Ti guardo e vedo me, il pensiero vola veloce a quelle prime emozioni, che sono con me anche ora:
quando alla ricerca di
una qualche sicurezza cercavo la vicinanza, la protezione, di ciò che per me
era il massimo rifugio, dove trovavo risposta emotiva ad ogni insicurezza,
dove tutto andava in calma. Quel luogo era l'abbraccio di mio padre, che
credevo immenso ed invincibile, vedendolo così grande e forte rispetto a me, che faticavo semplicemente a muovermi, che a stento riuscivo a coordinare il mio stesso piccolo
corpo.
Tutto l'universo
sconosciuto trovava risposta.
Oggi tutto ciò vive in
te; ti guardo e già conosco il giorno in cui arriverà quel momento, quando
aprendo gli occhi, io non sarò poi così grande, in cui non potrò più darti
nessuna sicurezza.
Quel giorno in cui dovrai cercare ogni sicurezza in te stesso, ma oggi, attraverso questi
momenti noi siamo in contatto; senza filtri, ti abbandoni a me...mentre ti
guardo e cerco di vedere l'uomo nascosto dentro quel piccolo e goffo corpo,
che appena controlli, che ancora non riesci a coordinare.
Cerco d'immaginare l'uomo celato in quelle piccole mani cicciottelle, con le quali tutto è ancora così difficile da fare;
ti guardo e mi domando
come quel piccolo e buffo involucro, possa contenere, un uomo.
Ti guardo e so che non
mi appartieni, e questo, rende ogni attimo prezioso; denso di quel valore,
che solo i veri amanti conoscono.
Ti guardo, ricordo, e vedo me
stesso; capisco me stesso.
Quando così piccolo e
senza alcuna forza apparente, condizionavo gli adulti al mio volere, se ben
più forti ed "attrezzati", quando non conoscevo sconfitta, ma solo
la volontà e la tensione all'obiettivo.
Ti stringo forte e so, che come me, fai parte della forza della vita, in questo viaggio che ci
accomuna.
Mi guardi orgoglioso,
quando con sommo impegno e massimo sforzo, riesci nell'impresa di aprire un
cassetto od un barattolo.
Ti guardo e cerco di
vedere l'uomo che c'e' in te, mentre il tuo difficile viaggio è già
cominciato, ben consapevole, che tutto ciò che consciamente ed inconsciamente
potrò insegnarti, non ti servirà a nulla e magari potrà essere solo un
inutile e pesante fardello.
Cercherò di non
insegnarti nulla, anche se già so, che non ci riuscirò;
vorrei darti gli
strumenti migliori e più utili affinché tu possa portarli con te, ma anche se
potessi, non sarebbe giusto, perché ti priverei della possibilità, del
piacere e della soddisfazione di cercarli e di scoprirli, da solo; ti priverei
della possibilità di una parte della tua storia, per mero ed insano egoismo.
Ti guardo e mi sforzo
di vedere l'uomo nascosto in quel piccoli piedi, che a volte, ancora
dimentichi di avere e ti meravigli, quando guardandoli, toccandoli, capisci
che sono davvero tuoi, anche se non sai bene cosa farci e a cosa servono di
preciso.
Tu sei la parte di me,
fuori di me, più vicina che ho;
tu sei la parte di me,
fuori di me, più lontana che ho.
Ti guardo e mi chiedo
dove si nasconda l'uomo che c'e' in te,
mi chiedo come faccia
ad occupare in quel modo maldestro, quel piccolo spazio.
Ti guardo e vedo me.
Ricordo come ero,
tutte quelle strane e fortissime emozioni e sensazioni che provavo, che non
conoscevo, per cose e situazioni che non capivo.
Noi scegliamo la
nostra vita, con gli strumenti e gli schemi dei nostri padri, fino al momento
in cui decideremo, se mai lo faremo, di essere padri e madri di noi stessi.
Sii padre e madre di
te stesso, figlio mio,
perché solo così,
magari, un giorno potrò vedere quell'uomo, che oggi dissimulato, finalmente rivelerà se stesso. In quel prezioso
attimo, fermeremo ancora il tempo, godremo ancora il tempo.
...E se così non sarà,
sappi, che nessun'altra possibilità ci è data, se non quella di realizzare se
stessi, di realizzare noi stessi. Il massimo che posso fare, anche per te, è
realizzare me stesso, il massimo che possa insegnarti è realizzare me stesso.
Vivi la vita, breve o
lunga che avrai,
questo è tutto ciò che
posso dirti,
e nient'altro ti dirò.
Il mio egoismo, non mi
renderà prigioniero,
nel volerti dare ogni
cosa; cercherò di non darti nulla, se non il mio Amore,
...E forse, in alcuni
momenti, mi odierai per questo,
o forse no...
Attraverso te non
vorrò mai vivere, ciò di cui non sono stato capace,
...E forse, in alcuni
momenti, mi odierai per questo,
o forse no...
Ti terrò distante da
me, affinché tu possa cercare la tua strada,
...E forse, in alcuni
momenti, mi odierai per questo,
o forse no...
Magari dimenticherò i
tuoi compleanni,
...E forse, in alcuni
momenti, mi odierai per questo,
o forse no...
A volte fermo la
corsa,
ti stringo forte e so,
che non capisci e so, che non capisco;
ma in quei momenti
poco importa.
Attraverso te,
finalmente sono figlio,
finalmente capisco che
sono figlio.
Non vivrò attraverso
te, ciò che è mio dovere vivere in me; per me,
...E forse, in alcuni
momenti, mi odierai per questo,
o forse no...
Non ho nulla da
insegnarti e se l'avessi,
non te la insegnerei,
...E forse, in alcuni
momenti, mi odierai per questo,
o forse no...
Sarai un Uomo saggio,
se scriverai la tua
storia, in un foglio bianco,
come oggi io scrivo in
questo foglio.
Il dono più grande che
vorrei darti, che vorrei riuscire a darti,
è un foglio bianco e
se non ci riuscirò,
non aver pena o
compassione per me,
perché avrò fallito il
mio gioco, sarò stato un perdente e non dovrò,
ne vorrò meritare neanche un solo tuo
pensiero.
Guarda dritto, vinci
la tua vita, perché nessuno, giustamente, se ne preoccuperà;
vinci la tua vita:
questa è l'unica cosa che davvero conta,
e se un giorno avrai
bisogno di un abbraccio, di un conforto,
avrai per sempre quei
momenti, quel conforto, di quando ti avvicinavi e ti stringevo, di quando ancora ignaro, immaginavi invincibili i tuoi genitori, perché dentro di te sempre lo
saranno.
Attraverso te, vedo me
stesso; vinci la vita, perché lo devi a te stesso;
perché solo a te
stesso dovrai rispondere,
...E forse, in alcuni
momenti, mi odierai per questo,
o forse no...
Attraverso te, vedo me
stesso: grazie!
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