domenica 30 dicembre 2018

Auguri 2019

La libertà è cosa ben diversa dai pensieri giovanili... Ben diversa dai pensieri "maturi"...

Richiede l'esattezza di se stessi e soprattutto il suo continuo mantenimento... Il costante vigilare, non semplicemente sui propri pensieri e azioni, ma sulle continue interferenze.

La libertà non è lo scopo, è la semplice naturale conseguenza del proprio progress, del proprio "non morire" nella solita vita di stereotipi.

Così anche la libertà è divenuta stereotipo... Eppure, esistono ancora Persone coraggiose!





Ti auguro di avere il coraggio di guardare fino in fondo a te stesso,
ti auguro di avere il coraggio di accettare ciò che ti trovi ad essere e di lottare per riconquistare ciò che da sempre Sei.

Ti auguro di poter vedere e conoscere cosa sia la libertà, perché questa appartiene esclusivamente a chi ha vinto il gioco della vita... Buon 2019!




mercoledì 26 dicembre 2018

"Il mio" Natale

La pressione della macchina sembra farsi sentire più forte, in questi periodi.

C'era un tempo in cui l'Uomo era signore del proprio spirito, poi intervenne qualcosa che cambiò tutto.


I momenti più belli e le cose migliori, proprio lì dove l'Uomo era più forte e vivo, sono stati quelli maggiormente colpiti; 


c'era un tempo in cui il Natale era dedicato al massimo incontro con se stessi, al momento della "nascita", in quel giorno l'Uomo festeggiava intimamente il proprio inizio per confermarlo...

Era il tempo in cui non c'era distinzione tra buono e cattivo, tra giusto e malvagio, perché l'Uomo, per propria indole, esperiva solo esclusiva bontà, piacere nell'esistere, solo semplice pretesto dell'Essere.

... Era molto tempo fa...

Poi, la macchina, giocò l'uomo e lo rese schiavo delle proprie idee, rese "fisse" poche immagini nella sua mente e lo ridusse come oggi si constata. 

Vuoto a vuoto, corsa inutile verso qualcosa di cui non ha più né conoscenza né conoscenza... L'Uomo perse la propria casa!

Ciò che un tempo aveva valore di "trampolino" verso la vita, divenne tomba; famiglia, incontro, dono, spiritualità divennero solo immagini senza reale, inutili "stampelle" dove aggrapparsi, dove immaginare di poter appendere un vuoto incolmabile.

Esistono ancora Uomini capaci nel mondo, a volte creano grandi realtà vitali, altre si mimetizzano; questi Uomini nell'apparente adattarsi, mantengono vivo il seme e l'Anima.

Hanno una coscienza capace di trascendere quasi ogni cosa, quasi ogni sofferenza e ferita, sono ancora capaci dell'incontro.

Sono provvidenza per chi ancora cerca, per chi ancora non si è arreso, per chi ancora è Vivo... Per chi sa avvicinarsi a loro...

...

Bagger Vance: "Fissa con attenzione Bobby Jones. Quello che fa adesso è un capolavoro. Guarda come prova lo swing. Sembra quasi che stia cercando qualcosa. Poi lo trova. Fa in modo di mettersi in contatto con se stesso. Trova la concentrazione. E ha tanti colpi fra cui scegliere: un duf, un top, un scal... Ma c'è soltanto un colpo che è in perfetta armonia con il campo. Un colpo che è il suo. Un colpo autentico. E lui sceglierà proprio quel colpo. C'è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi, non dobbiamo fare altro che toglierci dalla sua traiettoria, lasciare che lui scelga noi... guardalo... è nel campo. Vedi quella bandiera? È un bel drago da sconfiggere. Ma se lo guardi con occhi gentili, vedrai il punto in cui le maree e le stagioni e il roteare della Terra tutto si incontra. E tutto ciò che è, diventa uno. Tu devi cercare quel posto con il tuo cuore. Cercalo con le mani, non pensarci troppo, sentilo. Le tue mani sono più sagge di quanto sarà mai la tua testa. Ma non ti ci posso portare io. Spero solo di poterti aiutare a trovare la via. Ci sei solo tu, quella palla, quella bandiera e tutto ciò che sei. Cercalo con le mani. Lo stai guardando Junuh. Non pensarci troppo. Sentilo. Sei solo tu. Quella palla è il rifugio del tuo autentico swing. Quella bandiera e tutto ciò che sei."

                                                             ... L'unico Natale che io conosca...

giovedì 10 maggio 2018

Casualità come occasione, opportunità o scelta?

La casualità è elemento occasionale, è il substrato generante di ordine e opportunità.

È il mare, con le sue infinite possibilità di onde, calma e tempeste, nel quale possiamo condurre il nostro navigare fino in porto.

Ci ritroviamo ad esistere, necessitati al nostro progetto, necessitati al porto, liberi di scegliere come navigare e cosa vedere, ma alla ricerca di quel porto sicuro, al rientro a casa.

La gestione della casualità produce infiniti modi e dall'autodeterminazione si genera ogni possibile realtà: guerra, paradiso, mostro, bellezza, Umanità, musica, armonia, stonatura.

Genera piccole o grandi tempesta, senza mai mutare il tranquillo perenne moto del mare.

Non siamo isolati, ma facciamo parte di un insieme in costante interazione, in modo più o meno consapevole o del tutto inconsapevole, contribuiamo comunque alla casualità, di cui noi stessi siamo parte attiva.

È uno spietato, eterno, piacevole "gioco".

Così, mentre contemporaneamente sussistono: guerre, religioni, movimenti animalisti, conflitti economici, minacce nucleari, dibattiti tematici, ideologie sul giusto o non giusto, confronti sui costumi sessuali fisici e psicologici, scienza, filosofia, fisica; il mare tranquillamente, appena sotto la superficie continua il suo tranquillo muoversi, appena sotto le più cruente tempeste continua a mantenere la vita, mantiene inalterato il naturale l'habitat.

Le diverse umanità che si trovano a coesistere nel pianeta, vengono costantemente pilotate: dai consumi alle più profonde convinzioni e convincimenti morali, dagli stili di vita ai piaceri o alle mode.

Ho notato, che all'interno dei sistemi informativi c'è un livello che anticipa i futuri eventi, che "sensibilizza" una certa parte dell'umanità.

Questa comunicazione non solo anticipa futuri eventi, ma prepara la percezione affinché determinati accadimenti futuri siano assimilabili, divengano parte dei costumi.

S'introducono nuove possibilità di cibo, così che possa diventare normale bere coca-cola, mangiare pollo o insetti fritti o gelatine.

Mentre qualcuno ancora si chiede se esistano altre civiltà, altri preparano la normalizzazione all'incontro, allo scambio. Ho notato che questo processo è ormai in essere da diversi anni.

Ogni generazione ha costumi morali diversi ed è frutto della precedente... Ogni educazione, ogni moralità è carente o ha perso lo scopo, ha perso la stella polare.

Ha perso la capacità di leggere la bussola, necessaria per il rientro in porto; si analizza ogni onda e tempesta del mare dimenticando il mare e il senso del gioco.

Difficilmente è possibile educare al senso del gioco le generazioni successive se, lo si è perso.

Nel tempo di questa veloce e breve nota, molti uomini sono stati uccisi, molti erano intenti a fare l'amore, altri in vacanza su qualche isola o in guerra, chi a lavorare su armi nucleari, chi a fare campagne elettorali o battaglie per un qualche diritto, a scontrarsi sul giusto o non giusto, chi a morire di fame e chi per sovrappeso, qualcuno a fare battaglie per la natura e chi a soccombere in un qualche ingiusto processo. Chi a scoprire qualcosa a vantaggio di tutti, chi a segnare una strada od una possibilità, chi a pescare o coinvolto in un incidente... 

Siamo liberi di scegliere quasi tutto: morali, religioni, lavori, amori, piaceri, sofferenze, problemi, idee, malattie, cibi e stili di vita, ma non siamo liberi di non realizzare il nostro progetto, di non conoscere ed arrivare al nostro porto.

La casualità crea costantemente opportunità, crea onde e tempeste, necessarie ad ogni buon capitano per condurre in porto la nave.

Onda dopo onda, tempesta dopo tempesta, respiro dopo respiro, Respiro dopo Respiro...

Nell'eterno spietato perfetto gioco... 


sabato 28 aprile 2018

Una semplice domanda... Carezze d'eterno

Ogni tanto mi fanno domande a cui non è possibile rispondere, per lo più sono di curiosità, altre sottintendono una sottile critica, altre volte ancora a mascherare disappunto.

Ho smesso di parlare da molto tempo, se non c'è motivo professionale, preferisco il silenzio; le mie idee, il mio Essere è bastante a me stesso.





Perché rispondere, se si pensa di conoscere già la risposta?
Domande retoriche?! O solo il tentativo di rinforzare ciò in cui si crede, le proprie "finte" sicurezze... 

C'era un tempo in cui gli Uomini parlavano, comunicavano... Il suono delle parola fungeva da cassa di risonanza alle loro Anime, come musica; Anima, mente e corpo esponevano all'unisono loro stessi, erano "nudi"; si mettevano in "gioco"...

Vero a vero, ogni parola e pensiero precisava meglio, come piccoli segni ad indicare la strada, in quelle comunicazioni accadeva sempre qualcosa: gioco, amore, goliardia o rimessa a punto. Si stabiliva una spontanea e precisa gerarchia, si toccava il reale, unico riferimento di valore.

Poi, con il tempo, questa modalità naturale di comunicare si perse, le parole divennero solo suoni; suoni con significati reali diversi da ciò che si affermava, parole che comunicavano solo pochezza, ombre di un lontano e possente passato...

Cosa dovrei rispondere a certe domande?
A chi, dovrei rispondere?!

... Non più di qualche giorno fa, mi hanno chiesto se mi sentissi solo.

Perché questa domanda?

Per una sorta di "preoccupazione" nei miei confronti?
Per come era stata educata?
Perché lei stessa si sentiva sola e voleva condividere con me, quel suo stato?
Per semplice curiosità o frustrazione?

Certo, avevo la risposta alla sua ed alle mie domande, ma a chi avrei risposto e perché?
Era disponibile ad ascoltare, mettendosi in auto ascolto e/o in discussione?

Certo, avevo le risposte... Ma...

Continuai a rimanere in silenzio, continuai ad ascoltarle a modo mio, lo stesso di quel tempo in cui gli Uomini parlavano, in cui erano capaci di comunicare.

... C'era un mondo, un universo che Amavo, dove potevo essere; nessun pensiero, solo due fari, riferimenti sempre presenti, anche quando non c'erano... Quel mondo non sussiste più, non ci sarà più...

L'immensa nostalgia non può colmare quegli spazi, quella delicata e profonda leggerezza non esiste più...

... Certo, avrei potuto dire una "cosa qualsiasi": le aquile non volano a stormi, la solitudine è un concetto relativo, no non mi sento solo, dovrei? 

E lei avrebbe potuto rispondere ad ognuna di quelle affermazioni: si, le aquile non volano a stormi, ma non vedono l'ora d'incontrarne un'altra, si infatti, la solitudine è un concetto relativo ed io mi riferivo alla tua idea di solitudine, a volte è bello sentirsi soli, per caso ne hai paura?

Sarebbe stata un delle tante inutili conversazioni, così preferii il silenzio, non dovevo né ebbi il desiderio di dimostrare di aver ragione, non m'interessava che le mie idee o teorie fossero migliori rispetto ad altre, perché così non era.

Non avevo più teorie né verità da sposare, potevo farne a meno da molto tempo.

Quando si è conquistato e meritato di vedere un passo in più, molte cose, quasi tutte, perdono di significanza; il parlare, se non per affari o lavoro, è di fatto un gesto d'Amore, di profondo Amore.

Il parlare, quello di quando...  Il suono delle parole fungeva da cassa di risonanza alle Anime, come musica; Anima, mente e corpo esponevano all'unisono se stessi, si era "nudi", ci si metteva in "gioco"... Vero a vero, Anima ad Anima, reale a reale.

Le parole, allo stesso modo delle altre cose della vita, possono essere come foglie al vento o possono toccare Dio.     Possono essere... Carezze d'eterno...


domenica 22 aprile 2018

Superfluo ed essenziale Lusso.

Gli spazi liberi sono sempre minori, sempre più difficili, lusso...

Gli Umani ancora Vivi, amano il lusso, il superfluo, nella vera accezione dei termini...

E sì, non siamo più liberi neanche nel linguaggio, abbiamo perso il contato semantico, abbiamo perso il contato, tutto è divenuto ombra, tutto è divenuto riflesso.

Elaboriamo sommi concetti, ma il soggetto dov'è?! 

Già, il lusso e il superfluo sono la naturale casa, quando si è smesso di cercare la libertà, quando si può "giocare" con i propri pensieri, con la mente, quando si può scegliere il proprio stato, come quando si sceglie un film al cinema od un vestito.

Può capitare che quel film ci piaccia, che qualcosa di noi non sia stata ancora "capita", che si sia ancora, seppur in un breve tratto, inconsapevoli... Allora, si resta dentro a quel film per un pò, si comincia ad "amarlo", così può accadere nella testa e nei sentimenti...

Legati, presi da quello stato d'animo: malinconia di un ricordo, gioia di un momento, nostalgia di cose passate e così via.

È in quei momenti, dove esistiamo o indugiamo, che inizia la corruzione... Di questo si ha evidenza nelle immagini subito successive o nei sogni.

Lusso originariamente era attribuito per indicare un eccesso di vegetazione; non può esserci abbondanza di vegetazione senza le giuste condizioni e solo allora si genera il lusso, l'abbondanza.

Il lusso nella mente, nell'Anima, nel capire, nell'aver pace di senso.

Il lusso nel non avere nessuna necessità di compensazione o limite psicologico, il lusso della libertà, non quella retorica o raccontata.

Il lusso di poter scegliere di Amare avendone la capacità e non il bisogno, il lusso di poter scegliere... Superfluo, perché il gioco è vinto, si può solo godere: ogni difficoltà o problema, lavoro o impegno, divertimento o svago sembrano risuonare distanti, echi di ombre lontane.

Superfluo lusso di chi gioca; gioca con le immagini, gioca con le emozioni, vede e decide: soffre o piange, ride o gioisce, pensa o guarda.

Il lusso ed il superfluo della vita, quando sei divenuto, quando puoi guardare le cose e ti accorgi che molte le capisci, perché le Sei, ne sei compartecipe ed indissolubile parte.

Sei parte di quel mondo, di quel film, con un prima e un poi. Per quanto grandi ed evoluti potranno essere i tuoi pensieri o la capacità di comprendere o Essere, non potrai che contribuire con quelle piccola invisibile gocce d'acqua al grande immenso oceano.

Il lusso di godere il superfluo ogni momento, ogni giorno; di godere l'Amore, l'Azione, il Divenire, la Vita, il Lusso di soffrire, il Lusso di guadagnare spazi, il Lusso con capacità della propria specificità di Azione.

Allo stesso modo di come la Vita gioca con noi: essendogli assolutamente superflui, ma essenziale Lusso.

mercoledì 14 febbraio 2018

La notte è diversa, da molto tempo... Ore 3,08

Lentamente si entra in un modo differente di percezione, di vita...

Da molto tempo, la notte è diversa... Anche il giorno...

Ho provato ad immaginare uno spazio senza tempo, senza suoni, senza i nostri comuni sensi... Senza spazio...

Quando cominciamo la nostra avventura nell'esistere, dobbiamo imparare tutto, un'impresa ciclopica, per la quale la natura ci ha dotato degli strumenti idonei alla riuscita, però, ad un certo punto intervenne qualcosa, di non previsto e quello che avrebbe dovuto essere, forse, lo strumento "principe" per agevolare molti aspetti, come ad esempio: la percezione della realtà, la comunicazione con gli altri esseri con cui condividiamo il pianeta, che hanno materialità diversa dalla nostra e che, soprattutto, avrebbe permesso una migliore mediazione con l'energia che ci pone e costituisce, divenne errore ed ostacolo.

Forse, ne perdemmo il controllo o la capacità d'uso in qualche epoca ormai remota,
forse, ciò che ci fu dato come dono, da civiltà ben più evolute, divenne mezzo di gestione e controllo a vantaggio di altre civiltà colonizzatrici.

Da molto tempo, la notte è diversa...

Ad un certo livello di sensibilità e percezione, in quel divenire previsto per la nostra comune esistenza, diventa normale la semplice coscienza ed esperienza delle altre forme e modi di vita, s'impara a vederle, viverci e difendersi...

C'è poi uno "spazio", senza spazio e tempo, lì dove la realtà si effettua, ma per poter iniziare ad eccedervi è necessario "abbassare" il livello di "controllo". 

I Saggi, nel corso della storia, hanno parlato di questo "mondo", hanno insegnato anche precise tecniche per agevolarne il contatto.

Da molto tempo, il mio modo di dormire è diverso, la notte è lo spazio dove posso più imparare e capire, spesso, come ora, preferisco riprendere lo stato di veglia; ho notato che queste circa tre ore, che vanno dalle 2,30/3 alle 5/5,30 sono difficoltose e presentano molte sovrapposizioni; 

è come se ci si trovasse in un grosso incrocio, nell'ora di punta, di una metropoli.

Così preferisco aspettare che si calmi, ho scoperto che non abbiamo bisogno poi di dormire così tanto come si crede.

Ho notato che quando si è prossimi alla fine della vita, proprio negli istanti del passaggio, si acquisisce una specie di "super coscienza", poi essa sparisce e l'energia rientra... 
Ma se proprio in questi attimi, avessimo vicino qualcuno in grado di "vedere" e di entrare in contatto, "questo momento" potrebbe permanere come ponte, per un pò?

Come una finestra aperta... Potrebbe quello spazio senza "spazio", senza materialità ed esistenza, sfiorarsi con l'esistere?

Un profondo legame, potrebbe estendere quella sorta di limbo in cui si passa e di cui poi si perde traccia?

Da molto sono rientrano nella mia normalità fenomeni di presenze, porte che si aprono o chiudono, cristalli che si rompono, luci che si accendono, oggetti che si spostano.

So distinguere e conosco molte di queste presenze e forme di vita diverse dalla nostra.

Eppure, la notte del 21 ottobre, a causa di un evento traumatico, per la prima volta mi sono trovato ad assistere al passaggio in quella zona, quando la vita finisce...

Forse per puro egoismo, non l'ho lasciato andare e forse a causa di ciò è rimasto aperto un piccolo varco, una zona dove i diversi modi dello scorrere spazio/tempo, si sfiorano...

... Non ho ancora queste risposte... 

mercoledì 24 gennaio 2018

Energia Immagine Energia

Si crede che uno scienziato sia immune dalle emozioni, si ritiene che un conoscitore sia fuori dalle dinamiche.

In realtà è esattamente il contrario; lo scienziato è colui che affronta ogni cosa: emozione, sentimento, ogni realtà, che in qualche modo lo intercetta, fino all'ultimo della stessa.

È un coraggioso, che rende relativa la paura, che relativizza ogni assoluto umano e non, alla semplice datità.

È un Uomo che nel mentre gode della vita, la rende relativa e con essa se stesso, per cogliere, oltre questa il reale in sé.

Può fingere essendo reale nella finzione e renderla vera...

Costantemente radicato nell'Essere, gioca ogni immagine, ben conoscendo e cogliendo la coincidenza tra immagine ed energia.

In questo si trova a decidere, attimo dopo attimo, con quale immagine interagire, fino a che punto e avendone già percorso ogni aspetto e significanza, può entrare nel gioco: soffrire, piangere, adagiarsi nella nostalgia, amare, gioire...

Può percorrere ogni strada dell'inferno, perdersi ed in questo trarne piacere, essendo già in salvo, continuando a guadagnare l'esattezza, momento per momento.

Questo è ciò con cui vive, interagisce in modo costante chi ha deciso di dare un risposta ad ogni domanda, é il dolce prezzo che paga per vincere il gioco.