Dopo tre ore di volo, sono ancora dalla parte opposta del mondo.
Sono luoghi così particolari gli aeroporti, un crocevia dove incontri: giovani, vecchi, persone in vacanza, persone al lavoro, persone tristi, disperate, felici; incontri persone con il giubbotto e in canottiera, con scarpe eleganti ed in ciabatte.
Incontri persone vestite con tuniche strane e turbanti, chi è da solo, chi con moglie, chi con più mogli.
Incontri bambini, che scoprono il mondo.
Poveri e ricchi, di ogni razza e credo, di ogni religione.
A volte sembra una convivenza stretta, altre volte, sembra, che abbiano un destino da condividere.
Chi ha paura, chi è eccitato, chi torna a casa e chi, la lascia per sempre.
Intanto, si susseguono gli annunci, in diverse lingue, per fortuna, non ne capisco nessuna.
Chi legge, chi scrive, chi guarda i monitor, parla o sta in silenzio.
Chi mangia o sta in fila in qualche beauty free od improbabile negozio di souvenirs.
Non ho mai visto, così tante persone diverse, senza nulla in comune, stare insieme, in uno stesso luogo, come in un aeroporto.
Eppure, anche qui, ognuno recita il proprio ruolo il proprio personaggio, sempre più incasellati, sempre più organizzati, simili a scimmiette ammaestrate.
Simili a come noi teniamo i polli in batteria: orari da rispettare, file da seguire, sempre meno sorrisi, sempre meno umanità.
...Certo, vivere fuori da quella gabbietta è difficile, fa paura.
Chi vive fuori da quella gabbietta, paga un prezzo, un prezzo, che ogni giorno decide ed è disposto a pagare.
Il prezzo di vivere, di essere liberi...
Collana di perle e ciabatte; ombrello e pantaloncini corti, qui è possibile vederli abbinati, sulla stessa persona.
Che luoghi particolari sono, gli aeroporti.
Abbiamo codificato tutto in modo preciso; essere, in modo semplice, liberi, è sempre più difficile.
Abbiamo codificato, anche, ciò che fa bene o male, mangiare;
abbiamo perso ogni criterio soggettivo, come macchine; abbiamo codificato anche le emozioni: paura, amore, gioia, ansia, felicità, angoscia.
Abbiamo codificato: come fare un programma televisivo, una pubblicità, un telegiornale.
Già dall'asilo, cominciamo ad insegnare, ed anche prima, come uniformarci, come essere tutti uguali.
Ci piace pensare di essere unici ed ovviamente, piace a tutti.
Anche in questo: tutti uguali.
Qualche modello, pochi schemi da seguire ed il gioco è fatto.
...E poi, cos'è giusto?
Chi crede in qualche religione e chi no, chi cerca il successo, il consenso e chi no; ma alla fine cosa cambia? C'è forse differenza? Un modello diverso, una camicia invece di una maglietta; un vestito diverso, su uomini, che non hanno più casa.
A volte, si corre il rischio di sentirsi soli... Poi, chiamano il tuo volo e... Riprendi la strada; respiri, sorridi e continui ad ascoltare, senza usare l'udito...
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