E' bello essere sorpresi da un emozione forte che non ti aspetti,
perché spesso è il contrario;
ti aspetti un emozione forte, ma non arriva e non senti nulla.
Lucciole, piccoli istanti di luce quando tutt'intorno è buio; rientrando a casa.
Una curva dopo l'altra, la città ormai lontana, alle spalle,
l'aria frizzante rilassa l'anima, schiarisce il cuore e la stanchezza della lunga giornata sembra svanire, sembra non essere mai stata in te.
Rientrando a casa, mentre godi lo sguardo che accarezza e tocca, la lunga sera ha lasciato il posto alle stelle, quasi invisibili dalla città, ma così luminose.
La stanchezza assorbita dai molti profumi, e una curva dopo l'altra, all'improvviso un emozione, forte, inaspettata ti commuove.
Piccoli istanti di luce, mentre il mondo combatte, fa le sue guerre,
un piccolo insignificante insetto per pochi istanti compie il suo fiero riuscito scopo.
Piccoli istanti di luce ricordano che esistono luoghi dove la natura è ancora esatta,
istanti di luce, per trovare l'unione un' unica volta prima di spegnersi per sempre.
Un emozione forte, improvvisa che ti scalda il cuore t'inchioda e ti sfida.
Sorprendendoti è come volesse caparbiamente ricordarti della tua luce,
del tuo istante di luce.
Una curva dopo l'altra un emozione ti sorprende improvvisa,
sei arrivato a casa e se piccoli istanti di luce, quando non sei più bambino,
quando molta strada hai già fatto,
riescono emozionandoti ancora ad illuminarti,
allora la vita non solo non ti ha piegato, ma è tua amica,
unica grande alleata,
in cui puoi essere un piccolo unico istante vincente di luce,
anzi lo devi!
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
venerdì 13 maggio 2011
giovedì 5 maggio 2011
Buona giornata!
Facciamo di tutto per rendere brutto ciò che in realtà è meraviglioso, forse, senza rendercene conto ci impegniamo a rovinare un disegno perfetto; la nostra vita!
Abbiamo la possibilità di godere ogni respiro, di traguardare emozioni ed orizzonti infiniti, eppure sprechiamo la nostra unica esistenza.
E' come se avessimo uno di quei cannocchiali con cui si giocava da bambini, nei quali si vedevano sempre gli stessi finti panorami.
Siamo settati sul negativo; con i colleghi, con gli amici, con i familiari, con il nostro amore, con tutti, ma soprattutto con chi ci sta più vicino; siamo preorientati, sempre pronti a notare e criticare tutti gli aspetti negativi.
Errori, atteggiamenti, frasi, e più in generale tutto ciò che ci colpisce in negativo. Eppure sono sicuro che quelle stesse persone hanno tanti aspetti positivi, belli, probabilmente questi in misura superiore delle cose che notiamo.
Magari sono persone generose, a volte ci sono state accanto quando non lo meritavamo, forse ci hanno accettato come nessun altro avrebbe fatto, ci hanno teso la mano quando ne avevamo bisogno; eppure tutto ciò non lo notiamo, non lo apprezziamo.
Trasformiamo ciò che potrebbe essere il paradiso, in un inferno.
Siamo tutti professori su ciò che va fatto e su come farlo; la teoria, le idee sono ottime, addirittura eccezionali eppure la nostra vita non funziona. Funziona nel senso concreto e pragmatico del termine. Invece malgrado tutti gli insuccessi che si sono collezionati , insistiamo a guardare nello stesso cannocchiale.
E' interessante ascoltare tutte le giustificazioni che si è in grado di produrre, l'importante è salvare il cannocchiale pur di non mettere in discussione se stessi, i propri modelli.
Ho incontrato persone che conoscono tutta la teoria della felicità, della famiglia, della vita, di ciò che a loro farebbe star bene, eppure queste persone non solo non avevano una vita realizzata, magari con uno o più matrimoni falliti alle spalle, ma non avevano neanche la propria orgogliosa forza.
Persone carenti di propria intrinseca sicurezza, che pretendono infantilmente di trovarla fuori di se dedicando tempo e risorse a questo, magari cercandola, per non dire pretenderla, dal proprio compagno/a. Dimenticando o per meglio dire non sapendo cosa sia l'amore, quanta bellezza ci sia in una giornata riuscita, in una vita riuscita.
Eppure testardamente continuano a guardare il mondo attraverso quel cannocchiale ed ogni tentativo di comunicargli la possibilità che esiste un altro mondo, se solo togliessero quel giocattolo da davanti agli occhi è del tutto vano, quasi incomunicabile.
E' meglio giustificare con i ragionamenti più arditi tutti gli errori fatti, che provare a mettersi sul serio in discussione, eppure la vita sarebbe davvero meravigliosa, se solo si smettesse di seguire un modello non funzionale e che comunque difendiamo.
Bisognerebbe essere semplici e cominciare ad imparare da noi stessi guardando in modo obiettivo e reale le cose, avere il coraggio di farlo; di guardarsi allo specchio e chiedersi: come mai ho costruito così la mia vita fino ad oggi?
Invece è sempre colpa della sorte, dei problemi, degli altri, di tutte le cose che non vanno bene delle persone che ci sono vicine, e quindi chiediamo a loro di cambiare. Che tristezza! Siccome il nostro modello mentale di fatto, non funziona, lo vogliamo trasmettere in chi diciamo di amare; e poi ci lamentiamo che non siamo felici, ma io mi chiedo come potremmo esserlo.
La felicità si costruisce con intelligenza, dopo aver trovato il modo funzionale di se stessi.
C'e' un ordine di natura perfetto, non ci sono altri modelli, e se non ci sincronizziamo ad esso non avremo mai l'armonia e la serenità che cerchiamo; eppure con presunzione infantile ci ostiniamo a voler seguire i nostri schemi, ciò che pensiamo ci renderà felici.
Senza quell'umiltà che sarebbe necessaria per vedere che i nostri schemi, le nostre convinzioni, ci hanno portato solo errori e vita mediocre.
Ci ostiniamo a voler adattare l'universo al nostro modo di vedere e conosciamo per questo paura e disperazione; la pace, la felicità sono tranquillamente previste nell'ordine di natura, ma noi preferiamo pedissequamente seguire le nostre idee sbagliate e per queste scegliamo di esistere senza vivere.
Ci ostiniamo a cercare la felicità dove non la troveremo mai, ci ostiniamo a volere delle cose che non ci daranno mai la profonda pace, semplicemente perché l'ordine della natura non le prevede.
La vita, la natura è semplice; e dovremmo avere l'umiltà e l'intelligenza di revisionare la nostra razionalità verificando ogni nostro pensiero, ogni nostra convinzione; in sostanza dobbiamo ritrovare noi stessi.
Tutti parlano, teorizzano, spiegano, raccontano eppure la loro stessa vita non funziona, vuoto a vuoto, senza fine.
Abbiamo un unico punto che conta, un unico possibile punto di aggancio al reale, un unica possibilità; noi stessi, ma è l'ultima cosa che ci preoccupiamo di verificare, se mai lo faremo.
Certo la natura, l'universo continua la sua eterna tranquilla semovenza, in armonia, con se stessa, di certo non si preoccupa per noi, che tra un secondo o meno saremo scomparsi.
Per noi che vorremmo adattare l'eterno gioco perfetto, alla nostra temporanea e provvisoria infantile presunzione.
Ho scritto queste poche righe sapendo già che quando saranno lette sarà facile la critica, che tutti i punti negativi saranno esaltati, ho scritto queste poche righe pensando ad una persona che vorrei vedere felice, e che quando le leggerà avrà molte e più importanti argomentazioni per continuare a guardare in quel cannocchiale di plastica, ma io posso fare solo una cosa per lei: continuare ad essere felice a cercare di essere coincidente con quell'ordine di natura che già esiste, non posso che continuare a realizzare me stesso e magari un giorno in quel cielo vedrò volare qualcun altro.
Buona giornata!
Abbiamo la possibilità di godere ogni respiro, di traguardare emozioni ed orizzonti infiniti, eppure sprechiamo la nostra unica esistenza.
E' come se avessimo uno di quei cannocchiali con cui si giocava da bambini, nei quali si vedevano sempre gli stessi finti panorami.
Siamo settati sul negativo; con i colleghi, con gli amici, con i familiari, con il nostro amore, con tutti, ma soprattutto con chi ci sta più vicino; siamo preorientati, sempre pronti a notare e criticare tutti gli aspetti negativi.
Errori, atteggiamenti, frasi, e più in generale tutto ciò che ci colpisce in negativo. Eppure sono sicuro che quelle stesse persone hanno tanti aspetti positivi, belli, probabilmente questi in misura superiore delle cose che notiamo.
Magari sono persone generose, a volte ci sono state accanto quando non lo meritavamo, forse ci hanno accettato come nessun altro avrebbe fatto, ci hanno teso la mano quando ne avevamo bisogno; eppure tutto ciò non lo notiamo, non lo apprezziamo.
Trasformiamo ciò che potrebbe essere il paradiso, in un inferno.
Siamo tutti professori su ciò che va fatto e su come farlo; la teoria, le idee sono ottime, addirittura eccezionali eppure la nostra vita non funziona. Funziona nel senso concreto e pragmatico del termine. Invece malgrado tutti gli insuccessi che si sono collezionati , insistiamo a guardare nello stesso cannocchiale.
E' interessante ascoltare tutte le giustificazioni che si è in grado di produrre, l'importante è salvare il cannocchiale pur di non mettere in discussione se stessi, i propri modelli.
Ho incontrato persone che conoscono tutta la teoria della felicità, della famiglia, della vita, di ciò che a loro farebbe star bene, eppure queste persone non solo non avevano una vita realizzata, magari con uno o più matrimoni falliti alle spalle, ma non avevano neanche la propria orgogliosa forza.
Persone carenti di propria intrinseca sicurezza, che pretendono infantilmente di trovarla fuori di se dedicando tempo e risorse a questo, magari cercandola, per non dire pretenderla, dal proprio compagno/a. Dimenticando o per meglio dire non sapendo cosa sia l'amore, quanta bellezza ci sia in una giornata riuscita, in una vita riuscita.
Eppure testardamente continuano a guardare il mondo attraverso quel cannocchiale ed ogni tentativo di comunicargli la possibilità che esiste un altro mondo, se solo togliessero quel giocattolo da davanti agli occhi è del tutto vano, quasi incomunicabile.
E' meglio giustificare con i ragionamenti più arditi tutti gli errori fatti, che provare a mettersi sul serio in discussione, eppure la vita sarebbe davvero meravigliosa, se solo si smettesse di seguire un modello non funzionale e che comunque difendiamo.
Bisognerebbe essere semplici e cominciare ad imparare da noi stessi guardando in modo obiettivo e reale le cose, avere il coraggio di farlo; di guardarsi allo specchio e chiedersi: come mai ho costruito così la mia vita fino ad oggi?
Invece è sempre colpa della sorte, dei problemi, degli altri, di tutte le cose che non vanno bene delle persone che ci sono vicine, e quindi chiediamo a loro di cambiare. Che tristezza! Siccome il nostro modello mentale di fatto, non funziona, lo vogliamo trasmettere in chi diciamo di amare; e poi ci lamentiamo che non siamo felici, ma io mi chiedo come potremmo esserlo.
La felicità si costruisce con intelligenza, dopo aver trovato il modo funzionale di se stessi.
C'e' un ordine di natura perfetto, non ci sono altri modelli, e se non ci sincronizziamo ad esso non avremo mai l'armonia e la serenità che cerchiamo; eppure con presunzione infantile ci ostiniamo a voler seguire i nostri schemi, ciò che pensiamo ci renderà felici.
Senza quell'umiltà che sarebbe necessaria per vedere che i nostri schemi, le nostre convinzioni, ci hanno portato solo errori e vita mediocre.
Ci ostiniamo a voler adattare l'universo al nostro modo di vedere e conosciamo per questo paura e disperazione; la pace, la felicità sono tranquillamente previste nell'ordine di natura, ma noi preferiamo pedissequamente seguire le nostre idee sbagliate e per queste scegliamo di esistere senza vivere.
Ci ostiniamo a cercare la felicità dove non la troveremo mai, ci ostiniamo a volere delle cose che non ci daranno mai la profonda pace, semplicemente perché l'ordine della natura non le prevede.
La vita, la natura è semplice; e dovremmo avere l'umiltà e l'intelligenza di revisionare la nostra razionalità verificando ogni nostro pensiero, ogni nostra convinzione; in sostanza dobbiamo ritrovare noi stessi.
Tutti parlano, teorizzano, spiegano, raccontano eppure la loro stessa vita non funziona, vuoto a vuoto, senza fine.
Abbiamo un unico punto che conta, un unico possibile punto di aggancio al reale, un unica possibilità; noi stessi, ma è l'ultima cosa che ci preoccupiamo di verificare, se mai lo faremo.
Certo la natura, l'universo continua la sua eterna tranquilla semovenza, in armonia, con se stessa, di certo non si preoccupa per noi, che tra un secondo o meno saremo scomparsi.
Per noi che vorremmo adattare l'eterno gioco perfetto, alla nostra temporanea e provvisoria infantile presunzione.
Ho scritto queste poche righe sapendo già che quando saranno lette sarà facile la critica, che tutti i punti negativi saranno esaltati, ho scritto queste poche righe pensando ad una persona che vorrei vedere felice, e che quando le leggerà avrà molte e più importanti argomentazioni per continuare a guardare in quel cannocchiale di plastica, ma io posso fare solo una cosa per lei: continuare ad essere felice a cercare di essere coincidente con quell'ordine di natura che già esiste, non posso che continuare a realizzare me stesso e magari un giorno in quel cielo vedrò volare qualcun altro.
Buona giornata!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
lunedì 25 aprile 2011
Il momento della verità
Ad un certo punto ti accorgi che la vita è passata, una mattina ti svegli e ti chiedi se davvero ne sei stato degno, ti domandi se hai davvero realizzato il tuo potenziale.
Tutta la nostra libertà consiste in questo: realizzare il nostro potenziale oppure no.
Non ci sono altre libertà possibili in questo pianeta, in questo tempo, in questo gioco. Certo ho molta tenerezza di me stesso, quando molto giovane, credevo che essere liberi consisteva nel poter fare ciò che volevi, quando volevi; magari anche in modo trasgressivo. Ma ogni tempo ha le sue regole, i suoi costumi, le sue morali, le sue trasgressioni.
Quanta tenerezza nel capire che non serve rompere o trasgredire, perché anche questo è un comportamento previsto; l'unico sistema è quello di rispettarle tutte, ma renderle relative ed ininfluenti per noi, dentro di noi.
Ma questo non risponde alla domanda. La risposta è semplice: certo che no.
C'e' un momento, per tutti, nella vita o meglio, alla fine della vita, che mi piace definire "Il momento della verità".
Prima o poi lo affronteremo tutti.
Alla fine del gioco quando avrai speso, dissipato tutte le infinite possibilità che hai avuto e non puoi averne più neanche una, cosa dirai a te stesso?
Domani è un altro giorno? No i giorni sono finiti, caro amico.
Quando pochi respiri ti separano da quel momento, forse, vorrai tornare indietro e chissà forse saresti una persona diversa; forse non saresti capace di odio, forse sorrideresti a tutti, forse apprezzeresti ogni respiro, ogni giornata di sole o di pioggia; ma indietro non puoi tornare e non puoi andare neanche avanti.
Sei solo, è il tuo momento della verità. Solo con te stesso, avrai la consapevolezza di aver vinto o sprecato questa vita o anche solo qualche giorno di essa.
Da diverso tempo non sono più capace di provare rancore, odio per nessuno; neanche di chi si approfitta di me e mi rendo conto che non è difficile.
Ho cominciato a far fatica a capire come possa nelle persone esistere cattiveria o senso di vendetta, comincio a non ricordare più il tempo in cui anche in me albergavano queste emozioni.
Ricordo un saggio, che quando parlava di quel momento lo descriveva con una similitudine:
"E' come quando arrivi all'orgasmo dopo aver fatto l'amore."
Il punto è che se non hai realizzato il tuo potenziale, quel momento è dannazione eterna.
Tutto qui!
L'unica libertà che abbiamo è questa.
Non pensarci, far finta di essere immortali, non ci farà evitare il nostro momento della verità.
Come ci arriveremo dipenderà da ciò che avremo fatto ogni giorno, da come avremo vissuto, se saremo stati capaci di realizzare il nostro potenziale, di riempire il nostro bicchiere.
Certo non mi riferisco a tutti, ma solo a quelle persone che non demandano la propria intelligenza, la propria responsabilità fuori di se; a quelle persone a cui cose come la speranza , la fede, la provvidenza, non solo non bastano, ma fanno sorridere.
Mi rendo conto che sono strumenti necessari, ma non per tutti.
Sarebbe bello che ci fosse sempre qualcuno che pensa a noi, ma si cresce. Il bambino non ha più bisogno dei genitori e grazie a questo comincia a scrivere la propria storia.
Arrivare al nostro momento della verità con il desiderio di due amanti, con la consapevolezza di aver dato storia ad ogni possibile proprio potenziale, di aver reso la propria vita un capolavoro è impegno costante.
E' poter rispondere a questa domanda: "Se oggi fosse stato il tuo ultimo mese, il tuo ultimo giorno di vita, cosa avresti fatto?"
In questo modo: "Quello che ho fatto!"
Ogni giorno.
Alla fine di ogni alibi, alla fine di ogni possibile, alla fine di ogni scusa: saprai chi davvero sei stato, chi davvero Sei!
Il momento della verità, ci aspetta, ci vuole: paradiso o inferno; è nelle nostre mani.
Tutta la nostra libertà consiste in questo: realizzare il nostro potenziale oppure no.
Non ci sono altre libertà possibili in questo pianeta, in questo tempo, in questo gioco. Certo ho molta tenerezza di me stesso, quando molto giovane, credevo che essere liberi consisteva nel poter fare ciò che volevi, quando volevi; magari anche in modo trasgressivo. Ma ogni tempo ha le sue regole, i suoi costumi, le sue morali, le sue trasgressioni.
Quanta tenerezza nel capire che non serve rompere o trasgredire, perché anche questo è un comportamento previsto; l'unico sistema è quello di rispettarle tutte, ma renderle relative ed ininfluenti per noi, dentro di noi.
Ma questo non risponde alla domanda. La risposta è semplice: certo che no.
C'e' un momento, per tutti, nella vita o meglio, alla fine della vita, che mi piace definire "Il momento della verità".
Prima o poi lo affronteremo tutti.
Alla fine del gioco quando avrai speso, dissipato tutte le infinite possibilità che hai avuto e non puoi averne più neanche una, cosa dirai a te stesso?
Domani è un altro giorno? No i giorni sono finiti, caro amico.
Quando pochi respiri ti separano da quel momento, forse, vorrai tornare indietro e chissà forse saresti una persona diversa; forse non saresti capace di odio, forse sorrideresti a tutti, forse apprezzeresti ogni respiro, ogni giornata di sole o di pioggia; ma indietro non puoi tornare e non puoi andare neanche avanti.
Sei solo, è il tuo momento della verità. Solo con te stesso, avrai la consapevolezza di aver vinto o sprecato questa vita o anche solo qualche giorno di essa.
Da diverso tempo non sono più capace di provare rancore, odio per nessuno; neanche di chi si approfitta di me e mi rendo conto che non è difficile.
Ho cominciato a far fatica a capire come possa nelle persone esistere cattiveria o senso di vendetta, comincio a non ricordare più il tempo in cui anche in me albergavano queste emozioni.
Ricordo un saggio, che quando parlava di quel momento lo descriveva con una similitudine:
"E' come quando arrivi all'orgasmo dopo aver fatto l'amore."
Il punto è che se non hai realizzato il tuo potenziale, quel momento è dannazione eterna.
Tutto qui!
L'unica libertà che abbiamo è questa.
Non pensarci, far finta di essere immortali, non ci farà evitare il nostro momento della verità.
Come ci arriveremo dipenderà da ciò che avremo fatto ogni giorno, da come avremo vissuto, se saremo stati capaci di realizzare il nostro potenziale, di riempire il nostro bicchiere.
Certo non mi riferisco a tutti, ma solo a quelle persone che non demandano la propria intelligenza, la propria responsabilità fuori di se; a quelle persone a cui cose come la speranza , la fede, la provvidenza, non solo non bastano, ma fanno sorridere.
Mi rendo conto che sono strumenti necessari, ma non per tutti.
Sarebbe bello che ci fosse sempre qualcuno che pensa a noi, ma si cresce. Il bambino non ha più bisogno dei genitori e grazie a questo comincia a scrivere la propria storia.
Arrivare al nostro momento della verità con il desiderio di due amanti, con la consapevolezza di aver dato storia ad ogni possibile proprio potenziale, di aver reso la propria vita un capolavoro è impegno costante.
E' poter rispondere a questa domanda: "Se oggi fosse stato il tuo ultimo mese, il tuo ultimo giorno di vita, cosa avresti fatto?"
In questo modo: "Quello che ho fatto!"
Ogni giorno.
Alla fine di ogni alibi, alla fine di ogni possibile, alla fine di ogni scusa: saprai chi davvero sei stato, chi davvero Sei!
Il momento della verità, ci aspetta, ci vuole: paradiso o inferno; è nelle nostre mani.
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Fabrizio Rinaldi
mercoledì 20 aprile 2011
Ogni volta...
Ricordo un film dal titolo "The Truman Show", questo film vuole apparentemente ispirarsi alla moda allora nascente di raccontare la vita in televisione attraverso i reality show.
In realtà tocca qualcosa di molto più profondo e complesso. Credo che sia l'esatta fotografia di come realmente viviamo.
Mi voglio concentrare su un punto: ogni volta, dopo aver costruito la possibilità, di un importante momento della vita, una serie di inesplicabili ed apparenti coincidenze negative rende, di fatto, vana ogni possibilità di realizzarlo.
Nel momento in cui sei vicino ad un successo, cominciano e si incastrano le più improbabili "coincidenze negative", che neanche la più fervida delle fantasie può lontanamente immaginare. Ogni volta queste "coincidenze" rendono un insuccesso, ciò che solo qualche ora prima si andava configurando come un grande avanzamento, come il raggiungimento di un importante obiettivo.
E più forza provavo ad impiegare, tanto più grande diventava la resistenza.
Le persone che pensavi o avresti voluto più vicino, si dimostravano proprio le più distanti e come mosse da fili invisibili addirittura remare contro, senza apparentemente rendersene neanche conto.
Non sono mai riuscito a superare questo "effetto rete", credo perché non ho mai capito dov'è il punto in cui faccio contatto, dove volente o nolente sono complice.
Non c'è forza che possa essere impiegata per superare questo "disegno" l'unico modo è cercare di sottrarsi, questo strano ed inconscio progetto usa come chiavistelli e punti d'appoggio, tutti gli errori che sono stati fatti nel passato.
Credo che rispetto al film la realtà sia ben peggiore, perché nel film c'e' comunque una regia umana dietro alla vita controllata e finta del protagonista: nella nostra vita, invece, la regia è occulta. Non c'e' nessuno che si interessa a noi, anche se in modo negativo, credo che sia solo un meccanismo macchina, che in qualche modo noi stessi attiviamo.
Sto esattamente attraversando un'altro di questi momenti, forse potrebbe essere uno degli ultimi.
Anche questa volta, la solita serie delle "improbabili coincidenze" si sta incasellando alla perfezione, con la solita precisione diabolica.
Ovviamente sono solo, questo ormai non mi fa più molta realtà, sono passati i tempi in cui immaginavo di poter avere una compagna che senza neanche guardarti ti capiva e ti dava coraggio. Ora so che erano solo adolescenziali fantasie; ora posso contare solo su di me, sapendo che tutta la razionalità di cui dispongo non servirà assolutamente a nulla.
Ho scalato tutta la montagna, ma proprio in vista della vetta, sono arrivate... Come ogni volta "le diaboliche improbabili coincidenze". Questa volta cercherò di concentrarmi esclusivamente su me stesso, sul modo di sottrarmi.
In questi momenti tutte le belle teorie e frasi, sul vincente, sul leader, diventano come aria fresca. Solo i fatti daranno il responso.
Non c'e' frase che possa esprimere ciò che si prova quando avresti voglia di guardare avanti ed avere un punto di riferimento, un Capo; ma sai che quando guarderai avanti non vedrai nessuno, perché il punto di riferimento, il capo, sei tu.
Ogni volta... Tutte le difficoltà, i problemi, le coincidenze negative, sembrano darsi appuntamento e nessuna di queste arriva in ritardo.
Domani sarò puntuale anche io, mi farò trovare già lì.
Sono un uomo fortunato perché molte persone che ho amato, molti amici in cui ho creduto mi hanno tradito, sono fortunato perché ho commesso tutti gli errori che si possono commettere, sono fortunato perché ho avuto tutte le difficoltà del mondo, sono fortunato perché mi godo ogni momento, anche quelli brutti. Sono fortunato perché non cerco scuse, perché non me la prendo con tutti per non prendermela con me stesso.
Sono un uomo fortunato, perché ho vissuto intensamente, sono un uomo fortunato perché costruisco la mia fortuna... Ogni volta...
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Fabrizio Rinaldi
domenica 10 aprile 2011
Domenica - Un pensiero ad alcuni amici, compagni di viaggio!
"Spesso si vive gran parte della propria vita "aspettando la propria buona opportunità"
Cosi comincia una mail che ho ricevuto da un amico.
Non è uno di quelli che parlano molto, anzi al contrario è molto riflessivo ed in apparenza può sembrare abbastanza freddo è distaccato.
In realtà le sue emozioni sfuggono alla sua razionalità a cui si sforza di farle tenere sotto controllo; il risultato è che le emozioni controllano la sua vita, come la nostra.
Lui percepisce tutto ciò come paura, sottile costante paura: di sbagliare, di decidere, di vivere; per non pagarne il conto. Lui non sa che il costo che dovrà comunque pagare, sarà ben più alto, di quello richiesto per vivere.
Ricevere la sua mail mi ha fatto molto piacere, perché c'e' uno spiraglio di luce, un'emozione.
E come mi piace fare ho provato a seguirla: ...aspettando la buona opportunità...
Per cosa? Che cosa vuol dire? Si sembra facile e scontato, ma a me piace capire e quindi mi chiedo che cosa vuol dire...
Ma continuo a seguire quello spiraglio: chi aspetta la propria buona opportunità probabilmente aspetterà senza alcun esito e trascorrerà la vita in attesa di qualcosa che non arriverà mai. E' il solito atteggiamento "infantile" nel senso che aspetto che "la soluzione" arrivi da fuori di me.
La buona opportunità non si aspetta, la buona opportunità si cerca, si costruisce; con passione, volontà, ambizione, capacità; e l'entusiasmo?
L'entusiasmo è come l'aria che respiriamo, possiamo impegnarci a cercare del buon cibo, ma l'aria è necessaria!
Noi stiamo costruendo la nostra buona opportunità; e piano piano, ma inesorabilmente è come se ci stessimo svegliando da un torpore profondo, ogni tanto ho come l'impressione che qualcuno di noi veda quello spiraglio di luce; come il mio amico nella mail.
Tra apparente lavoro, impegno, preoccupazioni, difficoltà, gioco; stiamo condividendo un viaggio.
...Continuo a seguire quello spiraglio: opportunità è forse il viaggio che mi porta in un bel luogo al mare, che mi toglie le quotidiane preoccupazioni, ma mi lascia la stessa persona in fondo? Che senso ha? Mi chiedo.
No non è questa; l'opportunità è il viaggio che abbiamo iniziato, è il viaggio l'opportunità;
durante questo viaggio potremo capire maggiormente ciò che siamo e decidere di cambiarlo, se vorremo.
Tutti noi abbiamo combattuto, ed un giorno, seguendo diversi percorsi ci siamo trovati.
Come vecchi guerrieri, che ormai stanchi, delusi e disillusi, guardandosi abbiano deciso...
"ancora un'altra battaglia".
La nostra opportunità non è quella di trovare "il bel luogo al mare", la nostra opportunità è quella di capire durante il viaggio chi siamo e decidere di conseguenza; per chi lo vorrà.
Noi stiamo combattendo "con le unghie e con i denti" per la nostra opportunità, qualcuno l'ha immaginata, qualcuno ci ha creduto, qualcuno ci si è aggrappato, qualcuno ci sta lavorando.
No! Caro amico tu non stai condividendo con noi la tua "buona occasione", Tu la stai costruendo insieme a noi.
...E cosa più importante... attraverso questa avrai un opportunità ancora più grande, sicuramente unica, quella di trovare te stesso; è questa la vera "Grande occasione".
Niente vale più di questo, questa è quell'unica cosa da tenere stretta nella mano, ed è anche l'unico modo di godersi quel bel posto al mare, che alla fine avremo trovato.
L'opportunità è il viaggio... il viaggio è cominciato, mettiamoci in viaggio.
Grazie per la tua mail, amico mio, anzi di più, compagno di viaggio!
Cosi comincia una mail che ho ricevuto da un amico.
Non è uno di quelli che parlano molto, anzi al contrario è molto riflessivo ed in apparenza può sembrare abbastanza freddo è distaccato.
In realtà le sue emozioni sfuggono alla sua razionalità a cui si sforza di farle tenere sotto controllo; il risultato è che le emozioni controllano la sua vita, come la nostra.
Lui percepisce tutto ciò come paura, sottile costante paura: di sbagliare, di decidere, di vivere; per non pagarne il conto. Lui non sa che il costo che dovrà comunque pagare, sarà ben più alto, di quello richiesto per vivere.
Ricevere la sua mail mi ha fatto molto piacere, perché c'e' uno spiraglio di luce, un'emozione.
E come mi piace fare ho provato a seguirla: ...aspettando la buona opportunità...
Per cosa? Che cosa vuol dire? Si sembra facile e scontato, ma a me piace capire e quindi mi chiedo che cosa vuol dire...
Ma continuo a seguire quello spiraglio: chi aspetta la propria buona opportunità probabilmente aspetterà senza alcun esito e trascorrerà la vita in attesa di qualcosa che non arriverà mai. E' il solito atteggiamento "infantile" nel senso che aspetto che "la soluzione" arrivi da fuori di me.
La buona opportunità non si aspetta, la buona opportunità si cerca, si costruisce; con passione, volontà, ambizione, capacità; e l'entusiasmo?
L'entusiasmo è come l'aria che respiriamo, possiamo impegnarci a cercare del buon cibo, ma l'aria è necessaria!
Noi stiamo costruendo la nostra buona opportunità; e piano piano, ma inesorabilmente è come se ci stessimo svegliando da un torpore profondo, ogni tanto ho come l'impressione che qualcuno di noi veda quello spiraglio di luce; come il mio amico nella mail.
Tra apparente lavoro, impegno, preoccupazioni, difficoltà, gioco; stiamo condividendo un viaggio.
...Continuo a seguire quello spiraglio: opportunità è forse il viaggio che mi porta in un bel luogo al mare, che mi toglie le quotidiane preoccupazioni, ma mi lascia la stessa persona in fondo? Che senso ha? Mi chiedo.
No non è questa; l'opportunità è il viaggio che abbiamo iniziato, è il viaggio l'opportunità;
durante questo viaggio potremo capire maggiormente ciò che siamo e decidere di cambiarlo, se vorremo.
Tutti noi abbiamo combattuto, ed un giorno, seguendo diversi percorsi ci siamo trovati.
Come vecchi guerrieri, che ormai stanchi, delusi e disillusi, guardandosi abbiano deciso...
"ancora un'altra battaglia".
La nostra opportunità non è quella di trovare "il bel luogo al mare", la nostra opportunità è quella di capire durante il viaggio chi siamo e decidere di conseguenza; per chi lo vorrà.
Noi stiamo combattendo "con le unghie e con i denti" per la nostra opportunità, qualcuno l'ha immaginata, qualcuno ci ha creduto, qualcuno ci si è aggrappato, qualcuno ci sta lavorando.
No! Caro amico tu non stai condividendo con noi la tua "buona occasione", Tu la stai costruendo insieme a noi.
...E cosa più importante... attraverso questa avrai un opportunità ancora più grande, sicuramente unica, quella di trovare te stesso; è questa la vera "Grande occasione".
Niente vale più di questo, questa è quell'unica cosa da tenere stretta nella mano, ed è anche l'unico modo di godersi quel bel posto al mare, che alla fine avremo trovato.
L'opportunità è il viaggio... il viaggio è cominciato, mettiamoci in viaggio.
Grazie per la tua mail, amico mio, anzi di più, compagno di viaggio!
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