... Si comincia a percepire come una sorta di distacco, i rumori divengono meno forti, i colori più tenui, le passioni rare...
Siamo perfetti, semplice fenomenologia, così l'infantile tentativo, con cui ci s'impegna solo con la mente, per afferrare, in qualche modo, un qualcosa che possa andare oltre, suscita tenerezza.
Così gli scienziati sembrano scoprire che nello spazio, c'e' più materia che vuoto, cercano di catturare "la materia Oscura" e tale ricerca della
"prova concreta", regalerà il Nobel a colui o coloro che faranno fare questo ulteriore passo avanti, all'umanità.
Si, perché si ritiene che capire "da dove veniamo" e "dove andiamo" possa regalare un reale avanzamento.
Probabilmente, un giorno, non ci saranno più misteri o la gran parte di loro.
Forse un giorno, l'uomo scoprirà che non veniamo da nessuna parte o che tantomeno, andiamo da alcuna parte.
Scoprirà, che non è fondamentale capire da dove veniamo e che una volta scoperto tutto, avrà ancora la cosa più importante da scoprire e risolvere, se stesso.
Se l'Uomo non giungerà a se stesso, il reale avanzamento, non sarà che una vana chimera, un infantile tentativo, sarà come esplorare il mondo, senza conoscere o sapere dov'è la propria casa.
... Così, i più vitali, fanno tentativi, provano a cambiare qualcosa o tutto nella propria vita: casa, lavoro, amori, amicizie, ecc.
I migliori cercano, senza resa, il proprio "posto nel mondo", motivano, spesso, la vita passata, le esperienze vissute, come errori o karma da scontare.
...Ormai, la loro voce sembra giungermi da lontano; mi chiedo cosa sia un errore o il karma, se non conosco l'obiettivo, se non conosco la mia casa, in base a quale criterio o ragione, giudico un errore o meno?
Dal fatto del mio benessere? Quando ritengo di percepire il corpo in "espansione"? Quando sono in "stato di grazia"? Nella "peak experience"? Quando la vita risponde con fatti concreti? Quando controllo il potere della vita? L'insieme di tutto questo?
Siamo arrivati al punto in cui abbiamo "bisogno" di questi segnali, di questa fenomenologia per sapere se siamo coincidenti a noi stessi, al nostro progetto.
Allora facciamo tentativi, errori o cose giuste, per me, ormai, è la medesima cosa.
Quando parlo con le persone, non per lavoro, la mia testa formalizza immagini/pensieri, a volte anche prima di incontrarle, poi oltre i pensieri, ho sempre una percezione, che visualizzo come una strada e questa e' di due tipi: un tratto di strada, tipo vicolo cieco, chiuso o una strada ancora aperta...
Sono indifferenti le esperienze, molte o poche fatte, gli errori e tutto il resto, le buone intenzioni, i buoni sentimenti, i principi, le sane morali, tutto ciò che riteniamo corretto, ecc. ecc. Totalmente inutil, assolutamente inadeguati.
A volte, in entrambi i casi, provo a percorrerne qualche passo, parlando, con poche frasi, poche parole...
Quasi sempre, senza intenzionare...
La strada chiusa, il più delle volte, mi rimanda indietro, al punto di partenza, le strutture non permettono l'incontro.
Altre volte, può succedere come una danza, si riesce a fare qualche passo in quella via di cui non vedo la fine, arriva piacere, ti sorprende quasi, inatteso, insperato.
Piccole cose si coordinano: un emozione, un respiro, in quel breve istante sembra come aprirsi una finestra, attraverso la quale riesco a vedere.
Come se l'universo si piegasse, annullando le distanze, abolendo il tempo.
Ogni cosa che conosci, lì non serve, non puoi portarla, totalmente inutile.
Si può solo goderne, ci puoi solo camminare scalzo...
... Ogni cosa della vita sembra legarti, e più sono "alte" e nobili e più ti legano.
Più dicono di amarti, maggiori sono le pretese... Ti pretendono secondo i loro schemi; pretendono attenzioni, in esclusiva, come fossero piante parassite.
Se ci fosse qualcuno che tenesse a me, invece di domandargli: "Quanto mi ami?", gli chiederei di non amarmi; non amarmi per favore.
A me non serve, né lo chiedo, non lo voglio...
... Il distacco si comincia a sentire, i rumori e le parole faticano ad arrivare.
Ogni giorno entro nel gioco dell'arena a combattere/competere con persone più brave di me, ma in fondo, se pur spietato è pur sempre un gioco, e allora continuo a giocare, continuo ad entrare nell'arena, a battermi, a perdere, a combattere di nuovo...
Ho un unico vantaggio rispetto alla maggioranza: sono solo.
... Ci sono incontri che durano molto, altri poco, altri ancora non li ricordi proprio...
... Pressoché costantemente, si è sempre preoccupati per "qualcosa": per un trasloco, per un mobile rigato, per una scadenza, per un esame, per un lavoro, per qualche problema, per una malattia, per qualche paura...
Costantemente si vive sotto scacco, costantemente la nostra mente c'inganna, si prende gioco di noi, del nostro progetto, di questo nessuno sembra preoccuparsene... Così presi dalle inutili cose.
Presi da progetti che, nella maggior parte dei casi non si realizzeranno, così presi, da trascurare l'unico progetto per cui valga la pena combattere.
La mente ci manda immagini, e queste producono energia o viceversa, che vengono trasformate in chimica, così permettiamo a queste sostanze di giocarci, gli permettiamo di farci sentire bene o male e permettiamo a queste sensazioni di pilotare la nostra vita.
Creiamo il nostro karma, i nostri errori: recitiamo e crediamo nella recita, facciamo famiglia o non la facciamo, ci sentiamo in colpa o meno, come se ci fosse qualcuno costantemente a giudicarci, a preoccuparsi di noi; ancora non ho capito se siamo più stolti o più presuntuosi.
Viviamo una vita che non ci appartiene e ci meravigliamo che le cose non funzionino, che arrivino l'ansia, le fobie, le malattie e poi soprattutto, pretendiamo di essere felici!
Eppure siamo perfetti, siamo giganti mascherati da nani.
... Costantemente in esodo... Fuori scena... Consapevoli che un copione è solo un copione, che mai potrà rendere il reale...
...Catturata la "materia Oscura", resterà da comprendere se stessi, resterà ancora il progetto da capire, forse, alla fine capiremo che non siamo liberi, se non nel conformarci al progetto, noi possiamo scegliere "liberamente" quale strada percorrere, quale quadro dipingere, quale musica suonare, come vivere, forse, un giorno potremo scegliere di cambiare progetto o magari in qualche remota era ci abbiamo provato o l'abbiamo fatto, ma probabilmente qualcosa è andata male.
Abbiamo guadagnato benessere, evoluzione, acqua calda, luoghi di villeggiatura e parchi giochi, abbiamo perso però la nostra casa, il punto di arrivo.
... Solo rumori di sottofondo, solo rumori, sempre più lontani, colori più tenui, c'e' un ordine preciso in questa apparente Babilonia...
Mentre nutriamo i nostri figli di "uomo ragno e superman", ci lamentiamo dei politici, ci ciò che siamo diventati, tra una preoccupazione e l'altra, spesso per scaricarci, ci lamentiamo...
Nel mentre ripercorriamo gli errori dei padri, li perpetuiamo, replica dopo replica, generazione dopo generazione, lo stesso copione...
Eppure quel seme, quel progetto è proprio qui, la lotta è solo apparente, importante esclusivamente per la nostra esistenza, per questo già vinta... Forse, anche un vincente si preoccupa di qualcosa, si preoccupa solo di questo! :)
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
venerdì 27 marzo 2015
domenica 15 marzo 2015
Preparandosi alla primavera
La mente può arrivare a capire semplicemente ed esclusivamente fino ai suoi limiti e per quanto possano questi essere espansi, avranno sempre limiti.
Ci sono uomini che hanno più sete, però...
Ci sono Persone a cui i commoventi filmati giapponesi, le religioni, la buona morale o i sani valori, non sono sufficienti,
non sono sufficienti a placare quella sete,
quella sete sembra essere smisurata, quasi senza fine...
Sono Uomini solitari, con compito difficile, innato...
Le esperienze in cui s'imbattono e che scelgono, belle o brutte, alla fine li lasciano indenni,
interessati costantemente ad altro, nel mentre godono la vita.
Le difficoltà, quando incontrano loro, sembrano aver paura, preoccuparsi quasi, di questi "Invincibili", sembrano,
a volte, poter quasi piegare il tempo e ogni tanto, lo fanno.
Costretti, per un po', in un corpo ed una mente che gli impogono i loro limiti... Per un po'...
C'e' musica intorno a noi, musica dentro di noi... Mi piace immaginare che tutto ciò che vediamo e soprattutto, ciò che non vediamo, sia il frutto di un grande e geniale concerto, nel quale la musica suona sempre, siamo figli della musica, tutto si muove e vibra, si espande e poi ritorna...
Mentre la musica non smette mai...
I colori sono vibrazioni, sono musica; così come il caldo o il freddo, il cielo e il mare...
Mi piace pensare che qualcuno o qualcosa abbia suonato quel concerto, che ogni cellula vibri e che si possa ascoltare... Alla fine è solo piacere, solo puro piacere...
L'unico piccolo particolare è che per ascoltare una tale musica, non è sufficiente il "normale" udito,
ci vuole quello di quegli Uomini, quelli con grande sete...
Allora sedendoti, accanto a loro, potrai cominciarla ad udirla a sentirla...
La nostra piccola mente, fatta di miti, assomiglia a quella di un bambino, solo che ha in più l'arroganza di chi Crede e di chi crede di capire...
Forse, non è semplice abbandonare le certezze, ciò che noi definiamo autocoscenza o ciò che crediamo di percepire, quando ci rapportiamo a noi stessi,
lasciare ciò che pensiamo ci strutturi, le nostre belle idee, ciò che definiamo nostalgia, eppure, sono solo fenomeni, così come anche noi, semplice fenomenologia... Fin dove la mente arriva...
Per questo, ad un certo punto, bisogna lasciarla, non e' più sufficiente, così come tutti gli inutili "miti"...
Beh... Almeno per chi conosce quella seta di cui parlo... :)
Così, in questa domenica, mentre pigramente un po di pioggia conduce il ritmo,
si comincia a sentire in lontanaza musica, musica di primavera...
Ci sono uomini che hanno più sete, però...
Ci sono Persone a cui i commoventi filmati giapponesi, le religioni, la buona morale o i sani valori, non sono sufficienti,
non sono sufficienti a placare quella sete,
quella sete sembra essere smisurata, quasi senza fine...
Sono Uomini solitari, con compito difficile, innato...
Le esperienze in cui s'imbattono e che scelgono, belle o brutte, alla fine li lasciano indenni,
interessati costantemente ad altro, nel mentre godono la vita.
Le difficoltà, quando incontrano loro, sembrano aver paura, preoccuparsi quasi, di questi "Invincibili", sembrano,
a volte, poter quasi piegare il tempo e ogni tanto, lo fanno.
Costretti, per un po', in un corpo ed una mente che gli impogono i loro limiti... Per un po'...
C'e' musica intorno a noi, musica dentro di noi... Mi piace immaginare che tutto ciò che vediamo e soprattutto, ciò che non vediamo, sia il frutto di un grande e geniale concerto, nel quale la musica suona sempre, siamo figli della musica, tutto si muove e vibra, si espande e poi ritorna...
Mentre la musica non smette mai...
I colori sono vibrazioni, sono musica; così come il caldo o il freddo, il cielo e il mare...
Mi piace pensare che qualcuno o qualcosa abbia suonato quel concerto, che ogni cellula vibri e che si possa ascoltare... Alla fine è solo piacere, solo puro piacere...
L'unico piccolo particolare è che per ascoltare una tale musica, non è sufficiente il "normale" udito,
ci vuole quello di quegli Uomini, quelli con grande sete...
Allora sedendoti, accanto a loro, potrai cominciarla ad udirla a sentirla...
La nostra piccola mente, fatta di miti, assomiglia a quella di un bambino, solo che ha in più l'arroganza di chi Crede e di chi crede di capire...
Forse, non è semplice abbandonare le certezze, ciò che noi definiamo autocoscenza o ciò che crediamo di percepire, quando ci rapportiamo a noi stessi,
lasciare ciò che pensiamo ci strutturi, le nostre belle idee, ciò che definiamo nostalgia, eppure, sono solo fenomeni, così come anche noi, semplice fenomenologia... Fin dove la mente arriva...
Per questo, ad un certo punto, bisogna lasciarla, non e' più sufficiente, così come tutti gli inutili "miti"...
Beh... Almeno per chi conosce quella seta di cui parlo... :)
Così, in questa domenica, mentre pigramente un po di pioggia conduce il ritmo,
si comincia a sentire in lontanaza musica, musica di primavera...
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Fabrizio Rinaldi
giovedì 26 febbraio 2015
Ora...

Perché, chiunque incontri, tiene a ribadire che e' soddisfatto, che ha vissuto bene, che se l'e' goduta, ecc. ecc.
Perché vogliamo sempre adattare la relata' a noi e non viceversa.
Vedo robot che vogliono apparire, vogliono sembrare ad ad altri robot e forse, anche a se stessi.
...
Sono in viaggio con mio padre, un privilegio che a questa età, la vita riserva a pochi.
Sono figlio e padre, sono uomo e ragazzo...
Ora che comincio a vedere le cose, ancora devo capire come servirmene...
Sono a casa, guardo l'oceano, sono, ora...
Capisco le malattie di mio padre, che immaginavo invincibile, come mio figlio immagina me, e ... non posso aiutarlo...
Mio padre, conosco tutto di lui, tutto ciò che lui mi ha detto, tutto ciò che mia madre mi ha detto di lui; lo conosco nella paura e nel coraggio, in ciò che sono e soprattutto in ciò che sarei potuto essere, poi lo conosco come Anima, fuori dal fatto che sia mio padre...
Sono stato fortunato ad averlo come padre, lui mi ha dato la possibilità di una strada oltre se stesso.
Vorrei fosse eterno, ma non lo è, così come non lo sono io...
Forse, è l'ultimo viaggio che farò con lui, ma anche la scorsa volta che viaggiammo insieme 27 anni fa, pensai sarebbe stata l'ultima volta, invece...
Fa quasi freddo, quel freddo piacevole, guardando l'oceano...
Si, avrei tanti motivi per on essere d'accordo con lui, ma alla fine, non riesco ad interessarmene, perché e' un vecchio guerriero,
e i guerrieri meritano rispetto incondizionato, comunque siano...
Ora,
posso plasmare ancora me stesso,
...
L'oceano:
in tempesta sembra andare in confusione,
infrangersi sugli scogli,
perdersi in onde infinite,
distendersi sulla battigia,
eppure la sua integrità non viene mai neanche scalfita,
l'oceano è sempre Oceano.
Di nuovo tranquillo,
ora...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
domenica 22 febbraio 2015
Quanto meno puoi.
E' un po' di tempo, che non mi sveglio più con la voglia di prendere la moto ed andare a fare un giro.
Magari verso sud o forse verso nord.
Da un po' di tempo ormai...
Ci si abitua, si smette di vedere, si smette di guardare.
Come i quadri, o gli oggetti della tua casa, dopo un po' smetti di vederli, lo sguardo si è abituato a loro e non ci fai più caso.
Così passo vicino a quella vecchia moto, quasi sepolta dai molti inutili oggetti e ogni tanto, quando la vedo, fingo di quasi di non farci caso.
Quanta strada insieme, e si che di cose e di avventure ne abbiamo condivise, fedeli compagni di viaggio, eppure...
A volte ho l'impressione che sia lei a non vedermi più, quasi sepolto dalle "cose da fare", chissà poi perchè...
A volte succede anche con gli amici, con le persone più care: ci si abitua, scordando che "fraammmmmmm", un giorno "d'improvviso" non ci saranno più o io...
Ci si abitua a dormire con il proprio figlio, come dovesse durare per sempre, nel mentre lui è diventato un uomo.
La vita è così bella e così "ingannatrice" da porti davanti trabocchetti come l'abitudine,
si tende ogni secondo ad abituarsi...
L'abitudine è un nemico sempre in guardia, sempre pronto a sorprenderti, a farti assopire... Fino a quell'inevitabile "fraammmmmmm", unica certezza...
Ho imparato la bellezza della vita, guidando costantemente la mente sulle uniche certezze che abbiamo: le insicurezze e il divenire...
Così ora, ogni notte in cui posso dormire con mio figlio la vivo come fosse l'ultima, ogni volta che posso stare con un amico lo godo come se non dovesse più succedere, ogni mattina guardo il cielo come fosse la prima ed unica volta, guardo la macchina volante costruita da mio figlio come la più grande ed ultima invenzione che vedrò... Perchè?
Perchè un giorno lo sarà!
Un giorno passerò accanto alla mia moto sapendo che non viaggeremo più insieme...
Poi un giorno non passerò più...
"Fraammmmmm"
Posso abituarmi al mio respiro?
Al cuore che incesssantemente batte?
All'aria?
Oggi è una bellissima giornata, il cielo è blu.
Mi piace pensare che viaggeremo ancora insieme,
che dormirò ancora con mio figlio,
che rivedrò il mio amore,
poi debbo riprendere la mente e portarla fuori da quel pantano inesistente,
esiste solo "ora"...
...Come i grandi Padri, hanno provato a d insegnarci:
Carpe diem
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Vt melius, quidquid erit, pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum! Sapias, uina liques et spatio breui
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit inuida
aetas. Carpe diem, quam minimum credula postero.
Orazio
Afferra l’attimo
Non chiedere, o Leuconoe, (non è lecito saperlo) qual fine
abbiano a te e a me assegnato gli dèi,
e non tentare calcoli babilonesi. Quant’è meglio accettare
quel che sarà! Ti abbia assegnato Giove molti inverni,
oppure ultimo quello che ora affatica il mare Tirreno
contro gli scogli, sii saggio, filtra vini, tronca
lunghe speranze per la vita breve. Parliamo, e intanto fugge l’astioso
tempo. Afferra l’attimo, credi al domani quanto meno puoi.
Magari verso sud o forse verso nord.
Da un po' di tempo ormai...
Ci si abitua, si smette di vedere, si smette di guardare.
Come i quadri, o gli oggetti della tua casa, dopo un po' smetti di vederli, lo sguardo si è abituato a loro e non ci fai più caso.
Così passo vicino a quella vecchia moto, quasi sepolta dai molti inutili oggetti e ogni tanto, quando la vedo, fingo di quasi di non farci caso.
Quanta strada insieme, e si che di cose e di avventure ne abbiamo condivise, fedeli compagni di viaggio, eppure...
A volte ho l'impressione che sia lei a non vedermi più, quasi sepolto dalle "cose da fare", chissà poi perchè...
A volte succede anche con gli amici, con le persone più care: ci si abitua, scordando che "fraammmmmmm", un giorno "d'improvviso" non ci saranno più o io...
Ci si abitua a dormire con il proprio figlio, come dovesse durare per sempre, nel mentre lui è diventato un uomo.
La vita è così bella e così "ingannatrice" da porti davanti trabocchetti come l'abitudine,
si tende ogni secondo ad abituarsi...
L'abitudine è un nemico sempre in guardia, sempre pronto a sorprenderti, a farti assopire... Fino a quell'inevitabile "fraammmmmmm", unica certezza...
Ho imparato la bellezza della vita, guidando costantemente la mente sulle uniche certezze che abbiamo: le insicurezze e il divenire...
Così ora, ogni notte in cui posso dormire con mio figlio la vivo come fosse l'ultima, ogni volta che posso stare con un amico lo godo come se non dovesse più succedere, ogni mattina guardo il cielo come fosse la prima ed unica volta, guardo la macchina volante costruita da mio figlio come la più grande ed ultima invenzione che vedrò... Perchè?
Perchè un giorno lo sarà!
Un giorno passerò accanto alla mia moto sapendo che non viaggeremo più insieme...
Poi un giorno non passerò più...
"Fraammmmmm"
Posso abituarmi al mio respiro?
Al cuore che incesssantemente batte?
All'aria?
Oggi è una bellissima giornata, il cielo è blu.
Mi piace pensare che viaggeremo ancora insieme,
che dormirò ancora con mio figlio,
che rivedrò il mio amore,
poi debbo riprendere la mente e portarla fuori da quel pantano inesistente,
esiste solo "ora"...
...Come i grandi Padri, hanno provato a d insegnarci:
Carpe diem
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Vt melius, quidquid erit, pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum! Sapias, uina liques et spatio breui
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit inuida
aetas. Carpe diem, quam minimum credula postero.
Orazio
Afferra l’attimo
Non chiedere, o Leuconoe, (non è lecito saperlo) qual fine
abbiano a te e a me assegnato gli dèi,
e non tentare calcoli babilonesi. Quant’è meglio accettare
quel che sarà! Ti abbia assegnato Giove molti inverni,
oppure ultimo quello che ora affatica il mare Tirreno
contro gli scogli, sii saggio, filtra vini, tronca
lunghe speranze per la vita breve. Parliamo, e intanto fugge l’astioso
tempo. Afferra l’attimo, credi al domani quanto meno puoi.
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Fabrizio Rinaldi
lunedì 5 gennaio 2015
Quando esisteva l'amore
Non posso vivere senza di lui...
Ho bisogno di lei...
Lei è tutto per me...
Senza di lui la mia vita non ha più senso...
Eppure una volta l' Amore esisteva, o meglio,
c'erano Uomini che erano capaci d'Amore, sia in senso di capacità tecnica, che di possibilità.
Ci fu un tempo in cui l'Uomo era in grado di Amare, un tempo...
Esaurito ogni percorso, dopo essersi realizzato, se decideva, poteva Amare.
Non so perché ci ritroviamo così, ridotti in questo stato, ma ogni tanto, ho desiderio di essere insieme ai grandi padri, a quegli Uomini che...
... Ascolto e sento solo frasi aberranti e misere,
"L'amore non esiste".
Se almeno ci fosse un po' di umiltà per provare a comprendere,
invece, c'è solo infantile arroganza...
"Senza di lui non potrei vivere"
Già, e questo lo chiamano amore...
L'Amore è un'altra cosa,
non è il bisogno dell'altro, ma esattamente, l'opposto.
E' un anima che potenzia se stessa, nel mentre, entrando in risonanza, potenzia l'altra.
L'Amore è una cosa seria, non certo, qualcosa per persone mai cresciute.
Quando sento parlare, arriva alla mia anima questo messaggio: "Ti amo, quindi, pretendo"
Già!
Ti amo: se sei fedele, se sei sincero, se ti comporti bene, se non mi prendi in giro, se starai per sempre con me, ecc. ecc.
... Se...
Posso entrare in risonanza con la tua anima, amplificando entrambe: ti Amo; punto...
Senza nessun se, senza nessun ma...
Ti Amo, perché posso farlo, perché ne sono capace... ... ...
1010 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 anni (
):
Questo è il numero degli anni in cui i fisici calcolano la fine dell'universo, sembra ormai provata l'accelerazione dell'espansione dell'universo, così come l'energia oscura, che sembrerebbe costituire il 70% di tutta l'energia, e che avrebbe ridimensionando ciò che Einstein stesso definì: "Il suo più grande errore".
Ovvero, l'inserimento nelle equazioni di campo della relatività generale, della costante cosmologica, proprio per avvalorare la tesi che l'universo fosse statico.
...
Già, ma questo cosa centra con l'Amore?
E' che spesso, anzi quasi sempre, faccio fatica a seguire le logiche che cercano di propinarci, che ci propiniamo, sembra tutto un "non senso".
Siamo solo mercato, semplici generatori di energia.
Si fa un grande calderone tra emozioni, sentimenti, ideali, morali, ecc. tanto da divenire ridicoli.
Siamo arrivati alla cultura dell'esaltazione della morte, invece della vita per la vita, siamo ad esaltare ed esaltarci, per la morte.
Questo è molto evidente, ormai non solo dai telegiornali, ma in ogni aspetto della quotidianità a partire dai social.
Oggi è morto un cantante famoso e subito ecco l'apoteosi dei messaggi, delle belle frasi, fino a quelle che lo consegneranno all'immortalità.
A quale immortalità?
Quella della cifra scritta sopra?
Ma anche quella rappresenta una fine, è una fine.
Poi i fisici non sono concordi, ci sono varie ipotesi, si parla della fisica "come noi la conosciamo"...
I morti sono morti, è dei vivi che dobbiamo parlare, è dei vivi che possiamo preoccuparci, è i vivi che possiamo amare.
Oggi è luna piena, le notti di luna piena hanno sempre attratto: letteratura, film, racconti, leggende, miti, ecc.
Di fatto è il momento di massima influenza della Luna sulla Terra.
Viviamo in questo pianeta, senza sapere quasi nulla; così come i primitivi credevano e adoravano il Sole o le stelle, il fuoco o gli dei; noi crediamo in qualche dio, in qualche valore o chissà cosa.
L' universo è così grande, che la nostra mente non può raffigurarselo,
anche se il tempo ci aiuta, ci da delle coordinate comprensibili.
Siamo prigionieri in questa bolla di ossigeno e tempo, come pesci rossi in un'ampolla d'acqua, mentre il tempo assoluto tende a zero, il nostro assolutamente irrilevante, anzi, inesistente.
Eppure, il passaggio a nord-ovest deve esserci,
il passaggio a nord-ovest... O saremmo solo pesci rossi...
Ho bisogno di lei...
Lei è tutto per me...
Senza di lui la mia vita non ha più senso...
Eppure una volta l' Amore esisteva, o meglio,
c'erano Uomini che erano capaci d'Amore, sia in senso di capacità tecnica, che di possibilità.
Ci fu un tempo in cui l'Uomo era in grado di Amare, un tempo...
Esaurito ogni percorso, dopo essersi realizzato, se decideva, poteva Amare.
Non so perché ci ritroviamo così, ridotti in questo stato, ma ogni tanto, ho desiderio di essere insieme ai grandi padri, a quegli Uomini che...
... Ascolto e sento solo frasi aberranti e misere,
"L'amore non esiste".
Se almeno ci fosse un po' di umiltà per provare a comprendere,
invece, c'è solo infantile arroganza...
"Senza di lui non potrei vivere"
Già, e questo lo chiamano amore...
L'Amore è un'altra cosa,
non è il bisogno dell'altro, ma esattamente, l'opposto.
E' un anima che potenzia se stessa, nel mentre, entrando in risonanza, potenzia l'altra.
L'Amore è una cosa seria, non certo, qualcosa per persone mai cresciute.
Quando sento parlare, arriva alla mia anima questo messaggio: "Ti amo, quindi, pretendo"
Già!
Ti amo: se sei fedele, se sei sincero, se ti comporti bene, se non mi prendi in giro, se starai per sempre con me, ecc. ecc.
... Se...
Posso entrare in risonanza con la tua anima, amplificando entrambe: ti Amo; punto...
Senza nessun se, senza nessun ma...
Ti Amo, perché posso farlo, perché ne sono capace... ... ...
1010 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 anni (
Questo è il numero degli anni in cui i fisici calcolano la fine dell'universo, sembra ormai provata l'accelerazione dell'espansione dell'universo, così come l'energia oscura, che sembrerebbe costituire il 70% di tutta l'energia, e che avrebbe ridimensionando ciò che Einstein stesso definì: "Il suo più grande errore".
Ovvero, l'inserimento nelle equazioni di campo della relatività generale, della costante cosmologica, proprio per avvalorare la tesi che l'universo fosse statico.
...
Già, ma questo cosa centra con l'Amore?
E' che spesso, anzi quasi sempre, faccio fatica a seguire le logiche che cercano di propinarci, che ci propiniamo, sembra tutto un "non senso".
Siamo solo mercato, semplici generatori di energia.
Si fa un grande calderone tra emozioni, sentimenti, ideali, morali, ecc. tanto da divenire ridicoli.
Siamo arrivati alla cultura dell'esaltazione della morte, invece della vita per la vita, siamo ad esaltare ed esaltarci, per la morte.
Questo è molto evidente, ormai non solo dai telegiornali, ma in ogni aspetto della quotidianità a partire dai social.
Oggi è morto un cantante famoso e subito ecco l'apoteosi dei messaggi, delle belle frasi, fino a quelle che lo consegneranno all'immortalità.
A quale immortalità?
Quella della cifra scritta sopra?
Ma anche quella rappresenta una fine, è una fine.
Poi i fisici non sono concordi, ci sono varie ipotesi, si parla della fisica "come noi la conosciamo"...
I morti sono morti, è dei vivi che dobbiamo parlare, è dei vivi che possiamo preoccuparci, è i vivi che possiamo amare.
Oggi è luna piena, le notti di luna piena hanno sempre attratto: letteratura, film, racconti, leggende, miti, ecc.
Di fatto è il momento di massima influenza della Luna sulla Terra.
Viviamo in questo pianeta, senza sapere quasi nulla; così come i primitivi credevano e adoravano il Sole o le stelle, il fuoco o gli dei; noi crediamo in qualche dio, in qualche valore o chissà cosa.
L' universo è così grande, che la nostra mente non può raffigurarselo,
anche se il tempo ci aiuta, ci da delle coordinate comprensibili.
Siamo prigionieri in questa bolla di ossigeno e tempo, come pesci rossi in un'ampolla d'acqua, mentre il tempo assoluto tende a zero, il nostro assolutamente irrilevante, anzi, inesistente.
Eppure, il passaggio a nord-ovest deve esserci,
il passaggio a nord-ovest... O saremmo solo pesci rossi...
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Fabrizio Rinaldi
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