Giocano con il vento,
il caldo scirocco, amante complice,
li accarezza come spirito,
anime sul mare. Dalla finestra, vedo, guardo, sento, una lacrima mi riporta al terreno,
sono con loro, sono con te!
Solo piacere, puro piacere; quello che, solo chi non ha perso l'anima può metabolizzare,
può godere:
gabbiani.
Sole.
Mare.
Natura perfetta.
Dove il mondo e' esatto.
Lo scirocco accarezza anche me,
erotismo bianco della vita.
Poi la musica...
e il sapore del tabacco,
pieno di sole, di terre lontane, il gusto della terra, il sapore del Sole,
di mani esperte, di storie ormai dimenticate.
Un uomo, dall'altra parte del mondo, ne gode al massimo di ciò che può.
Oltre ai normali sensi, in modo viscerale.
Con me un pensiero:
con me, ancora te, amico.
Quando in spazi senza tempo,
in cieli dove volavo solo,
ho sentito, nel silenzio assoluto:
"Io ci sono",
eppure,
nessun suono, li giunge,
nessun uomo.
Io ti vedo,
ti guardo,
e ancora i gabbiani, mai paghi di piacere,
mi rimandano l'erotico gusto del volo;
mentre faccio compagnia alla mia commozione,
mentre la vita passa, mentre la vivo.
Ti aspettavo,
ora ci sei,
a volte, persino mi spingi,
finalmente!
Ora posso nuovamente accelerare,
perche' tu ci sei,
ma io ti porterò dove non sei mai stato,
dove, solo chi ha il "sempre" come casa,
può entrare,
toccherò la tua anima,
come il vento, le ali dei gabbiani,
senza il quale, nessuna evoluzione sarebbe.
La vita e' la vita,
per chi sa godersela, per chi ne e' capace,
quando avrai lasciato dietro ogni pensiero conosciuto,
avrai cominciato il viaggio,
il viaggio e' appena iniziato,
al prossimo incontro, guerriero indomito,
anzi, indomito guerriero.
Ed io ti vedo!
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
venerdì 26 agosto 2011
domenica 7 agosto 2011
Addio!
Oggi è una giornata di Sole!
Oggi ho dato l'addio a qualcosa di importante per me e allora come mi piace fare, ho cercato di capire.
Capire cosa? L'unica cosa che per ognuno di noi ha un senso capire, noi stessi; me stesso!
In questo viaggio, ho ripercorso molti ricordi, molte sensazioni, anche dolorose.
E proprio lì, ho cominciato a seguire il sentiero; senza paura, lo guardato e percorso.
Ci sono molti tipi di addio e di emozioni ad essi legati: posso dire addio ad un amore, ad una persona scomparsa, a qualcuno che parte e che non tornerà più, ad un amico, ad un vecchio lavoro.
Qualcuno parla di complesso di separazione, altri di ancestrali paure; per quanto mi riguarda, c'e' un unico tipo di addio: quello in cui decidi dentro te stesso (forse il termine è un po' forte, ma è esattamente ciò che intendo) di uccidere, tagliare quel cordone ombelicale, quell'ultima immagine che ti lega. Ti lega ad un ricordo, ad un'aspettativa irrealizzata, ad un amore strappato a metà, ad una persona cara; in generale qualcosa che ti lega.
Questo è l'unico addio possibile, a volte si sente il bisogno, magari in un amore, di voler comunicare all'altra persona qualcosa, a volte si continua a pensare a tutte le ipotesi in cui sarebbe potuta andare quella situazione, altre volte si continua a pensare a qualcuno che non c'e' più, altre volte ancora si porta dentro l'immagine di qualcuno mitizzandola.
Poi arriva il giorno in cui devi dire addio, perché la vita ha un senso e la devi percorrere tutta, libero.
Ho percorso tutto il sentiero, la sofferenza così forte da togliere il respiro, ma senza paura, lo percorso a piedi scalzi, fino in fondo, in ogni aspetto, fino all'ultima immagine e ho visto che la vita, non prevede la sofferenza o almeno non così come la riscontriamo noi. Conosciamo la sofferenza perché ci indica, ci evidenzia l'errore, ecco, non dobbiamo stare attenti a non soffrire, ma a non commettere errori, perché come mi piace spesso scrivere: la libertà non esiste, ovvero siamo solo liberi di sbagliare.
Addio!
Oggi è una giornata di Sole!
Oggi ho dato l'addio a qualcosa di importante per me e allora come mi piace fare, ho cercato di capire.
Capire cosa? L'unica cosa che per ognuno di noi ha un senso capire, noi stessi; me stesso!
In questo viaggio, ho ripercorso molti ricordi, molte sensazioni, anche dolorose.
E proprio lì, ho cominciato a seguire il sentiero; senza paura, lo guardato e percorso.
Ci sono molti tipi di addio e di emozioni ad essi legati: posso dire addio ad un amore, ad una persona scomparsa, a qualcuno che parte e che non tornerà più, ad un amico, ad un vecchio lavoro.
Qualcuno parla di complesso di separazione, altri di ancestrali paure; per quanto mi riguarda, c'e' un unico tipo di addio: quello in cui decidi dentro te stesso (forse il termine è un po' forte, ma è esattamente ciò che intendo) di uccidere, tagliare quel cordone ombelicale, quell'ultima immagine che ti lega. Ti lega ad un ricordo, ad un'aspettativa irrealizzata, ad un amore strappato a metà, ad una persona cara; in generale qualcosa che ti lega.
Questo è l'unico addio possibile, a volte si sente il bisogno, magari in un amore, di voler comunicare all'altra persona qualcosa, a volte si continua a pensare a tutte le ipotesi in cui sarebbe potuta andare quella situazione, altre volte si continua a pensare a qualcuno che non c'e' più, altre volte ancora si porta dentro l'immagine di qualcuno mitizzandola.
Poi arriva il giorno in cui devi dire addio, perché la vita ha un senso e la devi percorrere tutta, libero.
Ho percorso tutto il sentiero, la sofferenza così forte da togliere il respiro, ma senza paura, lo percorso a piedi scalzi, fino in fondo, in ogni aspetto, fino all'ultima immagine e ho visto che la vita, non prevede la sofferenza o almeno non così come la riscontriamo noi. Conosciamo la sofferenza perché ci indica, ci evidenzia l'errore, ecco, non dobbiamo stare attenti a non soffrire, ma a non commettere errori, perché come mi piace spesso scrivere: la libertà non esiste, ovvero siamo solo liberi di sbagliare.
Addio!
Oggi è una giornata di Sole!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
mercoledì 20 luglio 2011
La gioventù è la ricchezza più grande... Se gli sopravvivi.
Tante frasi, tanti pensieri profondi, poi un commento buttato lì, come fosse a caso, in mezzo a tutta quella confusione, mi cattura.
Provo a seguire questo pensiero, un amico di gioventù, appunto e mi chiedo il perché questa considerazione mi coglie nell'emozione.
Si, quando si è giovani sembra di possedere tutte le potenzialità del mondo, ci si sente invincibili, immortali e solo quando cresci capisci che, come ogni periodo, come ogni cosa, passa.
Con il tempo le possibilità che avevi si riducono, la spinta della vita diventa minore, gli sbagli fatti pesano e condizionano il presente, probabilmente faresti molte cose in modo diverso, potendo tornare indietro.
Si, ma vorrei provare a seguire le sensazioni, lasciando la testa a pensare ciò che vuole, quasi distratta, all'ombra di questa guardare.
... Sento amarezza, come se un quadro immaginato non si fosse mai compiuto.
Come se ci fossero solo dei pezzi di quel quadro, che non si possono mettere insieme a formare un unico disegno.
... Sento timore, come se qualcosa che si voleva realizzare sia rimasta incompiuta.
... Sento amore, come se fosse rimasto in attesa di qualcosa mai arrivata.
Quando si è giovani ci si chiede, non tutti, quale sia il nostro scopo, lo scopo della nostra vita; poi con il tempo,
qualcuno si dimentica, qualcuno smette di chiederselo, qualcuno risolve con una od altra religione, qualcuno comincia a cercare la risposta dentro di se.
Caro amico,
da sempre ci insegnano che esiste un periodo che si chiama giovinezza, poi la maturità e per i cosiddetti fortunati, la vecchiaia.
Si questo è ciò che conosciamo, perché ci siamo arresi, ma in realtà la vita non prevede queste "fasi", la vita prevede un progress continuo senza fine.
Conosciamo la vecchiaia perché fermiamo la corsa, semplicemente cominciamo ad esistere senza più vivere.
La vita diventa sempre più bella, se ne seguiamo il suo progetto.
Certo, a causa dei molti errori accumulati, possiamo trovarci indietro rispetto a questo progetto e questo ritardo lo accusiamo, magari non ne siamo consapevoli razionalmente, ma da qualche parte lo registriamo: come amarezza, timore, amore inespresso.
Non si smette di essere giovani, perché passano gli anni, si smette di essere giovani perché smettiamo di esserlo.
almeno fino a quando saremo giovani!
Provo a seguire questo pensiero, un amico di gioventù, appunto e mi chiedo il perché questa considerazione mi coglie nell'emozione.
Si, quando si è giovani sembra di possedere tutte le potenzialità del mondo, ci si sente invincibili, immortali e solo quando cresci capisci che, come ogni periodo, come ogni cosa, passa.
Con il tempo le possibilità che avevi si riducono, la spinta della vita diventa minore, gli sbagli fatti pesano e condizionano il presente, probabilmente faresti molte cose in modo diverso, potendo tornare indietro.
Si, ma vorrei provare a seguire le sensazioni, lasciando la testa a pensare ciò che vuole, quasi distratta, all'ombra di questa guardare.
... Sento amarezza, come se un quadro immaginato non si fosse mai compiuto.
Come se ci fossero solo dei pezzi di quel quadro, che non si possono mettere insieme a formare un unico disegno.
... Sento timore, come se qualcosa che si voleva realizzare sia rimasta incompiuta.
... Sento amore, come se fosse rimasto in attesa di qualcosa mai arrivata.
Quando si è giovani ci si chiede, non tutti, quale sia il nostro scopo, lo scopo della nostra vita; poi con il tempo,
qualcuno si dimentica, qualcuno smette di chiederselo, qualcuno risolve con una od altra religione, qualcuno comincia a cercare la risposta dentro di se.
Caro amico,
da sempre ci insegnano che esiste un periodo che si chiama giovinezza, poi la maturità e per i cosiddetti fortunati, la vecchiaia.
Si questo è ciò che conosciamo, perché ci siamo arresi, ma in realtà la vita non prevede queste "fasi", la vita prevede un progress continuo senza fine.
Conosciamo la vecchiaia perché fermiamo la corsa, semplicemente cominciamo ad esistere senza più vivere.
La vita diventa sempre più bella, se ne seguiamo il suo progetto.
Certo, a causa dei molti errori accumulati, possiamo trovarci indietro rispetto a questo progetto e questo ritardo lo accusiamo, magari non ne siamo consapevoli razionalmente, ma da qualche parte lo registriamo: come amarezza, timore, amore inespresso.
Non si smette di essere giovani, perché passano gli anni, si smette di essere giovani perché smettiamo di esserlo.
La gioventù non è una stagione della vita, è uno stato mentale. Mateo AlemánSi, in questo senso la gioventù è la ricchezza più grande, anche se a me piace pensare, piace assaporare, che la ricchezza più grande è ogni giorno che viviamo,
almeno fino a quando saremo giovani!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
giovedì 14 luglio 2011
C'era una volta
C'era una volta un gruppo di amici,
uno di loro chiese:
"Se oggi fosse stato l'ultimo giorno della tua vita, cosa avresti fatto?"
Un altro rispose:
Forse esiste un luogo dove i pensieri generano realtà, forse esiste un luogo dove in base ai nostri pensieri viviamo e costruiamo il nostro destino.
Ancorati alle nostre idee, come se quelle idee fossero inamovibili ed anche se ci sforziamo di discuterle, da qualche parte sappiamo che non vogliamo abbandonarle.
Siamo aggrappati a quelle idee con le unghie e con i denti, come se non potesse esistere altro modo, come se quelle idee fossero davvero nostre, come se noi fossimo quelle idee.
Spaventati ed impauriti, ne diventiamo schiavi inconsapevoli.
Quel luogo esiste, quel luogo è il mondo dove viviamo.
Nessuna idea, non essere legati a nessuna idea, nella corrente, senza paura, mi lancio e allora scopro che so nuotare, nella corrente mi diverto, senza idee, le posso usare tutte, perché non sono nessuna di quelle idee.
Gioco con quelle idee, come gioco con gli amici.
Ma cos'e' un amico?
Ogni definizione che possa trovare è comunque un idea.... e allora?
Un amico... cos'è? Non lo so!
Però so chi vorrei avere al mio fianco e che non si tirerà indietro,
so che un amico ti vorrà aiutare, senza nemmeno farsene accorgere,
so che un amico condivide una risata, una cena, che ti da calore,
so che un amico percorre un tratto di strada di vita con te e poi magari non lo vedrai più,
so che puoi guardare negli occhi un amico e non dirgli nulla,
so che puoi giocarci insieme, e che sarà pronto a tenderti la mano.
So che un amicizia si costruisce,
so cosa provo quando incontro un amico,
so che è bello stare insieme agli amici.
Come andrà a finire questa storia?
Mi sembra quasi ovvio che, se questi amici,
ognuno per se saprà abbandonare quelle idee, si proprio quelle a cui sono più profondamente legati,
se sapranno immaginare,
se sapranno guardarsi allo specchio,
se sapranno nuotare nel fiume e nella corrente,
se sapranno vedere chi sono, ed aumentare la capacità del piacere,
e se soprattutto sapranno esserne all'altezza,
non potranno che divertirsi insieme e costruire il mondo, l'universo come lo immaginano....
non potrà che essere una bella storia,
un centimetro alla volta!
Bella giornata!!
uno di loro chiese:
"Se oggi fosse stato l'ultimo giorno della tua vita, cosa avresti fatto?"
Un altro rispose:
"Volare".
Così comincia questa storia....
Così comincia questa storia....
Gita in barca e cena con gli amici, è questo il mio limite.
Forse esiste un luogo dove i pensieri generano realtà, forse esiste un luogo dove in base ai nostri pensieri viviamo e costruiamo il nostro destino.
Ancorati alle nostre idee, come se quelle idee fossero inamovibili ed anche se ci sforziamo di discuterle, da qualche parte sappiamo che non vogliamo abbandonarle.
Siamo aggrappati a quelle idee con le unghie e con i denti, come se non potesse esistere altro modo, come se quelle idee fossero davvero nostre, come se noi fossimo quelle idee.
Spaventati ed impauriti, ne diventiamo schiavi inconsapevoli.
Quel luogo esiste, quel luogo è il mondo dove viviamo.
Nessuna idea, non essere legati a nessuna idea, nella corrente, senza paura, mi lancio e allora scopro che so nuotare, nella corrente mi diverto, senza idee, le posso usare tutte, perché non sono nessuna di quelle idee.
Gioco con quelle idee, come gioco con gli amici.
Ma cos'e' un amico?
Ogni definizione che possa trovare è comunque un idea.... e allora?
Un amico... cos'è? Non lo so!
Però so chi vorrei avere al mio fianco e che non si tirerà indietro,
so che un amico ti vorrà aiutare, senza nemmeno farsene accorgere,
so che un amico condivide una risata, una cena, che ti da calore,
so che un amico percorre un tratto di strada di vita con te e poi magari non lo vedrai più,
so che puoi guardare negli occhi un amico e non dirgli nulla,
so che puoi giocarci insieme, e che sarà pronto a tenderti la mano.
So che un amicizia si costruisce,
so cosa provo quando incontro un amico,
so che è bello stare insieme agli amici.
Come andrà a finire questa storia?
Mi sembra quasi ovvio che, se questi amici,
ognuno per se saprà abbandonare quelle idee, si proprio quelle a cui sono più profondamente legati,
se sapranno immaginare,
se sapranno guardarsi allo specchio,
se sapranno nuotare nel fiume e nella corrente,
se sapranno vedere chi sono, ed aumentare la capacità del piacere,
e se soprattutto sapranno esserne all'altezza,
non potranno che divertirsi insieme e costruire il mondo, l'universo come lo immaginano....
non potrà che essere una bella storia,
un centimetro alla volta!
Bella giornata!!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
sabato 2 luglio 2011
Ricordi
Ricordi,
come vecchie foto, inutili cimeli di vita passata.
Ricordi, eppure quelle emozioni sono ancora vive.
Ogni anno nuovi ricordi, e più sono lontani nel tempo e più sembrano belli.
Ricordi che faccio fatica a mettere insieme.
Ricordi,
mentre ricordo fermo la vita,
la mia,
tanti ricordi,
di ogni tipo:
belli, tristi, unici, irripetibili,
ma in nessun ricordo scorre più alcun respiro,
nello scaffale dei ricordi,
mi accorgo di cercare sempre ciò che mi ha dato le emozioni più forti; belle o brutte che siano,
mi accorgo che tanti ricordi a cui tenevo sono sbiaditi,
qualcuno addirittura scomparso,
malgrado ci tenessi e lo ritenessi indelebile,
eppure solo una vaga traccia è rimasta.
Ma io cosa sono?
Sono i miei ricordi? O ciò che questi mi hanno reso?
Non esisto più nei miei ricordi,
quanti!
Così mi illudo che tante persone che amavo, ci siano ancora,
ma non ci sono più,
tutto cambia, tutto scorre,
posso solo rimanere aggrappato alla corrente,
continuare a vivere, come non avessi ricordi,
perché ciò che ho vissuto mi ha reso ciò che sono,
tutto diventa un ricordo,
io stesso diverrò un ricordo;
fino a che puoi lascia ogni ricordo su quello scaffale,
prendi solo ciò che ti serve,
vivi come non avessi nessun ricordo,
perché nessun ricordo, neanche il più bello,
ha in sé la possibilità del momento,
ora, che stai vivendo!
come vecchie foto, inutili cimeli di vita passata.
Ricordi, eppure quelle emozioni sono ancora vive.
Ogni anno nuovi ricordi, e più sono lontani nel tempo e più sembrano belli.
Ricordi che faccio fatica a mettere insieme.
Ricordi,
mentre ricordo fermo la vita,
la mia,
tanti ricordi,
di ogni tipo:
belli, tristi, unici, irripetibili,
ma in nessun ricordo scorre più alcun respiro,
nello scaffale dei ricordi,
mi accorgo di cercare sempre ciò che mi ha dato le emozioni più forti; belle o brutte che siano,
mi accorgo che tanti ricordi a cui tenevo sono sbiaditi,
qualcuno addirittura scomparso,
malgrado ci tenessi e lo ritenessi indelebile,
eppure solo una vaga traccia è rimasta.
Ma io cosa sono?
Sono i miei ricordi? O ciò che questi mi hanno reso?
Non esisto più nei miei ricordi,
quanti!
Così mi illudo che tante persone che amavo, ci siano ancora,
ma non ci sono più,
tutto cambia, tutto scorre,
posso solo rimanere aggrappato alla corrente,
continuare a vivere, come non avessi ricordi,
perché ciò che ho vissuto mi ha reso ciò che sono,
tutto diventa un ricordo,
io stesso diverrò un ricordo;
fino a che puoi lascia ogni ricordo su quello scaffale,
prendi solo ciò che ti serve,
vivi come non avessi nessun ricordo,
perché nessun ricordo, neanche il più bello,
ha in sé la possibilità del momento,
ora, che stai vivendo!
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Fabrizio Rinaldi
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