Ad un certo punto ti accorgi che la vita è passata, una mattina ti svegli e ti chiedi se davvero ne sei stato degno, ti domandi se hai davvero realizzato il tuo potenziale.
Tutta la nostra libertà consiste in questo: realizzare il nostro potenziale oppure no.
Non ci sono altre libertà possibili in questo pianeta, in questo tempo, in questo gioco. Certo ho molta tenerezza di me stesso, quando molto giovane, credevo che essere liberi consisteva nel poter fare ciò che volevi, quando volevi; magari anche in modo trasgressivo. Ma ogni tempo ha le sue regole, i suoi costumi, le sue morali, le sue trasgressioni.
Quanta tenerezza nel capire che non serve rompere o trasgredire, perché anche questo è un comportamento previsto; l'unico sistema è quello di rispettarle tutte, ma renderle relative ed ininfluenti per noi, dentro di noi.
Ma questo non risponde alla domanda. La risposta è semplice: certo che no.
C'e' un momento, per tutti, nella vita o meglio, alla fine della vita, che mi piace definire "Il momento della verità".
Prima o poi lo affronteremo tutti.
Alla fine del gioco quando avrai speso, dissipato tutte le infinite possibilità che hai avuto e non puoi averne più neanche una, cosa dirai a te stesso?
Domani è un altro giorno? No i giorni sono finiti, caro amico.
Quando pochi respiri ti separano da quel momento, forse, vorrai tornare indietro e chissà forse saresti una persona diversa; forse non saresti capace di odio, forse sorrideresti a tutti, forse apprezzeresti ogni respiro, ogni giornata di sole o di pioggia; ma indietro non puoi tornare e non puoi andare neanche avanti.
Sei solo, è il tuo momento della verità. Solo con te stesso, avrai la consapevolezza di aver vinto o sprecato questa vita o anche solo qualche giorno di essa.
Da diverso tempo non sono più capace di provare rancore, odio per nessuno; neanche di chi si approfitta di me e mi rendo conto che non è difficile.
Ho cominciato a far fatica a capire come possa nelle persone esistere cattiveria o senso di vendetta, comincio a non ricordare più il tempo in cui anche in me albergavano queste emozioni.
Ricordo un saggio, che quando parlava di quel momento lo descriveva con una similitudine:
"E' come quando arrivi all'orgasmo dopo aver fatto l'amore."
Il punto è che se non hai realizzato il tuo potenziale, quel momento è dannazione eterna.
Tutto qui!
L'unica libertà che abbiamo è questa.
Non pensarci, far finta di essere immortali, non ci farà evitare il nostro momento della verità.
Come ci arriveremo dipenderà da ciò che avremo fatto ogni giorno, da come avremo vissuto, se saremo stati capaci di realizzare il nostro potenziale, di riempire il nostro bicchiere.
Certo non mi riferisco a tutti, ma solo a quelle persone che non demandano la propria intelligenza, la propria responsabilità fuori di se; a quelle persone a cui cose come la speranza , la fede, la provvidenza, non solo non bastano, ma fanno sorridere.
Mi rendo conto che sono strumenti necessari, ma non per tutti.
Sarebbe bello che ci fosse sempre qualcuno che pensa a noi, ma si cresce. Il bambino non ha più bisogno dei genitori e grazie a questo comincia a scrivere la propria storia.
Arrivare al nostro momento della verità con il desiderio di due amanti, con la consapevolezza di aver dato storia ad ogni possibile proprio potenziale, di aver reso la propria vita un capolavoro è impegno costante.
E' poter rispondere a questa domanda: "Se oggi fosse stato il tuo ultimo mese, il tuo ultimo giorno di vita, cosa avresti fatto?"
In questo modo: "Quello che ho fatto!"
Ogni giorno.
Alla fine di ogni alibi, alla fine di ogni possibile, alla fine di ogni scusa: saprai chi davvero sei stato, chi davvero Sei!
Il momento della verità, ci aspetta, ci vuole: paradiso o inferno; è nelle nostre mani.
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
lunedì 25 aprile 2011
mercoledì 20 aprile 2011
Ogni volta...
Ricordo un film dal titolo "The Truman Show", questo film vuole apparentemente ispirarsi alla moda allora nascente di raccontare la vita in televisione attraverso i reality show.
In realtà tocca qualcosa di molto più profondo e complesso. Credo che sia l'esatta fotografia di come realmente viviamo.
Mi voglio concentrare su un punto: ogni volta, dopo aver costruito la possibilità, di un importante momento della vita, una serie di inesplicabili ed apparenti coincidenze negative rende, di fatto, vana ogni possibilità di realizzarlo.
Nel momento in cui sei vicino ad un successo, cominciano e si incastrano le più improbabili "coincidenze negative", che neanche la più fervida delle fantasie può lontanamente immaginare. Ogni volta queste "coincidenze" rendono un insuccesso, ciò che solo qualche ora prima si andava configurando come un grande avanzamento, come il raggiungimento di un importante obiettivo.
E più forza provavo ad impiegare, tanto più grande diventava la resistenza.
Le persone che pensavi o avresti voluto più vicino, si dimostravano proprio le più distanti e come mosse da fili invisibili addirittura remare contro, senza apparentemente rendersene neanche conto.
Non sono mai riuscito a superare questo "effetto rete", credo perché non ho mai capito dov'è il punto in cui faccio contatto, dove volente o nolente sono complice.
Non c'è forza che possa essere impiegata per superare questo "disegno" l'unico modo è cercare di sottrarsi, questo strano ed inconscio progetto usa come chiavistelli e punti d'appoggio, tutti gli errori che sono stati fatti nel passato.
Credo che rispetto al film la realtà sia ben peggiore, perché nel film c'e' comunque una regia umana dietro alla vita controllata e finta del protagonista: nella nostra vita, invece, la regia è occulta. Non c'e' nessuno che si interessa a noi, anche se in modo negativo, credo che sia solo un meccanismo macchina, che in qualche modo noi stessi attiviamo.
Sto esattamente attraversando un'altro di questi momenti, forse potrebbe essere uno degli ultimi.
Anche questa volta, la solita serie delle "improbabili coincidenze" si sta incasellando alla perfezione, con la solita precisione diabolica.
Ovviamente sono solo, questo ormai non mi fa più molta realtà, sono passati i tempi in cui immaginavo di poter avere una compagna che senza neanche guardarti ti capiva e ti dava coraggio. Ora so che erano solo adolescenziali fantasie; ora posso contare solo su di me, sapendo che tutta la razionalità di cui dispongo non servirà assolutamente a nulla.
Ho scalato tutta la montagna, ma proprio in vista della vetta, sono arrivate... Come ogni volta "le diaboliche improbabili coincidenze". Questa volta cercherò di concentrarmi esclusivamente su me stesso, sul modo di sottrarmi.
In questi momenti tutte le belle teorie e frasi, sul vincente, sul leader, diventano come aria fresca. Solo i fatti daranno il responso.
Non c'e' frase che possa esprimere ciò che si prova quando avresti voglia di guardare avanti ed avere un punto di riferimento, un Capo; ma sai che quando guarderai avanti non vedrai nessuno, perché il punto di riferimento, il capo, sei tu.
Ogni volta... Tutte le difficoltà, i problemi, le coincidenze negative, sembrano darsi appuntamento e nessuna di queste arriva in ritardo.
Domani sarò puntuale anche io, mi farò trovare già lì.
Sono un uomo fortunato perché molte persone che ho amato, molti amici in cui ho creduto mi hanno tradito, sono fortunato perché ho commesso tutti gli errori che si possono commettere, sono fortunato perché ho avuto tutte le difficoltà del mondo, sono fortunato perché mi godo ogni momento, anche quelli brutti. Sono fortunato perché non cerco scuse, perché non me la prendo con tutti per non prendermela con me stesso.
Sono un uomo fortunato, perché ho vissuto intensamente, sono un uomo fortunato perché costruisco la mia fortuna... Ogni volta...
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Fabrizio Rinaldi
domenica 10 aprile 2011
Domenica - Un pensiero ad alcuni amici, compagni di viaggio!
"Spesso si vive gran parte della propria vita "aspettando la propria buona opportunità"
Cosi comincia una mail che ho ricevuto da un amico.
Non è uno di quelli che parlano molto, anzi al contrario è molto riflessivo ed in apparenza può sembrare abbastanza freddo è distaccato.
In realtà le sue emozioni sfuggono alla sua razionalità a cui si sforza di farle tenere sotto controllo; il risultato è che le emozioni controllano la sua vita, come la nostra.
Lui percepisce tutto ciò come paura, sottile costante paura: di sbagliare, di decidere, di vivere; per non pagarne il conto. Lui non sa che il costo che dovrà comunque pagare, sarà ben più alto, di quello richiesto per vivere.
Ricevere la sua mail mi ha fatto molto piacere, perché c'e' uno spiraglio di luce, un'emozione.
E come mi piace fare ho provato a seguirla: ...aspettando la buona opportunità...
Per cosa? Che cosa vuol dire? Si sembra facile e scontato, ma a me piace capire e quindi mi chiedo che cosa vuol dire...
Ma continuo a seguire quello spiraglio: chi aspetta la propria buona opportunità probabilmente aspetterà senza alcun esito e trascorrerà la vita in attesa di qualcosa che non arriverà mai. E' il solito atteggiamento "infantile" nel senso che aspetto che "la soluzione" arrivi da fuori di me.
La buona opportunità non si aspetta, la buona opportunità si cerca, si costruisce; con passione, volontà, ambizione, capacità; e l'entusiasmo?
L'entusiasmo è come l'aria che respiriamo, possiamo impegnarci a cercare del buon cibo, ma l'aria è necessaria!
Noi stiamo costruendo la nostra buona opportunità; e piano piano, ma inesorabilmente è come se ci stessimo svegliando da un torpore profondo, ogni tanto ho come l'impressione che qualcuno di noi veda quello spiraglio di luce; come il mio amico nella mail.
Tra apparente lavoro, impegno, preoccupazioni, difficoltà, gioco; stiamo condividendo un viaggio.
...Continuo a seguire quello spiraglio: opportunità è forse il viaggio che mi porta in un bel luogo al mare, che mi toglie le quotidiane preoccupazioni, ma mi lascia la stessa persona in fondo? Che senso ha? Mi chiedo.
No non è questa; l'opportunità è il viaggio che abbiamo iniziato, è il viaggio l'opportunità;
durante questo viaggio potremo capire maggiormente ciò che siamo e decidere di cambiarlo, se vorremo.
Tutti noi abbiamo combattuto, ed un giorno, seguendo diversi percorsi ci siamo trovati.
Come vecchi guerrieri, che ormai stanchi, delusi e disillusi, guardandosi abbiano deciso...
"ancora un'altra battaglia".
La nostra opportunità non è quella di trovare "il bel luogo al mare", la nostra opportunità è quella di capire durante il viaggio chi siamo e decidere di conseguenza; per chi lo vorrà.
Noi stiamo combattendo "con le unghie e con i denti" per la nostra opportunità, qualcuno l'ha immaginata, qualcuno ci ha creduto, qualcuno ci si è aggrappato, qualcuno ci sta lavorando.
No! Caro amico tu non stai condividendo con noi la tua "buona occasione", Tu la stai costruendo insieme a noi.
...E cosa più importante... attraverso questa avrai un opportunità ancora più grande, sicuramente unica, quella di trovare te stesso; è questa la vera "Grande occasione".
Niente vale più di questo, questa è quell'unica cosa da tenere stretta nella mano, ed è anche l'unico modo di godersi quel bel posto al mare, che alla fine avremo trovato.
L'opportunità è il viaggio... il viaggio è cominciato, mettiamoci in viaggio.
Grazie per la tua mail, amico mio, anzi di più, compagno di viaggio!
Cosi comincia una mail che ho ricevuto da un amico.
Non è uno di quelli che parlano molto, anzi al contrario è molto riflessivo ed in apparenza può sembrare abbastanza freddo è distaccato.
In realtà le sue emozioni sfuggono alla sua razionalità a cui si sforza di farle tenere sotto controllo; il risultato è che le emozioni controllano la sua vita, come la nostra.
Lui percepisce tutto ciò come paura, sottile costante paura: di sbagliare, di decidere, di vivere; per non pagarne il conto. Lui non sa che il costo che dovrà comunque pagare, sarà ben più alto, di quello richiesto per vivere.
Ricevere la sua mail mi ha fatto molto piacere, perché c'e' uno spiraglio di luce, un'emozione.
E come mi piace fare ho provato a seguirla: ...aspettando la buona opportunità...
Per cosa? Che cosa vuol dire? Si sembra facile e scontato, ma a me piace capire e quindi mi chiedo che cosa vuol dire...
Ma continuo a seguire quello spiraglio: chi aspetta la propria buona opportunità probabilmente aspetterà senza alcun esito e trascorrerà la vita in attesa di qualcosa che non arriverà mai. E' il solito atteggiamento "infantile" nel senso che aspetto che "la soluzione" arrivi da fuori di me.
La buona opportunità non si aspetta, la buona opportunità si cerca, si costruisce; con passione, volontà, ambizione, capacità; e l'entusiasmo?
L'entusiasmo è come l'aria che respiriamo, possiamo impegnarci a cercare del buon cibo, ma l'aria è necessaria!
Noi stiamo costruendo la nostra buona opportunità; e piano piano, ma inesorabilmente è come se ci stessimo svegliando da un torpore profondo, ogni tanto ho come l'impressione che qualcuno di noi veda quello spiraglio di luce; come il mio amico nella mail.
Tra apparente lavoro, impegno, preoccupazioni, difficoltà, gioco; stiamo condividendo un viaggio.
...Continuo a seguire quello spiraglio: opportunità è forse il viaggio che mi porta in un bel luogo al mare, che mi toglie le quotidiane preoccupazioni, ma mi lascia la stessa persona in fondo? Che senso ha? Mi chiedo.
No non è questa; l'opportunità è il viaggio che abbiamo iniziato, è il viaggio l'opportunità;
durante questo viaggio potremo capire maggiormente ciò che siamo e decidere di cambiarlo, se vorremo.
Tutti noi abbiamo combattuto, ed un giorno, seguendo diversi percorsi ci siamo trovati.
Come vecchi guerrieri, che ormai stanchi, delusi e disillusi, guardandosi abbiano deciso...
"ancora un'altra battaglia".
La nostra opportunità non è quella di trovare "il bel luogo al mare", la nostra opportunità è quella di capire durante il viaggio chi siamo e decidere di conseguenza; per chi lo vorrà.
Noi stiamo combattendo "con le unghie e con i denti" per la nostra opportunità, qualcuno l'ha immaginata, qualcuno ci ha creduto, qualcuno ci si è aggrappato, qualcuno ci sta lavorando.
No! Caro amico tu non stai condividendo con noi la tua "buona occasione", Tu la stai costruendo insieme a noi.
...E cosa più importante... attraverso questa avrai un opportunità ancora più grande, sicuramente unica, quella di trovare te stesso; è questa la vera "Grande occasione".
Niente vale più di questo, questa è quell'unica cosa da tenere stretta nella mano, ed è anche l'unico modo di godersi quel bel posto al mare, che alla fine avremo trovato.
L'opportunità è il viaggio... il viaggio è cominciato, mettiamoci in viaggio.
Grazie per la tua mail, amico mio, anzi di più, compagno di viaggio!
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Fabrizio Rinaldi
sabato 2 aprile 2011
Tra sogno e realtà.
Troppo tempo è trascorso,
troppo tempo è passato,
ho attraversato tante di quelle vite che non ne ho più ricordo,
guardo attraverso le grandi vetrate, così tanti aerei in arrivo ed in partenza,
così tante luci, la città illuminata e vasta da non vederne i confini,
in un hotel; sono seduto all'ultimo piano,
New York sembra così silenziosa, la musica in sottofondo,
colonna musicale delle emozioni, che confuse rincorrono i pensieri.
Al centro del mondo, nel mezzo di una grande metropoli,
con tutto quel traffico nel cielo e nelle strade che da qui, sembra appartenere ad un'altra realtà,
posso godermi tutta la solitudine possibile,
fuori dalla storia, nel centro del mondo, tra milioni di persone,
un numero tra i numeri, una profonda e incoraggiante solitudine.
Ascolto la musica, guardo le migliaia di luci che sembrano sospese,
se sparissi, nessuno se ne accorgerebbe; sono a casa, libero.
Accarezzo il mio bicchiere, solo, in mezzo a tante persone.
Troppe vite trascorse per ricordarle tutte, per ricordare lo scopo di ognuna,
troppe vite trascorse per dare uno scopo alla vita attuale; non ho più bisogno di uno scopo,
vivo; questo è lo scopo. Sorrido, la solitudine mi conforta, mi coccola, mi tiene con se, libero; senza uno scopo, senza una meta.
Troppe vite trascorse, migliaia di anni passati a cercare un motivo, se poi serve un motivo;
una vita segue l'altra, ogni vita che vinci, senza fine. La testa si perde, ha paura, vorrebbe riferimenti, ma preferisco la paura, senza riferimenti vaga, e come ogni volta non mi seguirà nella prossima vita.
Ancora una volta nascerò dimenticando tutto, ancora una volta affronterò le stesse domande,
ancora una volta attraverso questo mondo od un altro, ancora una volta strumento, ancora una volta,
la fine di ogni tempo, la fine di ogni gioco, la fine di ogni spazio, di ogni storia,
la mente si perde nel tempo infinito, la testa ha paura di non avere uno scopo, e mentre guardo gli aerei che senza sosta sembrano rincorrersi, do uno scopo ai miei pensieri, come per gioco,
immagino un luogo con tutte le persone care che ho avuto in questa vita, sempre appagato e sereno, il luogo più bello che possa sognare, vicino a Dio, come fosse il paradiso, un luogo dove un giorno potrò andare e fermarmi per sempre,
e questo è lo scopo? Mi chiedo.
Accarezzo il mio bicchiere, ormai quasi vuoto; sento una morsa, al pensiero del sempre, ma poi sorrido sereno, perché non è quello lo scopo, sorrido perché lascio la testa a pensare ciò che vuole,
mentre io mi godo il panorama, la solitudine, la libertà.
Troppe vite trascorse, per credere ancora ai miei pensieri,
ad ogni vita una nuova testa, senza ricordi, senza pensieri, ma troppe vite trascorse,
quasi annoiato, attraverso le grandi finestre guardo questo mondo,
fino alla fine di ogni tempo, oltre il tempo,
crocevia di energia, che sostanzia me in questo momento, niente altro, la testa si perde, ma io mi godo il momento ascolto la musica, libero da ogni pensiero,
troppe vite trascorse, per credere ancora in uno scopo, la mia testa ne ha bisogno, ma io no; sorrido
tranquillo mi godo il silenzio che proviene da fuori, ed il rumore delle luci che in lontananza come tante candele vibrano.
Attraverso ancora un'altra vita, e mi chiedo se riuscirò ad incontrarla ancora,
non ricordo neanche in quale tipo di esistenza fui con lei, ma la ricordo, anzi la percepisco.
Fino alla fine di ogni tempo, in dimensioni dove il tempo non c'era,
troppe vite trascorse, e mi chiedo se in questa vita riuscirò ad incontrarla ancora una volta, ancora con lei,
o quante vite dovrò ancora passare, ma la rincorro attraverso ogni vita,
rincorro i suoi occhi, rincorro il momento in cui tutto si annulla, rincorro il momento in cui tutto si ferma, in cui lo scopo non serve, tutte queste esistenze, per un solo secondo, per un solo momento,
per un unico istante, ancora una volta, ancora sfiorarsi, ragione del tempo,
ancora un istante, ancora una vita, giocare, ballare, essere l'origine e la fine,
l'inizio e lo scopo,
ancora una volta incontrarsi, lasciando i pensieri,
solo emozioni, solo energia, e poi lasciare anche queste, fino all'essenza ultima possibile, e poi oltre quella,
ancora una volta, ancora un momento, ancora un secondo, un'altra esistenza,
ti rincorro da troppe vite,
guardo fuori dalle grandi vetrate, senza uno scopo, senza paura,
libero, ti percepisco, oltre il tempo, oltre lo spazio, attraverso la mia anima sono ancora con te, in quel unico momento, in quell'unica esistenza, dove l'Essere fece festa con noi,
accarezzo il bicchiere, ormai vuoto,
è ora di andare, forse in una di queste esistenze deciderò di non aver mai voluto esistere, forse
ma prima ti cercherò ancora, per quel momento,
quell'unico istante.
E' sempre con me oltre i ricordi, che ogni volta spariscono, oltre ogni vita che ogni volta ricomincia,
e' sempre con me; libero vago,
fuori dalla storia, solo;
in mezzo a milioni di persone.
Pago il conto, è ora di andare,
mi rimetto in cammino...
ancora una volta...
vincere il gioco...
ancora un secondo...
oltre lo scopo, senza lo scopo,
troppo tempo è trascorso
troppo tempo è passato.
troppo tempo è passato,
ho attraversato tante di quelle vite che non ne ho più ricordo,
guardo attraverso le grandi vetrate, così tanti aerei in arrivo ed in partenza,
così tante luci, la città illuminata e vasta da non vederne i confini,
in un hotel; sono seduto all'ultimo piano,
New York sembra così silenziosa, la musica in sottofondo,
colonna musicale delle emozioni, che confuse rincorrono i pensieri.
Al centro del mondo, nel mezzo di una grande metropoli,
con tutto quel traffico nel cielo e nelle strade che da qui, sembra appartenere ad un'altra realtà,
posso godermi tutta la solitudine possibile,
fuori dalla storia, nel centro del mondo, tra milioni di persone,
un numero tra i numeri, una profonda e incoraggiante solitudine.
Ascolto la musica, guardo le migliaia di luci che sembrano sospese,
se sparissi, nessuno se ne accorgerebbe; sono a casa, libero.
Accarezzo il mio bicchiere, solo, in mezzo a tante persone.
Troppe vite trascorse per ricordarle tutte, per ricordare lo scopo di ognuna,
troppe vite trascorse per dare uno scopo alla vita attuale; non ho più bisogno di uno scopo,
vivo; questo è lo scopo. Sorrido, la solitudine mi conforta, mi coccola, mi tiene con se, libero; senza uno scopo, senza una meta.
Troppe vite trascorse, migliaia di anni passati a cercare un motivo, se poi serve un motivo;
una vita segue l'altra, ogni vita che vinci, senza fine. La testa si perde, ha paura, vorrebbe riferimenti, ma preferisco la paura, senza riferimenti vaga, e come ogni volta non mi seguirà nella prossima vita.
Ancora una volta nascerò dimenticando tutto, ancora una volta affronterò le stesse domande,
ancora una volta attraverso questo mondo od un altro, ancora una volta strumento, ancora una volta,
la fine di ogni tempo, la fine di ogni gioco, la fine di ogni spazio, di ogni storia,
la mente si perde nel tempo infinito, la testa ha paura di non avere uno scopo, e mentre guardo gli aerei che senza sosta sembrano rincorrersi, do uno scopo ai miei pensieri, come per gioco,
immagino un luogo con tutte le persone care che ho avuto in questa vita, sempre appagato e sereno, il luogo più bello che possa sognare, vicino a Dio, come fosse il paradiso, un luogo dove un giorno potrò andare e fermarmi per sempre,
e questo è lo scopo? Mi chiedo.
Accarezzo il mio bicchiere, ormai quasi vuoto; sento una morsa, al pensiero del sempre, ma poi sorrido sereno, perché non è quello lo scopo, sorrido perché lascio la testa a pensare ciò che vuole,
mentre io mi godo il panorama, la solitudine, la libertà.
Troppe vite trascorse, per credere ancora ai miei pensieri,
ad ogni vita una nuova testa, senza ricordi, senza pensieri, ma troppe vite trascorse,
quasi annoiato, attraverso le grandi finestre guardo questo mondo,
fino alla fine di ogni tempo, oltre il tempo,
crocevia di energia, che sostanzia me in questo momento, niente altro, la testa si perde, ma io mi godo il momento ascolto la musica, libero da ogni pensiero,
troppe vite trascorse, per credere ancora in uno scopo, la mia testa ne ha bisogno, ma io no; sorrido
tranquillo mi godo il silenzio che proviene da fuori, ed il rumore delle luci che in lontananza come tante candele vibrano.
Attraverso ancora un'altra vita, e mi chiedo se riuscirò ad incontrarla ancora,
non ricordo neanche in quale tipo di esistenza fui con lei, ma la ricordo, anzi la percepisco.
Fino alla fine di ogni tempo, in dimensioni dove il tempo non c'era,
troppe vite trascorse, e mi chiedo se in questa vita riuscirò ad incontrarla ancora una volta, ancora con lei,
o quante vite dovrò ancora passare, ma la rincorro attraverso ogni vita,
rincorro i suoi occhi, rincorro il momento in cui tutto si annulla, rincorro il momento in cui tutto si ferma, in cui lo scopo non serve, tutte queste esistenze, per un solo secondo, per un solo momento,
per un unico istante, ancora una volta, ancora sfiorarsi, ragione del tempo,
ancora un istante, ancora una vita, giocare, ballare, essere l'origine e la fine,
l'inizio e lo scopo,
ancora una volta incontrarsi, lasciando i pensieri,
solo emozioni, solo energia, e poi lasciare anche queste, fino all'essenza ultima possibile, e poi oltre quella,
ancora una volta, ancora un momento, ancora un secondo, un'altra esistenza,
ti rincorro da troppe vite,
guardo fuori dalle grandi vetrate, senza uno scopo, senza paura,
libero, ti percepisco, oltre il tempo, oltre lo spazio, attraverso la mia anima sono ancora con te, in quel unico momento, in quell'unica esistenza, dove l'Essere fece festa con noi,
accarezzo il bicchiere, ormai vuoto,
è ora di andare, forse in una di queste esistenze deciderò di non aver mai voluto esistere, forse
ma prima ti cercherò ancora, per quel momento,
quell'unico istante.
E' sempre con me oltre i ricordi, che ogni volta spariscono, oltre ogni vita che ogni volta ricomincia,
e' sempre con me; libero vago,
fuori dalla storia, solo;
in mezzo a milioni di persone.
Pago il conto, è ora di andare,
mi rimetto in cammino...
ancora una volta...
vincere il gioco...
ancora un secondo...
oltre lo scopo, senza lo scopo,
troppo tempo è trascorso
troppo tempo è passato.
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Fabrizio Rinaldi
giovedì 31 marzo 2011
A a, una piccola differenza; che fa la Differenza!
Molto spesso provo a guardare l'affetto di un genitore per un figlio, cerco di capire questo tanto osannato amore genitoriale cosa sia in essenza.
Più mi sforzo di capire e di guardare e più questo tanto paventato amore perde consistenza.
Usare questa parola è semplice, pensiamo di conoscerne il significato, ma poche sono le persone oneste che ne vogliono davvero capire la profonda realtà.
Se proviamo a guardarci dentro e a fare una seria analisi, cosa resta, se togliamo il nostro egoismo e le nostre proiezioni, a questo tanto decantato amore?
Cosa significa, davvero, che amiamo i nostri figli? Che li vorremmo sempre vicini, che vorremmo per loro il meglio, che vorremmo vederli felici, che vorremmo tutto per loro, che vorremmo....
Vorremmo, vorremmo, vorremmo, ma loro cosa vorrebbero?
Quando li abbracciamo stretti a noi, cosa ci viene in mente, cosa diamo in quell'abbraccio?
E' molto comodo pensare o credere di essere in grado e/o capaci di amare. L'Amore può darsi solo per sovrabbondanza e mai può servire a compensare le nostre frustrazioni e la nostra vita sbagliata.
Mi è capitato di vedere genitori accompagnare i propri figli a fare sport; sono tutti lì ad incitarli, ed anche chi non lo fa pensa, "Tanto mio figlio è il migliore di tutti".
E' aberrante voler compensare il proprio insuccesso attraverso i figli; perché nessuno può compensare con altri, ne con i figli, la propria vita sbagliata.
Come è possibile pensare che una persona non già completa e realizzata in se stessa possa Amare, non parlo di quello superficiale, di quello che ho anche trovato in certi ospedali.
Ad esempio quando parlavo con i volontari, mi rendevo conto, dalle loro parole, che erano più loro ad ever bisogno di quella missione. Mi trasmettevano il loro "bisogno" nel dover dare questa assistenza, attraverso la quale loro si sentivano utili, importanti, appagati, brave persone, ecc. In ultima analisi lo facevano per se stessi in primis.
La natura non prevede salti, non si può Amare, se già tu non sei ad una tua pienezza, ma soltanto illudersi di farlo. Ad una gran parte delle persone può anche bastare, ma non per tutti è così.
Proteggiamo, educhiamo, incoraggiamo, sgridiamo, i nostri figli; soffriamo, gioiamo, per loro, ma non è questo l'amore.
L'Amore comincia, dove finiscono tutti i pensieri. L'Amore per i nostri figli comincia nel preoccuparci di dargli un genitore felice che ama la vita. L'esempio conta, le parole sono semplicemente "lacrime nella pioggia".
Se Amiamo i nostri figli il primo dovere è verso noi stessi, perché loro guarderanno questa realtà, loro vorranno vedere che questo gioco vale la pena viverlo e vincerlo. E' inutile insistere esclusivamente sugli insegnamenti teorici, la realtà e la prassi ci inchioda o ci rende liberi.
Amare un figlio significa, dimostrare che ciò che gli insegniamo è il mezzo e non il fine; e che funziona. Che tutte le regole alla fine potrà buttarle, perché dopo averle rispettate tutte, non gli serviranno più.
Amare un figlio significa essere onesti, duri, umili, con se stessi.
Significa eliminare tutto l'egoismo, anche quello più sottile, significa cancellare dalla nostra mente frasi del tipo " Per me i figli sono tutto". Se ti accorgi di assere a quel punto è il momento di cambiare tutto.
Se loro sono tutto, vuol dire che stai cannibalizzando la loro vita.
Amare significa, essere disposti a considerarli liberi di fare le loro scelte, significa chiudere la porta e non riaprirla, se ci rendiamo conto che stanno sbagliando; soffrire ma essere incorruttibili; e continuare a tracciare la strada.
Significa assaporare quel sottile profondo piacere di quella esistenza di cui tu sei solo stato l'occasione esterna, significa assaporare quel profondo e sottile piacere di un'altra storia, che un altro essere umano dovrà scrivere.
Amare senza voler possedere, dare senza neanche voler dare e soprattutto senza minimamente aspettarsi la benché minima cosa.
Incondizionatamente essere in grado di dare.
Metaforicamente è come quando guardi l'alba e sei in mezzo al mare. Ciò che si prova è un esperienza unica, ogni volta; ma non è che il cielo, il sole, il mare si aspettino qualcosa in cambio, danno senza neanche voler dare, incondizionatamente; rispettano la loro essenza, e noi ne godiamo.
Certo l'Amore tra due Persone evolute è ancora di più rispetto all'Amore per un figlio, ma questo è privilegio, ormai, per pochi.
Amare un figlio significa sedersi accanto al suo essere, suonare la sua musica, vibrare alla stessa frequenza, cosicché la risonanza generata amplifichi entrambi.
Significa stargli vicino, senza farsene accorgere, per non occupare il suo spazio, la sua vita.
Significa guardarlo, come si guarda un tramonto, con la consapevolezza che non sarà mai mio, con il desiderio di farmi da parte quando sarà il momento.
Significa combattere affinché quel momento, arrivi al tempo giusto.
Significa guardarlo volare senza rimpianti, significa prendersi la responsabilità (ponderare la cosa).
Significa aver Amato un altro assere umano, da dove lui si è causato.
Significa non volere che lui divenga ciò che a noi farebbe piacere, ma che divenga ciò che il suo progetto prevede, ciò che la sua anima determina; ciò che lui stesso vuole.
Significa il privilegio di un piacere, che richiede un prezzo; come ogni piacere.
Il problema è che molto raramente ho visto questo; molto più spesso, invece, ho visto decidere un figlio per provare a salvare un matrimonio, per egoismo di avere un figlio, per sbaglio, per ricattare un'altra persona, per paura, per compensare la propria vita non riuscita. Insomma per la solita classica superficialità.
La cosa "divertente" e che poi ci lamentiamo di come va il mondo, per ricordare la frase di un grande uomo e scienziato: "Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità delle persone, ma sulla prima ho dei dubbi".
Soltanto in questo modo, un giorno, potremo avere un luogo migliore dove vivere, solo in questo modo i nostri figli potranno essere migliori di noi. Se davvero vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo cambiare noi stessi.
Amare non è in dote naturale, è un lusso uno dei più costosi, ma il prezzo che bisogna pagare ti permette di accedere alla nostra stessa essenza; più del paradiso, non la proiezione infantile, ma quello realmente esistente già qui.
Soltanto quando si è in grado, capaci di Amare è possibile capire cosa significa e decidere scientemente di farlo.
La cosa più bella da lasciare ad un figlio?
A nessun essere umano serve altro.....
Dei genitori capaci di Amore (non amore)!
Più mi sforzo di capire e di guardare e più questo tanto paventato amore perde consistenza.
Usare questa parola è semplice, pensiamo di conoscerne il significato, ma poche sono le persone oneste che ne vogliono davvero capire la profonda realtà.
Se proviamo a guardarci dentro e a fare una seria analisi, cosa resta, se togliamo il nostro egoismo e le nostre proiezioni, a questo tanto decantato amore?
Cosa significa, davvero, che amiamo i nostri figli? Che li vorremmo sempre vicini, che vorremmo per loro il meglio, che vorremmo vederli felici, che vorremmo tutto per loro, che vorremmo....
Vorremmo, vorremmo, vorremmo, ma loro cosa vorrebbero?
Quando li abbracciamo stretti a noi, cosa ci viene in mente, cosa diamo in quell'abbraccio?
E' molto comodo pensare o credere di essere in grado e/o capaci di amare. L'Amore può darsi solo per sovrabbondanza e mai può servire a compensare le nostre frustrazioni e la nostra vita sbagliata.
Mi è capitato di vedere genitori accompagnare i propri figli a fare sport; sono tutti lì ad incitarli, ed anche chi non lo fa pensa, "Tanto mio figlio è il migliore di tutti".
E' aberrante voler compensare il proprio insuccesso attraverso i figli; perché nessuno può compensare con altri, ne con i figli, la propria vita sbagliata.
Come è possibile pensare che una persona non già completa e realizzata in se stessa possa Amare, non parlo di quello superficiale, di quello che ho anche trovato in certi ospedali.
Ad esempio quando parlavo con i volontari, mi rendevo conto, dalle loro parole, che erano più loro ad ever bisogno di quella missione. Mi trasmettevano il loro "bisogno" nel dover dare questa assistenza, attraverso la quale loro si sentivano utili, importanti, appagati, brave persone, ecc. In ultima analisi lo facevano per se stessi in primis.
La natura non prevede salti, non si può Amare, se già tu non sei ad una tua pienezza, ma soltanto illudersi di farlo. Ad una gran parte delle persone può anche bastare, ma non per tutti è così.
Proteggiamo, educhiamo, incoraggiamo, sgridiamo, i nostri figli; soffriamo, gioiamo, per loro, ma non è questo l'amore.
L'Amore comincia, dove finiscono tutti i pensieri. L'Amore per i nostri figli comincia nel preoccuparci di dargli un genitore felice che ama la vita. L'esempio conta, le parole sono semplicemente "lacrime nella pioggia".
Se Amiamo i nostri figli il primo dovere è verso noi stessi, perché loro guarderanno questa realtà, loro vorranno vedere che questo gioco vale la pena viverlo e vincerlo. E' inutile insistere esclusivamente sugli insegnamenti teorici, la realtà e la prassi ci inchioda o ci rende liberi.
Amare un figlio significa, dimostrare che ciò che gli insegniamo è il mezzo e non il fine; e che funziona. Che tutte le regole alla fine potrà buttarle, perché dopo averle rispettate tutte, non gli serviranno più.
Amare un figlio significa essere onesti, duri, umili, con se stessi.
Significa eliminare tutto l'egoismo, anche quello più sottile, significa cancellare dalla nostra mente frasi del tipo " Per me i figli sono tutto". Se ti accorgi di assere a quel punto è il momento di cambiare tutto.
Se loro sono tutto, vuol dire che stai cannibalizzando la loro vita.
Amare significa, essere disposti a considerarli liberi di fare le loro scelte, significa chiudere la porta e non riaprirla, se ci rendiamo conto che stanno sbagliando; soffrire ma essere incorruttibili; e continuare a tracciare la strada.
Significa assaporare quel sottile profondo piacere di quella esistenza di cui tu sei solo stato l'occasione esterna, significa assaporare quel profondo e sottile piacere di un'altra storia, che un altro essere umano dovrà scrivere.
Amare senza voler possedere, dare senza neanche voler dare e soprattutto senza minimamente aspettarsi la benché minima cosa.
Incondizionatamente essere in grado di dare.
Metaforicamente è come quando guardi l'alba e sei in mezzo al mare. Ciò che si prova è un esperienza unica, ogni volta; ma non è che il cielo, il sole, il mare si aspettino qualcosa in cambio, danno senza neanche voler dare, incondizionatamente; rispettano la loro essenza, e noi ne godiamo.
Certo l'Amore tra due Persone evolute è ancora di più rispetto all'Amore per un figlio, ma questo è privilegio, ormai, per pochi.
Amare un figlio significa sedersi accanto al suo essere, suonare la sua musica, vibrare alla stessa frequenza, cosicché la risonanza generata amplifichi entrambi.
Significa stargli vicino, senza farsene accorgere, per non occupare il suo spazio, la sua vita.
Significa guardarlo, come si guarda un tramonto, con la consapevolezza che non sarà mai mio, con il desiderio di farmi da parte quando sarà il momento.
Significa combattere affinché quel momento, arrivi al tempo giusto.
Significa guardarlo volare senza rimpianti, significa prendersi la responsabilità (ponderare la cosa).
Significa aver Amato un altro assere umano, da dove lui si è causato.
Significa non volere che lui divenga ciò che a noi farebbe piacere, ma che divenga ciò che il suo progetto prevede, ciò che la sua anima determina; ciò che lui stesso vuole.
Significa il privilegio di un piacere, che richiede un prezzo; come ogni piacere.
Il problema è che molto raramente ho visto questo; molto più spesso, invece, ho visto decidere un figlio per provare a salvare un matrimonio, per egoismo di avere un figlio, per sbaglio, per ricattare un'altra persona, per paura, per compensare la propria vita non riuscita. Insomma per la solita classica superficialità.
La cosa "divertente" e che poi ci lamentiamo di come va il mondo, per ricordare la frase di un grande uomo e scienziato: "Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità delle persone, ma sulla prima ho dei dubbi".
Soltanto in questo modo, un giorno, potremo avere un luogo migliore dove vivere, solo in questo modo i nostri figli potranno essere migliori di noi. Se davvero vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo cambiare noi stessi.
Amare non è in dote naturale, è un lusso uno dei più costosi, ma il prezzo che bisogna pagare ti permette di accedere alla nostra stessa essenza; più del paradiso, non la proiezione infantile, ma quello realmente esistente già qui.
Soltanto quando si è in grado, capaci di Amare è possibile capire cosa significa e decidere scientemente di farlo.
La cosa più bella da lasciare ad un figlio?
A nessun essere umano serve altro.....
Dei genitori capaci di Amore (non amore)!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
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