" ne ho una costante e quotidiana esperienza. (dal latino experientia, deverbale di experiri- esperire, ossia "provare su di sé, sperimentare.)

L'anima, la "forza vitale" semplicemente abbandona, lasciando un corpo che essenzialmente esiste, senza più possibilità del "passaggio", senza più possibilità di mediazione tra esistere ed Essere, si diventa zombie.

Tutto per rimanere fedeli a idee, schemi che ci hanno "immesso" e che ormai reputiamo nostri, al tal punto che saremmo disposti (e lo facciamo) a morire per essi.

Allora, ben venga, l'ossessione come scelta, ben venga l'avidità (dal lat. avidĭtas -atis]. – L’essere o mostrarsi avido, desiderio intenso e smodato) di vita, di Essere, di vera Umanità, di rimettere ordine esatto.

Si, sono ossessionato, avido, (dal lat. avĭdus, der. di avere «bramare»]. - Che ha smodato desiderio di sapere, di conoscere. -

... Come scelta, sono ancora vivo e non perché semplicemente respiro o cammino; perché sono ancora un Uomo! 

Un semplice Uomo che ogni giorno guadagna il proprio Essere, con profonda umiltà vive, si pone davanti, guadagna la propria felicità... Consapevole che siamo solo liberi di sbagliare... Fino al rientro.

venerdì 31 marzo 2017

I libri sono come dei figli: cominciano ad esistere, prima come una parte di se, poi volano via... Come gabbiani.

Da oggi disponibile!

Come gabbiani. "Piccoli segni lungo la strada" 

 

sabato 1 settembre 2012

Lo sguardo in avanti, fiero

Ero seduto affianco a lui, che, in realtà, sembrava, forse a ragione, gradire poco la mia presenza.

Eppure un sottile legame ci univa, in quella grande, deserta spiaggia.

Eravamo li, entrambi guardavamo avanti, con lo sguardo fiero.

Così, in quel modo semplice, che la natura ha previsto, senza aver nulla da dimostrare a qualcuno, ne' a noi stessi. Guerrieri solitari, che guardano, per un breve momento, il mare.


Gli animali, a meno che non vivano con gli esseri umani, non conoscono la resa, ma solo il perfetto sincronismo al tutto a cui si apparteniene.


Un grande Uomo, senza dubbio il più grande che abbia mai conosciuto, tra le molteplici e svariate caratteristiche, che affermava dovesse possedere uno scienziato, un Uomo, oltre, ovviamente, al fatto di dover essere felice e realizzato, ne citava una, che mi fatto riflettere; si domandava: quanto è grande quest'uomo nel momento del dolore? Dolore fisico, della guerra, nel carcere, nella separazione.


Tra le, davvero, molte esperienze e capacità, da lui evidenziate, in questo momento, proprio questa, mi trova sensibile.


Penso a me stesso, a come ho affrontato quei momenti, sono così tanti, che le profonde cicatrici hanno finito per confondersi una sull'altra. Certo, ora è relativamente facile scrivere, ma ci sono momenti in cui la ragione arriva a giocare brutti scherzi, in cui si supera una soglia, un confine, che ti cambia per sempre.


 E allora quell' Uomo quant'è grande, in quei momenti? 

In certi momenti è come se il cuore sentisse nostalgia, sentisse di voler condividere, di voler coessere, la nostalgia all'uno, ad un Amore.


Non parlo, di quello dove la moglie ti prepara uno o più pasti caldi al giorno, o viceversa.

Quello fatto di doveri che alla fine divengono obblighi e responsabilità, quello fatto di orari da rispettare, spesso di convenienze.
Non parlo di quello che serve a riempire i propri limiti, i propri vuoti, le proprie paure, insicurezze, qualcuno che ti dia qualcosa che nessuno, se non te stesso, può darti.
Non parlo della canonica famiglia, che vedo intorno, dei mille ricatti e sotterfugi.
Non parlo dell'unione forzosa di due persone non evolute, che non conoscono neanche se stesse. Non parlo di queste aberrazioni, che purtroppo, costituiscono la semplice normalità Non parlo dell'uomo che vuole la mamma e della donna il suo principe azzurro, ed in questo massacrano le proprie esistenze, esistono senza Essere.
Non parlo neanche di chi ti vuole stare affianco e che alla fine diventa la tua prigione, non parlo di tutte le situazione complessuali, fuori dalle quali, ad oggi, non ho visto nessuno.

Parlo, invece, di quell'avvicinarsi cauto di un anima ad un'altra.

E' un tempio, è la casa degli Dei ed è un luogo difficilmente accessibile.

C'e' luce, no è calore; calore che senti e che sei anche tu.

Non ci sono orari, né pasti caldi da cucinare per dovere; c'e' solo piacere del fare, di condividere, se l'occasione si verifica.
E' la casa dove abita Dio, almeno quello che conosco io.

In questa casa non si entra facilmente.

Si entra solo se sei divenuto, se sei un Uomo od una Donna. Se hai fatto la tua storia, se quando smetti ogni pensiero ti rimane qualcosa, se hai mangiato la vita, se non hai più miti. 

Nella casa di Dio, ognuno continua a fare la propria storia, senza regole fisse, ogni giorno se ne conquista l'accesso. 

E' un'intesa così profonda, che razionalmente sfugge, fisicamente si percepisce nello stomaco, maggiormente, ma anche questo può variare.

Poi gli occhi, solo loro riescono sfiorare a carezzare la parte più prossima all'anima: il campo eterico.

Poi c'e' la musica di ogni gioco possibile: passione, complicità, silenzi, abbracci, affetti.
La precisione di sfiorare quel punto del corpo, che l'anima in quel momento intenziona, ed è già cambiato.

Nella casa di Dio c'e' sempre la musica e tu ne sei una nota, non mi riferisco a Dio in senso religioso, ovviamente.

Un anima che amplifica l'altra, usando il tempo che ci è dato.
Sentire o meno la sua presenza a chilometri prima di arrivare e già sapere...

Ti vedo, senza usare gli occhi... Ascolto il tuo profumo, senza usare l'olfatto...

Sento la tua musica, senza usare l'udito...Quando ti sfioro, tutto è già accaduto...
E' un luogo dove la pretesa non comincia proprio e dove la complicità amplifica l'intelligenza.

Da bambino avrei voluto crescere in una casa così, invece sono cresciuto in una famiglia come quella che tutti conosciamo, forse neanche quella.

E in una casa come questa che avrei voluto far crescere i miei figli, se ne avessi avuti, beh uno l'ho avuto.

C'e' solo un piccolo problema, anzi due: quanto potrei vivere in questa casa senza sbagliare? Una donna così dove la trovo?


E allora non mi rimane, che godermi un po' di nostalgia, in compagnia di un ignaro e solitario gabbiano, che comunque, da grande guerriero, pone lo sguardo fiero, in avanti, verso il mare...ed io con lui.

giovedì 21 gennaio 2010

Passione

Passione

La passione è un elemento imprescindibile, per quelle persone che vivono ogni respiro come fosse l'ultimo. Ogni respiro è unico, irripetibile; tutti noi sappiamo che ne abbiamo un numero finito, però spesso lo dimentichiamo.

La passione, ci permette di non dimenticarlo mai. La passione ci permette, di alzarci ogni mattina, con l'entusiasmo di un bambino.

La passione ci permette di svolgere il nostro lavoro, come fosse la cosa più bella del mondo... E per me lo è.

Io mi occupo di consulenza agli investimenti e della gestione del risparmio, inoltre ho una società che si occupa di consulenza assicurativa.

Ho cominciato 25 anni fa, la mattina esco circa alle 8,00 e rientro circa allo stesso orario, la sera.
Mi sembra ieri, invece il tempo è passato, ma ogni mattina esco di casa felice, con l'entusiasmo di voler affrontare un'altra giornata, da guerriero.
Per gli spostamenti lavorativi uso uno scooter, con il sole e con la pioggia, con il caldo e con il freddo,"affrontando" quotidianamente il traffico caotico di Roma e gli innumerevoli pericoli da questo generato.

In questi anni spesso ho pensato, quasi travolto dagli infiniti problemi, di gettare la spugna, ma la passione che ho, non me lo ha mai permesso.
La passione mi ha sempre spinto, e quando non avevo neanche la forza di arrivare al letto per dormire, (per mantenermi i primi anni facevo contemporaneamente anche altri lavori, cameriere, e simili) o rimanevo senza un soldo in tasca, pensavo... Proverò ancora domani.

I miei clienti a volte mi hanno dato tante soddisfazioni, dicendomi e dimostrandomi la loro gratitudine, per i mio ruolo professionale e questo mi ha sempre spinto ad andare avanti.
Dei miei ex colleghi, non è rimasto quasi nessuno... Ogni tanto penso a loro e mi rattristo perché non ce l'hanno fatta.

La passione arde dentro i vincenti, la passione ci permette di rialzarci quando cadiamo, la passione ci rende guerrieri invincibili.
Debbo ancora incontrare un vincente privo di passione, debbo ancora incontrare un perdente con la passione!

Chi ha passione ama la vita, è ottimista, tende sempre a migliorarsi, ma soprattutto è umile, mette sempre in discussione ciò che fa e ciò che pensa.
Qualcuno mi ha detto che è uno sforzo immenso, non lo so, forse!

Chi ha passione non si sforza, chi ha passione non ha scelta!
Ancora un altro giorno, ancora un altro respiro... Forza amici, un'altro grande giorno ci attende, facciamo del nostro meglio, cerchiamo di non essere al di sotto delle nostre possibilità; anche se so che lo saremo. Buona giornata!