non una misura convenzionale specificata ed in qualche modo quantificabile,
non una misura che il cervello abbia modo di configurare un lasso preciso di tempo,
eppure, "un attimo" è qualcosa di molto familiare, come facesse parte di noi da sempre,
avverbio che come il sostantivo "attimo" sembra essere connaturato in noi, al nostro esistere, al nostro Essere.
Attimo, sempre...
Un sostantivo e un avverbio che perlopiù descrivono una sensazione, non un'unità ben precisa,
in questa sensazione l'Uomo fa la sua casa, in questa sensazione l'Uomo esercita il suo stile di vita.
Entrambe le parole, nella concezione dei saggi, presuppongono un inizio ed una fine, questo è, in un certo qual modo, familiare a ciò che è la nostra esistenza; mentre la nostra mente non può raffigurarsi parole come: eterno.
Un aggettivo che si contrappone come contrario a: "un attimo" o "a sempre" in quanto eterno non ha un principio e non ha una fine, da sempre è, un qualcosa che la nostra mente non può comprendere, non può raffigurarsi.
Vivo... Un attimo è il mio sempre, nell'eterno fluire...
Mi piacciono i fiori, molto, mi obbligano alla presenza a me stesso, la loro presenza rende nulla ogni teoria, semplicemente, sono grazia dell'essere.
Mi evidenziano che non è possibile vincere con la "macchina", il vincere o il perdere ha esclusiva valenza nell'ambito del vitale, non è intelligente riferirsi in questi termini in rapporto al meccanismo.
Eppure nella mia debolezza umana (anche questa viene giocata, utilizzata), mi sarebbe piaciuto beneficiarne, "vincere" ma, ho sempre perso...
Mi sarebbe piaciuto, come la luce semplicemente annulla il buio, senza considerarlo; per la luce il buio è un non senso, essere Amore ma, siamo umani suscettibili di essere deviati e in quest'ambito ha una particolare presa di "vantaggio" a favore del meccanismo quella tipologia caratteriale che si palesa e definisco "poliziesca".
Come ricerca del lato "oscuro" come il focalizzarsi sul marcio, è sintonizzata sulla colpa, e incredibile ma vero, alla fine si la trova sempre.
Ho Amato nella mia vita, molto, ogni volta mi sono trovato di fronte a questo: la macchina mascherata da indagatrice... Ho sempre perso...
Mi piacciono i fiori, anche perché; rappresentano il successo, sono l'amplesso, la vittoria, lo stato di grazia.
Ho riscontrato molto spesso questa tipologia, soprattutto nel versante femminile lì sembra raggiungere la sua massima "perversione" nel senso che è più forte, sottile, riesce a trovare il marcio lì anche dove c'è solo amore e potenziale Vittoria... Ho notato che nelle donne dove questa tendenza è più strutturata e forte, si riscontrano analoghi percorsi:
- incapacità allo stato di grazia, all'amplesso come peak experience,
- impossibilità dell'intelligenza creativa,
- frigidità organismica,
- vita senza costellata di scelte errate (in riferimento al proprio sano egoismo),
- ricerca ossessiva dei canonici schemi e modelli e stereotipi conosciuti (famiglia, figli, sicurezze, riconoscimento sociale).
Avrebbero in potenziale, più degli altri, la possibilità di grandi orizzonti, di traguardi importanti e si perdono nel "secchio della spazzatura", spesso i loro figli scelgono lavori come poliziotto, investigatore, giornalista o avvocato.
Un attimo è solo il nostro momento,
la nostra esistenza, a noi e data la possibilità di trasformarla in un attimo d'eterno,
Un attimo è l'assoluto del tempo... Ed eterno dove il tempo semplicemente si annulla.
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