domenica 22 febbraio 2015

Quanto meno puoi.

E' un po' di tempo, che non mi sveglio più con la voglia di prendere la moto ed andare a fare un giro.

Magari verso sud o forse verso nord.

Da un po' di tempo ormai...

Ci si abitua, si smette di vedere, si smette di guardare.
Come i quadri, o gli oggetti della tua casa, dopo un po' smetti di vederli, lo sguardo si è abituato a loro e non ci fai più caso.

Così passo vicino a quella vecchia moto, quasi sepolta dai molti inutili oggetti e ogni tanto, quando la vedo, fingo di quasi di non farci caso.
Quanta strada insieme, e si che di cose e di avventure ne abbiamo condivise, fedeli compagni di viaggio, eppure...

A volte ho l'impressione che sia lei a non vedermi più, quasi sepolto dalle "cose da fare", chissà poi perchè...

A volte succede anche con gli amici, con le persone più care: ci si abitua, scordando che "fraammmmmmm", un giorno "d'improvviso" non ci saranno più o io...

Ci si abitua a dormire con il proprio figlio, come dovesse durare per sempre, nel mentre lui è diventato un uomo.

La vita è così bella e così "ingannatrice" da porti davanti trabocchetti come l'abitudine,
si tende ogni secondo ad abituarsi...

L'abitudine è un nemico sempre in guardia, sempre pronto a sorprenderti, a farti assopire... Fino a quell'inevitabile "fraammmmmmm", unica certezza...

Ho imparato la bellezza della vita, guidando costantemente la mente sulle uniche certezze che abbiamo: le insicurezze e il divenire...

Così ora, ogni notte in cui posso dormire con mio figlio la vivo come fosse l'ultima, ogni volta che posso stare con un amico lo godo come se non dovesse più succedere, ogni mattina guardo il cielo come fosse la prima ed unica volta, guardo la macchina volante costruita da mio figlio come la più grande ed ultima invenzione che vedrò... Perchè? 

Perchè un giorno lo sarà!

Un giorno passerò accanto alla mia moto sapendo che non viaggeremo più insieme...
Poi un giorno non passerò più...
"Fraammmmmm"

Posso abituarmi al mio respiro?
Al cuore che incesssantemente batte?
All'aria?

Oggi è una bellissima giornata, il cielo è blu.

Mi piace pensare che viaggeremo ancora insieme,
che dormirò ancora con mio figlio,
che rivedrò il mio amore,

poi debbo riprendere la mente e portarla fuori da quel pantano inesistente,
esiste solo "ora"...


...Come i grandi Padri, hanno provato a d insegnarci:



Carpe diem
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Vt melius, quidquid erit, pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum! Sapias, uina liques et spatio breui
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit inuida
aetas. Carpe diem, quam minimum credula postero.
Orazio




Afferra l’attimo
Non chiedere, o Leuconoe, (non è lecito saperlo) qual fine
abbiano a te e a me assegnato gli dèi,
e non tentare calcoli babilonesi. Quant’è meglio accettare
quel che sarà! Ti abbia assegnato Giove molti inverni,
oppure ultimo quello che ora affatica il mare Tirreno
contro gli scogli, sii saggio, filtra vini, tronca
lunghe speranze per la vita breve. Parliamo, e intanto fugge l’astioso
tempo. Afferra l’attimo, credi al domani quanto meno puoi.



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