Scivolando, seguire il flusso o capire?
Osservando gli accadimenti della vita mi sono reso conto che riteniamo di scegliere, invece, spesso semplicemente scivoliamo.
Scivoliamo nella vita subendola; così capita che, per circostanze o per poca avvedutezza nascano figli, si manchi quell'incontro che avrebbe cambiato tutto, ci si ritrovi a rincorrere con fatica quello che sarebbe stato il naturale flusso.
Continuiamo a scivolare nella vita, con scelte che, in qualche modo ci giustifichino gli sbagli, magari dovuti a: giovane età, cultura, consigli, probabilmente dei genitori ma, anch'essi scivolavano... E allora?
"La macchina" gioca in modo semplice ed ineluttabile la nostra vita, fino a consumarla, non ha nessun sentimento, anzi li usa.
Costantemente scivoliamo, cerchiamo di opporre una qualche resistenza e anche ce ne compiacciamo, ci definiamo guerrieri, combattiamo e ci sforziamo per raggiungere uno scopo od una meta che probabilmente non ha neanche senso.
Lottiamo per avere una migliore posizione lavorativa, per avere più soldi, per avere più cose e nel mentre la nostra vita è controllata da orari, settimane in attesa del fantomatico fine settimana, delle ferie estive o si lavora 11 mesi per averne uno "libero", la stessa vita passa.
Scivoliamo da un accadimento ad un altro, ci troviamo in una qualche relazione che, di volta in volta, definiamo amore, convenienza, accomodamento, famiglia; giustifichiamo e motiviamo tutto... Per i figli, per un lavoro, per un obiettivo, per una qualche cosa... Boh!
"La macchina" vince sempre, non ha tempo, anzi, ha tutto il tempo che vuole, non ha principio o fine, semplicemente ci gioca, a tal punto che non sappiamo più il nostro vero scopo, ci lasciamo accadere, appoggiandoci a qualche idea o a qualche persona che, a sua volta, si appoggia a noi. Due ciechi che indicano la strada l'un l'altra.
Scivoliamo costantemente negli accadimenti che subiamo, frutto di circostanze, a volte con la convinzione di aver scelto, altre volte con la certezza della casualità.
Siamo pieni e tronfi di convinzioni, di morali, di miti, di religioni, di sicurezze, invece, non abbiamo nulla, semplicemente scivoliamo, pensiamo di capire... Mi chiedo allora, come mai tutta questa insoddisfazione e questo senso di vuoto che facciamo finta di non vedere.
È un gioco perverso, l'unico in cui io veda davvero perversione, ognuno non solo porta la propria croce ma, sceglie di portarla, difende le proprie convinzioni, consumando l'intera esistenza, giocandola, scivolando, vuoto al vuoto, senza senso e per questo "non senso" si immola, si scontra, dibatte ferocemente tra questa e quell'idea, ognuna delle quali ha la stessa valenza di verità ed approssimazione, ovvero nessuna.
Come si fa a riempire la vita con un qualche scopo "inutile"; nel mentre l'eternità scorre, in questa piccola galassia, in uno degli infiniti universi, riteniamo nel nostro delirio d'onnipotenza di avere persino una qualche velleità da poter asserire o reputare reale: pensieri. emozioni, sofferenze, grandi drammi, errori o successi... Semplicemente scivoliamo...
Impariamo qualche centinaio di parole e con queste pensiamo, ci relazioniamo, asseriamo, giustifichiamo a noi stessi, la nostra vita con ragionamenti, sempre con quelle stesse parole. L'universo, in realtà, neanche sa che esistiamo in quella infinitesimale frazione di tempo.
Costantemente mi rendo conto di scivolare, di essere portato a scivolare, la mia pancia, le mie gambe, il mio stomaco percepiscono la paura del profondo inganno, limpida si palesa "la macchina", tutto è estremamente chiaro...
Anche la solitudine è una falsa idea, niente di più; ho accettato la frustrazione dei miei limiti, del mio non riuscire a comunicare ciò che vedo in modo trasparente e tranquillo, in fondo cosa cambia?
Capire non è comprendere, ciò che è vero non vuol dire che sia reale, decidere non vuol dire percorrere la giusta strada; giusta in relazione al fine ultimo, al personale ed intrinseco progetto.
C'è un livello dove la verità si fa, dove la verità si può rendere reale; c'è un livello dove non ci sono miti, credenze, convinzioni, morali, leggi, religioni, idee...
Costantemente scivoliamo tra effetto rete, inconscio collettivo, costellazioni familiari e ci compiacciamo per i risultati raggiunti, per il metterci in mostra, come se l'approvazione o l'invidia dei molti (scivolanti anch'essi) ci mettesse in salvo, "la macchina" costantemente ci gioca...
Nella vita ho perso tutto: grandi amori, lavoro, soldi, amici, sicurezze; ho ridotto il mio cuore a brandelli più e più volte, fino ad essere nell'angolo, schiacciato e senza possibilità di movimento, ho guardato nell'abisso e distrutto ogni pensiero, ogni convinzione, ho percorso ogni strada, ogni fallimento, ogni paura...
Solo così è possibile rimanere vivi, solo così è possibile ambire a costruire per compiere il "grande salto" perché, la mente per quanto allenata ed affinata, non potrà mai essere sufficiente, la lasceremo qui, con tutto il resto di noi e con tutto quello che durante la vita ci saremo affannati a "comprare" ad avere, insieme a quei trenta giorni di ferie...
C'è musica, tutto è vibrazione, così mentre entriamo in risonanza con l'Essere, in un breve istante siamo ogni scopo.