martedì 26 marzo 2019

I grandi uomini sono i più soli.

“I grandi uomini sono i più soli." C.Bukowski

Ciò che riconosciamo simile ci piace, ci conferma, come se l'altro desse sicurezza a me.

Stesso vale quando ci troviamo in disaccordo, la contrapposizione rafforza me.

Ad un certo punto, può capitare invece, che ci si cominci ad interrogare sulle piccole cose e poi via via, pian piano, trovate le risposte e verificato che le risposte funzionino, ci si continui ad interrogare su tutte le altre e così si finisce per trovare molte soluzioni, che fanno verità.


Quale domande?!

Perché..?


Perché le donne si truccano o si depilano? Beh ora anche gli uomini...

Perché si rifanno le tette o si gonfiano le labbra? 
Perché si diventa mercato, merce?

Perché l'intelligenza umana diventa serva di intelligenze "inferiori"?

Perché l'essere umano finisce con il diventare servo di un cane o un gatto?
Perché si accusa e si pretende?

Perché ci si costringe in schemi e orari?
Perché lavoro e vacanza e non semplicemente vita?
Perché una famiglia e dei figli?

Perché costantemente si distrugge ciò che si costruisce?
Perché si boicotta se stessi?
Perché la paura o la rabbia con cui si convive?

Perché si nasce e si muore?


Perché..?

Così da domanda a domanda, da risposta a risposta, seguendo quei piccoli segni lungo la strada, si trova il senso e ad un tratto si é in pace.


Ogni domanda pretende una risposta, se una domanda si da, la risposta esiste; il compito è trovare la risposta, il compito è quello di trovare l'unica reale risposta tra le infinite vere... L'unica reale!

Si diventa via via più "soli" pian piano che le domande a cui rispondere tendono a zero, si è soli perché non c'é alcun interesse a voler dire, a volersi confrontare, non si è più nel piano della dialettica.

Ad un tratto, in questo processo di profonda personale e onesta umiltà ci si trova "soli", non nel senso che comunemente s'intende, non nel senso di solitudine.

"Solo" nel reale senso della parola, nel senso in cui i padri la intendevano: dall'arcaico “sollus”, che significa “intero”, che non ha bisogno di altro per completarsi... Da per se forma un tutto.

Non c'ê più competizione o conflitto né identificazione, solo tensione positiva verso l'esatto, verso il senso compiuto del gioco. Il gioco continuo di adeguare il proprio "io cosciente" alla propria "anima", il gioco di dare l'intelligenza cosciente al proprio Essere, di trasformare un servo maldestro e antitetico, in fedele servitore.

La coscienza tocca, diviene, per un breve attimo, facente parte del sempre esce da quello che conosciamo come spazio/tempo ed in questo realizza lo scopo; molto più della visione o idea di paradiso; il fedele servitore vede per un attimo l'eterno.


Certo Bukowski intendeva altro ma, ognuno ha i propri problemi da risolvere.

"Sollus"...

sabato 26 gennaio 2019

Mi piace

... Mi piace ogni respiro...

... Mi piace scoprire ogni momento un pò di più di ciò che esiste...

Mi piace godere di ogni sapore, di ogni cosa che accade e di cui sono consapevole mentre la coesisto...


Mi piace improvvisare un posacenere per un sigaro...

Mi piace la mia solitudine, perché esiste un universo dove la solitudine non esiste...

Mi piace poter guardare e poter vedere fin dove voglio, fin dove decido, ogni cosa...

Mi piace poter guardare le persone e vedere fin dove voglio, fin dove decido, fin dove loro non sanno e forse, non sapranno mai,

mi piace perché in fondo alla loro Anima, c'è un "unico" dove anche io Sono...

Posso vedere in ogni persona, il presente, il passato e il futuro... 

Mi piace ogni respiro, ogni attimo di Anima, ogni istante di vita...

Mi piace la consapevolezza, la luce che diventa abbagliante quando chiudo gli occhi...

Mi piace parlare anche se molto raramente lo faccio davvero, mi piace cambiare la realtà, a volte, persino lasciarla com'è...

Mi piace il rammarico che provo per certi amici, che avrebbero davvero potuto essere Grandi e che non lo saranno mai... E he ho dovuto lasciar andare...

Mi piace il sommo rispetto che ho verso la libertà, che tranquillamente uccide...

Mi piace ciò che penso, che creo e che mantengo... Mi piace anche cambiarlo...

Mi piace la creatività e il coincidere con questa,

mi piace l'infallibilità, la perfezione dell'Essere e la sana natura umana dell'esistere, 
mi piace lo "spietato" gioco della vita...

Mi piace sapere cosa sia la libertà, l'Amore, lo scopo della vita, mi piace persino giungere al piacere come continuo perfezionarsi... 

Mi piace quell'intimo profondo infinito senso di Pace...

Mi piace fare, 
mi piace ogni traguardo raggiunto e ancor più il successivo...

Mi piace ogni giorno, 

... semplicemente...

Mi piace... 


domenica 30 dicembre 2018

Auguri 2019

La libertà è cosa ben diversa dai pensieri giovanili... Ben diversa dai pensieri "maturi"...

Richiede l'esattezza di se stessi e soprattutto il suo continuo mantenimento... Il costante vigilare, non semplicemente sui propri pensieri e azioni, ma sulle continue interferenze.

La libertà non è lo scopo, è la semplice naturale conseguenza del proprio progress, del proprio "non morire" nella solita vita di stereotipi.

Così anche la libertà è divenuta stereotipo... Eppure, esistono ancora Persone coraggiose!





Ti auguro di avere il coraggio di guardare fino in fondo a te stesso,
ti auguro di avere il coraggio di accettare ciò che ti trovi ad essere e di lottare per riconquistare ciò che da sempre Sei.

Ti auguro di poter vedere e conoscere cosa sia la libertà, perché questa appartiene esclusivamente a chi ha vinto il gioco della vita... Buon 2019!




mercoledì 26 dicembre 2018

"Il mio" Natale

La pressione della macchina sembra farsi sentire più forte, in questi periodi.

C'era un tempo in cui l'Uomo era signore del proprio spirito, poi intervenne qualcosa che cambiò tutto.


I momenti più belli e le cose migliori, proprio lì dove l'Uomo era più forte e vivo, sono stati quelli maggiormente colpiti; 


c'era un tempo in cui il Natale era dedicato al massimo incontro con se stessi, al momento della "nascita", in quel giorno l'Uomo festeggiava intimamente il proprio inizio per confermarlo...

Era il tempo in cui non c'era distinzione tra buono e cattivo, tra giusto e malvagio, perché l'Uomo, per propria indole, esperiva solo esclusiva bontà, piacere nell'esistere, solo semplice pretesto dell'Essere.

... Era molto tempo fa...

Poi, la macchina, giocò l'uomo e lo rese schiavo delle proprie idee, rese "fisse" poche immagini nella sua mente e lo ridusse come oggi si constata. 

Vuoto a vuoto, corsa inutile verso qualcosa di cui non ha più né conoscenza né conoscenza... L'Uomo perse la propria casa!

Ciò che un tempo aveva valore di "trampolino" verso la vita, divenne tomba; famiglia, incontro, dono, spiritualità divennero solo immagini senza reale, inutili "stampelle" dove aggrapparsi, dove immaginare di poter appendere un vuoto incolmabile.

Esistono ancora Uomini capaci nel mondo, a volte creano grandi realtà vitali, altre si mimetizzano; questi Uomini nell'apparente adattarsi, mantengono vivo il seme e l'Anima.

Hanno una coscienza capace di trascendere quasi ogni cosa, quasi ogni sofferenza e ferita, sono ancora capaci dell'incontro.

Sono provvidenza per chi ancora cerca, per chi ancora non si è arreso, per chi ancora è Vivo... Per chi sa avvicinarsi a loro...

...

Bagger Vance: "Fissa con attenzione Bobby Jones. Quello che fa adesso è un capolavoro. Guarda come prova lo swing. Sembra quasi che stia cercando qualcosa. Poi lo trova. Fa in modo di mettersi in contatto con se stesso. Trova la concentrazione. E ha tanti colpi fra cui scegliere: un duf, un top, un scal... Ma c'è soltanto un colpo che è in perfetta armonia con il campo. Un colpo che è il suo. Un colpo autentico. E lui sceglierà proprio quel colpo. C'è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi, non dobbiamo fare altro che toglierci dalla sua traiettoria, lasciare che lui scelga noi... guardalo... è nel campo. Vedi quella bandiera? È un bel drago da sconfiggere. Ma se lo guardi con occhi gentili, vedrai il punto in cui le maree e le stagioni e il roteare della Terra tutto si incontra. E tutto ciò che è, diventa uno. Tu devi cercare quel posto con il tuo cuore. Cercalo con le mani, non pensarci troppo, sentilo. Le tue mani sono più sagge di quanto sarà mai la tua testa. Ma non ti ci posso portare io. Spero solo di poterti aiutare a trovare la via. Ci sei solo tu, quella palla, quella bandiera e tutto ciò che sei. Cercalo con le mani. Lo stai guardando Junuh. Non pensarci troppo. Sentilo. Sei solo tu. Quella palla è il rifugio del tuo autentico swing. Quella bandiera e tutto ciò che sei."

                                                             ... L'unico Natale che io conosca...

giovedì 10 maggio 2018

Casualità come occasione, opportunità o scelta?

La casualità è elemento occasionale, è il substrato generante di ordine e opportunità.

È il mare, con le sue infinite possibilità di onde, calma e tempeste, nel quale possiamo condurre il nostro navigare fino in porto.

Ci ritroviamo ad esistere, necessitati al nostro progetto, necessitati al porto, liberi di scegliere come navigare e cosa vedere, ma alla ricerca di quel porto sicuro, al rientro a casa.

La gestione della casualità produce infiniti modi e dall'autodeterminazione si genera ogni possibile realtà: guerra, paradiso, mostro, bellezza, Umanità, musica, armonia, stonatura.

Genera piccole o grandi tempesta, senza mai mutare il tranquillo perenne moto del mare.

Non siamo isolati, ma facciamo parte di un insieme in costante interazione, in modo più o meno consapevole o del tutto inconsapevole, contribuiamo comunque alla casualità, di cui noi stessi siamo parte attiva.

È uno spietato, eterno, piacevole "gioco".

Così, mentre contemporaneamente sussistono: guerre, religioni, movimenti animalisti, conflitti economici, minacce nucleari, dibattiti tematici, ideologie sul giusto o non giusto, confronti sui costumi sessuali fisici e psicologici, scienza, filosofia, fisica; il mare tranquillamente, appena sotto la superficie continua il suo tranquillo muoversi, appena sotto le più cruente tempeste continua a mantenere la vita, mantiene inalterato il naturale l'habitat.

Le diverse umanità che si trovano a coesistere nel pianeta, vengono costantemente pilotate: dai consumi alle più profonde convinzioni e convincimenti morali, dagli stili di vita ai piaceri o alle mode.

Ho notato, che all'interno dei sistemi informativi c'è un livello che anticipa i futuri eventi, che "sensibilizza" una certa parte dell'umanità.

Questa comunicazione non solo anticipa futuri eventi, ma prepara la percezione affinché determinati accadimenti futuri siano assimilabili, divengano parte dei costumi.

S'introducono nuove possibilità di cibo, così che possa diventare normale bere coca-cola, mangiare pollo o insetti fritti o gelatine.

Mentre qualcuno ancora si chiede se esistano altre civiltà, altri preparano la normalizzazione all'incontro, allo scambio. Ho notato che questo processo è ormai in essere da diversi anni.

Ogni generazione ha costumi morali diversi ed è frutto della precedente... Ogni educazione, ogni moralità è carente o ha perso lo scopo, ha perso la stella polare.

Ha perso la capacità di leggere la bussola, necessaria per il rientro in porto; si analizza ogni onda e tempesta del mare dimenticando il mare e il senso del gioco.

Difficilmente è possibile educare al senso del gioco le generazioni successive se, lo si è perso.

Nel tempo di questa veloce e breve nota, molti uomini sono stati uccisi, molti erano intenti a fare l'amore, altri in vacanza su qualche isola o in guerra, chi a lavorare su armi nucleari, chi a fare campagne elettorali o battaglie per un qualche diritto, a scontrarsi sul giusto o non giusto, chi a morire di fame e chi per sovrappeso, qualcuno a fare battaglie per la natura e chi a soccombere in un qualche ingiusto processo. Chi a scoprire qualcosa a vantaggio di tutti, chi a segnare una strada od una possibilità, chi a pescare o coinvolto in un incidente... 

Siamo liberi di scegliere quasi tutto: morali, religioni, lavori, amori, piaceri, sofferenze, problemi, idee, malattie, cibi e stili di vita, ma non siamo liberi di non realizzare il nostro progetto, di non conoscere ed arrivare al nostro porto.

La casualità crea costantemente opportunità, crea onde e tempeste, necessarie ad ogni buon capitano per condurre in porto la nave.

Onda dopo onda, tempesta dopo tempesta, respiro dopo respiro, Respiro dopo Respiro...

Nell'eterno spietato perfetto gioco...