sabato 28 aprile 2018

Una semplice domanda... Carezze d'eterno

Ogni tanto mi fanno domande a cui non è possibile rispondere, per lo più sono di curiosità, altre sottintendono una sottile critica, altre volte ancora a mascherare disappunto.

Ho smesso di parlare da molto tempo, se non c'è motivo professionale, preferisco il silenzio; le mie idee, il mio Essere è bastante a me stesso.





Perché rispondere, se si pensa di conoscere già la risposta?
Domande retoriche?! O solo il tentativo di rinforzare ciò in cui si crede, le proprie "finte" sicurezze... 

C'era un tempo in cui gli Uomini parlavano, comunicavano... Il suono delle parola fungeva da cassa di risonanza alle loro Anime, come musica; Anima, mente e corpo esponevano all'unisono loro stessi, erano "nudi"; si mettevano in "gioco"...

Vero a vero, ogni parola e pensiero precisava meglio, come piccoli segni ad indicare la strada, in quelle comunicazioni accadeva sempre qualcosa: gioco, amore, goliardia o rimessa a punto. Si stabiliva una spontanea e precisa gerarchia, si toccava il reale, unico riferimento di valore.

Poi, con il tempo, questa modalità naturale di comunicare si perse, le parole divennero solo suoni; suoni con significati reali diversi da ciò che si affermava, parole che comunicavano solo pochezza, ombre di un lontano e possente passato...

Cosa dovrei rispondere a certe domande?
A chi, dovrei rispondere?!

... Non più di qualche giorno fa, mi hanno chiesto se mi sentissi solo.

Perché questa domanda?

Per una sorta di "preoccupazione" nei miei confronti?
Per come era stata educata?
Perché lei stessa si sentiva sola e voleva condividere con me, quel suo stato?
Per semplice curiosità o frustrazione?

Certo, avevo la risposta alla sua ed alle mie domande, ma a chi avrei risposto e perché?
Era disponibile ad ascoltare, mettendosi in auto ascolto e/o in discussione?

Certo, avevo le risposte... Ma...

Continuai a rimanere in silenzio, continuai ad ascoltarle a modo mio, lo stesso di quel tempo in cui gli Uomini parlavano, in cui erano capaci di comunicare.

... C'era un mondo, un universo che Amavo, dove potevo essere; nessun pensiero, solo due fari, riferimenti sempre presenti, anche quando non c'erano... Quel mondo non sussiste più, non ci sarà più...

L'immensa nostalgia non può colmare quegli spazi, quella delicata e profonda leggerezza non esiste più...

... Certo, avrei potuto dire una "cosa qualsiasi": le aquile non volano a stormi, la solitudine è un concetto relativo, no non mi sento solo, dovrei? 

E lei avrebbe potuto rispondere ad ognuna di quelle affermazioni: si, le aquile non volano a stormi, ma non vedono l'ora d'incontrarne un'altra, si infatti, la solitudine è un concetto relativo ed io mi riferivo alla tua idea di solitudine, a volte è bello sentirsi soli, per caso ne hai paura?

Sarebbe stata un delle tante inutili conversazioni, così preferii il silenzio, non dovevo né ebbi il desiderio di dimostrare di aver ragione, non m'interessava che le mie idee o teorie fossero migliori rispetto ad altre, perché così non era.

Non avevo più teorie né verità da sposare, potevo farne a meno da molto tempo.

Quando si è conquistato e meritato di vedere un passo in più, molte cose, quasi tutte, perdono di significanza; il parlare, se non per affari o lavoro, è di fatto un gesto d'Amore, di profondo Amore.

Il parlare, quello di quando...  Il suono delle parole fungeva da cassa di risonanza alle Anime, come musica; Anima, mente e corpo esponevano all'unisono se stessi, si era "nudi", ci si metteva in "gioco"... Vero a vero, Anima ad Anima, reale a reale.

Le parole, allo stesso modo delle altre cose della vita, possono essere come foglie al vento o possono toccare Dio.     Possono essere... Carezze d'eterno...


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