venerdì 26 settembre 2025

Nei dintorni del Coraggio

Non molti hanno realmente coraggio, perlopiù scappano. 

Non perché scappare sia sempre sinonimo di codardia, piuttosto, a volte, é mancanza d'intelligenza.

Difficilmente si ha sufficiente comprensione, sufficiente autopercezione, tale da poter essere concretizzata attraverso reale umiltà; ritenendo di essere intelligenti e spesso, anche molto.

Così si scappa, relegandosi nella cieca convinzione di aver ragione; quale ragione?! Relativamente a cosa? Perché?

Ho analizzato, studiato, osservato questo particolare atteggiamento dello scappare, del fuggire, può essere schematizzato ed é ricorrente in questa tipologia psicologica con comportamenti ed atteggiamenti omologanti e risultati pragmatici scarsi, fondamentalmente, da perdenti.

Tra questi comportamenti ed atteggiamenti si possono riscontrare: abbandonare le situazioni quando bisognerebbe "tirar fuori le palle", questo vale sia per gli uomini che per le donne, fino all'emigrare in altri stati, quasi sempre, dopo aver fallito nel proprio paese, si fallisce in un altro o in altri; avere la tendenza alle chiacchiere che definisco "da parrucchiere" cioè, parole senza nessuna semantica reale, vuoto a vuoto, con argomentazioni negative su altri e/o giustificazioni personali, basate su scuse o realtà fittizie; hanno spesso un compagno o una compagna o qualcuno/a che utilizzano come "cestino dei rifiuti" inondandolo di parole ed elucubrazioni mentali prive di reali fondamenti, inoltre e quando gli viene permesso, tendono a fare "terra bruciata" soprattutto nei confronti del leader del contesto in cui sono riusciti (momentaneamente) ad inserirsi.

Esternamente propendono nel darsi importanza e non hanno reale capacità di vedere oltre le parole e di leggere le corrette intenzioni ed anche quando sono capaci e dotati di conoscenza, perdono per aver tralasciato un qualche aspetto o dettaglio.

Di fatto si accomodano in situazioni che giustificano con motivazioni a cui credono, spesso anche colpevolizzando gli altri per i personali errori; alla resa dei conti, risultano incapaci di autonomia, sia nella sfera lavorativa che in quella personale. In quest'ottica, non ne ho conosciuto alcuno che fosse riuscito in un lavoro proprio, mentre avevano la loro maggior efficenza come dipendenti stipendiati.

Lo stesso anche nella sfera personale, incapaci di dare reale valore aggiunto, reale avanzamento, reale amore, piuttosto cercando di immettere "senso di colpa", anche rinfacciando qualsiasi cosa abbiano creduto di dare o di fare.

Capaci di grandi (apparenti) imprese ma, in definitiva ed alla luce dei fatti, fallimentari.

Parlano anzi, sparlano di ogni cosa passandola per il loro filtro di (fittizia) realtà, possono essere simpatici, interessanti, talvolta, quasi carismatici, eppure é sufficiente osservare in modo scevro ed imparziale la loro vita, i loro risultati concreti, oltre le scuse che accampano e ogni maschera ed accomodamento si dissolve e cade.

Senza eccezione, si potrà verificare che: non hanno prodotto reali successi, anzi sono costellati da esperienze o fallimenti da cui sono scappati, non hanno uno stile di vita adeguato, per lo più parlano e spesso si trincerano dietro la stima e riconoscimenti che "altri" gli attribuiscono e stoltamente se ne compiacciono.

Scappano, continuano a farlo, costruiscono (apparentemente) e poi puntualmente distruggono ciò che hanno costruito, la mancanza di umiltà li rende per lo più, presuntuosi, in sostanza, non hanno una vera connessione alla realtà, alla forza, a loro stessi.

Tra loro si riconoscono e si rinforzano; personalmente, ho sempre perso, anche quando o investito molto su qualcuno di questa specifica tipologia, non hanno il coraggio dell'umiltà, si reputano però coraggiosi ma, sono visti ed il biglietto d'uscita che ho pagato è sempre stato molto oneroso.

Vivono nei dintorni del coraggio, spesso, di luce riflessa del prescelto di turno.

L'intelligenza, oltre a concretizzarsi in modo sostanziale e pragmatico si sostanzia in diverse e molteplici sfaccettature tra cui la capacità di poter comprendere la "relatività" e di saperla gestire.

Sia essa intesa come modi mentali, convinzioni, fedi, credenze, principi, morali, memi, complessi, stereotipi, ecc.

Tutto è relativo e l'intelligente ci "gioca" a proprio ed altrui vantaggio, non ha punti fissi di convinzione ed è costantemente in verifica e soprattutto, autoverifica. Più aumenta il proprio orizzonte, più è capace di relatività e più "gioca" solo, nell'apparente contesto e nella moltitudine.

Invece, questa tipologia psicologica, lascia il vuoto, dentro e fuori, spesso attenti alla forma, mai alla sostanza.

Potenzialmente avrebbero la potenzialità, a volte notevole, di gioco riuscito, eppure non viene storicizzata per un vizio di superficialità, un vizio di umiltà e di presunzione. Scatta prioritario in loro, il giudizio, il giudicare, prima ancora di mettersi in discussione, prima ancora di verificare la loro modalità ed i loro pensieri; ritengono così di mettere in salvo se stessi, rimangono, in realtà, in balia di memi, parte della "macchina", perfetti componenti e strutturanti della "rete".

Ripetono pedissequamente il circolo vizioso di azioni fallimentari, sempre...


... C'è continuamente una via, una strada; il progetto l'ha prevista, il personale progetto è comunque vincente ed in questo non siamo liberi, ovvero, siamo solo liberi di sbagliare.

mercoledì 17 settembre 2025

Mi rendo conto

 Mi rendo conto...
Che ogni cosa che ci serve o ci occorre è già in noi, in quella parte che ci è stata sottratta, in quella zona ancora intatta e inconosciuta.

Così, appena nati, iniziamo a perdere ciò che siamo, mentre acquisiamo forzosamente quello con cui combatteremo sino alla fine, ciò che difenderemo fino all'auto consumazione.

Iniziamo a studiare ad apprendere nozioni, stati d'animo appropriati, morali, fino a dimenticare chi siamo realmente e per quelle idee, per quell'io fittizio, ci sabotiamo, ritenendolo vero e reale, il complesso diventerà guida e riferimento.

 Mi rendo conto...
Che ogni giorno, ogni attimo è unico ed irripetibile, eppure scorre senza di noi perché, non ci siamo più, nel mentre rincorriamo quello che ormai riteniamo essere indispensabile, mentre la memoria ha perso anche le ultime tracce della trafilatura subita e della sofferenza provocataci, crediamo e cerchiamo la felicità in mondo completamente fittizio; abbiamo l'oceano ma, cerchiamo l'acqua nel deserto. Trovarla o meno sarà solo mera ed inutile illusione.

 Mi rendo conto...
Che non riesco più a parlare, che non è utile (quasi sempre) provare ad aprire un piccolo strappo nella scenografia e ho troppi anni per averne ancora la "pazienza" di volerlo fare, ognuno è solo e deve/dovrebbe affrontare il proprio viaggio a ritroso, il viaggio dentro se stessi scalzo e senza miti, con selvaggia freddezza razionale, scevra da ogni piccola ombra di idee e memi aggiunti.

 Mi rendo conto...
Che ci sono persone che credono in Dio, altre in Budda, in Maometto, chi è animista o chi non crede in nulla, chi é di una fazione politica, chi di un'altra e chi di nessuna, chi vuole la guerra, chi cerca la pace e chi cerca di sopravvivere, chi nasce povero, chi ricco e chi viene ucciso; nella casualità dobbiamo trovare l'ordine, credo che questo sia il semplice, dolce e inesorabile gioco della vita.

Combatto ma, sono in pace, a volte soffro ma so di aver vinto, cado ma so già che mi rialzerò... Succede quando combatto per qualcosa: sia Amore o denaro, azione o contemplazione, quando siano battaglie effetti residui di impianti, di memorie cibernetiche, di un me fittizio, di un "Don Chisciotte" senza speranza alcuna e sempre ne pago il prezzo, non ci sono sconti o scorciatoie... Poi mi rialzo, con una meta di nuovo non fittizia; la mente più consapevole, più intelligenza, più piacere e lusso.

Libertà; di vittoria in vittoria senza fine... Mi rendo conto.

Respiro, godo la vita all'ombra di tutto e tutti, cammino felice e un tramonto mi rapisce, non lo vede nessuno, chiusi nei (finti) problemi, nella vuota corsa per arrivare a casa senza saperne neanche il motivo, eppure è li, tutti possono ammirarlo, tutti possono essere felici... È davvero così alto il prezzo da pagare per semplicemente fermarsi? Per capire che non ci sono altre strade, in fondo ed anche se non lo volessimo, dobbiamo respirare, mangiare e bere, dobbiamo curare noi stessi i nostri pensieri, le nostre emozioni e allora alziamo la testa e prima di morire... Viviamo! Mi rendo conto.

Respiro e so che questo respiro sarà unico in tutta la mia vita, un attimo dopo l'altro; respiri, attimi irripetibili, sento il sangue scorrere forzosamente e con irruenza nelle vene, il mio corpo, fedele ed instancabile compagno mi sostiene, mi porta ovunque e non sempre ne ho cura, eppure mi perdona, m'incoraggia e mi dice: "Dai, forza, sono con te; godiamoci questo giorno, respira lentamente e profondamente, la forza scorre: dentro, fuori, ovunque; tutto vibra... Ascolta e assaporane la musica, questo è il paradiso, alza gli occhi e guarda!"

 Mi rendo conto...
Che più si torna, più si gode, più si comprende, più si è felici e più si è soli; non è più bello o più brutto è così, semplicemente così.

Ho vissuto già molto: intensamente e con esperienze che potrebbero riempirne molte di vite ma... E ora?
Si, traguardo dopo traguardo, debbo imparare ancora, ricordare meglio che il meccanismo non comprende, non si spegne mai, non da tregue o pause, "approfitta" di ogni istante di carenza... 

Vorrei ciò che ho voluto, ciò che ho; il piacere di fare bene secondo natura, secondo la nostra natura, quella vera, trasmutare fuori ciò che siamo realmente (dopo averlo riconquistato, ovviamente); ritengo che alla fine sia l'Arte l'ultima frontiera e il momento di quando se ne potrà accedere senza profanarla. Mi rendo conto.

 Mi rendo conto...
Proprio ora ho nuove sfide da affrontare, non volute, non cercate; posso piegarmi sotto il peso problematico delle stesse e così sarà, eppure continuo a guardare l'orizzonte con i suoi tramonti e le albe, il mare e qualche amico, qualche attimo d'amore "rubato" e l'intelligenza capace del lusso.

Esiste il karma, quello dei nostri errori in questa ed unica vita, poi c'è la casualità, la etichettiamo come buona o cattiva, come fortunata o sfortunata, in realtà essa è solo casualità, comincia ad esistere con il nostro concepimento, anch'esso causale ed è possibile usarla per evolvere la nostra mente o per distruggerla, riteniamo di essere liberi, in realtà, siamo solo liberi di sbagliare... Mi rendo conto!

mercoledì 20 agosto 2025

Persone, amici forse, potenzialmente anime... E nel mentre...

Ho riscontrato sulla mia "pelle", sul mio divenire, che ritenere o reputare delle persone sulla base di quanto vedo del loro potenziale non solo è errato ma, soprattutto dannoso.

Ho compreso che, chi vuole avere un reale avanzamento, chi vuole provare a vedere il proprio "progetto di natura" e storicizzarlo, deve investire in volontà, deve poterne pagare il prezzo in termini di umiltà, dedizione ed anche economico.

Essere buoni, essere generosi non significa essere intelligenti, non significa essere efficaci ed ho capito di non esserlo stato.

È un rapporto di proporzioni, di esattezza, non "regalo" più ciò che il limite dell'altro non può comprendere, perché il prezzo poi lo pago io e questo implica una perdita per entrambi.

Tutto deve avere la giusta proporzione, la corretta misura, è un piacere il pagare per chi decide consapevolmente, di voler Essere "di più".

Ho dato luoghi ed esperienze a persone che non potevano capire né avvantaggiarsene, a persone che mi avevano tradito e ciechi, l’hanno poi nuovamente rifatto.

È un errore tecnico, ho sbagliato, ne ho pagato il prezzo sempre e loro non hanno capito nulla...

Si chiama sprecare vita, intelligenza che nessuno ridarà più.

Amici a cui ho aperto il mio cuore, amori persi nelle loro piccole gelosie, nel loro piccolo esistere.

Senza ringraziare sono passati, lasciando le loro frustrazioni e critiche malcelate; hanno perso la loro vita ed io non ho saputo né potuto aiutarli. 

Ora, per chi decido di aiutare c'è un prezzo definito, cosicché non debbano ringraziare ed io possa essere realmente efficace alla loro strada e al loro progetto.

... E nel mentre...

Avere familiarità con il nostro corpo ci da, attimo per attimo, anche il perfetto equilibrio su come nutrirci.

Abbiamo la sensibilità di poter essere ed avere consapevolezza fino alle nostre cellule, esse si attivano e rispondono a ciò con cui decidiamo di nutrirle, a cui decidiamo, coscientemente o inconsapevolmente, di sottoporle, siamo ciò di cui ci alimentiamo.

Il nostro corpo ha un altissimo limite di tolleranza, è capace di smaltire, di sopravvivere anche alla nostra incuria e "pigrizia". 

Personalmente, quando posso e decido di godermi degli spazi dove la natura è ancora abbastanza integra e vibra vitalità, approfitto di super alimenti, per super alimentarmi.

Non sono un nutrizionista ovviamente, percepisco semplicemente le cellule e arrivati un pò avanti con gli anni, il nutrimento di cui abbiamo bisogno e piacere è sempre minore e quando sovraccarichiamo i nostri apparati di metabolizzazione andiamo contro la nostra natura.

Ogni tipologia di dieta è qualcosa di alienante, nel senso che è una cosa che imponiamo da fuori, mentre noi siamo assenti, evidentemente.

Ogni tanto fumo sigari, a me piacciano molto quelli cubani e i domenicani, le foglie di tabacco condensano il Sole ed il microclima di quei luoghi, posso percepirne ogni passaggio, soprattutto di quelli arrotolati a mano, in certi luoghi si trova ancora del pesce sano, pesci che hanno vissuto liberi e del buon vino.

In Sardegna è ancora possibile trovare un ottimo mirto bianco, sembra distillare terra, Sole e mare; così il nostro corpo riesce a metabolizzare vibrazioni, forza e si cura, si autocura.

...

Nel titolo di questo post ho scritto anche: potenzialmente anime, si, nel senso che si ritiene che tutti siano dotati di anima, in realtà non è così; nella mia esperienza, anche dura, anche in reparti di ospedali pediatrici terminali, ho avuto modo di vedere corpi ed emozioni ma, l'anima spesso non c'era; inoltre, molti rinunciano alla propria anima nel corso della vita, cominciano a seguire vari credi: religiosi od altro, seguono stereotipi e modelli sociali fino a diventare zombie.

Di fatto, sono esperienza quotidiana, molti emanano un odore psichico inconfondibile ma, ancor prima si percepisce assenza e vuoto

...

Amare é un lusso, Amare è una capacità ed una scelta, 

il lusso è qualcosa di necessario nella vita.

Persone, amici forse, potenzialmente anime... E nel mentre...

Nessuno userebbe la propria automobile senza olio nel motore o acqua nel radiatore, eppure spesso usiamo il nostro corpo, la nostra macchina secondo memi e stereotipi, come scarico patologico, come spazio dell'inconscio ancora non conosciuto o evoluto.

Usiamo il nostro spazio fisico, l'unico che abbiamo, in disparati modi: per apparire, per renderlo adeguato ai canoni del tempo in cui viviamo; lo sottoponiamo ad interventi estetici invasivi e non necessari, lo ingolfiamo con ogni sorta di nutrimento, rendendolo semplice e solo mercato, campo esclusivo di marketing, di fatto lo abbandoniamo divenendone estranei.

Mi sono sentito ferito, tradito e di fatto così è stato ma, la responsabilità, la scelta è stata mia, ho sbagliato nel credere che potessero vedere, che potessero comprendere; il loro potenziale lo prevedeva eppure, hanno scelto diversamente, hanno seguito la via più facile.

Hanno scelto non solo di nutrire il corpo in modo non conforme a quanto previsto, ma anche di non ascoltare l'Anima, di non conformarsi al progetto di natura, al loro progetto di natura; non solo hanno tradito il buono, il momento e me ma, soprattutto hanno tradito se stesse ed è indifferente che ne siano stati consapevoli od inconsapevoli, che ne abbiamo avuto coscienza o che non ne abbiano avuta.

La libertà non si tocca, lasciar andare è un atto d'amore.

domenica 2 marzo 2025

Andare da un luogo ad un altro... A volte, senza spostarsi.

 


Un viaggio è ciò che compiamo a volte scegliendo, altre no.

A volte ne siamo consapevoli, molto spesso no.

Abbiamo, o per meglio specificare, avremmo una grande alleata ma è lasciata in balia di se stessa; viaggia senza controllo cosi si concreta, in ultima istanza, non presente a se stessa o per lo meno, distratta da quell'unico momento in cui c'è o ci sarebbe possibile esistere, vivere: la nostra mente.

C'è un piccolo villaggio di pescatori costruito su palafitte perché la legge limitava la proprietà terriera esclusivamente alle persone di origine nazionale, realizzato proprio a ridosso e protetto da una piccolissima isola tailandese (Ko Panyi), dove vivono1.600 persone attraverso pesca e turismo.
Conducono la loro vita in "case" precarie, di legno e materiali, spesso di recupero, con scarse o nessuna comodità, spazi stretti, abbastanza angusti, stridono con l'orizzonte che si staglia lontano sul mare.

I molti banchi di souvenir per turisti distratti, come continuità di provvisorie case sembrano voler distogliere gli occhi e l'attenzione dall'incredibile e quantomai astrazione di vita, come sospesi in un immagine onirica, dove il mare si confonde con il cielo.

Il grido gioioso di un bambino mi sorprende e richiama la mia attenzione, proprio mentre passeggio di fronte alla grande e dorata moschea, sopraggiunge alle mie spalle in bicicletta chiedendo "strada", in quei pochi metri strappati al mare e in un attimo torno presente a me.

Alzo gli occhi e un misto di stupore e ammirazione mi riempie ogni pensiero e riflessione, un piccolo campo di calcio (calcetto) galleggiante nel più bello scenario che sia possibile immaginare è lì, sospeso tra immaginazione e realtà, dove i turisti guardano bancarelle e mangiano.

Cercare di dare un ordine alle immagini, ai pensieri ed alle sensazioni di quel momento non é possibile, così decido di seguire il flusso e lasciarmi trasportare alla scoperta di quell'attimo lungo una vita.

La pancia, lo stomaco riverberano piacere calore, posso andare da un luogo ad un altro, da un tempo ad un altro, sono un privilegiato, semmai poi questo possa servire a qualcosa o abbia un qualche scopo.

C'é un film "Next" che ho trovato molto interessante e reale per gli aspetti non cinematografici; il protagonista poteva vedere il futuro pochi minuti prima che accadesse, non vedeva però in avanti per più di un quarto d'ora. Questo fin quando non vede e poi incontrerà il suo grande amore.

So per esperienza personale che questo é reale, si vedono possibili futuri  perché essi vengono determinati dalle scelte, decisioni e da "chi siamo/saremo" in quel momento, possiamo influenzarli e a secondo il grado di consapevolezza e coerenza, influenzarli.

L'Amore (che io intendo) è questione di attimi, un battito di ciglia o un'intera vita hanno la stessa durata, in uno spazio senza tempo, lì possono entrare solo le Anime "elette" che hanno fatto, che non si sono mai arrese alla ruota per criceti; mentre scrivo, alzo gli occhi e il mare mi cattura e di nuovo la mia pancia é di nuovo lì ed in qualsiasi luogo desideri essere ed ora desidero essere qui!

Sono in balia dell'oceano e ritengo di averne il controllo, guardo le sfumature di colore del mare, dietro quel campo da gioco galleggiante, provo emozioni che mi contengono, smarrito in qualche luogo nello spazio e nel tempo.


... Mi sposto, sorrido al bambino, lo lascio passare ed è già ora di ripartire, di rientrare, di poter godere di un altro tramonto, di un altro irripetibile ed un unico giorno della mia vita e di quella dell'universo.

La vita continua immutabile da sempre, rinnovando e rinnovandosi continuamente, certamente non si accorgerà della mia vita o della infinite altre che si sono susseguite e si susseguiranno, sono già passate, un battito di ciglia, per chi si misura con l'eterno, con il sempre, non sarò nemmeno esistito ma, per poter esistere é necessario che l'Essere s'incarni, é tutto molto semplice in effetti, onda dopo onda, in un viaggio senza fine e senza un inizio.


mercoledì 1 gennaio 2025

Capire, comprendere; consapevolezza e metanoia... Divenire 2025 gennaio

 

1 gennaio 2025, ora.

La conoscenza, a volte, arriva come un'illuminazione e allora diventa consapevolezza.

La consapevolezza, verificata attraverso: la nostra sensibilità di variazione cellulare/organica, i sogni ed infine dai risultati concreti e pragmatici prodotti diventa metanoia.

Solo qui s'innesca il concetto di giusto o sbagliato, esatto o inesatto, cioè è giusto, é esatto in riferimento al proprio insito ed individuale progetto.

Personalmente, molti anni or sono, ho smesso di pensare in termini di giusto o sbagliato in senso astratto e senza un termine di riferimento (in relazione a cosa?).

Cambiare il proprio pensiero, le proprie idee (metanoia), cambiarle profondamente, non verso una qualche idea, concetto o ideale migliore, secondo fideismi sociali, stereotipi, memi od altro ma, esclusivamente in riferimento al nostro "vero", al nostro progetto originario, ci fa scoprire la strada solitaria, che porta alla conoscenza e conferma di se stessi.

È una strada complessa, molto difficile in termini di scelte e di volontà, nonche di (apparente) elevato costo emotivo ed in questo implica un atto di "fede" (dal Latino fĭdēs che significa Lealtà o Fedeltà).

Richiede grande umiltà, prendere ogni pensiero, credo, convinzione, soprattutto le più profonde e radicate ed essere disposti a verificarle, in caso abbandonarle, facendo metanoia per avvicinarci a se stessi, "al'Io" reale, "uccidere" quello fittizio incuranti del dolore e del prezzo da pagare, certamente non è una scelta o desiderio di e per chiunque.

La metanoia si attua e passa attraverso il capire, poi comprendere per poi diventare consapevoli; un giorno, ci scopriremo "diversi", saremo "divenuti"; ciò che prima ci faceva arrabbiare, piangere o soffrire non ci "toccherà" semplicemente più, saremo più vicini a noi stessi, avremo conosciuto chi siamo realmente...

Costantemente continuando a verificare (organismico, sogni, risultati) ogni nostra idea, pensiero, emozione, convinzione saremo in costante divenire.

Questo processo, "il divenire", restituisce, aumentandole gradualmente, le capacità: cognitive, sensorie, energetiche, permette di riappropriarsi della propria casa, di scoprire che essa é priva di angosce, paure, insicurezze, ansie; di riscoprire il bello, ciò che da sempre era e che sempre era stato lì.

Apparentemente aver affrontato i "propri draghi" fa prendere coscienza che, tutti quei muri, fatti di convinzioni, memi, complessi, stereotipi erano solo parte della rete, parte di quella realtà immaginifica a cui, con tutto se stessi, ci si aggrappava, morendo senza aver mai vissuto; fondamentalmente quei muri semplicemente non esistevano.

La macchina é sempre attiva e cerca di ricollegare/ci, costantemente attua il suo scopo, non si può sconfiggere né affrontarla, la macchina è così simbiotizzata che è diventata le nostre convinzioni più profonde e radicate, le nostre idee, la nostra morale, la nostra "vita", non più distinta e distinguibile, l'amiamo e per essa c'immoliamo.

Un giorno, mentre si diviene, si sarà sorpresi da ciò che realmente si é, il nostro vero essere sarà novità costante, libertà senza paure, ansie o angosce.

In questo processo di metanoia; quando ciò che si sarà capito, poi compreso darà consapevolezza fino a far cambiare (come ritorno al reale di se stessi), ci si accorgerà e prenderà coscienza che, e solo a quel punto (dopo essere divenuti), si avrà davvero capito e poi ancora...


Nel mondo ci sono persone così, a volte entrano in contatto energetico tra loro e attivano anch'essi una "rete" ma, in questo caso, positiva nel senso che riverbera forza e potenzia.

Per lo più sono persone solitarie, mimetizzate nel sociale, combattono nel mentre si godono la vita, quando sbagliano pagano un prezzo più alto (... molto più alto) degli altri/altre.

A volte mi piace pensarla come la lotta tra il bene ed il male, tra il giusto e lo sbagliato; in realtà, ormai so e sperimento che il bene e il male così come il giusto e lo sbagliato non esistono, esiste semplicemente la vita o la non vita, l'esistere o l'Essere; in fondo siamo solo liberi di sbagliare...

Il sistema é dentro di noi ma, possiamo scegliere...

"Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo." - Matrix