Vorrei avere dei riferimenti,
vorrei poter scorgere ancora un faro, vorrei averne, ma non ne ho.
Ovunque distenda il mio sguardo, dovunque cerchi, vedo solo me stesso.
Lì, mi accorgo, che quel luogo è l'unico posto, dove non sono solo.
Conduco una vita fuori da ogni modello, da ogni canone; senza lunedì o domeniche, senza nessun giorno della settimana.
Ogni giorno guardo l'agenda per vedere che giorno sia, non aspetto il venerdì, né nessun altro giorno.
Cammino solo, come tutti, in questa vita; ma io ne colgo il profondo piacere, che questo genera.
Più mi avvicino a ciò che sono, e più mi sembra di capire quell'unico Saggio, in cui, in modo pedestre, m' imbattei fortuitamente, molti anni fa.
Spesso cerco di ricordare come si pensa in modo normale...Non mi ricordo...
Vorrei rammentarlo, perché non riesco più a comunicare con le persone intorno, con gli amici; riesco a malapena a vederli.
Ogni tanto, cerco semplicemente, di aprirgli ciò che vedo e continuo a perderli, allora preferisco, rimanere in silenzio a guardarli.
Amo la vita e cerco di godermela, cerco di fare questo viaggio, consapevole, che la mente non serve a nulla.
Vorrei avere delle regole, magari una morale; ma non ce l'ho.
Continuando a camminare, mi sono trovato in una terra senza sentieri, in una terra dove il sentiero devi crearlo, inventarlo.
Non credo in nulla, eppure non ho paura. Guardo le persone intorno, e vedo infinite paure, vedo disperazione, sento voci vuote. Continuano a ripetere schemi e copioni, che non hanno senso né scopo. Aspettano che arrivi il venerdì, lottano affinché un'altra faticosa settimana trascorra..."Finalmente domani è sabato!"
Sono solo! Non perché non abbia amici o persone intorno.
I grandi problemi personali quotidiani, ci fanno dimenticare, che il nostro pianeta, la nostra Terra è solo un piccolo granello di sabbia, nel grande universo.
Ci fanno dimenticare, che i nostri pensieri, ci distraggono da ciò che siamo.
Non ho fede, né speranza e questo mi piace!
Così come mi piace ogni respiro che faccio.
...Una ragazza, qualche tempo fa, mi disse: "...Forse tu vuoi troppo, quello che cerchi è troppo alto, io non posso dartelo..."
E' stata una delle poche ragazze sincere che ho conosciuto.
Aveva ragione, tranne che su una cosa: non voglio troppo, perché ciò che voglio, che debbo guadagnarmi, è molto di più.
Ho dovuto lasciarla andare, come tutto, nella vita, si deve lasciare andare.
Io mi prendo semplicemente la responsabilità di decidere quando, piuttosto che subire una scelta, comunque obbligata. ... ... ...
Ho fermato l'automobile, ho lasciato che lo sguardo assorbisse i colori, che i polmoni mangiassero l'aria, che la pancia bevesse lo spirito e che il cuore gioisse. Tutto era calmo, sereno, ogni cosa con un suo naturale ordine e scopo. Così non ho dovuto far altro che guardare, per accorgermi che tutto era già perfetto, che la stanchezza è solo positiva, che la fatica non esiste. La vita è solo e semplice piacere, puro erotismo, gioco creativo; tutto il resto è semplice illusione ... ... ...
Poi ho riavviato il motore dell'auto... Che giorno era? Lo stesso di oggi o di ieri, credo... Posso raccontarvi ogni respiro che ho fatto... Ma che giorno fosse proprio non lo so... Non lo ricordo.
Il giorno più importante che conosco è solo uno: oggi!
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
domenica 2 dicembre 2012
venerdì 23 novembre 2012
Rosso profondo
...Le mie sensazioni si adagiano su note, che in sottofondo scorrono.
Tutto in me è in calma, la sana stanchezza dolcemente mi conforta, mi godo il suo tenero abbraccio.
Posso essere in ogni luogo ed ogni tempo che ho vissuto, così la mia mente gioca.
Ora gli anni, non sono che attimi o ancor meno...
Tutti gli anni, ogni luogo, esistono in un solo istante...
Apparentemente sono solo, in realtà non sono mai stato così insieme al tutto, a cui appartengo.
Il mio cuore è ancora indomito,
la mia anima ancora libera…
Continuo a pulire i miei pensieri, altri li ignoro: sento ancora il suo profumo, mentre ogni giorno è più lontana.
Continuo a pulire i miei pensieri, altri li ignoro: sento ancora il suo profumo, mentre ogni giorno è più lontana.
Respiro...Cerco di non distrarmi...La vita è bellissima…
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
lunedì 22 ottobre 2012
Non proprio una lettera; a qualche amico.
Ogni tanto, mi chiedo cosa e come sarei se non avessi fatto tutti gli errori che ho commesso. Mi domando se mai riuscirò lo stesso a rendere storia, ciò che sono.
Che cos'è un errore?
L'errore, almeno per come lo considero io, è semplicemente il momento in cui lasci il posto da conducente ad un qualche complesso.
Istantaneamente l'orizzonte cambia, la mente diviene cieca in un mondo di ombre.
Il problema è che la nostra mente non funziona sempre in modo uguale, ma difficilmente ce ne rendiamo conto.
E' come un repentino rallentamento, da un iper velocità, praticamente, ci si ferma.
Si torna dalla possibilità del divenire, all'esistenza biologica.
L'esistenza biologica è quel sano modo di esistere, quello che è norma di natura, quello che tutti, o quasi, gli animali sperimentano.
Questo stato basico, che l'uomo addirittura fatica a raggiungere e che spesso non riesce a conoscere, è quello che parte da quella normale sanità fisica, quel benessere dove tutto più o meno, funziona.
Quasi tutto ciò che pensiamo, immaginiamo, compreso ciò che vorremmo, quello che chiamiamo "i nostri sogni", sono frutto di quella parte non sana di noi, che c'inchioda, che ci preclude la possibilità del divenire.
Ho imparato a giocare con qualsiasi idea, con qualsiasi convinzione, ho imparato a giocare con tutto, senza essere nessun gioco.
Posso entrare in ogni esperienza e provare a renderla funzionale al divenire, unico ed ultimo dovere, verso se stessi.
Eppure mi piace masticare la vita, se non avessi commesso tutti gli errori che ho fatto, mi mancherebbe una parte di me, che fatico a portare, ma che mi rende ciò che sono.
E' simpatico, vedere come le persone, gli amici, intorno interpretano ciò che faccio con i loro schemi. Quando gli ho detto che mi sposavo, mi guardavano perplessi.
Ovviamente, non avevo una risposta da dare, da dare ai loro modi mentali, intendo.
Se gli avessi risposto così: " Questa è una cosa molto importante, che non ha molta importanza. Questa ragazza, mi piace così tanto, da voler passare nei sui schemi, da volerne sopportare il prezzo.
L'obiettivo della vita, non sono i figli, il matrimonio, od una famiglia.
Vedo il mondo in un modo così relativo, dove la cosa più relativa sono io stesso.
Posso e voglio usare ogni cosa, posso avere una o più famiglie, posso anche non averne.
Ho conosciuto persone, donne giovani e donne vicine alla fine del gioco.
Sono stato con loro dentro ogni pensiero, ogni rimpianto, dentro la loro consapevolezza, la paura del tempo che morde, di ogni possibilità ormai conclusa.
Si sente come un bambino imprigionato in un corpo ormai vecchio, un bambino che non può più dare storia a ciò che avrebbe dovuto essere.
Un bambino che ha creduto a ciò che i grandi gli avevano insegnato; tutti insegnamenti, che non solo, non sono serviti a niente, ma sono stati devianti.
Si sente la lucida consapevolezza, del fallimento del copione a cui ci si è pedissequamente attenuti.
Ora alla fine della vita, non si può tornare indietro. Beh! Chi ci è passato, chi l'ha condiviso e convissuto lo sa.
Io lo so!
Vi auguro, cari amici, che un giorno possiate guardare il mondo con i vostri "veri" occhi, che possiate guardare un'altra persona, non con i vostri schemi, ma dal punto di vista della sua anima.
Vi auguro di avere una pazza e piena vita, perché un giorno, possiate essere sereni; un giorno possiate guardarvi indietro e pensare: è valsa davvero la pena e se non vi guarderete indietro, allora, vorrà dire che avrete avuto il coraggio di seguire il sentiero della vostra anima; vorrà dire che avrete trovato Dio...Non quello che sta in cielo, ovviamente!".
Che cos'è un errore?
L'errore, almeno per come lo considero io, è semplicemente il momento in cui lasci il posto da conducente ad un qualche complesso.
Istantaneamente l'orizzonte cambia, la mente diviene cieca in un mondo di ombre.
Il problema è che la nostra mente non funziona sempre in modo uguale, ma difficilmente ce ne rendiamo conto.
E' come un repentino rallentamento, da un iper velocità, praticamente, ci si ferma.
Si torna dalla possibilità del divenire, all'esistenza biologica.
L'esistenza biologica è quel sano modo di esistere, quello che è norma di natura, quello che tutti, o quasi, gli animali sperimentano.
Questo stato basico, che l'uomo addirittura fatica a raggiungere e che spesso non riesce a conoscere, è quello che parte da quella normale sanità fisica, quel benessere dove tutto più o meno, funziona.
Quasi tutto ciò che pensiamo, immaginiamo, compreso ciò che vorremmo, quello che chiamiamo "i nostri sogni", sono frutto di quella parte non sana di noi, che c'inchioda, che ci preclude la possibilità del divenire.
Ho imparato a giocare con qualsiasi idea, con qualsiasi convinzione, ho imparato a giocare con tutto, senza essere nessun gioco.
Posso entrare in ogni esperienza e provare a renderla funzionale al divenire, unico ed ultimo dovere, verso se stessi.
Eppure mi piace masticare la vita, se non avessi commesso tutti gli errori che ho fatto, mi mancherebbe una parte di me, che fatico a portare, ma che mi rende ciò che sono.
E' simpatico, vedere come le persone, gli amici, intorno interpretano ciò che faccio con i loro schemi. Quando gli ho detto che mi sposavo, mi guardavano perplessi.
Ovviamente, non avevo una risposta da dare, da dare ai loro modi mentali, intendo.
Se gli avessi risposto così: " Questa è una cosa molto importante, che non ha molta importanza. Questa ragazza, mi piace così tanto, da voler passare nei sui schemi, da volerne sopportare il prezzo.
L'obiettivo della vita, non sono i figli, il matrimonio, od una famiglia.
Vedo il mondo in un modo così relativo, dove la cosa più relativa sono io stesso.
Posso e voglio usare ogni cosa, posso avere una o più famiglie, posso anche non averne.
Ho conosciuto persone, donne giovani e donne vicine alla fine del gioco.
Sono stato con loro dentro ogni pensiero, ogni rimpianto, dentro la loro consapevolezza, la paura del tempo che morde, di ogni possibilità ormai conclusa.
Si sente come un bambino imprigionato in un corpo ormai vecchio, un bambino che non può più dare storia a ciò che avrebbe dovuto essere.
Un bambino che ha creduto a ciò che i grandi gli avevano insegnato; tutti insegnamenti, che non solo, non sono serviti a niente, ma sono stati devianti.
Si sente la lucida consapevolezza, del fallimento del copione a cui ci si è pedissequamente attenuti.
Ora alla fine della vita, non si può tornare indietro. Beh! Chi ci è passato, chi l'ha condiviso e convissuto lo sa.
Io lo so!
Vi auguro, cari amici, che un giorno possiate guardare il mondo con i vostri "veri" occhi, che possiate guardare un'altra persona, non con i vostri schemi, ma dal punto di vista della sua anima.
Vi auguro di avere una pazza e piena vita, perché un giorno, possiate essere sereni; un giorno possiate guardarvi indietro e pensare: è valsa davvero la pena e se non vi guarderete indietro, allora, vorrà dire che avrete avuto il coraggio di seguire il sentiero della vostra anima; vorrà dire che avrete trovato Dio...Non quello che sta in cielo, ovviamente!".
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
domenica 23 settembre 2012
Aspettando...
...Ho conosciuto delle persone per cui esiste una sola velocità...
Chi ha la fortuna d'incontrarle, subito, le riconosce, le sente...
Puoi, semplicemente, solo amarle od odiarle, nient'altro loro ti concedono...
...A volte ti permettono di guardarle negli occhi...e tutto prende senso...
Conoscono l'unica e vera generosità possibile agli Uomini...e ne pagano il prezzo...soli...
Nel silenzio, in profonda solitudine, aspettano, ... aspettano sopportandone la fatica, il dolore fisico e dell'anima... Sono così, queste persone.
Non hanno paura, perché questa è loro fedele compagna...
Istintivi, seguono il filo della vita...
Possono perdersi in terre di cui non esistono mappe, possono mettere tutto in gioco, disposti a giocarlo fino in fondo...
Non puoi fermarli; qualcuno ritiene siano invincibili e forse lo sono davvero.
Sono in grado di passare leggeri e candidi attraverso ogni compromesso, tranne uno...quello con la propria anima... Non hanno morali, perché non sanno cosa farci e a cosa servono... Non esiste modo per ricattarli... Sono uomini liberi, stargli affianco è pressoché impossibile, ma possono aprirti universi di senso...
Loro non passano in questi luoghi e non sono di questo tempo, stanno semplicemente preparandosi perfezionandosi, al rientro... a casa!
Amano e godono la vita, sanno Amare; a volte pur consapevoli dello sbaglio, mostrano la loro anima indifesa, fino a farsi requisire, al limite ultimo...
...Aspettano, come ago della bussola; lentamente, inesorabilmente riprendono la direzione...Il soffio della vita...
La vita è un'avventura meravigliosa e nessuno la conosce meglio di loro...
Non esistono molte velocità, per loro, ne esiste solo una...
Chi ha la fortuna d'incontrarle, subito, le riconosce, le sente...
Puoi, semplicemente, solo amarle od odiarle, nient'altro loro ti concedono...
...A volte ti permettono di guardarle negli occhi...e tutto prende senso...
Conoscono l'unica e vera generosità possibile agli Uomini...e ne pagano il prezzo...soli...
Nel silenzio, in profonda solitudine, aspettano, ... aspettano sopportandone la fatica, il dolore fisico e dell'anima... Sono così, queste persone.
Non hanno paura, perché questa è loro fedele compagna...
Istintivi, seguono il filo della vita...
Possono perdersi in terre di cui non esistono mappe, possono mettere tutto in gioco, disposti a giocarlo fino in fondo...
Non puoi fermarli; qualcuno ritiene siano invincibili e forse lo sono davvero.
Sono in grado di passare leggeri e candidi attraverso ogni compromesso, tranne uno...quello con la propria anima... Non hanno morali, perché non sanno cosa farci e a cosa servono... Non esiste modo per ricattarli... Sono uomini liberi, stargli affianco è pressoché impossibile, ma possono aprirti universi di senso...
Loro non passano in questi luoghi e non sono di questo tempo, stanno semplicemente preparandosi perfezionandosi, al rientro... a casa!
Amano e godono la vita, sanno Amare; a volte pur consapevoli dello sbaglio, mostrano la loro anima indifesa, fino a farsi requisire, al limite ultimo...
...Aspettano, come ago della bussola; lentamente, inesorabilmente riprendono la direzione...Il soffio della vita...
La vita è un'avventura meravigliosa e nessuno la conosce meglio di loro...
Non esistono molte velocità, per loro, ne esiste solo una...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
sabato 1 settembre 2012
Lo sguardo in avanti, fiero
Ero seduto affianco a lui, che, in realtà, sembrava, forse a ragione, gradire poco la mia presenza.
Eppure un sottile legame ci univa, in quella grande, deserta spiaggia.
Eravamo li, entrambi guardavamo avanti, con lo sguardo fiero.
Così, in quel modo semplice, che la natura ha previsto, senza aver nulla da dimostrare a qualcuno, ne' a noi stessi. Guerrieri solitari, che guardano, per un breve momento, il mare.
Gli animali, a meno che non vivano con gli esseri umani, non conoscono la resa, ma solo il perfetto sincronismo al tutto a cui si apparteniene.
Un grande Uomo, senza dubbio il più grande che abbia mai conosciuto, tra le molteplici e svariate caratteristiche, che affermava dovesse possedere uno scienziato, un Uomo, oltre, ovviamente, al fatto di dover essere felice e realizzato, ne citava una, che mi fatto riflettere; si domandava: quanto è grande quest'uomo nel momento del dolore? Dolore fisico, della guerra, nel carcere, nella separazione.
Tra le, davvero, molte esperienze e capacità, da lui evidenziate, in questo momento, proprio questa, mi trova sensibile.
Penso a me stesso, a come ho affrontato quei momenti, sono così tanti, che le profonde cicatrici hanno finito per confondersi una sull'altra. Certo, ora è relativamente facile scrivere, ma ci sono momenti in cui la ragione arriva a giocare brutti scherzi, in cui si supera una soglia, un confine, che ti cambia per sempre.
E allora quell' Uomo quant'è grande, in quei momenti?
In certi momenti è come se il cuore sentisse nostalgia, sentisse di voler condividere, di voler coessere, la nostalgia all'uno, ad un Amore.
Non parlo, di quello dove la moglie ti prepara uno o più pasti caldi al giorno, o viceversa.
Quello fatto di doveri che alla fine divengono obblighi e responsabilità, quello fatto di orari da rispettare, spesso di convenienze.
Non parlo di quello che serve a riempire i propri limiti, i propri vuoti, le proprie paure, insicurezze, qualcuno che ti dia qualcosa che nessuno, se non te stesso, può darti.
Non parlo della canonica famiglia, che vedo intorno, dei mille ricatti e sotterfugi.
Non parlo dell'unione forzosa di due persone non evolute, che non conoscono neanche se stesse. Non parlo di queste aberrazioni, che purtroppo, costituiscono la semplice normalità Non parlo dell'uomo che vuole la mamma e della donna il suo principe azzurro, ed in questo massacrano le proprie esistenze, esistono senza Essere.
Non parlo neanche di chi ti vuole stare affianco e che alla fine diventa la tua prigione, non parlo di tutte le situazione complessuali, fuori dalle quali, ad oggi, non ho visto nessuno.
Parlo, invece, di quell'avvicinarsi cauto di un anima ad un'altra.
E' un tempio, è la casa degli Dei ed è un luogo difficilmente accessibile.
C'e' luce, no è calore; calore che senti e che sei anche tu.
Non ci sono orari, né pasti caldi da cucinare per dovere; c'e' solo piacere del fare, di condividere, se l'occasione si verifica.
E' la casa dove abita Dio, almeno quello che conosco io.
In questa casa non si entra facilmente.
Si entra solo se sei divenuto, se sei un Uomo od una Donna. Se hai fatto la tua storia, se quando smetti ogni pensiero ti rimane qualcosa, se hai mangiato la vita, se non hai più miti.
Nella casa di Dio, ognuno continua a fare la propria storia, senza regole fisse, ogni giorno se ne conquista l'accesso.
E' un'intesa così profonda, che razionalmente sfugge, fisicamente si percepisce nello stomaco, maggiormente, ma anche questo può variare.
Poi gli occhi, solo loro riescono sfiorare a carezzare la parte più prossima all'anima: il campo eterico.
Poi c'e' la musica di ogni gioco possibile: passione, complicità, silenzi, abbracci, affetti.
La precisione di sfiorare quel punto del corpo, che l'anima in quel momento intenziona, ed è già cambiato.
Nella casa di Dio c'e' sempre la musica e tu ne sei una nota, non mi riferisco a Dio in senso religioso, ovviamente.
Un anima che amplifica l'altra, usando il tempo che ci è dato.
Sentire o meno la sua presenza a chilometri prima di arrivare e già sapere...
Ti vedo, senza usare gli occhi... Ascolto il tuo profumo, senza usare l'olfatto...
Sento la tua musica, senza usare l'udito...Quando ti sfioro, tutto è già accaduto...
E' un luogo dove la pretesa non comincia proprio e dove la complicità amplifica l'intelligenza.
Da bambino avrei voluto crescere in una casa così, invece sono cresciuto in una famiglia come quella che tutti conosciamo, forse neanche quella.
E in una casa come questa che avrei voluto far crescere i miei figli, se ne avessi avuti, beh uno l'ho avuto.
C'e' solo un piccolo problema, anzi due: quanto potrei vivere in questa casa senza sbagliare? Una donna così dove la trovo?
E allora non mi rimane, che godermi un po' di nostalgia, in compagnia di un ignaro e solitario gabbiano, che comunque, da grande guerriero, pone lo sguardo fiero, in avanti, verso il mare...ed io con lui.
Eppure un sottile legame ci univa, in quella grande, deserta spiaggia.
Eravamo li, entrambi guardavamo avanti, con lo sguardo fiero.
Così, in quel modo semplice, che la natura ha previsto, senza aver nulla da dimostrare a qualcuno, ne' a noi stessi. Guerrieri solitari, che guardano, per un breve momento, il mare.
Gli animali, a meno che non vivano con gli esseri umani, non conoscono la resa, ma solo il perfetto sincronismo al tutto a cui si apparteniene.
Un grande Uomo, senza dubbio il più grande che abbia mai conosciuto, tra le molteplici e svariate caratteristiche, che affermava dovesse possedere uno scienziato, un Uomo, oltre, ovviamente, al fatto di dover essere felice e realizzato, ne citava una, che mi fatto riflettere; si domandava: quanto è grande quest'uomo nel momento del dolore? Dolore fisico, della guerra, nel carcere, nella separazione.
Tra le, davvero, molte esperienze e capacità, da lui evidenziate, in questo momento, proprio questa, mi trova sensibile.
Penso a me stesso, a come ho affrontato quei momenti, sono così tanti, che le profonde cicatrici hanno finito per confondersi una sull'altra. Certo, ora è relativamente facile scrivere, ma ci sono momenti in cui la ragione arriva a giocare brutti scherzi, in cui si supera una soglia, un confine, che ti cambia per sempre.
E allora quell' Uomo quant'è grande, in quei momenti?
In certi momenti è come se il cuore sentisse nostalgia, sentisse di voler condividere, di voler coessere, la nostalgia all'uno, ad un Amore.
Non parlo, di quello dove la moglie ti prepara uno o più pasti caldi al giorno, o viceversa.
Quello fatto di doveri che alla fine divengono obblighi e responsabilità, quello fatto di orari da rispettare, spesso di convenienze.
Non parlo di quello che serve a riempire i propri limiti, i propri vuoti, le proprie paure, insicurezze, qualcuno che ti dia qualcosa che nessuno, se non te stesso, può darti.
Non parlo della canonica famiglia, che vedo intorno, dei mille ricatti e sotterfugi.
Non parlo dell'unione forzosa di due persone non evolute, che non conoscono neanche se stesse. Non parlo di queste aberrazioni, che purtroppo, costituiscono la semplice normalità Non parlo dell'uomo che vuole la mamma e della donna il suo principe azzurro, ed in questo massacrano le proprie esistenze, esistono senza Essere.
Non parlo neanche di chi ti vuole stare affianco e che alla fine diventa la tua prigione, non parlo di tutte le situazione complessuali, fuori dalle quali, ad oggi, non ho visto nessuno.
Parlo, invece, di quell'avvicinarsi cauto di un anima ad un'altra.
E' un tempio, è la casa degli Dei ed è un luogo difficilmente accessibile.
C'e' luce, no è calore; calore che senti e che sei anche tu.
Non ci sono orari, né pasti caldi da cucinare per dovere; c'e' solo piacere del fare, di condividere, se l'occasione si verifica.
E' la casa dove abita Dio, almeno quello che conosco io.
In questa casa non si entra facilmente.
Si entra solo se sei divenuto, se sei un Uomo od una Donna. Se hai fatto la tua storia, se quando smetti ogni pensiero ti rimane qualcosa, se hai mangiato la vita, se non hai più miti.
Nella casa di Dio, ognuno continua a fare la propria storia, senza regole fisse, ogni giorno se ne conquista l'accesso.
E' un'intesa così profonda, che razionalmente sfugge, fisicamente si percepisce nello stomaco, maggiormente, ma anche questo può variare.
Poi gli occhi, solo loro riescono sfiorare a carezzare la parte più prossima all'anima: il campo eterico.
Poi c'e' la musica di ogni gioco possibile: passione, complicità, silenzi, abbracci, affetti.
La precisione di sfiorare quel punto del corpo, che l'anima in quel momento intenziona, ed è già cambiato.
Nella casa di Dio c'e' sempre la musica e tu ne sei una nota, non mi riferisco a Dio in senso religioso, ovviamente.
Un anima che amplifica l'altra, usando il tempo che ci è dato.
Sentire o meno la sua presenza a chilometri prima di arrivare e già sapere...
Ti vedo, senza usare gli occhi... Ascolto il tuo profumo, senza usare l'olfatto...
Sento la tua musica, senza usare l'udito...Quando ti sfioro, tutto è già accaduto...
E' un luogo dove la pretesa non comincia proprio e dove la complicità amplifica l'intelligenza.
Da bambino avrei voluto crescere in una casa così, invece sono cresciuto in una famiglia come quella che tutti conosciamo, forse neanche quella.
E in una casa come questa che avrei voluto far crescere i miei figli, se ne avessi avuti, beh uno l'ho avuto.
C'e' solo un piccolo problema, anzi due: quanto potrei vivere in questa casa senza sbagliare? Una donna così dove la trovo?
E allora non mi rimane, che godermi un po' di nostalgia, in compagnia di un ignaro e solitario gabbiano, che comunque, da grande guerriero, pone lo sguardo fiero, in avanti, verso il mare...ed io con lui.
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Fabrizio Rinaldi
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