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mercoledì 20 agosto 2025

Persone, amici forse, potenzialmente anime... E nel mentre...

Ho riscontrato sulla mia "pelle", sul mio divenire, che ritenere o reputare delle persone sulla base di quanto vedo del loro potenziale non solo è errato ma, soprattutto dannoso.

Ho compreso che, chi vuole avere un reale avanzamento, chi vuole provare a vedere il proprio "progetto di natura" e storicizzarlo, deve investire in volontà, deve poterne pagare il prezzo in termini di umiltà, dedizione ed anche economico.

Essere buoni, essere generosi non significa essere intelligenti, non significa essere efficaci ed ho capito di non esserlo stato.

È un rapporto di proporzioni, di esattezza, non "regalo" più ciò che il limite dell'altro non può comprendere, perché il prezzo poi lo pago io e questo implica una perdita per entrambi.

Tutto deve avere la giusta proporzione, la corretta misura, è un piacere il pagare per chi decide consapevolmente, di voler Essere "di più".

Ho dato luoghi ed esperienze a persone che non potevano capire né avvantaggiarsene, a persone che mi avevano tradito e ciechi, l’hanno poi nuovamente rifatto.

È un errore tecnico, ho sbagliato, ne ho pagato il prezzo sempre e loro non hanno capito nulla...

Si chiama sprecare vita, intelligenza che nessuno ridarà più.

Amici a cui ho aperto il mio cuore, amori persi nelle loro piccole gelosie, nel loro piccolo esistere.

Senza ringraziare sono passati, lasciando le loro frustrazioni e critiche malcelate; hanno perso la loro vita ed io non ho saputo né potuto aiutarli. 

Ora, per chi decido di aiutare c'è un prezzo definito, cosicché non debbano ringraziare ed io possa essere realmente efficace alla loro strada e al loro progetto.

... E nel mentre...

Avere familiarità con il nostro corpo ci da, attimo per attimo, anche il perfetto equilibrio su come nutrirci.

Abbiamo la sensibilità di poter essere ed avere consapevolezza fino alle nostre cellule, esse si attivano e rispondono a ciò con cui decidiamo di nutrirle, a cui decidiamo, coscientemente o inconsapevolmente, di sottoporle, siamo ciò di cui ci alimentiamo.

Il nostro corpo ha un altissimo limite di tolleranza, è capace di smaltire, di sopravvivere anche alla nostra incuria e "pigrizia". 

Personalmente, quando posso e decido di godermi degli spazi dove la natura è ancora abbastanza integra e vibra vitalità, approfitto di super alimenti, per super alimentarmi.

Non sono un nutrizionista ovviamente, percepisco semplicemente le cellule e arrivati un pò avanti con gli anni, il nutrimento di cui abbiamo bisogno e piacere è sempre minore e quando sovraccarichiamo i nostri apparati di metabolizzazione andiamo contro la nostra natura.

Ogni tipologia di dieta è qualcosa di alienante, nel senso che è una cosa che imponiamo da fuori, mentre noi siamo assenti, evidentemente.

Ogni tanto fumo sigari, a me piacciano molto quelli cubani e i domenicani, le foglie di tabacco condensano il Sole ed il microclima di quei luoghi, posso percepirne ogni passaggio, soprattutto di quelli arrotolati a mano, in certi luoghi si trova ancora del pesce sano, pesci che hanno vissuto liberi e del buon vino.

In Sardegna è ancora possibile trovare un ottimo mirto bianco, sembra distillare terra, Sole e mare; così il nostro corpo riesce a metabolizzare vibrazioni, forza e si cura, si autocura.

...

Nel titolo di questo post ho scritto anche: potenzialmente anime, si, nel senso che si ritiene che tutti siano dotati di anima, in realtà non è così; nella mia esperienza, anche dura, anche in reparti di ospedali pediatrici terminali, ho avuto modo di vedere corpi ed emozioni ma, l'anima spesso non c'era; inoltre, molti rinunciano alla propria anima nel corso della vita, cominciano a seguire vari credi: religiosi od altro, seguono stereotipi e modelli sociali fino a diventare zombie.

Di fatto, sono esperienza quotidiana, molti emanano un odore psichico inconfondibile ma, ancor prima si percepisce assenza e vuoto

...

Amare é un lusso, Amare è una capacità ed una scelta, 

il lusso è qualcosa di necessario nella vita.

Persone, amici forse, potenzialmente anime... E nel mentre...

Nessuno userebbe la propria automobile senza olio nel motore o acqua nel radiatore, eppure spesso usiamo il nostro corpo, la nostra macchina secondo memi e stereotipi, come scarico patologico, come spazio dell'inconscio ancora non conosciuto o evoluto.

Usiamo il nostro spazio fisico, l'unico che abbiamo, in disparati modi: per apparire, per renderlo adeguato ai canoni del tempo in cui viviamo; lo sottoponiamo ad interventi estetici invasivi e non necessari, lo ingolfiamo con ogni sorta di nutrimento, rendendolo semplice e solo mercato, campo esclusivo di marketing, di fatto lo abbandoniamo divenendone estranei.

Mi sono sentito ferito, tradito e di fatto così è stato ma, la responsabilità, la scelta è stata mia, ho sbagliato nel credere che potessero vedere, che potessero comprendere; il loro potenziale lo prevedeva eppure, hanno scelto diversamente, hanno seguito la via più facile.

Hanno scelto non solo di nutrire il corpo in modo non conforme a quanto previsto, ma anche di non ascoltare l'Anima, di non conformarsi al progetto di natura, al loro progetto di natura; non solo hanno tradito il buono, il momento e me ma, soprattutto hanno tradito se stesse ed è indifferente che ne siano stati consapevoli od inconsapevoli, che ne abbiamo avuto coscienza o che non ne abbiano avuta.

La libertà non si tocca, lasciar andare è un atto d'amore.

sabato 28 gennaio 2023

A volte accade

 

Cos'è l'amicizia? 

Un caffè offerto con il cuore, una cena parlando e ridendo, un buon vino condiviso?!

È profondo rispetto o solo qualcuno che non ti tradirà mai!?

È qualcuno che ti vede, mentre tutto il resto del mondo sembra averti abbandonato?!

È condividere un interesse comune, percorrere un tratto di strada insieme o semplice confronto goliardico tra maschi!?

È Robin che cerca Batman o Batman che cerca Robin?

Un Maestro senza Discepoli sarebbe solo un maestro ed i Discepoli senza un maestro, solo discepoli.

Ad un certo punto ci si accorge che, ogni luogo comune, ogni fede, modalità e forma di pensiero è ormai solo ombra nella notte.

Nulla è più luminoso di una candela nel buio e più è scuro, più la candela appare luminosa, di quella luminosità non contenibile.

Il buio esalta la luce, Robin esalta Batman, i discepoli il Maestro, la morte la vita...

La danza perfetta, sommo piacere, unico e fondamentale scopo della vita;

così è possibile giocare qualsiasi idea, fare la propria casa lì, dove si paga il prezzo più alto, dove il lusso è solo per chi costantemente sceglie, a chi continuamente e con umiltà verifica se stesso.

Non mi piace né Batman né Robin; mi piacciono le emozioni, quelle vere, in ogni loro più piccola sfumatura, mi piace l'intelligenza, chi crede di vedere le cose e chi le vede,
mi piace il nostro infinitesimale essere, gli infiniti universi, il tempo e la sua assenza, mi piace la conquista di un secondo e di un eterno, mi piace il fare, mi piace Amare senza se e senza ma...

Mi piacerebbe portare qualche mia relazione al successivo livello, mi trovo solo, non che questo sia un problema, tutt'altro.

Nel mio Essere, sto in pace e bene, non ci sono tensioni, ansie, paure o stress;
solo piacere della contemplazione, appena fuori, invece, percepisco rabbia, frustrazione, paura, insoddisfazione, vuoto e parole senza alcun senso reale, parole piene solo di rumore... Vuote.

Un amico conosce il rum o i sigari che più mi piacciono, non è mai invadente, sempre senza pretese... Solo pancia a pancia, condividendo emozioni, ognuno amplificando quelle dell'altro, nel mentre le vede e le gode, con totale assenza di giudizio.

... E poi, un amico è per sempre, finché dura... Così è l'Amore, così è la vita! 

giovedì 3 dicembre 2020

Cercando Daisuke Jigen

Chi non vorrebbe un amico come Jigen?

"Taciturno, accanito fumatore e bevitore, quando non fuma non manca mai di tenere tra le labbra un mozzicone spento di sigaretta Pall Mall superlong filter, dando il via ad un vero e proprio modo di dire: vengono chiamate "sigarette alla Jigen" tutte quelle che escono spiegazzate dal pacchetto. È anche sospettoso nei confronti delle donne, ma non totalmente immune al loro fascino. Jigen non è particolarmente interessato ai soldi o alle ricchezze, ma al puro gusto della sfida. 

Jigen è un pistolero fenomenale con una mira infallibile e dall'animo gentile; spara "prontamente, efficacemente e apparentemente a caso", senza sbagliare mai.

Estremamente fedele a Lupin, costituisce una sorta di fratello maggiore e partner leale e affidabile per Lupin, accompagnandolo in tutte le sue avventure. Jigen, nonostante la sua facciata seria e irascibile, ha un ironico senso dell'umorismo e si diverte sinceramente a partecipare alle missioni con Lupin e spesso è la voce della ragione per l'incosciente Lupin. Della banda di Lupin, Jigen è quello che meno si preoccupa di uccidere e, sebbene consideri un tabù uccidere donne e bambini, è disposto ad eliminare chiunque sia una grave minaccia per lui.

Il suo genere di musica preferito è la musica classica, ma non disdegna il jazz, passione quest'ultima derivatagli dal fatto che, durante la sua carriera di pistolero, ha vissuto per un certo periodo a New Orleans." ... Cit.

Jigen è un acuto lettore dell'animo umano, sempre attento a se stesso; non tradisce mai la sua indole, non tradisce mai ciò che gli piace fare, anteponendo questo ai soldi o alle ricchezze.
Ciò lo rende estremamente fedele, leale e affidabile, é un leader che completa se stesso, praticamente senza punti deboli e superiore anche a Lupen III nell'arte di maneggiare una pistola.

Ama la scaltrezza e la genialità di Lupen III e ognuno si fa funzione massima all'altro.

Mi piace molto Jigen, persona leale e affidabile, sempre centrato, presente...

Chi non vorrebbe avere un socio, un amico come Jigen?

Debbo confidare che ancora lo cerco e spesso vedo la potenzialità di queste qualità smarrite, dimenticate in molte persone che incontro, anche in selezione; eppure nutro sempre il costante desiderio di trovarne uno.

Vedo quella potenzialità della sfida, del mettersi in gioco, di quella giusta ambizione smarrita in qualche fede, in qualche modello... Dimenticata in qualche scaffale, spenta in una vita investita in modelli culturali non funzionanti e disfunzionali; modelli quali: ricerca dello status, della "ricchezza", della famiglia, della fede, della routine.

Jigen é libero, costantemente sceglie lì dove scorre quel filo impercettibile di amore; amore per l'amicizia, per la sfida, per il piacere.

Dov'é quella scintilla negli occhi, quello sguardo intelligente ed arguto mai pago...
Dov'é quell'ambizione alla riuscita, dov'è quell'innato leader che crea realtà lì dove non c'era nulla rimanendo integro a se stesso e con questo gioco potenzia la propria intelligenza.

Così tendo ad accontentarmi, a tal punto che poi mi chiedo il perché di tante energie profuse nel nulla o quasi...

... Durante la selezione di ieri, ho incontrato un ragazzo di 41 anni, due figli e una vita discretamente funzionante. Mi aveva colpito fin dalla sua lettera di presentazione e al di là delle parole o di quelle che mi raccontava fossero le sue motivazioni, mi domandavo: "Se Jigen si fosse sposato e avesse avuto una famiglia, come sarebbe diventato?" Così mentre non riuscivo quasi più a sentire quello che mi diceva, lo guardavo: fisico appesantito ma, gli occhi erano ancora vivi e poi la barba come Jigen... Sorridevo, tra me e me; forse sarebbe stato proprio così... Forse...

La selezione era rivolta alla ricerca di un responsabile di area; mi piacerebbe lavorare con lui.

Ovviamente so che Jigen è solo un fumetto, però mi piace credere che da qualche parte esista, mi piace pensare che una sera possa sedermi insieme a lui, magari al calore di un fuoco e senza dirci nulla condividere consapendo le reciproche emozioni e poi andare oltre, come solo una volta mi successe; ma quella volta Jigen ero io...

La vita è meravigliosa e così perfetta da non poter essere frutto del caso e poi, il caso è l'ideale fattispecie di quell'esatta circostanza.

Cercando Daisuke Jigen...

venerdì 10 ottobre 2014

Stanco, mentre mi riposo.

Una mail ricevuta, che avevo lasciato li, in attesa di dargli risposta.

Avevo in testa che, un giorno, l'avrei fatto.

Aspettavo il momento, quel momento non arriverà mai, almeno credo.

Almeno credo, perché, ho smesso da molto tempo di dare credito ai pensieri, ai miei pensieri, almeno.

Oggi so, quanto non solo siano effimeri, ma soprattutto inutili.

La realtà, cambia, si trasforma sempre; il futuro non esiste ed il presente è già passato.

Così come credevo che, un giorno avrei risposto a quella mail, oggi penso che, non risponderò mai...

Pensieri, credenze, totalmente inutili.

Quella mail ricevuta a settembre di due anni fa era ancora lì, in attesa.

Oggi rileggendola, ho riprovato tutte quelle belle, sofferte e profonde emozioni che, amici avevano condiviso.

Che bello! Si, è stato bello, anche se, il finale non ha avuto il lieto fine che, tanto ci aveva appassionato e in cui avevamo creduto.

Rileggendo quella mail, ho sentito quelle emozioni proprie della primavera, di quando la spinta nasce, e noi, certamente, non eravamo "giovani".

Cerco di capire, di comprendere questa tristezza, nostalgia, mista a commozione, che sento dentro.

Cerco di darmi una spiegazione, in realtà, m'interessa poco, darmela.

Semplicemente rivivo quelle emozioni, di quegli amici.

Quando...Apri il cuore a qualcuno, senza riserve...

Amici... In quel tratto di strada che abbiamo fatto insieme, a volte, tenendoci per mano, ecco, tutto qui.

Nello scorrere senza soste.

Capitolo XX Il sogno ciò che serve per realizzarlo. Pazzia e condivisione, cosi si chiamava quel "post", su cui ci trovammo ad interagire, ancora una volta.

Ti guardi indietro e ti accorgi che, hai lasciato un sacco di anni;
ti accorgi che, la vita è andata, non proprio, come ti saresti immaginato o, forse, come avresti voluto.

O forse, si!

Così; stanco, mentre mi riposo, i pensieri vanno, gli do il peso che meritano: quasi nessuno...Però mentre vanno, mi lasciano libero, libero di godermi ancora quei momenti, quegli amici, ormai distanti.

Amici, guerrieri, erano, almeno qualcuno di loro; qualcuno, ancora lo è...

Mi riposo, accoccolato all'anima, la mia...

Mentre i pensieri vanno, posso stare in quella forza invincibile, lì dove l'entusiasmo e la gioia, sembrano non avere confine, posso stare in quella forza, la mia forza...

Stanco, mi riposo...
Così, qualche lacrima scivola, per gli amici perduti, per quelli sconfitti, per me...

Quando tutto sembra non avere un senso, capisci che, tu sei il senso, che il tuo mondo, il tuo universo, sei tu a crearlo...

Facendo il tuo presente, conquisti e cambi il futuro, perché un giorno, forse, arriverà...

Un giorno, forse, troverà me, qui, ad aspettarlo...

Buon viaggio, amici miei.





lunedì 22 ottobre 2012

Non proprio una lettera; a qualche amico.

Ogni tanto, mi chiedo cosa e come sarei se non avessi fatto tutti gli errori che ho commesso.  Mi domando se mai riuscirò lo stesso a rendere storia, ciò che sono.

Che cos'è un errore?

L'errore, almeno per come lo considero io, è semplicemente il momento in cui lasci il posto da conducente ad un qualche complesso.
Istantaneamente l'orizzonte cambia, la mente diviene cieca in un mondo di ombre.
Il problema è che la nostra mente non funziona sempre in modo uguale, ma difficilmente ce ne rendiamo conto.

E' come un repentino rallentamento, da un iper velocità, praticamente, ci si ferma.
Si torna dalla possibilità del divenire, all'esistenza biologica.

L'esistenza biologica è quel sano modo di esistere, quello che è norma di natura, quello che tutti, o quasi, gli animali sperimentano.
Questo stato basico, che l'uomo addirittura fatica a raggiungere e che spesso non riesce a conoscere, è quello che parte da quella normale sanità fisica, quel benessere dove tutto più o meno, funziona. 

Quasi tutto ciò che pensiamo, immaginiamo, compreso ciò che vorremmo, quello che chiamiamo "i nostri sogni", sono frutto di quella parte non sana di noi, che c'inchioda, che ci preclude la possibilità del divenire.

Ho imparato a giocare con qualsiasi idea, con qualsiasi convinzione, ho imparato a giocare con tutto, senza essere nessun gioco.

Posso entrare in ogni esperienza e provare a renderla funzionale al divenire, unico ed ultimo dovere, verso se stessi.

Eppure mi piace masticare la vita, se non avessi commesso tutti gli errori che ho fatto, mi mancherebbe una parte di me, che fatico a portare, ma che mi rende ciò che sono.

E' simpatico, vedere come le persone, gli amici, intorno interpretano ciò che faccio con i loro schemi. Quando gli ho detto che mi sposavo, mi guardavano perplessi.

Ovviamente, non avevo una risposta da dare, da dare ai loro modi mentali, intendo.

Se gli avessi risposto così: " Questa è una cosa molto importante, che non ha molta importanza. Questa ragazza, mi piace così tanto, da voler passare nei sui schemi, da volerne sopportare il prezzo. 
L'obiettivo della vita, non sono i figli, il matrimonio, od una famiglia.

Vedo il mondo in un modo così relativo, dove la cosa più relativa sono io stesso.
Posso e voglio usare ogni cosa, posso avere una o più famiglie, posso anche non averne.

Ho conosciuto persone, donne giovani e donne vicine alla fine del gioco.
Sono stato con loro dentro ogni pensiero, ogni rimpianto, dentro la loro consapevolezza, la paura del tempo che morde, di ogni possibilità ormai conclusa.

Si sente come un bambino imprigionato in un corpo ormai vecchio, un bambino che non può più dare storia a ciò che avrebbe dovuto essere.
Un bambino che ha creduto a ciò che i grandi gli avevano insegnato; tutti insegnamenti, che non solo, non sono serviti a niente, ma sono stati devianti.
Si sente la lucida consapevolezza, del fallimento del copione a cui ci si è pedissequamente attenuti.

Ora alla fine della vita, non si può tornare indietro. Beh! Chi ci è passato, chi l'ha condiviso e convissuto lo sa. 
Io lo so!

Vi auguro, cari amici, che un giorno possiate guardare il mondo con i vostri "veri" occhi, che possiate guardare un'altra persona, non con i vostri schemi, ma dal punto di vista della sua anima.

Vi auguro di avere una pazza e piena vita, perché un giorno, possiate essere sereni; un giorno possiate guardarvi indietro e pensare: è valsa davvero la pena e se non vi guarderete indietro, allora, vorrà dire che avrete avuto il coraggio di seguire il sentiero della vostra anima; vorrà dire che avrete trovato Dio...Non quello che sta in cielo, ovviamente!".


venerdì 26 agosto 2011

Ed io ti vedo...

Giocano con il vento,
il caldo scirocco, amante complice,
li accarezza come spirito,
anime sul mare. Dalla finestra, vedo, guardo, sento, una lacrima mi riporta al terreno,
sono con loro, sono con te!
Solo piacere, puro piacere; quello che, solo chi non ha perso l'anima può metabolizzare,
può godere:
gabbiani.

Sole.
Mare.
Natura perfetta.
Dove il mondo e' esatto.
Lo scirocco accarezza anche me,
erotismo bianco della vita.
Poi la musica...
e il sapore del tabacco,
pieno di sole, di terre lontane, il gusto della terra, il sapore del Sole,
di mani esperte, di storie ormai dimenticate.

Un uomo, dall'altra parte del mondo, ne gode al massimo di ciò che può.
Oltre ai normali sensi, in modo viscerale.

Con me un pensiero:
con me, ancora te, amico.

Quando in spazi senza tempo,
in cieli dove volavo solo,

ho sentito, nel silenzio assoluto:
"Io ci sono",
eppure,
nessun suono, li giunge,
nessun uomo.

Io ti vedo,
ti guardo,

e ancora i gabbiani, mai paghi di piacere,
mi rimandano l'erotico gusto del volo;
mentre faccio compagnia alla mia commozione,
mentre la vita passa, mentre la vivo.

Ti aspettavo,
ora ci sei,
a volte, persino mi spingi,

finalmente!

Ora posso nuovamente accelerare,
perche' tu ci sei,
ma io ti porterò dove non sei mai stato,

dove, solo chi ha il "sempre" come casa,
può entrare,

toccherò la tua anima,

come il vento, le ali dei gabbiani,

senza il quale, nessuna evoluzione sarebbe.

La vita e' la vita,
per chi sa godersela, per chi ne e' capace,

quando avrai lasciato dietro ogni pensiero conosciuto,
avrai cominciato il viaggio,

il viaggio e' appena iniziato,
al prossimo incontro, guerriero indomito,
anzi, indomito guerriero.

Ed io ti vedo!

domenica 7 agosto 2011

Addio!

Oggi è una giornata di Sole!


Oggi ho dato l'addio a qualcosa di importante per me e allora come mi piace fare, ho cercato di capire.
Capire cosa? L'unica cosa che per ognuno di noi ha un senso capire, noi stessi; me stesso!


In questo viaggio, ho ripercorso molti ricordi, molte sensazioni, anche dolorose.
E proprio lì, ho cominciato a seguire il sentiero; senza paura, lo guardato e percorso.


Ci sono molti tipi di addio e di emozioni ad essi legati: posso dire addio ad un amore, ad una persona scomparsa, a qualcuno che parte e che non tornerà più, ad un amico, ad un vecchio lavoro.


Qualcuno parla di complesso di separazione, altri di ancestrali paure; per quanto mi riguarda, c'e' un unico tipo di addio: quello in cui decidi dentro te stesso (forse il termine è un po' forte, ma è esattamente ciò che intendo) di uccidere, tagliare quel cordone ombelicale, quell'ultima immagine che ti lega. Ti lega ad un ricordo, ad un'aspettativa irrealizzata, ad un amore strappato a metà, ad una persona cara; in generale qualcosa che ti lega.


Questo è l'unico addio possibile, a volte si sente il bisogno, magari in un amore, di voler comunicare all'altra persona qualcosa, a volte si continua a pensare a tutte le ipotesi in cui sarebbe potuta andare quella situazione, altre volte si continua a pensare a qualcuno che non c'e' più, altre volte ancora si porta dentro l'immagine di qualcuno mitizzandola.


Poi arriva il giorno in cui devi dire addio, perché la vita ha un senso e la devi percorrere tutta, libero.


Ho percorso tutto il sentiero, la sofferenza così forte da togliere il respiro, ma senza paura, lo percorso a piedi scalzi, fino in fondo, in ogni aspetto, fino all'ultima immagine e ho visto che la vita, non prevede la sofferenza o almeno non così come la riscontriamo noi. Conosciamo la sofferenza perché ci indica, ci evidenzia l'errore, ecco, non dobbiamo stare attenti a non soffrire, ma a non commettere errori, perché come mi piace spesso scrivere: la libertà non esiste, ovvero siamo solo liberi di sbagliare.


Addio! 


Oggi è una giornata di Sole!
  

giovedì 14 luglio 2011

C'era una volta

C'era una volta un gruppo di amici,
uno di loro chiese:


"Se oggi fosse stato l'ultimo giorno della tua vita, cosa avresti fatto?"
Un altro rispose:
"Volare".


Così comincia questa storia....

Gita in barca e cena con gli amici, è questo il mio limite.


Forse esiste un luogo dove i pensieri generano realtà, forse esiste un luogo dove in base ai nostri pensieri viviamo e costruiamo il nostro destino.


Ancorati alle nostre idee, come se quelle idee fossero inamovibili ed anche se ci sforziamo di discuterle, da qualche parte sappiamo che non vogliamo abbandonarle.
Siamo aggrappati a quelle idee con le unghie e con i denti, come se non potesse esistere altro modo, come se quelle idee fossero davvero nostre, come se noi fossimo quelle idee.
Spaventati ed impauriti, ne diventiamo schiavi inconsapevoli.


Quel luogo esiste, quel luogo è il mondo dove viviamo.


Nessuna idea, non essere legati a nessuna idea, nella corrente, senza paura, mi lancio e allora scopro che so nuotare, nella corrente mi diverto, senza idee, le posso usare tutte, perché non sono nessuna di quelle idee.


Gioco con quelle idee, come gioco con gli amici.
Ma cos'e' un amico?
Ogni definizione che possa trovare è comunque un idea.... e allora?


Un amico... cos'è? Non lo so!


Però so chi vorrei avere al mio fianco e che non si tirerà indietro,
so che un amico ti vorrà aiutare, senza nemmeno farsene accorgere,
so che un amico condivide una risata, una cena, che ti da calore,
so che un amico percorre un tratto di strada di vita con te e poi magari non lo vedrai più,
so che puoi guardare negli occhi un amico e non dirgli nulla,
so che puoi giocarci insieme, e che sarà pronto a tenderti la mano.
So che un amicizia si costruisce, 
so cosa provo quando incontro un amico,
so che è bello stare insieme agli amici.


Come andrà a finire questa storia?


Mi sembra quasi ovvio che, se questi amici,
ognuno per se saprà abbandonare quelle idee, si proprio quelle a cui sono più profondamente legati,
se sapranno immaginare, 
se sapranno guardarsi allo specchio,
se sapranno nuotare nel fiume e nella corrente,
se sapranno vedere chi sono, ed aumentare la capacità del piacere,
e se soprattutto sapranno esserne all'altezza,


non potranno che divertirsi insieme e costruire il mondo, l'universo come lo immaginano....


non potrà che essere una bella storia,


un centimetro alla volta!




Bella giornata!!



domenica 10 aprile 2011

Domenica - Un pensiero ad alcuni amici, compagni di viaggio!

"Spesso si vive gran parte della propria vita "aspettando la propria buona opportunità" 


Cosi comincia una mail che ho ricevuto da un amico. 


Non è uno di quelli che parlano molto, anzi al contrario è molto riflessivo ed in apparenza può sembrare abbastanza freddo è distaccato.
In realtà le sue emozioni sfuggono alla sua razionalità a cui si sforza di farle tenere sotto controllo; il risultato è che le emozioni controllano la sua vita, come la nostra.
Lui percepisce tutto ciò come paura, sottile costante paura: di sbagliare, di decidere, di vivere; per non pagarne il conto. Lui non sa che il costo che dovrà comunque pagare, sarà ben più alto, di quello richiesto per vivere.


Ricevere la sua mail mi ha fatto molto piacere, perché c'e' uno spiraglio di luce, un'emozione.
E come mi piace fare ho provato a seguirla: ...aspettando la buona opportunità...
Per cosa? Che cosa vuol dire? Si sembra facile e scontato, ma a me piace capire e quindi mi chiedo che cosa vuol dire...


Ma continuo a seguire quello spiraglio: chi aspetta la propria buona opportunità probabilmente aspetterà senza alcun esito e trascorrerà la vita in attesa di qualcosa che non arriverà mai. E' il solito atteggiamento "infantile" nel senso che aspetto che "la soluzione" arrivi da fuori di me.


La buona opportunità non si aspetta, la buona opportunità si cerca, si costruisce; con passione, volontà, ambizione, capacità; e l'entusiasmo? 
L'entusiasmo è come l'aria che respiriamo, possiamo impegnarci a cercare del buon cibo, ma l'aria è necessaria!


Noi stiamo costruendo la nostra buona opportunità; e piano piano, ma inesorabilmente è come se ci stessimo svegliando da un torpore profondo, ogni tanto ho come l'impressione che qualcuno di noi veda quello spiraglio di luce; come il mio amico nella mail.


Tra apparente lavoro, impegno, preoccupazioni, difficoltà, gioco; stiamo condividendo un viaggio.


...Continuo a seguire quello spiraglio: opportunità è forse il viaggio che mi porta in un bel luogo al mare, che mi toglie le quotidiane preoccupazioni, ma mi lascia la stessa persona in fondo? Che senso ha?  Mi chiedo.


No non è questa; l'opportunità è il viaggio che abbiamo iniziato, è il viaggio l'opportunità;
durante questo viaggio potremo capire maggiormente ciò che siamo e decidere di cambiarlo, se vorremo.


Tutti noi abbiamo combattuto, ed un giorno, seguendo diversi percorsi ci siamo trovati.
Come vecchi guerrieri, che ormai stanchi, delusi e disillusi, guardandosi abbiano deciso...
"ancora un'altra battaglia".


La nostra opportunità non è quella di trovare "il bel luogo al mare", la nostra opportunità è quella di capire durante il viaggio chi siamo e decidere di conseguenza; per chi lo vorrà.


Noi stiamo combattendo "con le unghie e con i denti" per la nostra opportunità, qualcuno l'ha immaginata, qualcuno ci ha creduto, qualcuno ci si è aggrappato, qualcuno ci sta lavorando.


No! Caro amico tu non stai condividendo con noi la tua "buona occasione", Tu la stai costruendo insieme a noi.
...E cosa più importante... attraverso questa avrai un opportunità ancora più grande, sicuramente unica, quella di trovare te stesso; è questa la vera "Grande occasione".


Niente vale più di questo, questa è quell'unica cosa da tenere stretta nella mano, ed è anche l'unico modo di godersi quel bel posto al mare, che alla fine avremo trovato.


L'opportunità è il viaggio... il viaggio è cominciato, mettiamoci in viaggio.


Grazie per la tua mail, amico mio, anzi di più, compagno di viaggio!

venerdì 11 marzo 2011

Vagando, senza schemi ad un nuovo amico.

Sono nel traffico caotico e nervoso; quasi la tensione prende forma, quasi questa palpabile compressione prende colore, colore grigio e peso.
Pareti metalliche, percorsi obbligati, aria senza ossigeno; i battiti del cuore sono accelerati, il respiro corto e veloce, i polmoni compressi e intanto mentre il rumore dei motori ti tiene in tensione ecco che qualcuno suona; e mentre cerchi di capirne il motivo, la sirena di un ambulanza chiede strada.
Ma tutte queste persone dove vanno così nervosamente e sempre di corsa, le macchine sono praticamente ferme, eppure tutti corrono. Faccio fatica a riconquistare lucidità, a rallentare i battiti, ma ciò che vedo è chiaro.
L'uomo si abitua a tutto!
Mentre il tempo a nostra disposizione continua a scorrere, noi siamo lì, fermi, nervosi, uno contro l'altro a vincere  o perdere la sfida per guadagnare una posizione, qualche metro di strada. Niente altro esiste, solo quello spazio che mi separa dal parafango dell'auto che mi precede e che devo assolutamente conquistare.
La vita ridotta a schiava di un comandante stupido, la grande anima ridotta in una scatola.
Si percepiscono le infinite frustrazioni, si percepisce la corsa a vuoto delle migliaia di persone intorno, che con pochi e semplici schemi trovano ragione di vita, se così si può chiamare.

Cerco di trovare quel filo emotivo, quel soffio dove l'anima è ancora viva dietro le parole di un amico.

Mi chiedo: qual'e' la vera emozione che sostanzia il suo pensiero, quella che, forse, neanche lui conosce...e piano piano cerco di andare al punto...Pochi hanno il coraggio di affrontare i propri fantasmi, pochissimi hanno l'umiltà di mettersi in discussione, ancora di meno quelli che ne hanno anche l'intelligenza per farlo.

E' indubbio che noi riusciamo a riflettere e a dialogare, esclusivamente, attivando proiezioni e questo è pacifico.

Scorro veloce le sue parole, lascio l'ascolto aperto e vedo tante cose; ma nessuna di queste è scritta.
Il mio amico ha un intelligenza viva, e gli piace nutrirla, ha una passione nel cercare di capire e di sapere.

Ci sono persone che hanno una sete maggiore, lui è una di queste; ma la mente non basta.

Ci sono persone che sono nel sistema, ci sono persone anticonformiste ed anche queste fanno parte del sistema.
Tutto è già previsto, ma giocare con le regole del sistema e vincere è una delle libertà possibili.
Posso imparare le regole per giocare a scacchi, vincere la partita, ma alla fine debbo ricordarmi che io sono il giocatore e non le pedine, ma senza le quali il gioco non sarebbe stato possibile.

Ho molta stima per questo amico ed in virtù di questa mi soffermo qui, su queste sue frasi:
"... ognuno ha diritto di interpretare la propria esistenza secondo la sensibilità e i valori che ha avuto in sorte, dai cromosomi o dagli insegnamenti dei quali è stato nutrito... personalmente, però, ritengo che la vita sia troppo breve e troppo meravigliosamente bella e complessa, straordinariamente ricca e mutevole, fascinosamente imprevedibile e sorprendente, per ridurla ad uno-due-tre interessi dominanti, specie se "precostituiti" o "eterodiretti"...
Come nell'infinita biblioteca di Borges, la mia vita la vorrò vivere ogni giorno di più essendo, se non infinite cose, certamente cose non scritte, non scritte già... tantomeno con l'inchiostro delle convenzioni e secondo regole imposte da altri..."
La libertà sta nel seguire tutte le regole, senza esserne nessuna... la libertà non è nel volo del gabbiano, la libertà è nel prendere coscienza che qualsiasi idea, qualsiasi; rimane un idea e un idea è uno schema.
La libertà non è un pensiero, non è un immagine.
La libertà non esiste, per chi è libero. Chi aspira alla libertà, sa di non essere libero.
La libertà è nello strumentalizzare il volo del gabbiano, la libertà è fingere di crederci, è sapere che nella finzione posso morire. La finzione è reale, più della realtà....quale realtà?
Allora gioco tutti schemi, prendendomi il rischio della serietà del gioco, prendendomi il rischio della battaglia.

Gioco tutte le immagini, tutte le idee, tutti gli schemi, perché alla fine, dopo averli usati e vinti, scoprirò che non sono nessuno di questi. Alla fine scoprirò che non sono i vestiti o le cravatte che indosso che m'identificano, alla fine, se avrò vinto il gioco, scoprirò che non sono le idee o pensieri più profondi che posso produrre, non sono la somma delle mie conoscenze, ne la somma delle mie esperienze dei miei successi o dei miei insuccessi.
Scoprirò che il lavoro è un gioco, che la vacanza è un gioco, che la famiglia è un gioco, che le cose non scritte già, sono un gioco, che la vita è un gioco.
Un gioco dove si vive o si muore per sempre, ovviamente! Allora ha un senso combattere per quei centimetri, anche se so che dopo averli conquistati, non conteranno più nulla.

La libertà non è ciò che faccio fuori, la libertà è ciò che la mia mente mi permette, che permette alla mia anima.
La libertà è poter giocare tutte le idee, i credi, i principi, i desideri, ogni immagine, come faccio con i vestiti.
Alla fine nessuno è importante, ma quando lo uso è prioritario e reale.
La libertà è nel pensare, è nell'assenza del pensiero, la libertà è entrambe queste cose, la libertà non è nessuna di queste due cose.
La libertà è un concetto, un concetto non può rappresentare la libertà.
La libertà non esiste. L'Uomo libero si.

Il respiro diventa profondo, il cuore rallenta, il rumore dei motori e delle sirene, rendono quasi divertente lo spettacolo che ora, attraverso il finestrino godo.
Distanze incolmabili mi separano dall'inferno che tutt'intorno vive e respira.
Penso agli affetti, alle persone che ogni volta decido di amare, penso a me stesso, penso che un altro giorno, un altro unico irripetibile giorno è cominciato, penso a come renderlo unico e memorabile, penso che probabilmente non ci riuscirò.

Penso agli amici, penso a chi combatte con me, penso a chi gioca con me, penso a come posso fare meglio, penso a come smettere di pensare.

Penso che sono le quattro e che tra due ore un'altra giornata comincia, penso che gli amici e compagni di gioco sono determinati, almeno quanto me a guadagnare quei centimetri, che alla fine faranno la differenza.

Penso che vinceremo questo gioco e che attraverso questo gioco impareremo che avremo vissuto ogni giorno di più e poi.....un altro gioco, senza fine.

Buona notte, anzi buona giornata.