lunedì 25 aprile 2011

Il momento della verità

Ad un certo punto ti accorgi che la vita è passata, una mattina ti svegli e ti chiedi se davvero ne sei stato degno, ti domandi se hai davvero realizzato il tuo potenziale.


Tutta la nostra libertà consiste in questo: realizzare il nostro potenziale oppure no.
Non ci sono altre libertà possibili in questo pianeta, in questo tempo, in questo gioco. Certo ho molta tenerezza di me stesso, quando molto giovane, credevo che essere liberi consisteva nel poter fare ciò che volevi, quando volevi; magari anche in modo trasgressivo. Ma ogni tempo ha le sue regole, i suoi costumi, le sue morali, le sue trasgressioni.


Quanta tenerezza nel capire che non serve rompere o trasgredire, perché anche questo è un comportamento previsto; l'unico sistema è quello di rispettarle tutte, ma renderle relative ed ininfluenti per noi, dentro di noi.


Ma questo non risponde alla domanda. La risposta è semplice: certo che no. 
C'e' un momento, per tutti, nella vita o meglio, alla fine della vita, che mi piace definire "Il momento della verità".


Prima o poi lo affronteremo tutti. 


Alla fine del gioco quando avrai speso, dissipato tutte le infinite possibilità che hai avuto e non puoi averne più neanche una, cosa dirai  a te stesso? 
Domani è un altro giorno? No i giorni sono finiti, caro amico.


Quando pochi respiri ti separano da quel momento, forse, vorrai tornare indietro e chissà forse saresti una persona diversa; forse non saresti capace di odio, forse sorrideresti a tutti, forse apprezzeresti ogni respiro, ogni giornata di sole o di pioggia; ma indietro non puoi tornare e non puoi andare neanche avanti.


Sei solo, è il tuo momento della verità. Solo con te stesso, avrai la consapevolezza di aver vinto o sprecato questa vita o anche solo qualche giorno di essa.

Da diverso tempo non sono più capace di provare rancore, odio per nessuno; neanche di chi si approfitta di me e mi rendo conto che non è difficile.
Ho cominciato a far fatica a capire come possa nelle persone esistere cattiveria o senso di vendetta, comincio a non ricordare più il tempo in cui anche in me albergavano queste emozioni.


Ricordo un saggio, che quando parlava di quel momento lo descriveva con una similitudine:
"E' come quando arrivi all'orgasmo dopo aver fatto l'amore."


Il punto è che se non hai realizzato il tuo potenziale, quel momento è dannazione eterna. 
Tutto qui!


L'unica libertà che abbiamo è questa.


Non pensarci, far finta di essere immortali, non ci farà evitare il nostro momento della verità.
Come ci arriveremo dipenderà da ciò che avremo fatto ogni giorno, da come avremo vissuto, se saremo stati capaci di realizzare il nostro potenziale, di riempire il nostro bicchiere.


Certo non mi riferisco a tutti, ma solo a quelle persone che non demandano la propria intelligenza, la propria responsabilità fuori di se; a quelle persone a cui cose come la speranza , la fede, la provvidenza, non solo non bastano, ma fanno sorridere.


Mi rendo conto che sono strumenti necessari, ma non per tutti.


Sarebbe bello che ci fosse sempre qualcuno che pensa a noi, ma si cresce. Il bambino non ha più bisogno dei genitori e grazie a questo comincia a scrivere la propria storia. 


Arrivare al nostro momento della verità con il desiderio di due amanti, con la consapevolezza di aver dato storia ad ogni possibile proprio potenziale, di aver reso la propria vita un capolavoro è impegno costante. 
E' poter rispondere a questa domanda: "Se oggi fosse stato il tuo ultimo mese, il tuo ultimo giorno di vita, cosa avresti fatto?"


In questo modo:  "Quello che ho fatto!" 


Ogni giorno.


Alla fine di ogni alibi, alla fine di ogni possibile, alla fine di ogni scusa: saprai chi davvero sei stato, chi davvero Sei!


Il momento della verità, ci aspetta, ci vuole: paradiso o inferno; è nelle nostre mani.





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