Troppo tempo è trascorso,
troppo tempo è passato,
ho attraversato tante di quelle vite che non ne ho più ricordo,
guardo attraverso le grandi vetrate, così tanti aerei in arrivo ed in partenza,
così tante luci, la città illuminata e vasta da non vederne i confini,
in un hotel; sono seduto all'ultimo piano,
New York sembra così silenziosa, la musica in sottofondo,
colonna musicale delle emozioni, che confuse rincorrono i pensieri.
Al centro del mondo, nel mezzo di una grande metropoli,
con tutto quel traffico nel cielo e nelle strade che da qui, sembra appartenere ad un'altra realtà,
posso godermi tutta la solitudine possibile,
fuori dalla storia, nel centro del mondo, tra milioni di persone,
un numero tra i numeri, una profonda e incoraggiante solitudine.
Ascolto la musica, guardo le migliaia di luci che sembrano sospese,
se sparissi, nessuno se ne accorgerebbe; sono a casa, libero.
Accarezzo il mio bicchiere, solo, in mezzo a tante persone.
Troppe vite trascorse per ricordarle tutte, per ricordare lo scopo di ognuna,
troppe vite trascorse per dare uno scopo alla vita attuale; non ho più bisogno di uno scopo,
vivo; questo è lo scopo. Sorrido, la solitudine mi conforta, mi coccola, mi tiene con se, libero; senza uno scopo, senza una meta.
Troppe vite trascorse, migliaia di anni passati a cercare un motivo, se poi serve un motivo;
una vita segue l'altra, ogni vita che vinci, senza fine. La testa si perde, ha paura, vorrebbe riferimenti, ma preferisco la paura, senza riferimenti vaga, e come ogni volta non mi seguirà nella prossima vita.
Ancora una volta nascerò dimenticando tutto, ancora una volta affronterò le stesse domande,
ancora una volta attraverso questo mondo od un altro, ancora una volta strumento, ancora una volta,
la fine di ogni tempo, la fine di ogni gioco, la fine di ogni spazio, di ogni storia,
la mente si perde nel tempo infinito, la testa ha paura di non avere uno scopo, e mentre guardo gli aerei che senza sosta sembrano rincorrersi, do uno scopo ai miei pensieri, come per gioco,
immagino un luogo con tutte le persone care che ho avuto in questa vita, sempre appagato e sereno, il luogo più bello che possa sognare, vicino a Dio, come fosse il paradiso, un luogo dove un giorno potrò andare e fermarmi per sempre,
e questo è lo scopo? Mi chiedo.
Accarezzo il mio bicchiere, ormai quasi vuoto; sento una morsa, al pensiero del sempre, ma poi sorrido sereno, perché non è quello lo scopo, sorrido perché lascio la testa a pensare ciò che vuole,
mentre io mi godo il panorama, la solitudine, la libertà.
Troppe vite trascorse, per credere ancora ai miei pensieri,
ad ogni vita una nuova testa, senza ricordi, senza pensieri, ma troppe vite trascorse,
quasi annoiato, attraverso le grandi finestre guardo questo mondo,
fino alla fine di ogni tempo, oltre il tempo,
crocevia di energia, che sostanzia me in questo momento, niente altro, la testa si perde, ma io mi godo il momento ascolto la musica, libero da ogni pensiero,
troppe vite trascorse, per credere ancora in uno scopo, la mia testa ne ha bisogno, ma io no; sorrido
tranquillo mi godo il silenzio che proviene da fuori, ed il rumore delle luci che in lontananza come tante candele vibrano.
Attraverso ancora un'altra vita, e mi chiedo se riuscirò ad incontrarla ancora,
non ricordo neanche in quale tipo di esistenza fui con lei, ma la ricordo, anzi la percepisco.
Fino alla fine di ogni tempo, in dimensioni dove il tempo non c'era,
troppe vite trascorse, e mi chiedo se in questa vita riuscirò ad incontrarla ancora una volta, ancora con lei,
o quante vite dovrò ancora passare, ma la rincorro attraverso ogni vita,
rincorro i suoi occhi, rincorro il momento in cui tutto si annulla, rincorro il momento in cui tutto si ferma, in cui lo scopo non serve, tutte queste esistenze, per un solo secondo, per un solo momento,
per un unico istante, ancora una volta, ancora sfiorarsi, ragione del tempo,
ancora un istante, ancora una vita, giocare, ballare, essere l'origine e la fine,
l'inizio e lo scopo,
ancora una volta incontrarsi, lasciando i pensieri,
solo emozioni, solo energia, e poi lasciare anche queste, fino all'essenza ultima possibile, e poi oltre quella,
ancora una volta, ancora un momento, ancora un secondo, un'altra esistenza,
ti rincorro da troppe vite,
guardo fuori dalle grandi vetrate, senza uno scopo, senza paura,
libero, ti percepisco, oltre il tempo, oltre lo spazio, attraverso la mia anima sono ancora con te, in quel unico momento, in quell'unica esistenza, dove l'Essere fece festa con noi,
accarezzo il bicchiere, ormai vuoto,
è ora di andare, forse in una di queste esistenze deciderò di non aver mai voluto esistere, forse
ma prima ti cercherò ancora, per quel momento,
quell'unico istante.
E' sempre con me oltre i ricordi, che ogni volta spariscono, oltre ogni vita che ogni volta ricomincia,
e' sempre con me; libero vago,
fuori dalla storia, solo;
in mezzo a milioni di persone.
Pago il conto, è ora di andare,
mi rimetto in cammino...
ancora una volta...
vincere il gioco...
ancora un secondo...
oltre lo scopo, senza lo scopo,
troppo tempo è trascorso
troppo tempo è passato.
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
sabato 2 aprile 2011
giovedì 31 marzo 2011
A a, una piccola differenza; che fa la Differenza!
Molto spesso provo a guardare l'affetto di un genitore per un figlio, cerco di capire questo tanto osannato amore genitoriale cosa sia in essenza.
Più mi sforzo di capire e di guardare e più questo tanto paventato amore perde consistenza.
Usare questa parola è semplice, pensiamo di conoscerne il significato, ma poche sono le persone oneste che ne vogliono davvero capire la profonda realtà.
Se proviamo a guardarci dentro e a fare una seria analisi, cosa resta, se togliamo il nostro egoismo e le nostre proiezioni, a questo tanto decantato amore?
Cosa significa, davvero, che amiamo i nostri figli? Che li vorremmo sempre vicini, che vorremmo per loro il meglio, che vorremmo vederli felici, che vorremmo tutto per loro, che vorremmo....
Vorremmo, vorremmo, vorremmo, ma loro cosa vorrebbero?
Quando li abbracciamo stretti a noi, cosa ci viene in mente, cosa diamo in quell'abbraccio?
E' molto comodo pensare o credere di essere in grado e/o capaci di amare. L'Amore può darsi solo per sovrabbondanza e mai può servire a compensare le nostre frustrazioni e la nostra vita sbagliata.
Mi è capitato di vedere genitori accompagnare i propri figli a fare sport; sono tutti lì ad incitarli, ed anche chi non lo fa pensa, "Tanto mio figlio è il migliore di tutti".
E' aberrante voler compensare il proprio insuccesso attraverso i figli; perché nessuno può compensare con altri, ne con i figli, la propria vita sbagliata.
Come è possibile pensare che una persona non già completa e realizzata in se stessa possa Amare, non parlo di quello superficiale, di quello che ho anche trovato in certi ospedali.
Ad esempio quando parlavo con i volontari, mi rendevo conto, dalle loro parole, che erano più loro ad ever bisogno di quella missione. Mi trasmettevano il loro "bisogno" nel dover dare questa assistenza, attraverso la quale loro si sentivano utili, importanti, appagati, brave persone, ecc. In ultima analisi lo facevano per se stessi in primis.
La natura non prevede salti, non si può Amare, se già tu non sei ad una tua pienezza, ma soltanto illudersi di farlo. Ad una gran parte delle persone può anche bastare, ma non per tutti è così.
Proteggiamo, educhiamo, incoraggiamo, sgridiamo, i nostri figli; soffriamo, gioiamo, per loro, ma non è questo l'amore.
L'Amore comincia, dove finiscono tutti i pensieri. L'Amore per i nostri figli comincia nel preoccuparci di dargli un genitore felice che ama la vita. L'esempio conta, le parole sono semplicemente "lacrime nella pioggia".
Se Amiamo i nostri figli il primo dovere è verso noi stessi, perché loro guarderanno questa realtà, loro vorranno vedere che questo gioco vale la pena viverlo e vincerlo. E' inutile insistere esclusivamente sugli insegnamenti teorici, la realtà e la prassi ci inchioda o ci rende liberi.
Amare un figlio significa, dimostrare che ciò che gli insegniamo è il mezzo e non il fine; e che funziona. Che tutte le regole alla fine potrà buttarle, perché dopo averle rispettate tutte, non gli serviranno più.
Amare un figlio significa essere onesti, duri, umili, con se stessi.
Significa eliminare tutto l'egoismo, anche quello più sottile, significa cancellare dalla nostra mente frasi del tipo " Per me i figli sono tutto". Se ti accorgi di assere a quel punto è il momento di cambiare tutto.
Se loro sono tutto, vuol dire che stai cannibalizzando la loro vita.
Amare significa, essere disposti a considerarli liberi di fare le loro scelte, significa chiudere la porta e non riaprirla, se ci rendiamo conto che stanno sbagliando; soffrire ma essere incorruttibili; e continuare a tracciare la strada.
Significa assaporare quel sottile profondo piacere di quella esistenza di cui tu sei solo stato l'occasione esterna, significa assaporare quel profondo e sottile piacere di un'altra storia, che un altro essere umano dovrà scrivere.
Amare senza voler possedere, dare senza neanche voler dare e soprattutto senza minimamente aspettarsi la benché minima cosa.
Incondizionatamente essere in grado di dare.
Metaforicamente è come quando guardi l'alba e sei in mezzo al mare. Ciò che si prova è un esperienza unica, ogni volta; ma non è che il cielo, il sole, il mare si aspettino qualcosa in cambio, danno senza neanche voler dare, incondizionatamente; rispettano la loro essenza, e noi ne godiamo.
Certo l'Amore tra due Persone evolute è ancora di più rispetto all'Amore per un figlio, ma questo è privilegio, ormai, per pochi.
Amare un figlio significa sedersi accanto al suo essere, suonare la sua musica, vibrare alla stessa frequenza, cosicché la risonanza generata amplifichi entrambi.
Significa stargli vicino, senza farsene accorgere, per non occupare il suo spazio, la sua vita.
Significa guardarlo, come si guarda un tramonto, con la consapevolezza che non sarà mai mio, con il desiderio di farmi da parte quando sarà il momento.
Significa combattere affinché quel momento, arrivi al tempo giusto.
Significa guardarlo volare senza rimpianti, significa prendersi la responsabilità (ponderare la cosa).
Significa aver Amato un altro assere umano, da dove lui si è causato.
Significa non volere che lui divenga ciò che a noi farebbe piacere, ma che divenga ciò che il suo progetto prevede, ciò che la sua anima determina; ciò che lui stesso vuole.
Significa il privilegio di un piacere, che richiede un prezzo; come ogni piacere.
Il problema è che molto raramente ho visto questo; molto più spesso, invece, ho visto decidere un figlio per provare a salvare un matrimonio, per egoismo di avere un figlio, per sbaglio, per ricattare un'altra persona, per paura, per compensare la propria vita non riuscita. Insomma per la solita classica superficialità.
La cosa "divertente" e che poi ci lamentiamo di come va il mondo, per ricordare la frase di un grande uomo e scienziato: "Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità delle persone, ma sulla prima ho dei dubbi".
Soltanto in questo modo, un giorno, potremo avere un luogo migliore dove vivere, solo in questo modo i nostri figli potranno essere migliori di noi. Se davvero vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo cambiare noi stessi.
Amare non è in dote naturale, è un lusso uno dei più costosi, ma il prezzo che bisogna pagare ti permette di accedere alla nostra stessa essenza; più del paradiso, non la proiezione infantile, ma quello realmente esistente già qui.
Soltanto quando si è in grado, capaci di Amare è possibile capire cosa significa e decidere scientemente di farlo.
La cosa più bella da lasciare ad un figlio?
A nessun essere umano serve altro.....
Dei genitori capaci di Amore (non amore)!
Più mi sforzo di capire e di guardare e più questo tanto paventato amore perde consistenza.
Usare questa parola è semplice, pensiamo di conoscerne il significato, ma poche sono le persone oneste che ne vogliono davvero capire la profonda realtà.
Se proviamo a guardarci dentro e a fare una seria analisi, cosa resta, se togliamo il nostro egoismo e le nostre proiezioni, a questo tanto decantato amore?
Cosa significa, davvero, che amiamo i nostri figli? Che li vorremmo sempre vicini, che vorremmo per loro il meglio, che vorremmo vederli felici, che vorremmo tutto per loro, che vorremmo....
Vorremmo, vorremmo, vorremmo, ma loro cosa vorrebbero?
Quando li abbracciamo stretti a noi, cosa ci viene in mente, cosa diamo in quell'abbraccio?
E' molto comodo pensare o credere di essere in grado e/o capaci di amare. L'Amore può darsi solo per sovrabbondanza e mai può servire a compensare le nostre frustrazioni e la nostra vita sbagliata.
Mi è capitato di vedere genitori accompagnare i propri figli a fare sport; sono tutti lì ad incitarli, ed anche chi non lo fa pensa, "Tanto mio figlio è il migliore di tutti".
E' aberrante voler compensare il proprio insuccesso attraverso i figli; perché nessuno può compensare con altri, ne con i figli, la propria vita sbagliata.
Come è possibile pensare che una persona non già completa e realizzata in se stessa possa Amare, non parlo di quello superficiale, di quello che ho anche trovato in certi ospedali.
Ad esempio quando parlavo con i volontari, mi rendevo conto, dalle loro parole, che erano più loro ad ever bisogno di quella missione. Mi trasmettevano il loro "bisogno" nel dover dare questa assistenza, attraverso la quale loro si sentivano utili, importanti, appagati, brave persone, ecc. In ultima analisi lo facevano per se stessi in primis.
La natura non prevede salti, non si può Amare, se già tu non sei ad una tua pienezza, ma soltanto illudersi di farlo. Ad una gran parte delle persone può anche bastare, ma non per tutti è così.
Proteggiamo, educhiamo, incoraggiamo, sgridiamo, i nostri figli; soffriamo, gioiamo, per loro, ma non è questo l'amore.
L'Amore comincia, dove finiscono tutti i pensieri. L'Amore per i nostri figli comincia nel preoccuparci di dargli un genitore felice che ama la vita. L'esempio conta, le parole sono semplicemente "lacrime nella pioggia".
Se Amiamo i nostri figli il primo dovere è verso noi stessi, perché loro guarderanno questa realtà, loro vorranno vedere che questo gioco vale la pena viverlo e vincerlo. E' inutile insistere esclusivamente sugli insegnamenti teorici, la realtà e la prassi ci inchioda o ci rende liberi.
Amare un figlio significa, dimostrare che ciò che gli insegniamo è il mezzo e non il fine; e che funziona. Che tutte le regole alla fine potrà buttarle, perché dopo averle rispettate tutte, non gli serviranno più.
Amare un figlio significa essere onesti, duri, umili, con se stessi.
Significa eliminare tutto l'egoismo, anche quello più sottile, significa cancellare dalla nostra mente frasi del tipo " Per me i figli sono tutto". Se ti accorgi di assere a quel punto è il momento di cambiare tutto.
Se loro sono tutto, vuol dire che stai cannibalizzando la loro vita.
Amare significa, essere disposti a considerarli liberi di fare le loro scelte, significa chiudere la porta e non riaprirla, se ci rendiamo conto che stanno sbagliando; soffrire ma essere incorruttibili; e continuare a tracciare la strada.
Significa assaporare quel sottile profondo piacere di quella esistenza di cui tu sei solo stato l'occasione esterna, significa assaporare quel profondo e sottile piacere di un'altra storia, che un altro essere umano dovrà scrivere.
Amare senza voler possedere, dare senza neanche voler dare e soprattutto senza minimamente aspettarsi la benché minima cosa.
Incondizionatamente essere in grado di dare.
Metaforicamente è come quando guardi l'alba e sei in mezzo al mare. Ciò che si prova è un esperienza unica, ogni volta; ma non è che il cielo, il sole, il mare si aspettino qualcosa in cambio, danno senza neanche voler dare, incondizionatamente; rispettano la loro essenza, e noi ne godiamo.
Certo l'Amore tra due Persone evolute è ancora di più rispetto all'Amore per un figlio, ma questo è privilegio, ormai, per pochi.
Amare un figlio significa sedersi accanto al suo essere, suonare la sua musica, vibrare alla stessa frequenza, cosicché la risonanza generata amplifichi entrambi.
Significa stargli vicino, senza farsene accorgere, per non occupare il suo spazio, la sua vita.
Significa guardarlo, come si guarda un tramonto, con la consapevolezza che non sarà mai mio, con il desiderio di farmi da parte quando sarà il momento.
Significa combattere affinché quel momento, arrivi al tempo giusto.
Significa guardarlo volare senza rimpianti, significa prendersi la responsabilità (ponderare la cosa).
Significa aver Amato un altro assere umano, da dove lui si è causato.
Significa non volere che lui divenga ciò che a noi farebbe piacere, ma che divenga ciò che il suo progetto prevede, ciò che la sua anima determina; ciò che lui stesso vuole.
Significa il privilegio di un piacere, che richiede un prezzo; come ogni piacere.
Il problema è che molto raramente ho visto questo; molto più spesso, invece, ho visto decidere un figlio per provare a salvare un matrimonio, per egoismo di avere un figlio, per sbaglio, per ricattare un'altra persona, per paura, per compensare la propria vita non riuscita. Insomma per la solita classica superficialità.
La cosa "divertente" e che poi ci lamentiamo di come va il mondo, per ricordare la frase di un grande uomo e scienziato: "Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità delle persone, ma sulla prima ho dei dubbi".
Soltanto in questo modo, un giorno, potremo avere un luogo migliore dove vivere, solo in questo modo i nostri figli potranno essere migliori di noi. Se davvero vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo cambiare noi stessi.
Amare non è in dote naturale, è un lusso uno dei più costosi, ma il prezzo che bisogna pagare ti permette di accedere alla nostra stessa essenza; più del paradiso, non la proiezione infantile, ma quello realmente esistente già qui.
Soltanto quando si è in grado, capaci di Amare è possibile capire cosa significa e decidere scientemente di farlo.
La cosa più bella da lasciare ad un figlio?
A nessun essere umano serve altro.....
Dei genitori capaci di Amore (non amore)!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
mercoledì 23 marzo 2011
Una cosa divertente...Continuo a guardare il mondo con gli occhi di un bambino
Una cosa divertente, in realtà non è una cosa, in realtà è un punto vista, ognuno ha il proprio ed è per questo motivo che le persone parlano, ma non comunicano.
Per questo motivo quando scrivo un pensiero, intendo qualcosa, che è solo mio, ognuno, infatti dà la propria interpretazione, che ovviamente, dipende dalla propria capacità di "tradurre". Ma se mancano delle esperienze, delle conoscenze, dei significati; la comunicazione è impossibile. Dovremmo prima concordarci sul significato di ogni singola parola e poi su ogni singolo semplice concetto; di fatto, ognuno di noi capisce e traduce alla propria comprensione in base a proiezioni, in base ai propri schemi (stereotipi, fede, principi, religioni, complessi, esperienze, ecc).
E' divertente perché ogni tanto scrivo qualche pensiero, quando lo scrivo, come ora, ad esempio; scrivo di getto quasi senza pensare, perché cerco di tradurre delle emozioni, delle sensazioni e cerco di non filtrarle troppo, ma so cosa voglio scrivere. Qualche amico ogni tanto commenta ciò che legge e fino ad ora ho sempre avuto tante interpretazioni per quanti commenti ho ricevuto.
Ogni mio amico racconta, dando il suo senso, un po' di se.
Ritengo che in una vita si possano fare molte esperienze, ma come poi le "informazioni" che queste ci portano vengano elaboratate e metabolizzate dipende esclusivamente da noi. Una volta una Persona mi disse : "Cammina a piedi scalzi nella vita..."
Anche le nuove conoscenze andrebbero affrontate senza sovrastrutture, avendo coscienza che in quella esperienza rischio tutto me stesso, quasi abbandonarmi totalmente in quell'esperienza, ma se la mia anima è forte alla fine la sua forza mi porterà di nuovo a casa, che sarà un po' diversa da come l'avevo lasciata.
Avere la capacità di camminare a piedi scalzi nelle vita, ti rende capace di comunicare con tutti, anche se nessuno può comunicare con te.
Significa continuare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino.
Ho fatto molti lavori: manovale, cameriere, bagnino, meccanico e tanti altri, ho vissuto accanto a pescatori lavorando con loro, accanto a pastori lavorando con loro, accanto a vagabondi vagabondando con loro, ho vissuto accanto a chi aveva molta paura, condividendola con loro, ho vissuto affianco a chi viveva fuori dalla legge, a chi moriva (e non è come nei film), ho vissuto.......
Ogni volta ho deciso di perdere la mia identità dentro ogni esperienza che ho vissuto, ogni volta assaporandone e soffrendone tutti gli aspetti, facendomi requisire quasi fino al punto di non ritorno, ma ogni volta sono tornato sempre a casa (Non intendo quella in muratura).
Ogni volta un pò diverso, ogni volta un pò più forte, perché niente può toccare la tua anima se tu non vuoi.
Continuo a guardare il mondo con gli occhi di un bambino...
Per questo motivo quando scrivo un pensiero, intendo qualcosa, che è solo mio, ognuno, infatti dà la propria interpretazione, che ovviamente, dipende dalla propria capacità di "tradurre". Ma se mancano delle esperienze, delle conoscenze, dei significati; la comunicazione è impossibile. Dovremmo prima concordarci sul significato di ogni singola parola e poi su ogni singolo semplice concetto; di fatto, ognuno di noi capisce e traduce alla propria comprensione in base a proiezioni, in base ai propri schemi (stereotipi, fede, principi, religioni, complessi, esperienze, ecc).
E' divertente perché ogni tanto scrivo qualche pensiero, quando lo scrivo, come ora, ad esempio; scrivo di getto quasi senza pensare, perché cerco di tradurre delle emozioni, delle sensazioni e cerco di non filtrarle troppo, ma so cosa voglio scrivere. Qualche amico ogni tanto commenta ciò che legge e fino ad ora ho sempre avuto tante interpretazioni per quanti commenti ho ricevuto.
Ogni mio amico racconta, dando il suo senso, un po' di se.
Ritengo che in una vita si possano fare molte esperienze, ma come poi le "informazioni" che queste ci portano vengano elaboratate e metabolizzate dipende esclusivamente da noi. Una volta una Persona mi disse : "Cammina a piedi scalzi nella vita..."
Anche le nuove conoscenze andrebbero affrontate senza sovrastrutture, avendo coscienza che in quella esperienza rischio tutto me stesso, quasi abbandonarmi totalmente in quell'esperienza, ma se la mia anima è forte alla fine la sua forza mi porterà di nuovo a casa, che sarà un po' diversa da come l'avevo lasciata.
Avere la capacità di camminare a piedi scalzi nelle vita, ti rende capace di comunicare con tutti, anche se nessuno può comunicare con te.
Significa continuare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino.
Ho fatto molti lavori: manovale, cameriere, bagnino, meccanico e tanti altri, ho vissuto accanto a pescatori lavorando con loro, accanto a pastori lavorando con loro, accanto a vagabondi vagabondando con loro, ho vissuto accanto a chi aveva molta paura, condividendola con loro, ho vissuto affianco a chi viveva fuori dalla legge, a chi moriva (e non è come nei film), ho vissuto.......
Ogni volta ho deciso di perdere la mia identità dentro ogni esperienza che ho vissuto, ogni volta assaporandone e soffrendone tutti gli aspetti, facendomi requisire quasi fino al punto di non ritorno, ma ogni volta sono tornato sempre a casa (Non intendo quella in muratura).
Ogni volta un pò diverso, ogni volta un pò più forte, perché niente può toccare la tua anima se tu non vuoi.
Continuo a guardare il mondo con gli occhi di un bambino...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
sabato 19 marzo 2011
...Nessun motivo
Se mi metto a pensare, non ho nessun motivo...
Se mi me metto a pensare ho problemi che non posso risolvere...
Mi guardo intorno e sono solo...
Ho tante persone intorno, ma sono solo,
parlo con tutti, ognuno vuole qualcosa per dare conforto alle proprie convinzioni,
io rompo in me stesso ogni convinzione,
ogni fede,
Se mi metto a pensare, non credo in nulla,
Se mi metto a pensare, la montagna è troppo alta,
Se mi metto a pensare, tutte le belle frasi e aforismi che leggo rendono il vuoto ancora più vuoto,
Se mi metto a pensare, non credo ai miei pensieri...
Se mi metto a pensare, la mia vita è così complicata, che nessuno vorrebbe viverla,
Se mi metto a pensare....
ma proprio quel Se fa la differenza,
perché gioco con i miei pensieri,
gioco ogni schema,
gioco...
gioco la vita e sono felice.
Mi prendo ogni giorno, sia che pianga o che rida,
sia che scappi o mi nasconda,
che sia bianco o sia nero,
sia che piova o ci sia il sole,
sono felice!
Ma niente arriva gratuitamente, allora continuo, senza sosta, senza resa, a mantenere la tensione sul punto.
Sull'unico punto, senza libertà, senza scelta.
Se mi metto a pensare, sono sconfitto,
Se mi metto a pensare,
ma quel Se fa la differenza, tra chi vince e chi perde.
Se mi metto a pensare...ma io non penso,
l'azione è l'unica cosa che m'interessa,
l'azione riuscita;
Se mi metto a pensare, la paura mi prende, i dubbi mi assalgono, perdo l'orizzonte,
ascolto la musica, assaporo i colori, vivo i problemi, accetto la sfida,
mi concentro sul punto, sull'unico punto, sono felice, sono invincibile.
Se mi metto a pensare, ricordo tutti i colpi che ho preso, tutte le volte che sono stato al tappeto,
tutte le volte che ho perso, tutte le volte che ho pianto, tutte le volte che non ho avuto scampo, tutte le volte che avevo ragione e mi hanno dato torto,
Vado incontro alla vita e mi prendo ogni giorno,
non ho sicurezze e se ne avessi, le romperei,
non ho fedi e se ne avessi le romperei,
non ho soluzioni, e se le avessi non le crederei,
la vita non aspetta nessuno, la vita ti schiaccia, ti offende, ti umilia, ti rende nulla,
la vita non ti vede nemmeno ...Se mi metto a pensare...
Ma sono un uomo d'azione, non ho tempo per pensare,
perché ogni volta che sono al tappeto mi debbo rialzare, non posso pensare,
un unico punto, un unico scopo,
come la vita, senza pensieri; sono invincibile;
un unico punto,
sono felice, ancora combatto, ed ogni volta che sarò al tappeto, ne approfitterò per riposarmi, per guardare il cielo, ed ogni volta mi rialzerò, gioco la vita, gioco....
dedicato a tutti quelli chi ora stanno approfittando per riposarsi e guardare il cielo, ma che non sono sconfitti e non lo saranno mai!
Se mi me metto a pensare ho problemi che non posso risolvere...
Mi guardo intorno e sono solo...
Ho tante persone intorno, ma sono solo,
parlo con tutti, ognuno vuole qualcosa per dare conforto alle proprie convinzioni,
io rompo in me stesso ogni convinzione,
ogni fede,
Se mi metto a pensare, non credo in nulla,
Se mi metto a pensare, la montagna è troppo alta,
Se mi metto a pensare, tutte le belle frasi e aforismi che leggo rendono il vuoto ancora più vuoto,
Se mi metto a pensare, non credo ai miei pensieri...
Se mi metto a pensare, la mia vita è così complicata, che nessuno vorrebbe viverla,
Se mi metto a pensare....
ma proprio quel Se fa la differenza,
perché gioco con i miei pensieri,
gioco ogni schema,
gioco...
gioco la vita e sono felice.
Mi prendo ogni giorno, sia che pianga o che rida,
sia che scappi o mi nasconda,
che sia bianco o sia nero,
sia che piova o ci sia il sole,
sono felice!
Ma niente arriva gratuitamente, allora continuo, senza sosta, senza resa, a mantenere la tensione sul punto.
Sull'unico punto, senza libertà, senza scelta.
Se mi metto a pensare, sono sconfitto,
Se mi metto a pensare,
ma quel Se fa la differenza, tra chi vince e chi perde.
Se mi metto a pensare...ma io non penso,
l'azione è l'unica cosa che m'interessa,
l'azione riuscita;
Se mi metto a pensare, la paura mi prende, i dubbi mi assalgono, perdo l'orizzonte,
ascolto la musica, assaporo i colori, vivo i problemi, accetto la sfida,
mi concentro sul punto, sull'unico punto, sono felice, sono invincibile.
Se mi metto a pensare, ricordo tutti i colpi che ho preso, tutte le volte che sono stato al tappeto,
tutte le volte che ho perso, tutte le volte che ho pianto, tutte le volte che non ho avuto scampo, tutte le volte che avevo ragione e mi hanno dato torto,
Vado incontro alla vita e mi prendo ogni giorno,
non ho sicurezze e se ne avessi, le romperei,
non ho fedi e se ne avessi le romperei,
non ho soluzioni, e se le avessi non le crederei,
la vita non aspetta nessuno, la vita ti schiaccia, ti offende, ti umilia, ti rende nulla,
la vita non ti vede nemmeno ...Se mi metto a pensare...
Ma sono un uomo d'azione, non ho tempo per pensare,
perché ogni volta che sono al tappeto mi debbo rialzare, non posso pensare,
un unico punto, un unico scopo,
come la vita, senza pensieri; sono invincibile;
un unico punto,
sono felice, ancora combatto, ed ogni volta che sarò al tappeto, ne approfitterò per riposarmi, per guardare il cielo, ed ogni volta mi rialzerò, gioco la vita, gioco....
dedicato a tutti quelli chi ora stanno approfittando per riposarsi e guardare il cielo, ma che non sono sconfitti e non lo saranno mai!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
sabato 12 marzo 2011
Cena ex compagni di classe " 30 anni dopo". - Dietro al copione
Mi piacerebbe rivedervi con il sole in primavera, magari a casa mia.
Davvero interessante.
Sono trascorsi molti anni, è stato molto bello. In silenzio godersi questi trenta anni di storia individuale.
Che privilegio! Ho apprezzato e goduto ogni sfumatura.
Ho visto molte disillusioni, ho visto qualche rimpianto, ho visto Massimiliano, sempre con il suo nervoso battito di ciglia e la sua sempre contrapposizione a certi modelli, ho visto suo figlio....
Anche lui è nel mio cuore, anche se non lo sa.
Ho visto .......(per non fare danni) con l'erotismo di una sedicenne, ho visto un mio Amore che ogni (circa 15 anni) ho il piacere di abbracciare, (io accarezzo la sua anima, ma non me ne faccio accorgere:-) ).
Ho visto ... con i suoi "soliti" braccialetti e....
Ho visto e ne ho assaporato il piacere.
Bene, questa è la superficialità.
Voglio aprire una finestra, dietro al copione....
Sono nel copione... sempre lo stesso, eppure...tanta vita è passata...
....... è sempre ed ancora la più attenta, vede subito, però il tempo è trascorso.
Il suo tono è lo stesso, la sua gestualità è la stessa e allora rifletto... ragazza (donna in crisi), vorrei abbracciarla, vorrei dirle"scrivi la tua storia", non restare ferma sul copione, ma la guardo, e vedo tanta storia non realizzata... vedo la strada dove passeggiava e rideva....Sempre lontana da se stessa, vede me e mi chiede di mio fratello...
Poi ci sono due onde, una come quella che si genera nell'oceano, apparentemente piccola , ma in realtà capace di percorrere centinaia di chilometri, capace di affrontare il tempo, capace di attraversare lo spazio, questa piccola onda è con me da almeno trenta anni e ci sarà ancora quando io non ci sarò più, magari la riprenderò in una prossima vita. In questa ho avuto un privilegio maggiore: le sono accanto (più o meno) da più di trenta anni. (Non sarebbe potuto essere più bello).
L'altra onda è quella del mare, più irruenta e pericolosa, quella capace di farti fare quelle "pazzie" che danno i ricordi migliori alla vita. E' sempre stata la più spumeggiante e ancora lo è.
E' sempre stata insicura, e ancora lo è.
Ha sempre avuto la forza, e ancora ce l'ha! Potrebbe avere qualsiasi uomo, ma non lo sa.
Il sex appeal di......... è sempre lo stesso, anzi è di più. Lei è serena, però in occasioni di questo tipo, si ricorda che è una donna. Ora è una mamma; che bella mamma.
C'e'............ la stessa voce, è sempre stata la sua modalità identificativa, però in questa occasione, ha anche utilizzato vecchi modelli di postura, sexy e(con il tempo divenuti anche teneri).... questo mi ha scaldato il cuore.
Poi ci siamo noi uomini, ma talmente scontati che, ho già scritto troppo.
Grazie,
ancora una volta insieme, ancora una altro giorno, che fortuna poter essere con voi, ancora una volta.
Davvero interessante.
Sono trascorsi molti anni, è stato molto bello. In silenzio godersi questi trenta anni di storia individuale.
Che privilegio! Ho apprezzato e goduto ogni sfumatura.
Ho visto molte disillusioni, ho visto qualche rimpianto, ho visto Massimiliano, sempre con il suo nervoso battito di ciglia e la sua sempre contrapposizione a certi modelli, ho visto suo figlio....
Anche lui è nel mio cuore, anche se non lo sa.
Ho visto .......(per non fare danni) con l'erotismo di una sedicenne, ho visto un mio Amore che ogni (circa 15 anni) ho il piacere di abbracciare, (io accarezzo la sua anima, ma non me ne faccio accorgere:-) ).
Ho visto ... con i suoi "soliti" braccialetti e....
Ho visto e ne ho assaporato il piacere.
Bene, questa è la superficialità.
Voglio aprire una finestra, dietro al copione....
Sono nel copione... sempre lo stesso, eppure...tanta vita è passata...
....... è sempre ed ancora la più attenta, vede subito, però il tempo è trascorso.
Il suo tono è lo stesso, la sua gestualità è la stessa e allora rifletto... ragazza (donna in crisi), vorrei abbracciarla, vorrei dirle"scrivi la tua storia", non restare ferma sul copione, ma la guardo, e vedo tanta storia non realizzata... vedo la strada dove passeggiava e rideva....Sempre lontana da se stessa, vede me e mi chiede di mio fratello...
Poi ci sono due onde, una come quella che si genera nell'oceano, apparentemente piccola , ma in realtà capace di percorrere centinaia di chilometri, capace di affrontare il tempo, capace di attraversare lo spazio, questa piccola onda è con me da almeno trenta anni e ci sarà ancora quando io non ci sarò più, magari la riprenderò in una prossima vita. In questa ho avuto un privilegio maggiore: le sono accanto (più o meno) da più di trenta anni. (Non sarebbe potuto essere più bello).
L'altra onda è quella del mare, più irruenta e pericolosa, quella capace di farti fare quelle "pazzie" che danno i ricordi migliori alla vita. E' sempre stata la più spumeggiante e ancora lo è.
E' sempre stata insicura, e ancora lo è.
Ha sempre avuto la forza, e ancora ce l'ha! Potrebbe avere qualsiasi uomo, ma non lo sa.
Il sex appeal di......... è sempre lo stesso, anzi è di più. Lei è serena, però in occasioni di questo tipo, si ricorda che è una donna. Ora è una mamma; che bella mamma.
C'e'............ la stessa voce, è sempre stata la sua modalità identificativa, però in questa occasione, ha anche utilizzato vecchi modelli di postura, sexy e(con il tempo divenuti anche teneri).... questo mi ha scaldato il cuore.
Poi ci siamo noi uomini, ma talmente scontati che, ho già scritto troppo.
Grazie,
ancora una volta insieme, ancora una altro giorno, che fortuna poter essere con voi, ancora una volta.
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
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