... Mi piace ogni respiro...
... Mi piace scoprire ogni momento un pò di più di ciò che esiste...
Mi piace godere di ogni sapore, di ogni cosa che accade e di cui sono consapevole mentre la coesisto...
Mi piace improvvisare un posacenere per un sigaro...
Mi piace la mia solitudine, perché esiste un universo dove la solitudine non esiste...
Mi piace poter guardare e poter vedere fin dove voglio, fin dove decido, ogni cosa...
Mi piace poter guardare le persone e vedere fin dove voglio, fin dove decido, fin dove loro non sanno e forse, non sapranno mai,
mi piace perché in fondo alla loro Anima, c'è un "unico" dove anche io Sono...
Posso vedere in ogni persona, il presente, il passato e il futuro...
Mi piace ogni respiro, ogni attimo di Anima, ogni istante di vita...
Mi piace la consapevolezza, la luce che diventa abbagliante quando chiudo gli occhi...
Mi piace parlare anche se molto raramente lo faccio davvero, mi piace cambiare la realtà, a volte, persino lasciarla com'è...
Mi piace il rammarico che provo per certi amici, che avrebbero davvero potuto essere Grandi e che non lo saranno mai... E he ho dovuto lasciar andare...
Mi piace il sommo rispetto che ho verso la libertà, che tranquillamente uccide...
Mi piace ciò che penso, che creo e che mantengo... Mi piace anche cambiarlo...
Mi piace la creatività e il coincidere con questa,
mi piace l'infallibilità, la perfezione dell'Essere e la sana natura umana dell'esistere,
mi piace lo "spietato" gioco della vita...
Mi piace sapere cosa sia la libertà, l'Amore, lo scopo della vita, mi piace persino giungere al piacere come continuo perfezionarsi...
Mi piace quell'intimo profondo infinito senso di Pace...
Mi piace fare,
mi piace ogni traguardo raggiunto e ancor più il successivo...
Mi piace ogni giorno,
... semplicemente...
Mi piace...
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
sabato 26 gennaio 2019
domenica 30 dicembre 2018
Auguri 2019
La libertà è cosa ben diversa dai pensieri giovanili... Ben diversa dai pensieri "maturi"...
Richiede l'esattezza di se stessi e soprattutto il suo continuo mantenimento... Il costante vigilare, non semplicemente sui propri pensieri e azioni, ma sulle continue interferenze.
La libertà non è lo scopo, è la semplice naturale conseguenza del proprio progress, del proprio "non morire" nella solita vita di stereotipi.
Così anche la libertà è divenuta stereotipo... Eppure, esistono ancora Persone coraggiose!
Ti auguro di avere il coraggio di guardare fino in fondo a te stesso,
ti auguro di avere il coraggio di accettare ciò che ti trovi ad essere e di lottare per riconquistare ciò che da sempre Sei.
Ti auguro di poter vedere e conoscere cosa sia la libertà, perché questa appartiene esclusivamente a chi ha vinto il gioco della vita... Buon 2019!
Richiede l'esattezza di se stessi e soprattutto il suo continuo mantenimento... Il costante vigilare, non semplicemente sui propri pensieri e azioni, ma sulle continue interferenze.
La libertà non è lo scopo, è la semplice naturale conseguenza del proprio progress, del proprio "non morire" nella solita vita di stereotipi.
Così anche la libertà è divenuta stereotipo... Eppure, esistono ancora Persone coraggiose!
Ti auguro di avere il coraggio di guardare fino in fondo a te stesso,
ti auguro di avere il coraggio di accettare ciò che ti trovi ad essere e di lottare per riconquistare ciò che da sempre Sei.
Ti auguro di poter vedere e conoscere cosa sia la libertà, perché questa appartiene esclusivamente a chi ha vinto il gioco della vita... Buon 2019!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
mercoledì 26 dicembre 2018
"Il mio" Natale
La pressione della macchina sembra farsi sentire più forte, in questi periodi.
C'era un tempo in cui l'Uomo era signore del proprio spirito, poi intervenne qualcosa che cambiò tutto.
I momenti più belli e le cose migliori, proprio lì dove l'Uomo era più forte e vivo, sono stati quelli maggiormente colpiti;
c'era un tempo in cui il Natale era dedicato al massimo incontro con se stessi, al momento della "nascita", in quel giorno l'Uomo festeggiava intimamente il proprio inizio per confermarlo...
Era il tempo in cui non c'era distinzione tra buono e cattivo, tra giusto e malvagio, perché l'Uomo, per propria indole, esperiva solo esclusiva bontà, piacere nell'esistere, solo semplice pretesto dell'Essere.
... Era molto tempo fa...
Poi, la macchina, giocò l'uomo e lo rese schiavo delle proprie idee, rese "fisse" poche immagini nella sua mente e lo ridusse come oggi si constata.
Vuoto a vuoto, corsa inutile verso qualcosa di cui non ha più né conoscenza né conoscenza... L'Uomo perse la propria casa!
Ciò che un tempo aveva valore di "trampolino" verso la vita, divenne tomba; famiglia, incontro, dono, spiritualità divennero solo immagini senza reale, inutili "stampelle" dove aggrapparsi, dove immaginare di poter appendere un vuoto incolmabile.
Esistono ancora Uomini capaci nel mondo, a volte creano grandi realtà vitali, altre si mimetizzano; questi Uomini nell'apparente adattarsi, mantengono vivo il seme e l'Anima.
Hanno una coscienza capace di trascendere quasi ogni cosa, quasi ogni sofferenza e ferita, sono ancora capaci dell'incontro.
Sono provvidenza per chi ancora cerca, per chi ancora non si è arreso, per chi ancora è Vivo... Per chi sa avvicinarsi a loro...
...
Bagger Vance: "Fissa con attenzione Bobby Jones. Quello che fa adesso è un capolavoro. Guarda come prova lo swing. Sembra quasi che stia cercando qualcosa. Poi lo trova. Fa in modo di mettersi in contatto con se stesso. Trova la concentrazione. E ha tanti colpi fra cui scegliere: un duf, un top, un scal... Ma c'è soltanto un colpo che è in perfetta armonia con il campo. Un colpo che è il suo. Un colpo autentico. E lui sceglierà proprio quel colpo. C'è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi, non dobbiamo fare altro che toglierci dalla sua traiettoria, lasciare che lui scelga noi... guardalo... è nel campo. Vedi quella bandiera? È un bel drago da sconfiggere. Ma se lo guardi con occhi gentili, vedrai il punto in cui le maree e le stagioni e il roteare della Terra tutto si incontra. E tutto ciò che è, diventa uno. Tu devi cercare quel posto con il tuo cuore. Cercalo con le mani, non pensarci troppo, sentilo. Le tue mani sono più sagge di quanto sarà mai la tua testa. Ma non ti ci posso portare io. Spero solo di poterti aiutare a trovare la via. Ci sei solo tu, quella palla, quella bandiera e tutto ciò che sei. Cercalo con le mani. Lo stai guardando Junuh. Non pensarci troppo. Sentilo. Sei solo tu. Quella palla è il rifugio del tuo autentico swing. Quella bandiera e tutto ciò che sei."
... L'unico Natale che io conosca...
C'era un tempo in cui l'Uomo era signore del proprio spirito, poi intervenne qualcosa che cambiò tutto.
I momenti più belli e le cose migliori, proprio lì dove l'Uomo era più forte e vivo, sono stati quelli maggiormente colpiti;
c'era un tempo in cui il Natale era dedicato al massimo incontro con se stessi, al momento della "nascita", in quel giorno l'Uomo festeggiava intimamente il proprio inizio per confermarlo...
Era il tempo in cui non c'era distinzione tra buono e cattivo, tra giusto e malvagio, perché l'Uomo, per propria indole, esperiva solo esclusiva bontà, piacere nell'esistere, solo semplice pretesto dell'Essere.
... Era molto tempo fa...
Poi, la macchina, giocò l'uomo e lo rese schiavo delle proprie idee, rese "fisse" poche immagini nella sua mente e lo ridusse come oggi si constata.
Vuoto a vuoto, corsa inutile verso qualcosa di cui non ha più né conoscenza né conoscenza... L'Uomo perse la propria casa!
Ciò che un tempo aveva valore di "trampolino" verso la vita, divenne tomba; famiglia, incontro, dono, spiritualità divennero solo immagini senza reale, inutili "stampelle" dove aggrapparsi, dove immaginare di poter appendere un vuoto incolmabile.
Esistono ancora Uomini capaci nel mondo, a volte creano grandi realtà vitali, altre si mimetizzano; questi Uomini nell'apparente adattarsi, mantengono vivo il seme e l'Anima.
Hanno una coscienza capace di trascendere quasi ogni cosa, quasi ogni sofferenza e ferita, sono ancora capaci dell'incontro.
Sono provvidenza per chi ancora cerca, per chi ancora non si è arreso, per chi ancora è Vivo... Per chi sa avvicinarsi a loro...
...
Bagger Vance: "Fissa con attenzione Bobby Jones. Quello che fa adesso è un capolavoro. Guarda come prova lo swing. Sembra quasi che stia cercando qualcosa. Poi lo trova. Fa in modo di mettersi in contatto con se stesso. Trova la concentrazione. E ha tanti colpi fra cui scegliere: un duf, un top, un scal... Ma c'è soltanto un colpo che è in perfetta armonia con il campo. Un colpo che è il suo. Un colpo autentico. E lui sceglierà proprio quel colpo. C'è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi, non dobbiamo fare altro che toglierci dalla sua traiettoria, lasciare che lui scelga noi... guardalo... è nel campo. Vedi quella bandiera? È un bel drago da sconfiggere. Ma se lo guardi con occhi gentili, vedrai il punto in cui le maree e le stagioni e il roteare della Terra tutto si incontra. E tutto ciò che è, diventa uno. Tu devi cercare quel posto con il tuo cuore. Cercalo con le mani, non pensarci troppo, sentilo. Le tue mani sono più sagge di quanto sarà mai la tua testa. Ma non ti ci posso portare io. Spero solo di poterti aiutare a trovare la via. Ci sei solo tu, quella palla, quella bandiera e tutto ciò che sei. Cercalo con le mani. Lo stai guardando Junuh. Non pensarci troppo. Sentilo. Sei solo tu. Quella palla è il rifugio del tuo autentico swing. Quella bandiera e tutto ciò che sei."
... L'unico Natale che io conosca...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
giovedì 10 maggio 2018
Casualità come occasione, opportunità o scelta?
La casualità è elemento occasionale, è il substrato generante di ordine e opportunità.
È il mare, con le sue infinite possibilità di onde, calma e tempeste, nel quale possiamo condurre il nostro navigare fino in porto.
Ci ritroviamo ad esistere, necessitati al nostro progetto, necessitati al porto, liberi di scegliere come navigare e cosa vedere, ma alla ricerca di quel porto sicuro, al rientro a casa.
La gestione della casualità produce infiniti modi e dall'autodeterminazione si genera ogni possibile realtà: guerra, paradiso, mostro, bellezza, Umanità, musica, armonia, stonatura.
Genera piccole o grandi tempesta, senza mai mutare il tranquillo perenne moto del mare.
Non siamo isolati, ma facciamo parte di un insieme in costante interazione, in modo più o meno consapevole o del tutto inconsapevole, contribuiamo comunque alla casualità, di cui noi stessi siamo parte attiva.
È uno spietato, eterno, piacevole "gioco".
Così, mentre contemporaneamente sussistono: guerre, religioni, movimenti animalisti, conflitti economici, minacce nucleari, dibattiti tematici, ideologie sul giusto o non giusto, confronti sui costumi sessuali fisici e psicologici, scienza, filosofia, fisica; il mare tranquillamente, appena sotto la superficie continua il suo tranquillo muoversi, appena sotto le più cruente tempeste continua a mantenere la vita, mantiene inalterato il naturale l'habitat.
Le diverse umanità che si trovano a coesistere nel pianeta, vengono costantemente pilotate: dai consumi alle più profonde convinzioni e convincimenti morali, dagli stili di vita ai piaceri o alle mode.
Ho notato, che all'interno dei sistemi informativi c'è un livello che anticipa i futuri eventi, che "sensibilizza" una certa parte dell'umanità.
Questa comunicazione non solo anticipa futuri eventi, ma prepara la percezione affinché determinati accadimenti futuri siano assimilabili, divengano parte dei costumi.
S'introducono nuove possibilità di cibo, così che possa diventare normale bere coca-cola, mangiare pollo o insetti fritti o gelatine.
Mentre qualcuno ancora si chiede se esistano altre civiltà, altri preparano la normalizzazione all'incontro, allo scambio. Ho notato che questo processo è ormai in essere da diversi anni.
Ogni generazione ha costumi morali diversi ed è frutto della precedente... Ogni educazione, ogni moralità è carente o ha perso lo scopo, ha perso la stella polare.
Ha perso la capacità di leggere la bussola, necessaria per il rientro in porto; si analizza ogni onda e tempesta del mare dimenticando il mare e il senso del gioco.
Difficilmente è possibile educare al senso del gioco le generazioni successive se, lo si è perso.
Nel tempo di questa veloce e breve nota, molti uomini sono stati uccisi, molti erano intenti a fare l'amore, altri in vacanza su qualche isola o in guerra, chi a lavorare su armi nucleari, chi a fare campagne elettorali o battaglie per un qualche diritto, a scontrarsi sul giusto o non giusto, chi a morire di fame e chi per sovrappeso, qualcuno a fare battaglie per la natura e chi a soccombere in un qualche ingiusto processo. Chi a scoprire qualcosa a vantaggio di tutti, chi a segnare una strada od una possibilità, chi a pescare o coinvolto in un incidente...
Siamo liberi di scegliere quasi tutto: morali, religioni, lavori, amori, piaceri, sofferenze, problemi, idee, malattie, cibi e stili di vita, ma non siamo liberi di non realizzare il nostro progetto, di non conoscere ed arrivare al nostro porto.
La casualità crea costantemente opportunità, crea onde e tempeste, necessarie ad ogni buon capitano per condurre in porto la nave.
Onda dopo onda, tempesta dopo tempesta, respiro dopo respiro, Respiro dopo Respiro...
Nell'eterno spietato perfetto gioco...
È il mare, con le sue infinite possibilità di onde, calma e tempeste, nel quale possiamo condurre il nostro navigare fino in porto.
Ci ritroviamo ad esistere, necessitati al nostro progetto, necessitati al porto, liberi di scegliere come navigare e cosa vedere, ma alla ricerca di quel porto sicuro, al rientro a casa.
La gestione della casualità produce infiniti modi e dall'autodeterminazione si genera ogni possibile realtà: guerra, paradiso, mostro, bellezza, Umanità, musica, armonia, stonatura.
Genera piccole o grandi tempesta, senza mai mutare il tranquillo perenne moto del mare.
Non siamo isolati, ma facciamo parte di un insieme in costante interazione, in modo più o meno consapevole o del tutto inconsapevole, contribuiamo comunque alla casualità, di cui noi stessi siamo parte attiva.
È uno spietato, eterno, piacevole "gioco".
Così, mentre contemporaneamente sussistono: guerre, religioni, movimenti animalisti, conflitti economici, minacce nucleari, dibattiti tematici, ideologie sul giusto o non giusto, confronti sui costumi sessuali fisici e psicologici, scienza, filosofia, fisica; il mare tranquillamente, appena sotto la superficie continua il suo tranquillo muoversi, appena sotto le più cruente tempeste continua a mantenere la vita, mantiene inalterato il naturale l'habitat.
Le diverse umanità che si trovano a coesistere nel pianeta, vengono costantemente pilotate: dai consumi alle più profonde convinzioni e convincimenti morali, dagli stili di vita ai piaceri o alle mode.
Ho notato, che all'interno dei sistemi informativi c'è un livello che anticipa i futuri eventi, che "sensibilizza" una certa parte dell'umanità.
Questa comunicazione non solo anticipa futuri eventi, ma prepara la percezione affinché determinati accadimenti futuri siano assimilabili, divengano parte dei costumi.
S'introducono nuove possibilità di cibo, così che possa diventare normale bere coca-cola, mangiare pollo o insetti fritti o gelatine.
Mentre qualcuno ancora si chiede se esistano altre civiltà, altri preparano la normalizzazione all'incontro, allo scambio. Ho notato che questo processo è ormai in essere da diversi anni.
Ogni generazione ha costumi morali diversi ed è frutto della precedente... Ogni educazione, ogni moralità è carente o ha perso lo scopo, ha perso la stella polare.
Ha perso la capacità di leggere la bussola, necessaria per il rientro in porto; si analizza ogni onda e tempesta del mare dimenticando il mare e il senso del gioco.
Difficilmente è possibile educare al senso del gioco le generazioni successive se, lo si è perso.
Nel tempo di questa veloce e breve nota, molti uomini sono stati uccisi, molti erano intenti a fare l'amore, altri in vacanza su qualche isola o in guerra, chi a lavorare su armi nucleari, chi a fare campagne elettorali o battaglie per un qualche diritto, a scontrarsi sul giusto o non giusto, chi a morire di fame e chi per sovrappeso, qualcuno a fare battaglie per la natura e chi a soccombere in un qualche ingiusto processo. Chi a scoprire qualcosa a vantaggio di tutti, chi a segnare una strada od una possibilità, chi a pescare o coinvolto in un incidente...
Siamo liberi di scegliere quasi tutto: morali, religioni, lavori, amori, piaceri, sofferenze, problemi, idee, malattie, cibi e stili di vita, ma non siamo liberi di non realizzare il nostro progetto, di non conoscere ed arrivare al nostro porto.
La casualità crea costantemente opportunità, crea onde e tempeste, necessarie ad ogni buon capitano per condurre in porto la nave.
Onda dopo onda, tempesta dopo tempesta, respiro dopo respiro, Respiro dopo Respiro...
Nell'eterno spietato perfetto gioco...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
sabato 28 aprile 2018
Una semplice domanda... Carezze d'eterno
Ogni tanto mi fanno domande a cui non è possibile rispondere, per lo più sono di curiosità, altre sottintendono una sottile critica, altre volte ancora a mascherare disappunto.
Ho smesso di parlare da molto tempo, se non c'è motivo professionale, preferisco il silenzio; le mie idee, il mio Essere è bastante a me stesso.
Ho smesso di parlare da molto tempo, se non c'è motivo professionale, preferisco il silenzio; le mie idee, il mio Essere è bastante a me stesso.
Perché rispondere, se si pensa di conoscere già la risposta?
Domande retoriche?! O solo il tentativo di rinforzare ciò in cui si crede, le proprie "finte" sicurezze...
C'era un tempo in cui gli Uomini parlavano, comunicavano... Il suono delle parola fungeva da cassa di risonanza alle loro Anime, come musica; Anima, mente e corpo esponevano all'unisono loro stessi, erano "nudi"; si mettevano in "gioco"...
Vero a vero, ogni parola e pensiero precisava meglio, come piccoli segni ad indicare la strada, in quelle comunicazioni accadeva sempre qualcosa: gioco, amore, goliardia o rimessa a punto. Si stabiliva una spontanea e precisa gerarchia, si toccava il reale, unico riferimento di valore.
Poi, con il tempo, questa modalità naturale di comunicare si perse, le parole divennero solo suoni; suoni con significati reali diversi da ciò che si affermava, parole che comunicavano solo pochezza, ombre di un lontano e possente passato...
Cosa dovrei rispondere a certe domande?
A chi, dovrei rispondere?!
... Non più di qualche giorno fa, mi hanno chiesto se mi sentissi solo.
Perché questa domanda?
Per una sorta di "preoccupazione" nei miei confronti?
Per come era stata educata?
Perché lei stessa si sentiva sola e voleva condividere con me, quel suo stato?
Per semplice curiosità o frustrazione?
Certo, avevo la risposta alla sua ed alle mie domande, ma a chi avrei risposto e perché?
Era disponibile ad ascoltare, mettendosi in auto ascolto e/o in discussione?
Certo, avevo le risposte... Ma...
Continuai a rimanere in silenzio, continuai ad ascoltarle a modo mio, lo stesso di quel tempo in cui gli Uomini parlavano, in cui erano capaci di comunicare.
... C'era un mondo, un universo che Amavo, dove potevo essere; nessun pensiero, solo due fari, riferimenti sempre presenti, anche quando non c'erano... Quel mondo non sussiste più, non ci sarà più...
L'immensa nostalgia non può colmare quegli spazi, quella delicata e profonda leggerezza non esiste più...
... Certo, avrei potuto dire una "cosa qualsiasi": le aquile non volano a stormi, la solitudine è un concetto relativo, no non mi sento solo, dovrei?
E lei avrebbe potuto rispondere ad ognuna di quelle affermazioni: si, le aquile non volano a stormi, ma non vedono l'ora d'incontrarne un'altra, si infatti, la solitudine è un concetto relativo ed io mi riferivo alla tua idea di solitudine, a volte è bello sentirsi soli, per caso ne hai paura?
Sarebbe stata un delle tante inutili conversazioni, così preferii il silenzio, non dovevo né ebbi il desiderio di dimostrare di aver ragione, non m'interessava che le mie idee o teorie fossero migliori rispetto ad altre, perché così non era.
Non avevo più teorie né verità da sposare, potevo farne a meno da molto tempo.
Quando si è conquistato e meritato di vedere un passo in più, molte cose, quasi tutte, perdono di significanza; il parlare, se non per affari o lavoro, è di fatto un gesto d'Amore, di profondo Amore.
Il parlare, quello di quando... Il suono delle parole fungeva da cassa di risonanza alle Anime, come musica; Anima, mente e corpo esponevano all'unisono se stessi, si era "nudi", ci si metteva in "gioco"... Vero a vero, Anima ad Anima, reale a reale.
Le parole, allo stesso modo delle altre cose della vita, possono essere come foglie al vento o possono toccare Dio. Possono essere... Carezze d'eterno...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
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