sabato 31 ottobre 2015

Arthur

Ieri ho rivisto un vecchio film del 1981: la nostra società, i modelli di questa sono sempre più strutturati, sempre nella stessa direzione e sempre peggio.

Apparentemente è un film comico, semplice, quasi "sciocco".

Si guarda, si ride e poi come ogni immagine, come ogni cosa ed emozione intorno, ti programma, ci programma, fa realtà.

Attraverso l'apparente semplicità, vengono sdoganati e ripetuti sempre gli stessi copioni non funzionali, perdenti.

Arturo è un miliardario (non per merito), uno che non ha mai fatto nulla nella vita, se non spendere i soldi della nonna.
Un uomo mai cresciuto, un "bambino stupido" che dorme con il trenino in camera ed altri suoi giochi.

Così come ogni bambino va contro le regole, non le sa usare a suo vantaggio e tutto il suo essere "fuori se stesso" è sintetizzato in quella schizofrenica risata che, l'accompagna in tutto il film.

Ovviamente, come in ogni favola che si rispetti, non può mancare la donna "anch'essa non evoluta" con il mito del principe azzurro.

Così una cameriera che vive ancora con suo padre, al quale regala cravatte rubate, a lui, del tutto inutili (viveva poltrendo in canottiera a casa), non può che iniziare anch'essa il suo gioco in perdita. 

Nel film, è una donna intelligente e scaltra, eppure, sceglie il copione, il modello del principe salvatore, della "Luna che la segue", come se qualcuno o il mondo s'interessasse a lei.

Due "bambini" s'incontrano si dichiarano l'amore, come se ne fossero in grado, come se sapessero cosa sia.

Il film "passa" questi modelli e vari messaggi, come si potesse accedere a cose e piaceri così alti e superiori in modo gratuito, senza guadagnarli, senza un reale divenire.

I soldi non servono a nulla senza Anima, senza evoluzione e solo allora diventano funzionali, diventano libertà.

Ognuno dei due, nel film, diventa disastro dell'altro: lei si presenta (invitata da un altro frustrato) alla festa di fidanzamento di lui e così facendo, non solo, sminuisce se stessa ma, diventa complice di un gioco di bambini che possono giustificare tutto nel nome di un amore che si espone tutto nella frase: "Mi fai stare bene"... E questo sarebbe l'amore!

L'Amore è un "lusso", è...

Qual'e la morale del film?
La morale è che un alcolizzato, benché ricco non potrà realizzare la sua storia né se stesso e che una donna, seppur scaltra ed intelligente, non potrà realizzare la sua storia né se stessa, fin quando sarà in cerca del suo "principe azzurro".


A me piace credere che un giorno ci saranno Uomini, mi piace credere che un giorno, seppur ancora lontano, ci saranno ancora Uomini liberi, capaci di azione e di Essere.
Uomini vincenti.
So che il seme è stato gettato, so che ci sono Uomini che vivono, in diversi luoghi del mondo, e che in silenzio fanno la storia... 
Quella loro e chissà un giorno... 
Di chi...





martedì 20 ottobre 2015

Respira, balla o sii invidioso... :)


"Un guerriero della luce fa sempre qualcosa fuori dal comune.
Può ballare per la strada mentre si reca al lavoro, guardare negli occhi uno sconosciuto e parlare d’amore al primo incontro, difendere un’idea che può sembrare ridicola.
I guerrieri della luce si permettono simili cose.
Un guerriero della luce non passa i giorni tentando di rappresentare il ruolo che altri hanno scelto per lui."

Paulo Coelho



...L'invidia è un'unità di misura precisa. Evidenzia la distanza tra ciò che avremmo voluto è potuto fare, rispetto a ciò che abbiamo fatto. Tanto maggiore è, per quanto si è distanti da se stessi. Così che essa, se saputa usare, può essere molto utile. 

Qualche giorno fa guardavo delle navi, a Lyttelton; facevo colazione in un locale con delle grandi vetrate attraverso  le quali si potevano toccare le varie sfumature dei blu, dei verdi, di molti altri colori, si potevano toccare i sentimenti, gli animi di quei marinai, in quelle navi.

Già! Ci hanno da sempre fatto credere che si possa toccare solo con le mani, invece, siamo costantemente in contatto, costantemente tocchiamo con tutti i nostri sensi, con tutto il nostro essere.

...Provate a percepire: il contatto dei vestiti sul  corpo, la pressione della sedia se siete seduti o quella dei piedi che costantemente ci sorreggono. Provate a sentire la forza gravitazionale che sembra quasi schiacciaci o la pressione del sangue attraverso le vene o l'aria riempire i polmoni.

O quello che succede quando gli occhi toccano; possono toccare qualsiasi cosa: acqua, mare, alberi, panorami e tramonti, persone; sembrano potersi spingere fino all'infinito, fino all'orizzonte, fino alle stelle.



Possiamo toccare con l'udito: musica e suoni, vento e pioggia, ed ovviamente tocchiamo con il gusto.

Toccare significa portare qualcosa o qualcuno dentro di noi, fino a divenirne.
Ad esempio, in modo grossolano, ciò che mangiamo eppure, molto spesso, tocchiamo tutto, mangiamo tutto: cose belle o brutte, buone o cattive.
I nostri sensi, noi, abbiamo la capacità di discernere e facendolo, facciamo più o meno salute, più o meno benessere per noi.

Qualcuno ha anche la capacità, anche perché costantemente attento, di toccare con l'anima.
Questo è un toccare dove i sensi se arrivano, arrivano molto dopo.
In questo tipo di toccare si perdono i confini del proprio corpo, ci si trova altro, non puoi che fare comunione, prendere il rischio delle emozioni, al di là di ogni muro e difesa.

Questo è il toccare più diretto, il più forte è "rischioso". In questo tipo di toccare, puoi decidere anche di amare, puoi essere autore, inteso nel senso del significato che I "Grandi padri" davano alla parola Autore.

Credo che se fossimo costantemente attenti a ciò che tocchiamo, le cose ed il mondo attorno a noi apparirebbe diverso e più ampio da come siamo abituati a vederlo.

Siamo distanti, invece, da ciò che tocchiamo, da noi stessi, allora, come nave senza comandante, come involucri senza anima, cominciamo a nutrirci dei propri scarti, ad autoriciclarci. 

Cominciamo a toccare a nutrirci di emozioni come l'invidia: semplice segnale che segnala la distanza, il ritardo verso se stessi, verso la realizzazione  della propria storia vincente.

Quando ne notiamo la presenza in noi, possiamo usarla per capire, per fare un autoesame e una rimessa a punto.
Oppure usare tutte le giustificazioni ed ogni scusa ma, prendersi in giro da soli porta solo altra frustrazione ed altra invidia. :)

Sei caduto, bene! Ora rialzati...
Respira lentamente, guarda chi sei, cosa vuoi, usa ogni unico giorno, tocca ciò che ti rende di più', ciò che ti piace...

Lascia il "brutto", non toccarlo...
Se puoi, cambia pelle...

... E se vuoi, balla!



martedì 13 ottobre 2015

Immaginando... O forse no.

Ovunque guardi c'e' grazia, ovunque senta,
ovunque intorno a noi c'e' grazia.

C'e grazia nella mente, nello spazio e nelle proporzioni,
attorno a noi.

Grazia nel nostro corpo, nei gesti e nei profumi.

In ogni terra trovi o puoi costruire grazia.

Ci sono terre dove vivono forme di vita particolari, sembrano preferire certe zone, qui ad esempio, in Nuova Zelanda, c'e' un altissima concentrazione di parassiti.

Parassiti, perché vivono nutrendosi della punta dell'energia prodotta dall'uomo, sembrano trovare il loro habitat preferito nella mente dell'uomo.

Fondamentalmente nel "ciclo di Calvin", il ciclo bioenergetico degli esseri viventi avviene la trasformazione degli zuccheri in altri carboidrati con lo scopo di sintetizzare molecole ad altissima concentrazione di energia quali ATP e ADP.

Il nostro cervello trasforma continuamente energia chimica in elettrica e viceversa.

Sono forme di vita diverse da noi, i nostri sensi non riescono a coglierle, sono particolarmente attive durante la notte; sembrano avere due dimensioni e quando entrano a contatto con le sinapsi acquisiscono come una forma di "polipo".

Gli uomini sembrano divenire un ottimo pascolo per questi ospiti, sembrano preferire pascoli tranquilli e gli uomini subiscono "un taglio" della parte migliore, della parte più evoluta.
Esternamente si ha un vistoso calo energetico, subito viene ridotta quella parte di sana ambizione, di vigore.
Sembrano avere sempre sonno e spesso è così...

Gli uomini sembrano entrare in senilità precoce, rassegnati ad una vita "tranquilla", si sentono appagati dal "sistema macchina" ancor prima e ad esso sembrano non solo adattarvisi meglio ma, anche ambirci; in fondo, tutto funziona meglio!

Ho definito parassiti queste forma di vita, in quanto, in un sistema simbiotico ognuno dipende dall'altro, in questo caso, l'uomo non ha, ovviamente, bisogno di questo parassita.

Costantemente, sembrano essere altrove, hanno perso quella classica luminosità negli occhi, cercano sempre di seguire pedissequamente regole e la strada migliore, senza chiedersi, la strada migliore verso cosa?

Incasellati, nel ciclo biologico: nascita, crescita, morte, nel modo più razionale ed organizzato possibile.

Giardini e fiori ben curati, senza sapere come goderli,
apparire senza Essere, forma, senza sostanza.

E' uno strano e forse, anche un bel posto qui, in Nuova Zelanda, è come se la terra non avesse ancora generato una propria anima, un'anima precisa.
Si sente, piuttosto una forte contaminazione di più luoghi, di diverse dimensioni, non solo attinenti a quella umana.


Come fosse un laboratorio abbandonato e dove le diverse provette e sperimentazioni abbiano autonomamente proseguito, come mosse di vita propria, non più controllate, come fossero state scordate o come se (i controllori) fossero di corsa scappati, andati via.

Le persone qui, più che in altri luoghi, sembrano lentamente ed inevitabilmente, come assopirsi; i più vitali finiscono per ammalarsi: fisicamente o psicologicamente ma, non è un grosso problema perché, tutto funziona bene.


Ho imparato che crescendo, andando avanti con glia anni è come se la lotta smettesse, la corsa rallentasse; prioritaria si percepisce grazia...

Ogni cosa ha un suo ordine, ogni nota il suo preciso spazio, per una musica non solo musica;

quando fermi le parole nella testa,
quando permetti alla mente di vedere...

Quante vite può racchiudere una vita, ancora non lo so...

Ognuno ha la propria esclusiva individuale musica da suonare, da vibrare e tale musica entra in risonanza, amplificando... 


Così nel mentre perdiamo tempo con l'arrabbiarci, con i politici, con il lavoro, con gli impegni, con lo stress, si diviene sempre più estranei a se stessi, nel frattempo, cose meravigliose accadono...

Nel mentre la vita trascorre e passa, ne siamo assenti spettatori, così presuntuosi da pensare e credere, addirittura, di viverla... Eppure è solo una...


martedì 22 settembre 2015

Essere adolescenti: nessuno può obbligarti a divenire un vincente!

Una delle molte cose belle della vita è la continua palestra a cui ci appella.
La costante "sfida" a cui siamo chiamati per costruire noi stessi, in modo sempre più funzionale.

Noi abbiamo un unico dovere e non è con i nostri genitori, con la nostra famiglia o con qualche legge o morale esterna ma, è solo verso noi stessi.

Ci hanno da sempre abituato a vedere a vivere con stress i problemi, in realtà, senza problemi non potremmo giocare, non potremmo vincere.

Quando guardo i giovani intorno ai 15-16 anni,
vedo grandi conflitti e frustrazioni; si trovano a dover passare nelle "Forche Caudine" degli adulti, senza che nessuno gli abbia mai insegnato o spiegato il "trucco" di come passarci "indenni" .

Gli vengono imposte regole (studio, leggi, morali, comportamenti, religioni, sport, ecc.) senza che nessuno sappia il reale motivo, semplicemente perché, a loro volta, i genitori hanno insegnato così.

Allora bisogna andare bene a scuola per ricevere un premio, non fumare o bere, perché fa male, non frequentare "cattive compagnie" (non ho mai capito cosa significhi); gli si insegna un sacco di regole inutili. 
Inutili, nel senso che nessuno gli spiega il reale motivo e la strada di come trarne pragmatico, reale vantaggio.

Fin da piccoli, passati nel "sistema": grembiule per l'asilo, divisa per la scuola, ecc.ecc.

Più un giovane è vitale e più sentirà una reale "ribellione" interna ed esterna, si troverà in questo modo, ad andare "contro" ad essere comunque in contrapposizione, come a voler evidenziare la propria individualità, il proprio giusto desiderio di protagonismo.

Il paradosso è che così facendo, proprio quei giovani (i migliori), i più ribelli e vitali, si vengono a trovare ancora più incasellati ed irregimentati, perché quel ruolo (quello del ribelle) è ugualmente previsto dal sistema ed è quello che alla fine da un "imprinting" ancora più forte.

Ogni giovane, prende comunque a riferimento un adulto e non è detto che coincida necessariamente con un genitore; quell'adulto può decidere o no, di Amare quel giovane ma, se decide di Amarlo deve essere inflessibile e non corruttibile.

Il problema è che non deve essere inflessibile secondo la "comune morale" ma, deve ammiccare, "indicare" la strada verso l'individuale progetto, è come giocare a nascondino, quell'adulto può usare ogni strategia e continuandolo ad Amare da dentro, dovrà indicare sempre la direzione, come fa una bussola con il nord.

Non si può educare una ghianda a divenire un pioppo od un pino, le si può solo e semplicemente dare il giusto terreno.
Il giovane deve avere sempre, la responsabilità di decidere il terreno e bisogna educarlo solo a questo.

Nella ghianda il progetto è insito, è previsto, così come in ognuno di noi.

"Il mondo cambia con il tuo esempio, non con la tua opinione." - P. Coelho


La bellezza della vita è che alla fine abbiamo la responsabilità della nostra riuscita; quando un adulto maturo decide un figlio è per ampliare il proprio raggio è un atto di puro Amore e proprio per questo, che ad un certo punto, deve tagliare quel "cordone ombelicale", deve lasciare la libertà della responsabilità individuale, deve lasciare la possibilità di scrivere la storia, l'individuale storia, comunque essa sia...


"Il mondo si cambia facendo." 

Se un giorno, ti vedrò danzare sotto la pioggia,
se potrò vederti vincitore, malgrado ogni difficoltà,
se potrò ancora Amarti,
se potrò Vederti,

saprò, che la quercia avrà avuto il giusto terreno,
saprò, che in quel cielo c'e' un altro Uomo libero,
saprò che...

Il mondo sarà un pò cambiato e tu avrai contribuito a farlo,

... figlio mio.


domenica 20 settembre 2015

Camminando

Oggi mentre camminavo, d'improvviso sono stato colpito da questi alberi... Proprio sul precipizio...

Allora guardando bene...

Uno dei due era praticamente caduto e solo un provvidenziale e forse fortuito ramo di un albero vicino, aveva evitato il suo precipitare giù nel burrone.

Le restanti radici non completamente sradicate, erano state comunque sufficienti alla sua sopravvivenza.

L'albero che lo tratteneva aveva irrobustito proprio quel ramo che tratteneva l'altro caduto e le sue radici, messe a dura prova, anche dall'inatteso carico aggiuntivo, sembravano essere divenute più forti.

Le meravigliose leggi universali della natura:

solo i migliori, i più forti possono realmente e concretamente aiutare e la generosità ed il piacere nel farlo, rende migliori, materialmente anche loro stessi.

Ci sono sempre "alberi forti" e leader che possono aiutare e aiutando, aiutano se stessi, aiutano la vita.

Quel forte e grande albero, di certo, non si aspetta gratitudine né tantomeno apprezzamenti da qualcuno.

Senza pretese, libero, sembra come sfidare il mare e il cielo, come a volergli dire: "Eccomi, sono qui e nessuna tempesta potrà buttarmi giù"
Mentre il mare ed il cielo sembrano, a loro volta, guardarlo con orgoglio e rispetto, riconoscendo in lui, la stessa forza.

Così lui compie la sua vita, la sua quasi invisibile, avventura; solitario, in silenzio, insegna!

Non vuole e non gli serve nessun aiuto, né si lamenta per le sue sventure o per la sua sfortuna; è nato lì, proprio in bilico sullo strapiombo e ne ha costruito la sua casa, il suo regno, dove altri sono caduti, lui ne ha fatto la sua forza ed ora può godersi la vista, libera davanti a lui. Può guardare più lontano di tutti, dritto verso il mare e percepirne il suo sapore.

Perfetto realizza il suo progetto. 


Gli uomini si premurano di aiutare gli altri senza preoccuparsi prima, di allargare e distendere i propri rami verso il cielo, s'illudono di poter Amare senza avere le giuste radici e fronde sufficientemente robuste, credono che per fare dei figli basti "accoppiarsi".

Ogni cosa intorno a noi ci manda messaggi, sembra che sia tutto perfetto e probabilmente, lo è.  :) 



martedì 18 agosto 2015

Verso il tramonto

Verso il tramonto l'aria sembra rinfrescare, sembra voler rinnovare ancora la forza.

Alla fine del giorno ancora forza, come non potesse esaurirsi.

Agosto 2015; verso casa, ancora emozioni vibrano, come a rinnovare la forza che pare senza confini e limiti.

Verso casa, emozioni che posso sentire: le mie e di chi è con me.

Posso goderle, verso il tramonto; c'e' ancora più forza.

Il giorno si compie ed ogni emozione trova casa, ogni giorno perfeziona il successivo, verso il tramonto, ancora forza; così quell'aria appena più fresca, sembra carezza, sembra ancora sospingerti, come padre saggio ed invisibile.

Ora anche l'Amore è possibile, così come quell'aria appena più fresca: non puoi vederla, non puoi ascoltarla, eppure, ti sospinge, invisibile ti sfiora, respirandola esalta l'essenza, l'Anima.

Il paradiso serve solo a questo, il luogo non luogo, dove sei a casa, dove la vita risponde e la natura è ancora sana.

Verso il tramonto, la corsa rallenta, trova pace; non c'e' più stress nel fare o nel dover fare, solo piacere, contemplazione, ozio.

Verso il tramonto, il ruggito del Sole è ancora forte se pur disteso, finalmente può dare l'ultima pennellata al suo quadro perfetto, può sedersi a guardarlo e così facendo esce dal gioco e in quel breve eterno istante ne è padrone e signore.

Un padre ha piaceri e sente la responsabilità di un atto cosciente, consapevole ma, verso il tramonto, molte cose possono divenire possibili, ciò che prima non potevi neanche pensare, diviene possibile...

Puoi scegliere di essere padre di chi vuoi, puoi Amare un figlio che scegli senza averne però quella responsabilità ed il gioco, allora, è ancora più bello perché puoi Amare senza confini... Come quella brezza più fresca, verso il tramonto... 


lunedì 10 agosto 2015

Colori, profumi, suoni: musica.

La famiglia più bella è quella che scegli, quella che costruisci; puoi farla così bene che...

Non ricordo di averne avuto una, forse perché è passato molto tempo, forse perché ognuno aveva i suoi problemi...
Non credo alla famiglia, è come una recita dove ognuno ha un ruolo ed un personaggio da impersonare.

A cinquant'anni la vita è piena, intensa, si può assaporare ogni minuto, il tempo è sempre più importante, ogni esperienza fatta e ciò che sei divenuto, ora, aiuta dare presenza nel mentre...

A volte sembra difficile ricucire il tempo passato: mentre abbraccio di nuovo il mio primo amore, dopo più di trenta anni, dopo aver avuto le nostre vite.

Eravamo poco più che bambini, più giovani di uno dei suoi figli, che guardo ed è come se in attimo fosse passata la vita.

Questo agosto è un mese magico, lo respiro e lo godo fin dove posso.

Ora è la mia famiglia: 5, 11 e 21 anni, ognuno ha fatto la propria vita ed anche noi...

Crescendo capisci che non è importante i genitori che hai avuto o quelli che hai poi, di volta in volta, scelto, perché, prima o poi dovrai essere madre e padre di te stesso.

Questo Agosto è un mese magico e sono rare le persone che possono vantare un tale privilegio.

Guardo, e mi sembra di vivere un miracolo, di aver costruito un destino meraviglioso ed è tanto più bello per quanto effimero nel tempo, come ogni cosa... Eppure dopo questo mese, nessuno di noi sarà più lo stesso, così, mentre scrivo, li posso appena sentire giocare, li posso però percepire, ognuno diverso, così come percepisco la donna che amo, finalmente felice.

Non sarei mai riuscito a spiegargli cosa fosse la felicità, più semplice viverla.

Crescendo capisci che Amare non è tenere accanto a te le persone, ma è aiutarle, spingerle verso il loro massimo, verso il loro progetto e assolutamente superfluo che loro lo sappiano.

Crescendo capisci che l'Amore non è che una frequenza con la quale risuonare, aumenta chi può vibrarla, è come la felicità, non puoi spiegarla, puoi solo viverla, esserla.
Un lusso per chi può permetterselo.

Un Uomo può costruire la propria famiglia a cinquant'anni e che duri un giorno o un mese, non è poi importante.

Quel giorno o quel mese avrà il sapore di ciò che è celato dietro il fenomeno, avrà il profumo del miracolo.
Sono "fortunato" perché posso goderlo all'ombra delle apparenti piccole cose, all'ombra del trascorrere dei minuti, mentre lentamente respiro... 

Si può accedere a questo, solo se da qualche parte hai vinto, ben sapendo che molto ancora è da fare, molte scelte ci saranno, ma oggi è Agosto e la corsa si ferma, almeno per pò, ora è il tempo di contemplare musica di un perfetto concerto.

lunedì 3 agosto 2015

Mente e pancia

“La strada era sconnessa e scivolosa, il piede mi è scivolato mandando l'altro piede fuori strada ma mi sono ripreso e mi sono detto: sono scivolato, non sono caduto.” 
Abraham Lincol


Senza forza
né autocommiserazione,
tenace il cuore, batteva,
ancora, ero vivo,
annaspava,
la mente priva di meta,
nessuna via,
sono scivolato,
la pancia percepiva la musica, la mia,
un giorno di sole, sapore dell’aria,
non sono caduto.

sabato 1 agosto 2015

Agosto 2015 1

“ …Per me, la parola Dio non è niente di più che un' espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un' incarnazione delle superstizioni più puerili… “  A. Einstein, così scriveva quindici mesi dalla sua morte.

Così come disse: "Quello che davvero mi interessa è se Dio, quando creò il mondo, aveva scelta.”

Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Questa non è Filosofia, questa è Fisica.

E=mc2

Ciò che chiamiamo coscienza, ciò che riteniamo ci definisca, che riteniamo assoluto, a tal punto da crearci ideologie e religioni, non è che fatua macchina. Ciò che doveva essere di massimo servizio, si ritrova ad essere il crocevia di manipolazioni non funzionali all’essere umano.

Ogni musica, ogni campo che c’impatta, cambia fisicamente ciò che siamo: le nostre cellule, i nostri pensieri, le nostre azioni.

Non c’e’ nessun arbitro, né nessun Dio a regolamentare le cose.

Ci troviamo qui, in questo mondo convivono tranquillamente culture, civiltà, intelligenze diverse.

Sono esistito in quest’epoca dove apparentemente la macchina sembrava aver preso il sopravvento, dove le mamme o i genitori in genere, condividevano frasi tipo:”I miei figli sono tutta la mia vita o, sono la mia forza.”

Sono vissuto in un’epoca dove gli uomini avevano dimenticato chi davvero fossero, dove l’orgoglio e la bellezza erano quasi scomparsi. In un tempo in cui l’uomo sembrava aver dimenticato a cosa serviva e come si usava l’intelligenza e che essa fosse solo effimero strumento.

Noi possiamo fare storia esclusivamente da vivi e questo implica confrontarci, combattere, evolvere e attuare il nostro progetto.

La morte è la fine della corsa, è l’unica plausibile conclusione, la più intelligente possibile.

Sono vissuto in quel tempo, prima che la macchina fosse definitivamente resa inefficace; era il tempo dove i più intelligenti dovevano trovare il modo di sopravvivere e molti fingendo di conformarsi, finivano per conformarsi, perdendosi.

Dove gli uomini credevano che l’Amore fosse una questione di fedeltà e di ricatti, dove credevano di poter curare gli errori con le medicine.

Ho faticato, pianto, ho conosciuto la disperazione fino quasi a perdermi, eppure sono sopravvissuto, anzi, sono riuscito a trovare un piccolo spazio e in quell’infinitesimale spazio, ho trovato il mio centro, il mio centro del mondo, il mio centro dell’universo o almeno, di quello conosciuto.

Ho combattuto ogni giorno, fino quasi a pensare di arrendermi, ogni genere di battaglie, prima di capire che, la battaglia più difficile era quella invisibile, una guerra che si poteva vincere solo non combattendola.
Così, da quella mattina, ogni mattina, ricominciavo tutto da capo, riprendendo possesso di ciò che di Umano non poteva essere sconfitto totalmente: ogni mattina, respiravo lentamente, cercando di eliminare ciò che la macchina aveva riconquistato, ogni giorno…

L’Amore è l’atto più egoistico, il lusso più elevato che un Uomo possa permettersi; puro esclusivo piacere. E’ l’atto dove ogni morale non solo cessa di esistere ma, semplicemente non ha senso.

L’Amore, a volte ti sorprende, sempre si decide e chi può ama. E’ la logica più evoluta della vita, pochi riescono ad eccedervi, i più chiamano amore riflessi degli specchi, acquitrini di acqua putrida, complessi e stereotipi della macchina.

Chiamano amore assassini celati, frustrazioni e vita sbagliata.

Io sono vissuto in questi tempi; l’uomo aveva quasi dimenticato se stesso, chi davvero fosse.

Sono vissuto ai tempi in cui l’uomo per parlare aveva bisogno delle parole, a volte, persino di urlare. I leader facevano ciò che potevano, creavano piccole sacche di “resistenza” e lì poteva persino capitare d’incontrare qualche Umano non ancora troppo corrotto, qualcuno ancora capace di Amare, qualche combattente ancora non arreso.

Io, ho conosciuto quel tempo e non potrò conoscerne altri, in fondo ogni tempo, così come ogni luogo o paese, sulla nostra Terra, ha una sua possibilità, deve averla, altrimenti il gioco non si porrebbe.

Siamo abituati al pensiero lineare, allo scorrere del tempo, ad andare dal punto A al punto B; come se lo spazio avesse spazio ed il tempo avesse tempo e questo ha portato ai noti paradossi (dei due gemelli o della tartaruga e Achille).

Il tempo non scorre o meglio; è una pedina del gioco, così come è lo spazio.

Si ritiene che le dimensioni siano 4, io so che, guardando il cielo, posso vedere la luce di stelle che non esistono più già dall’era dei dinosauri o ancor prima, eppure, per me esistono, così come esiste la Terra che per chi vede o vedrà il suo riflesso, sarà già scomparsa da qualche tempo… Tempo, già tempo, sempre se si ragiona in modo lineare ma, fortunatamente, siamo dotati di un cervello limitato, non so perché qualcuno abbia avuto l’idea di dargli la possibilità, dell’autocoscienza.

E’ qui che il gioco diviene “pericoloso” e forse, interessante; ad un certo punto, bisogna trattare la mente solo come semplice strumento, oppure, il rischio è che lo strumento controlli il “Creatore”, che la macchina offuschi l’orizzonte.

Quante dimensioni ha la musica?

Esistiamo di “campo in campo” e di qui le varie religioni, ne conservano miti e leggende, e nel mentre respiriamo, nel mentre il nostro corpo invecchia, l’uomo ne fa apparente profitto, vendendo creme antirughe, come se soffiando controvento potesse rallentare il moto della Terra intorno al Sole.

Ozio: quando le cose sono compiute e il pieno risponde; c’e’ esattezza nelle cose, un ordine che, l’uomo disordinato non può cogliere.
Si preoccupa delle 4 dimensioni o della teoria delle stringhe, e nel frattempo, perde se stesso, ciò che chiama tempo, ciò che chiama spazio e come se non fosse sufficiente, si preoccupa di accantonare ricchezze, denaro.  J

Compra lussi che non è in grado di godersi e poi si suicida.

Sono vissuto in questo tempo, tanto tempo fa, eppure, sono sopravvissuto, eppure ho goduto il mio tempo, sono riuscito a credere al tempo…

Ho scelto di avere un figlio, ho scelto di Amare, di vivere e se avessi scelto al contrario, nulla sarebbe cambiato, eppure la vita è fatta di scelte e non di tempo o di spazio o della velocità della luce,

è la relatività della relatività, il punto; per questo possiamo e dobbiamo essere assoluti…


Tu, figlio mio, non so in quale tempo vivrai ma, se sono riuscito a trovare il centro nel mio tempo, so che anche tu, nel tuo tempo, potrai trovare il tuo centro; per ora, posso solo goderti, posso solo darti l’esempio e questo faccio! J

sabato 25 luglio 2015

Distendendo lo sguardo...


Per comprendere realmente quella cosa, devi essere quella cosa, devi divenire...

Sono felice, non perché sono stato fortunato o gli eventi casuali mi hanno portato ad esserlo.

Sono felice perché con umiltà, ho voluto davvero capire, fino a quel punto dove divieni tecnicamente capace di fare realtà e di creare il tuo universo simile a te stesso.

 

Ho tutto, ho conquistato tutto ciò che potevo metabolizzare, con incessante impegno e fatica.

Ho conosciuto... Vissuto... Amato... La fatica, se hai ben fatto, ad un certo punto cessa di esistere, non c'e' più reale sforzo...

Ora la mia Anima, vuole ancora di più, vuole l'arte. Guardando dalla finestra, ho scorto in fondo alla piccola valle che si stende sotto gli occhi, una vigna.


Ognuno dei nostri sensi può essere usato dal nostro "spirito", può essere usato da questo, come noi utilizziamo la nostra mano per prendere qualcosa, un oggetto, ad esempio.


E' così che conosco, che imparo ogni successivo passaggio, ogni successivo traguardo di piacere.


Ad un certo punto, tutto sembra rispondere sempre meglio, come se le coincidenze od ogni circostanza andasse nella direzione di ciò che davvero vuoi. Di ciò che la tua Anima ha deciso, seguendo il progetto.

Quotidianamente succede che incontro persone, spesso mi danno consigli, che ascolto sempre.

La cosa stravagante e triste allo stesso tempo è che ad esempio, persone con evidenti malattie in corso, tipo epilessia, tumori più o meno gravi, mi consiglino su cosa mangiare.

Persone con problemi seri, mi danno consigli su come affrontare le cose, su come sia giusto pensare, su come amare, ecc.


Ascolto tutti e non consiglio nulla a loro, ognuno deve trovare la propria via, con profonda e seria umiltà.


Ogni tanto, mi concedo il lusso con qualche amico di dirgli qualcosa, per personale piacere, per la normale e sana generosità umana.


Non per compensare frustrazioni mai risolte.


Sono a casa, accarezzando ciò che la mia Anima vuole ancora, non conosco la strada per averlo; mi godo l'ozio, preparandomi ancora all'azione.


Qualcuno dice che non m'interessa nulla di molte cose: del giudizio degli altri, della morale, che non ho paure ed è proprio così.

C' è una bella luce in questa sera d'estate.

Ho ascoltato tutti i consigli, tute le voci che mi dicevano che era impossibile, che non sarei mai riuscito, che ero pazzo, ecc.


Ho guardato tutti con sorriso benevolo, come continuo a fare tutt'oggi.


Cicerone ricalcando un termine greco coniò la parola morale: (moralis, der. di mos moris «costume»).  Le morali sono diverse: per religioni, per culture, per stereotipi e tendono ad essere mantenute. La morale, alla fine, ci controlla ed anche quando facciamo qualcosa che la nostra personale morale non ci permette, sentiamo come un senso di colpa, come se qualcuno fosse li a guardarci o a giudicarci. Così passiamo la vita tra sensi di colpa ed il voler apparire, quasi sempre, come non siamo, alla fine interessa l'apparire, come se il giudizio positivo o negativo, l'ammirazione e l'invidia, la considerazione e la notorietà, fossero poi più importanti del reale vivere ed Essere. Così, come marionette, seguiamo fedeli quei fili invisibili a cui siamo legati, quei fili che esistono solo

nella nostra mente.

Dobbiamo costantemente aggiornare ed evolvere la nostra morale, adeguandola al nostro incessante divenire.


Ho conosciuto persone che avendo fatto azioni che la loro morale non gli permetteva, sono arrivate ad ammalarsi fisicamente: scontavano il senso di colpa. 


Evolvendo la morale, ci si rende conto che non ci sono cose buone e cattive, azioni giuste o sbagliate, ci sono solo cose ed azioni.


Così come un bambino ha bisogno di regole prima di diventare adulto e a quel punto potrà gettare quelle regole, un Uomo ha bisogno di morali fin quando potrà farne a meno,

non avrà più bisogno di sapere cos'è giusto o sbagliato, buono o cattivo; lui stesso sarà misura corretta di ogni cosa o azione.

Per Uomini di questo tipo la morale è inutile, si muovono su atri orizzonti, orizzonti dove, non si ha scelta, se non quella di sbagliare... 


Mentre ti chiedi: " Chissà a cosa starà pensando", loro stanno semplicemente visualizzando il prossimo passo, il successivo traguardo, quella piccola vigna, quel vino che un giorno produrranno per se e per qualche amico...


... Ma Uomini così sono rari...



venerdì 17 luglio 2015

Venerdì 17

Oggi è venerdì: secondo una tradizione diffusa nei paesi cristiani, è un giorno infausto, in quanto è il giorno della morte di Gesù.

Anche se il nome deriva dal latino "Venĕris dies", giorno di Venere.

Poi il 17 che, sempre secondo la tradizione cristiana, è il giorno in cui cominciò il diluvio universale.

... Oggi è stato un bel giorno: ho imparato molte cose, ho respirato ancora aria, amato, vissuto...

Un giorno speciale, uno come quello che da parecchi anni, vivo tutti i giorni...

Ho imparato tanto anche da facebook oggi: ho imparato che Dio, così come i barbieri è inutile; perché i barbieri tagliano i capelli a chi già li ha corti e solo a chi va da loro...
Così allo stesso modo dio risolve i problemi solo a chi se li risolve da solo e solo se vai da lui.

Poi, ho scoperto che sono tutti felici, pieni di vita, tra un necrologio ed un altro; come fosse una gara a comunicare per  la morte di qualcuno, come se fosse una cosa strana, come fossimo eterni.

Ho finalmente capito ciò che il mio maestro diceva: "Lasciate che i morti seppelliscano i propri morti"...

Ho imparato che è più importante il consenso degli altri, siano anch'essi falliti, che il reale "essere".

Ogni tanto, dimentico il mondo dove vivo e tutto mi sembra bello, tutto è bello!

Il mio lavoro consiste nell'offrire opportunità alle persone, opportunità di guadagno, di affari, di più vita... Così ad esempio, m'imbatto, anche se non posso esplicitarglielo, in salutisti (pieni di malattie), che mi spiegano tutte le teorie sui cibi.

(Io mangio e bevo in modo così sregolato, secondo loro, che dovrei essere morto da almeno un decennio :) ); mi imbatto in persone tristi, non realizzate, che mi spiegano tutte le teorie di vita, a volte, anche religiose.

Mi spiegano come educare figli, mentre i loro frequentano gli psicologi e spesso anche loro, in coppie che criticano il mio modo di fare, mentre passano la loro vita a preservare le apparenze.

In malati che mi spiegano come curarmi... In persone tristi che mi spiegano come fare per... , o come dovrei comportarmi o non comportarmi...



Vivo come loro non potranno mai neanche immaginare, eppure mi spiegate...

Ogni tanto, quando posso e soprattutto mi viene permesso, provo ad aiutare realmente qualcuno, senza dirglielo, ovviamente, solo per mio piacere, solo perché gli umani sono fatti così... 

Mi piace la musica, il buon cibo, il mare, il sole, il rum, il cognac, l'Amore, l'anima delle cose, il caldo e il freddo, l'odore della legna che brucia, il buon vino, l'aria, la terra, i sigari e molte altre cose ... 


Tre giorni fa, ero a Tenerife e durante un incontro di lavoro, una persona di cui mi fido, ha detto una frase, rivolgendosi alla persona che Amo, nel mentre facevamo colazione con un perfetto cappuccino:" A lui mancava un tassello ed è venuto a prenderselo..."
... Non ho detto nulla, ovviamente, ero lì per lavoro, in fondo, eppure quella frase, apparentemente buttata lì, era profondamente ispirata... Vera, reale... Già...

Centimetro dopo centimetro, idea dopo idea, passo dopo passo, giorno dopo giorno, così ho costruito la mia vita, così, sono andato a prendere proprio lei, dall'altra parte del mondo, dopo più di trent'anni.
Oggi non è più la bambina di allora, così come, non lo sono più io, ma io volevo quel buon cognac o rum, quello che ha bisogno di molti e molti anni per essere davvero buono...

Si, mi mancava quel tassello, in fondo, lavoro con quell'amico a Tenerife, perché non solo è il migliore ma, soprattutto perché è lì dove posso incontrarlo... Ogni volta ed ogni volta verifico... :)


Oggi è stata una bella giornata, a volte capita, che qualcuno/a un po' più "sveglio/a" mi chieda: "Ma tu da quanto tempo vivi così?" ... Sorrido... "Da un po' ", rispondo, di solito...

Certo, non è che non abbia faticato o che qualcuno mi abbia mai regalato qualcosa, anzi, ho guadagnato tutto, centimetro dopo centimetro, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno...

Così come recitava in un film, un "perfetto" allenatore di football americano: "... Perché, quei centimetri, alla fine, faranno la differenza tra chi vince e chi perde, tra vivere o morire..."

Ogni giorno guadagno quei centimetri, ogni giorno imparo, così come ho imparato oggi...

Ho imparato che tra i proclami: "Oggi è un grande giorno... Oggi è un giorno grandioso, importante... ecc. ecc." e la sostanza di semplicemente essere, c'e' una sottile linea invisibile, c'e' la differenza tra essere ed apparire, almeno per quelli che riescono a distinguerne la differenza :)

Oggi è venerdì 17; è stato un giorno bellissimo, l'unico che potrò vivere nella mia vita e che ho vissuto, così come vivo tutti i giorni da molti anni a questa parte... Come fosse l'ultimo...

In fondo il Potere della vita è molto semplice:

fare quello che si vuole, quando si vuole e facendolo, si rende se stessi e gli altri migliori... 

...Un altro giorno in paradiso....


lunedì 22 giugno 2015

Danzando, una domenica

Domenica.

Forse che l'amore dato o che tentano di dare i genitori ai figli, serva solo a bilanciare i sensi di colpa?

Ma chi ha chiesto di nascere?

Io credo di non averlo chiesto, nè mi sembra l'abbia chiesto mio figlio a me.

Chi mi ha dato il diritto di metterlo al mondo?
La vita riuscita potrebbe essere una giustificazione?
E a lui? 
Ora lui, grazie a me, deve risolvere... O semplicemente esistere.

Su questo punto, nessuno mi ha dato risposta seria, per seria intendo, una risposta vera e reale.

Oggi è domenica, c'è mio padre e mio figlio qui con me; mi trovo come ad essere ponte tra incazzatura e senso di colpa.

Eppure, mi sembra di sentire come una musica, una simile alla colonna sonora di Master e Commander, dove tutto ha la sua forza, dove tutto sembra avere senso, anche se non c'è.

La forza dei tamburi e delle cornamuse che accompagnano violini e contrabbasso, tutto sembra avere armonia.

Eppure anche quella musica mi ridà solo un tratto, ogni persona mi dà solo un tratto sempre lo stesso e con lo stesso tratto, ognuno pensa, crede, senza mai alcun dubbio, di poter leggere il mondo.

Mi danno anche letture di me e va bene.

Non so ancora perché si decida di fare figli, o meglio, non ho ancora conosciuto il reale senso, oltre ad ogni solito motivo che ben conosco.

Più trascorre il tempo e più vedo che ci sono persone intelligenti, persone che insegnano, che spiegano; più passa il tempo e più mi accorgo che, il più delle volte, nessuna delle persone a cui insegnano, spiegano o fanno corsi ha un reale avanzamento, in senso pragmatico: di soldi, riuscita, salute, intelligenza, ecc.

Poi ci sono persone che senza troppo parlare, cambiano pragmaticamete il mondo intorno a loro, che cambiano la vita di qualcuno, senza dire nulla o poco, creano un universo diverso.
A volte ricevono critiche anche da queste stesse, perché sono, anche loro,  intelligenti, perché vedono solo quel tratto, nel mentre, quasi a loro insaputa, la loro vita è un già un po' diversa, già un po' migliore.

Mi piace definire questo tipo di persone leader, questi sono il lievito del mondo; a volte operano persino dei miracoli, e a loro piace non dirlo, non hanno bisogno di riconoscimenti né di altre gratificazioni sociali.

Sono i veri leader, leader silenziosi; combattono senza troppo apparire, nel mentre si godono la vita, nel mentre cercano di rispondersi alle domande, nel mentre cercano di definire le domande, nel mentre danzano...

Sentirne parlar male è la norma ed è uno dei sistemi per scovarne, qualora si abbia reale interesse d'incontrarne qualcuno.

Oggi è domenica qui a Casperia ed è domenica anche a Longyearbyen... In fondo ad ogni domanda, trovo solo "il piacere", come risposta ultima, il problema è nell'essene costantemente all'atezza, il problema è nel divenire... Del resto, siamo solo liberi di sbagliare: ormai ci siamo...


"C’era una volta un uomo saggio che era solito andare di fronte all’oceano per dedicarsi alla scrittura. Un giorno, mentre passeggiava sulla spiaggia, vide in lontananza qualcuno che si muoveva come se stesse ballando. Non riuscì a trattenere un sorriso pensando a qualcuno che danzava e si affrettò per raggiungere il ballerino.
Avvicinandosi si accorse che si trattava di un giovane e che quello che sembrava una danza era in realtà qualcosa di completamente diverso: il giovane si chinava sulla sabbia, raccoglieva qualcosa e gentilmente lo lanciava nell’oceano.
Avvicinandosi gridò: “Buon giorno! Cosa stai facendo?” Il giovane si fermò un attimo, lo guardò e rispose:
“Sto lanciando stelle marine nell’oceano”.
“A questo punto non posso fare a meno di chiederti perché lo fai…”
“Il sole è alto e la marea sta ritirandosi. Se non le ributto in acqua moriranno.”
“Amico mio, non ti rendi conto che ci sono chilometri di spiaggia e non si vedono che stelle marine? Che differenza vuoi che faccia il ributtarne in mare qualcuna?”

A quel punto il giovane si chinò un’altra volta, raccolse un’altra stella marina e la buttò tra le onde, nell’oceano. Poi rispose “per questa ho fatto la differenza”.
La sua risposta sorprese il saggio, era confuso e non sapeva come rispondere, quindi decise di voltarsi e tornare al cottage per dedicarsi alla sua scrittura. Per tutto il giorno mentre scriveva, l’immmagine di quel giovane lo perseguitò; provò ad ignorarla ma la visione ebbe la meglio. Alla fine, nel tardo pomeriggio, realizzò che lui, lui lo scienziato, lui il poeta, non aveva compreso la natura essenziale delle azioni del giovane. Perché realizzò che ciò che il giovane stava facendo era decidere di non essere un mero osservatore nell’universo, ma decidere di essere un attore dell’universo e fare la differenza. Ora, era imbarazzato.
Quella sera andò a dormire pensieroso. All’arrivo del mattino si svegliò sapendo che doveva fare qualcosa: quindi si alzò, si vestì, andò alla spiaggia e trovò il giovane. E con lui trascorse il resto della mattina lanciando stelle marine nell’oceano."