Ci sono notti in cui cerco un motivo, un motivo per ancora continuare a vivere.
Abbiamo vite così lunghe che rischiamo di annoiarci.
Ogni piacere ha un suo tempo, ogni tempo ha una sua naturale fine.
Quand'ero giovane, avrei voluto cambiare il mondo, oggi, ho capito che il mondo è bello e giusto così. Ho fatto molto, combattuto, vinto, perso, amato...
Ogni cosa abbia desiderato, raggiunta, perché allora, continuare a combattere, a battersi?
Ogni mattina mi sveglio, mi alzo ed ogni cosa è cambiata, mi godo l'attimo: un abbraccio di mio figlio, ascolto le voci di chi scelgo ogni giorno di amare e ancor prima di svegliarmi, abbraccio il mio amore di sempre...
Lei è l'unica cosa che vorrei portare con me, eppure, credo che non sarà possibile...
Ogni giorno ci sono persone che pubblicizzano la morte di questa o quella persona, su Fb, sui giornali, alla radio; insomma, con ogni mezzo disponibile.
Persone che per lo più hanno vissuto troppo, personaggi più o meno famosi che molti si affrettano a salutare con dispiacere, come li avessero davvero conosciuti.
... Come pensassero: "Se muoiono loro è normale muoia anch'io". :)
La morte è un attimo che dura per sempre, come la vita, nell'eterna pulsazione, dove persino lo scopo, non ha senso.
Viviamo, esistiamo in questi tempi...
Ogni cosa, ogni stimolo ci porta fuori noi stessi, così trascorre la vita, poi un giorno, improvvisamente vecchi e senza più "altre occasioni" guardiamo con malinconia ai tempi andati, guardiamo i giovani invidiandoli, invidiando il loro tempo...
Vuoto a vuoto.
... Cosa mi tiene ancora qui?
Cosa mi piacerebbe ancora fare?
Mio figlio ormai ha quasi sette anni e comincia a capire la relatività della famiglia, ho avuto la possibilità di chiudere il cerchio della mia vita, non credo di aver lasciato niente d'incompiuto e sto incominciando a ripetere cose già fatte...
Così qualche notte, il desiderio di uscire dal gioco è forte...
Forse mi piacerebbe produrre del buon vino, in una terra vicino al mare,
forse mi piacerebbe giocare ancora con qualche amico o camminare a piedi scalzi in riva al mare.
Guardare un'altra alba e sentirne il suo odore, mi piacerebbe l'emozione della prima volta...
La mia vita non è stata certo semplice o facile, ma quale vita lo è?
Di certo non siamo liberi, gli esseri umani non lo sono, abbiamo un progetto, abbiamo uno scopo ed il fatto di non conoscerlo o di non esserne coscienti, non cambia ciò che è.
Guardo il mondo, ora che capisco o meglio come mi diceva il "Maestro" ...di ciò che ti sembra di capire.
Arriva un giorno in cui si è pronti, in cui si è fatto tutto ciò che si poteva, in cui il progetto è compiuto (modesto o importante che sia)...
Si vive di piccoli/grandi miracoli, ogni cosa comunemente considerata straordinaria, diventa norma, ogni cosa diventa piacere, puro e semplice godimento.
Spesso debbo ricordare alla mia mente ogni cosa; essa tende ad assopirsi, la macchina cancella ed annulla la punta vergine, lo spazio libero...
Non esiste lotta tra bene e male, non esiste lotta; ciò che percepisco è solo vibrazione, pulsazione; musica, semplice musica, niente più.
I giovani sono solo campo per vecchi che non hanno mai vissuto.
I giovani non hanno bisogno di parole o insegnamenti ma, solo di esempi: di riuscita (non in senso sociale), di vincita, di senso della vita.
I giovani hanno ancora quella forza vergine refrattaria alle parole...
Piacere di vedere, di capire, di Essere...
Ricordo ogni giorno alla mia mente, nel mentre godo il piacere, certe notti cerco ancora un motivo per restare,
certe notti...
Sono passato in questo mondo e mi è piaciuto...
Ma solo da un certo punto in poi... Lì dove ho iniziato a sentire, ad ascoltare Musica!
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
domenica 16 ottobre 2016
mercoledì 21 settembre 2016
Attitudine alla fortuna, ovvero, un attimo prima del "PAFF"!
La mente tende ad esaltarsi e a dimenticare i momenti difficili dopo un successo, quando tutto va bene e si ha la sensazione che tutto sia semplice.
Per questo motivo, spesso, mi piace scrivere qualcosa quando sono nel pieno della difficoltà, quando la tensione è massima, quando ancora non si conosce l'esito della "battaglia", quando lo "stress" e lo sforzo sono al massimo; come ora!
In questi momenti, la mente è attenta, il piacere usato per rendere al massimo la funzione; è uno stato con cui convivo spesso: bisogna tenere la "chimica cerebrale" entro una soglia di guardia, sopra la quale la mente entra in blocco, come volesse auto cautelarsi.
C'e' un livello, invece, dove sembra che questa possa tenere in controllo una quasi infinita possibilità di opzioni, di strade, una quasi infinita possibilità d'informazioni, sembra come rimanere in una tensione, apparentemente insopportabile ma, dove ad un certo punto, in un certo indeterminato momento... PAFF!!
Come se ad un tratto "il Maestro", "l'Anima", vedesse la strada, ad un tratto il miracolo si possa compiere: ogni cosa, ogni piccolo ed insignificante dettaglio prende il giusto posto e quel caos ingovernabile, proprio sotto al limite di quell'auto blocco chimico-cerebrale, diventa ordine, un altro traguardo si raggiunge, la mente guadagna un ulteriore stadio...
Già, ma ora sono un po' prima di quel "PAFF", quando il caos non è ancora divenuto ordine perfetto, quando ancora "il maestro" non si è rivelato, quando ancora la sconfitta è del tutto possibile.
E' come trovarsi a fronteggiare eserciti più forti in numero e risorse, tu sei lì, ormai la fuga non e' più possibile, così ti raccogli in te stesso a cercare la forza, fino nel nucleo, a svegliare "il Maestro" del tutto indifferente alle tue battaglie, Lui che è per essenza invincibile, immutabile; eppure per esistere nel fenomeno ha bisogno del suo servo "stupido", non evoluto.
Allora, come divertito, dal e nel sua eterno essere... PAFF!!!
Mette ogni pensiero in riga, da la direzione perfetta, ti indica dove fare pulizia, quel Maestro sei tu, ora hai nelle mani la possibilità di essere invincibile, la possibilità del miracolo...
E' il momento più delicato e ne ho falliti molti nella vita...
A volte per riprendersi, ci vogliono anni, a volte, non ci si riprende più...
Un attimo prima del "PAFF", un solo attimo prima, quando già conosci le possibili conseguenze della riuscita o del fallimento, quando ancora non sai!
L'attitudine alla fortuna è tutta qui...
Ricordo due o tre momenti di fallimento grave, in uno di questi, molti anni or sono: ero a Milano per avere due risposte, per avere la risposta a due cose importanti, decisive per la mia vita... Tutte e due furono inaspettatamente negative, avevo combattuto al massimo delle mie possibilità e avevo perso...
Come in tutte le occasioni di questo tipo, c'e' sempre "l'amico stupido" che ti cerca in modo ossessivo, magari perché ha avuto un piccolo incidente ed il perito gli ha riconosciuto qualche spicciolo di meno... O cose del genere... Tu sei nella battaglia per vivere o morire e ti chiamano, chiamano e si offendono (per fortuna) per sempre... Se non rispondi...
O viceversa, lo stesso, nell'attimo della vittoria; sono anch'essi previsti dal computer, dalla scacchiera, hanno fallito il gioco, sembrano come zombie alla ricerca di prede...
Ma questa è un'altra storia...
Così nell'attimo prima del PAFF, si gioca tutto, nell'attimo dell'attitudine alla fortuna, si può giocare col Maestro, si può adeguare e perfezionare se stessi...
È un attimo, un periodo complesso, complicato, stressante, subito sotto la soglia del blocco chimico-mentale, quando ancora non si conosce l'esito della battaglia, un attimo prima dello scontro, un attimo prima del momento della verità, un attimo prima del miracolo, un attimo prima della fortuna...
Poco prima dell'alba, se potrai essere lì a goderla, ovviamente!... Un attimo prima del "PAFF"!
Per questo motivo, spesso, mi piace scrivere qualcosa quando sono nel pieno della difficoltà, quando la tensione è massima, quando ancora non si conosce l'esito della "battaglia", quando lo "stress" e lo sforzo sono al massimo; come ora!
In questi momenti, la mente è attenta, il piacere usato per rendere al massimo la funzione; è uno stato con cui convivo spesso: bisogna tenere la "chimica cerebrale" entro una soglia di guardia, sopra la quale la mente entra in blocco, come volesse auto cautelarsi.
C'e' un livello, invece, dove sembra che questa possa tenere in controllo una quasi infinita possibilità di opzioni, di strade, una quasi infinita possibilità d'informazioni, sembra come rimanere in una tensione, apparentemente insopportabile ma, dove ad un certo punto, in un certo indeterminato momento... PAFF!!
Come se ad un tratto "il Maestro", "l'Anima", vedesse la strada, ad un tratto il miracolo si possa compiere: ogni cosa, ogni piccolo ed insignificante dettaglio prende il giusto posto e quel caos ingovernabile, proprio sotto al limite di quell'auto blocco chimico-cerebrale, diventa ordine, un altro traguardo si raggiunge, la mente guadagna un ulteriore stadio...
Già, ma ora sono un po' prima di quel "PAFF", quando il caos non è ancora divenuto ordine perfetto, quando ancora "il maestro" non si è rivelato, quando ancora la sconfitta è del tutto possibile.
E' come trovarsi a fronteggiare eserciti più forti in numero e risorse, tu sei lì, ormai la fuga non e' più possibile, così ti raccogli in te stesso a cercare la forza, fino nel nucleo, a svegliare "il Maestro" del tutto indifferente alle tue battaglie, Lui che è per essenza invincibile, immutabile; eppure per esistere nel fenomeno ha bisogno del suo servo "stupido", non evoluto.
Allora, come divertito, dal e nel sua eterno essere... PAFF!!!
Mette ogni pensiero in riga, da la direzione perfetta, ti indica dove fare pulizia, quel Maestro sei tu, ora hai nelle mani la possibilità di essere invincibile, la possibilità del miracolo...
E' il momento più delicato e ne ho falliti molti nella vita...
A volte per riprendersi, ci vogliono anni, a volte, non ci si riprende più...
Un attimo prima del "PAFF", un solo attimo prima, quando già conosci le possibili conseguenze della riuscita o del fallimento, quando ancora non sai!
L'attitudine alla fortuna è tutta qui...
Ricordo due o tre momenti di fallimento grave, in uno di questi, molti anni or sono: ero a Milano per avere due risposte, per avere la risposta a due cose importanti, decisive per la mia vita... Tutte e due furono inaspettatamente negative, avevo combattuto al massimo delle mie possibilità e avevo perso...
Come in tutte le occasioni di questo tipo, c'e' sempre "l'amico stupido" che ti cerca in modo ossessivo, magari perché ha avuto un piccolo incidente ed il perito gli ha riconosciuto qualche spicciolo di meno... O cose del genere... Tu sei nella battaglia per vivere o morire e ti chiamano, chiamano e si offendono (per fortuna) per sempre... Se non rispondi...
O viceversa, lo stesso, nell'attimo della vittoria; sono anch'essi previsti dal computer, dalla scacchiera, hanno fallito il gioco, sembrano come zombie alla ricerca di prede...
Ma questa è un'altra storia...
Così nell'attimo prima del PAFF, si gioca tutto, nell'attimo dell'attitudine alla fortuna, si può giocare col Maestro, si può adeguare e perfezionare se stessi...
È un attimo, un periodo complesso, complicato, stressante, subito sotto la soglia del blocco chimico-mentale, quando ancora non si conosce l'esito della battaglia, un attimo prima dello scontro, un attimo prima del momento della verità, un attimo prima del miracolo, un attimo prima della fortuna...
Poco prima dell'alba, se potrai essere lì a goderla, ovviamente!... Un attimo prima del "PAFF"!
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Fabrizio Rinaldi
domenica 11 settembre 2016
Meno male che c'è dio...
Aspettare che la forza vitale rimonti, a volte, non si può fare altro.
Ti accorgi che il nastro scorrevole ti ha fatto suo, ti accorgi che è stata sufficiente una distrazione che, proprio nel momento di massima spinta, qualcosa si è messo di traverso.
Ogni pensiero, ogni scritto, viene rielaborato, viene come "assimilato" alla macchina, più sembra di acquisire intelligenza e più si viene indirizzzati in piena "gioia" sul nastro scorrevole.
E' interessante vedere come siamo prodighi di giudizi e di idee, addirittura pensiamo di essere originali, unici.
Qualche tempo fa, ho ricevuto una recensione non buona sul mio "piccolo libro"; siamo talmente automi che preferiamo giudicare, invece che cercare di metterci in discussione; mi guardo intorno, mi siedo nei ristoranti, non vedo nessuno felice, eppure, si ha la soluzione per tutto, idee e consigli per ognuno e per ogni cosa, tranne su come risolvere la propria vita, renderla felice, invece che una latrina puzzolente.
Così anche chi vive in questo modo può recensire, può dare la propria opinione; la domanda è: "Chi la certifica? Chi certifica il critico?
Credo che senza risultati, senza una vita felice, prima di una personale riuscita, le critiche come i suggerimenti siano come i consigli di un bambino ad un adulto, ad un saggio.
Un adulto, non può che provare, nella migliore delle ipotesi, tenerezza... Ogni tanto è ciò che provo ma, più che tenerezza é tristezza...
Ormai l'essere umano é incanalato e ridotto a quel nastro scorrevole, meno male che c'e' dio così può demandare a lui anche l'inevitabile e la personale responsabilità di se stesso, così può percorrere tranquillo quel nastro, che non ha sorprese, che ha inizio e fine ben disegnate e ben previste!
...
Eppure, l'essere umano ha visto epoche in cui godeva il paradiso, in cui l'unico Dio era l'essere di cui era consapevole.
È tanto tempo che non sento quel calore, quella forza, di quando passi accanto a qualcun altro, ad un Uomo ancora vivo... Si, non ci si sente mai soli però, ogni tanto, quel desiderio, quella voglia di "solletico caldo"; pancia a pancia...
Tutto di noi è solo fenomeno: il nostro corpo, la nostra mente, la nostra coscienza, il nostro tempo... Ad un certo punto, il fenomeno smette di esistere, noi usciamo di scena, semplicemente, smettiamo di esistere...
Non credo all'eternità come concetto di tempo ma, se un'eternità possiamo toccare è in questa vita, in questa unica vita.
Chi ha spinto appena avanti le proprie conoscenze e la propria coscienza, sa che non esiste un'altra vita dopo questa, sa che la coscienza, la nostra coscienza si fermerà qui, insieme a ciò che reputiamo le nostre ricchezze materiali, insieme alle nostre sicurezze...
Questo è l'unico conforto, la macchina ha comunque gia' perso, la coscienza ci è data per uno scopo; lo scopo è la possibilità del gioco, la possibilità di vincerlo.
Nell'ordine delle cose non c'e' stress né problema: ogni cosa, ogni universo, pulsa, va e torna, in un movimento senza fine.
Cosicché la pulsazione mette in vibrazione ogni materia e ciò che vibra è musica.
La nostra vita é un viaggio a ritroso verso quella musica che chiamiamo conoscenza, quando la scopriamo, ci rendiamo conto di averla sempre saputa, sempre ascoltata: musica, la vita é tutta qui.
La nostra Anima vibra, suona musica e le sue note vibrano e pulsano in ogni universo, senza fine.
Se volessimo relegare questo alla nostra mente, ai nostri desideri o volontà, sarebbe come relegare Dio al nostro infantilismo.
Meno male che c'è dio...
Meno male che ogni tanto qualche Uomo ancora passi di qua, cosicché Dio invece di doverlo salvare, possa goderlo, possa ascoltarne l'originale musica e nel fare questo possa esclamare: "Cazzo ho fatto proprio un bel lavoro!" e in quell'attimo il piccolo insignificante Uomo diviene luce, diviene eterno, Dio si è accorto di lui, lo ha goduto, non salvato. :)
... ... ...
Ti accorgi che il nastro scorrevole ti ha fatto suo, ti accorgi che è stata sufficiente una distrazione che, proprio nel momento di massima spinta, qualcosa si è messo di traverso.
Ogni pensiero, ogni scritto, viene rielaborato, viene come "assimilato" alla macchina, più sembra di acquisire intelligenza e più si viene indirizzzati in piena "gioia" sul nastro scorrevole.
E' interessante vedere come siamo prodighi di giudizi e di idee, addirittura pensiamo di essere originali, unici.
Qualche tempo fa, ho ricevuto una recensione non buona sul mio "piccolo libro"; siamo talmente automi che preferiamo giudicare, invece che cercare di metterci in discussione; mi guardo intorno, mi siedo nei ristoranti, non vedo nessuno felice, eppure, si ha la soluzione per tutto, idee e consigli per ognuno e per ogni cosa, tranne su come risolvere la propria vita, renderla felice, invece che una latrina puzzolente.
Così anche chi vive in questo modo può recensire, può dare la propria opinione; la domanda è: "Chi la certifica? Chi certifica il critico?
Credo che senza risultati, senza una vita felice, prima di una personale riuscita, le critiche come i suggerimenti siano come i consigli di un bambino ad un adulto, ad un saggio.
Un adulto, non può che provare, nella migliore delle ipotesi, tenerezza... Ogni tanto è ciò che provo ma, più che tenerezza é tristezza...
Ormai l'essere umano é incanalato e ridotto a quel nastro scorrevole, meno male che c'e' dio così può demandare a lui anche l'inevitabile e la personale responsabilità di se stesso, così può percorrere tranquillo quel nastro, che non ha sorprese, che ha inizio e fine ben disegnate e ben previste!
...
Eppure, l'essere umano ha visto epoche in cui godeva il paradiso, in cui l'unico Dio era l'essere di cui era consapevole.
È tanto tempo che non sento quel calore, quella forza, di quando passi accanto a qualcun altro, ad un Uomo ancora vivo... Si, non ci si sente mai soli però, ogni tanto, quel desiderio, quella voglia di "solletico caldo"; pancia a pancia...
Tutto di noi è solo fenomeno: il nostro corpo, la nostra mente, la nostra coscienza, il nostro tempo... Ad un certo punto, il fenomeno smette di esistere, noi usciamo di scena, semplicemente, smettiamo di esistere...
Non credo all'eternità come concetto di tempo ma, se un'eternità possiamo toccare è in questa vita, in questa unica vita.
Chi ha spinto appena avanti le proprie conoscenze e la propria coscienza, sa che non esiste un'altra vita dopo questa, sa che la coscienza, la nostra coscienza si fermerà qui, insieme a ciò che reputiamo le nostre ricchezze materiali, insieme alle nostre sicurezze...
Questo è l'unico conforto, la macchina ha comunque gia' perso, la coscienza ci è data per uno scopo; lo scopo è la possibilità del gioco, la possibilità di vincerlo.
Nell'ordine delle cose non c'e' stress né problema: ogni cosa, ogni universo, pulsa, va e torna, in un movimento senza fine.
Cosicché la pulsazione mette in vibrazione ogni materia e ciò che vibra è musica.
La nostra vita é un viaggio a ritroso verso quella musica che chiamiamo conoscenza, quando la scopriamo, ci rendiamo conto di averla sempre saputa, sempre ascoltata: musica, la vita é tutta qui.
La nostra Anima vibra, suona musica e le sue note vibrano e pulsano in ogni universo, senza fine.
Se volessimo relegare questo alla nostra mente, ai nostri desideri o volontà, sarebbe come relegare Dio al nostro infantilismo.
Meno male che c'è dio...
Meno male che ogni tanto qualche Uomo ancora passi di qua, cosicché Dio invece di doverlo salvare, possa goderlo, possa ascoltarne l'originale musica e nel fare questo possa esclamare: "Cazzo ho fatto proprio un bel lavoro!" e in quell'attimo il piccolo insignificante Uomo diviene luce, diviene eterno, Dio si è accorto di lui, lo ha goduto, non salvato. :)
... ... ...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
martedì 19 luglio 2016
Finché c'è leader...
Chi allena gli allenatori?
Dove trovano ispirazione e coraggio i leader?
E' un luogo "magico"!
Mi riferisco ai reali leader, non a quello che c'insegnano o che si scrive a loro riguardo: teoremi, teorie, massime intriganti, regole, cose da fare e molto altro.
Mi riferisco a quelle persone che creano situazioni nuove, lì dove non c'erano e facendo questo, muovono economia, rendono più funzionali le persone che sono coinvolte e partecipi nel progetto.
Danno l'occasione a chi non avrebbe neanche immaginato di averla. Per questo possiamo definirli provvidenziali.
I leader vedono in modo diverso, vedono dove gli altri non possono e rendono fruibile a molti ciò che non sarebbe potuto essere per loro.
Per questo motivo, sono funzionali, ovvero, sono funzione per molti.
Pagano un prezzo più alto degli altri ma, la vita attraverso loro, maggiormente si esalta e loro, ne godono di riflesso.
Si e' leader per nascita e poi ci si diventa per continua costante scelta.
Come lo si riconosce?
Il modo più semplice consiste nel chiudere gli occhi, quando gli si e' sufficientemente vicino, se ne percepisce la forza, arriva come un intenso calore nella zona della pancia e dello stomaco, i pensieri sembrano prendere un loro ordine d'azione, quasi, in modo autonomo. Si è amplificati, potenziati, ma questo è già un punto di arrivo, in caso contrario,
osservandoli esternamente, si nota che impiegano la maggior parte del loro tempo a "fare", a fare concretamente al contrario dei falsi leader, parlano poco e non sono gratificati dall'avere persone intorno.
Difficilmente li vedrai affannati, eppure, possono gestire una quantità enorme di situazioni, di universi, il loro campo d'azione sembra non essere limitato.
Mentre il mondo viene preso e portato in giro, mentre si cerca d'indurre un clima di terrore, di apparente confusione, dove tutti "vanno dietro", ognuno con la propria ricetta (già scontata, prevista e programmata), i leader sono attenti all'azione, alle persone, perché sanno che ogni cambiamento è possibile soltanto ed esclusivamente passando per l'individualità.
Il cambiamento è possibile solo ed esclusivamente partendo dal singolo: "Se vuoi cambiare il mondo, cambia te stesso." - Gandhi
Il buffo è che tutti, piuttosto che cambiare se stessi, cercano o vogliono cambiare il mondo: guerra o non guerra, clima o non clima, bomba o non bomba, politico o non politico, stato o non stato, immigrati o non immigrati, giornalisti o non giornalisti, matrimoni gay o non matrimoni gay, integrazione o non integrazione; insomma; "la macchina" sembra aver preso il sopravvento sull'Umano.
I leader, sono unico ed ultimo baluardo, senza combattere il sistema, ne inventano costantemente uno nuovo, dando casa a chi come loro, ne sente il bisogno, a chi come loro agisce, fa...
Non è importante essere un piccolo o grande leader, non è importante essere riconosciuti o acclamati dagli altri; ciò che è importante è realizzare, assumendosene la responsabilità, il proprio individuale originario ed originale progetto.
Non si può pretendere un mondo migliore, si può semplicemente costruirlo.
I Leader sono provvidenza per quelle persone intelligenti che sanno riconoscerli, sceglierli e guadagnarli.
Sono funzione per molti e per la stessa vita; se ne assumono la responsabilità pagandone il prezzo.
Finché c'è leader c'è speranza... NO, NO.
Finché c'è leader c'e' possibilità!
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Fabrizio Rinaldi
venerdì 24 giugno 2016
Pero'...
E' molto interessante osservare ed ascoltare gli amici, le persone che incontro con cui condivido qualche momento o una semplice telefonata.
Da qualche anno ci sono i social sede di "memi" per eccellenza.
E' interessante notare come si "postino" belle frasi, suggerimenti e tutti i modi perfetti su come: agire, reagire, non molare, essere dei vincenti e così via.
Questi "memi" dovrebbero essere rappresentativi di uno stato di quel momento del soggetto che li posta o un desiderata dello stesso.
E' interessante notare come ognuno desideri quel certo tipo di successo o la speranza che, svegliandosi una mattina, tutto o molto sarà diverso.
Però...
Ognuno ha già la soluzione perfetta, già sa come si comporterà per cercare di cambiare qualcosa, per cercare di migliorare la propria situazione; sapete come?
Esattamente come ha sempre fatto, senza rischiare nulla di diverso, senza mettersi in discussione, intanto mese dopo mese, anno dopo anno, voilà, la vita è passata!
In privato; mi arrivano mail dove mi si chiedono consigli o suggerimenti, a volte, vedo qualche amico in forte difficoltà, così, compatibilmente alle possibilità del momento, gli indico quale sarebbe la direzione migliore per loro...
Però...
Si crede che la zona di confort sia invalicabile e lì permangono, è divertente osservare le solite "strategie", le solite frasi; si danno scadenze mensili, ultimatum a tre mesi, ormai da molti anni, decenni...
La soluzione è semplice è li ad un passo, però quel passo è li che attende di essere fatto e attende, magari a fine mese o il prossimo :)
I miei amici, le persone con cui ogni tanto parlo, credono alle coincidenze, al destino, ritengono che il pensare serva, che la mente sia esatta e così via.
Siamo tutti esatti o quasi, eppure, nel mondo esistono atrocità infinite, esiste fame, disperazione, ecc.
Allora, come mai da cotanta intelligenza ed esattezza individuale scaturisce tale abominio?
Chi si pone la seguente domanda: se stessi sbagliando?
Apparentemente e' più semplice essere invidiosi, è più semplice trovare motivazioni a tutto; l'intelligenza che crediamo di avere, elabora pensieri e sintesi di questo tipo: "... ma per lui è facile... e ma lui è fatto così... per lui e' semplice".
Un caxxo è semplice!
Bisogna uscire dalla zona di confort, un passo alla volta; già, ma come? In quale direzione?
Bisogna scegliersi un Consulente, un Allenatore, qualcuno che abbia già dimostrato di saper fare in qualche campo.
I corsi motivazionali, la formazione che vedo in giro di questi tempi o quelle bellissime massime che fanno buona mostra "postate" sui social sono assolutamente e totalmente inutili.
Un "formatore personale" che possa far vedere la via, non in base al suo punto di vista ma, in base a chi ha di fronte.
A volte, le persone arrivano così vicino alla disperazione che, a quel punto, sono disposte a prendere qualsiasi cosa si presenti e se sono intelligenti, la prenderanno da qualcuno "riuscito"...
"La fortuna di una persona è sempre un'altra persona."
Però prima, bisogna decidere!
Non vediamo la luce ma, gli effetti di questa, vediamo gli oggetti che essa tocca o che attraversa, non vediamo l'aria né i suoni che essa conduce.
Non vediamo i pensieri ma, gli effetti e le azioni che essi producono, elaboriamo le idee e pensiamo attraverso parole che non pronunciamo, eppure, le sentiamo o no?! Se la mente di ciascuno è uno strumento funzionale, come mai non ci conduce alla riuscita, ad una vita felice?
Da dove arrivano i nostri pensieri, se sono nostri davvero, la mente ha bisogno di dirseli o spiegarseli? Non dovrebbe già conoscerli?!
Se non conoscessimo alcuna lingua, come faremmo a pensare?
L'universo che percepiamo attraverso i nostri sensi e' limitato, c'è molto di più...
Ciò che crediamo di essere e' limitato, c'è molto di più in ciascuno di noi...
Però...
Da qualche anno ci sono i social sede di "memi" per eccellenza.
E' interessante notare come si "postino" belle frasi, suggerimenti e tutti i modi perfetti su come: agire, reagire, non molare, essere dei vincenti e così via.
Questi "memi" dovrebbero essere rappresentativi di uno stato di quel momento del soggetto che li posta o un desiderata dello stesso.
E' interessante notare come ognuno desideri quel certo tipo di successo o la speranza che, svegliandosi una mattina, tutto o molto sarà diverso.
Però...
Ognuno ha già la soluzione perfetta, già sa come si comporterà per cercare di cambiare qualcosa, per cercare di migliorare la propria situazione; sapete come?
Esattamente come ha sempre fatto, senza rischiare nulla di diverso, senza mettersi in discussione, intanto mese dopo mese, anno dopo anno, voilà, la vita è passata!
In privato; mi arrivano mail dove mi si chiedono consigli o suggerimenti, a volte, vedo qualche amico in forte difficoltà, così, compatibilmente alle possibilità del momento, gli indico quale sarebbe la direzione migliore per loro...
Però...
Si crede che la zona di confort sia invalicabile e lì permangono, è divertente osservare le solite "strategie", le solite frasi; si danno scadenze mensili, ultimatum a tre mesi, ormai da molti anni, decenni...
La soluzione è semplice è li ad un passo, però quel passo è li che attende di essere fatto e attende, magari a fine mese o il prossimo :)
I miei amici, le persone con cui ogni tanto parlo, credono alle coincidenze, al destino, ritengono che il pensare serva, che la mente sia esatta e così via.
Siamo tutti esatti o quasi, eppure, nel mondo esistono atrocità infinite, esiste fame, disperazione, ecc.
Allora, come mai da cotanta intelligenza ed esattezza individuale scaturisce tale abominio?
Chi si pone la seguente domanda: se stessi sbagliando?
Apparentemente e' più semplice essere invidiosi, è più semplice trovare motivazioni a tutto; l'intelligenza che crediamo di avere, elabora pensieri e sintesi di questo tipo: "... ma per lui è facile... e ma lui è fatto così... per lui e' semplice".
Un caxxo è semplice!
Bisogna uscire dalla zona di confort, un passo alla volta; già, ma come? In quale direzione?
Bisogna scegliersi un Consulente, un Allenatore, qualcuno che abbia già dimostrato di saper fare in qualche campo.
I corsi motivazionali, la formazione che vedo in giro di questi tempi o quelle bellissime massime che fanno buona mostra "postate" sui social sono assolutamente e totalmente inutili.
Un "formatore personale" che possa far vedere la via, non in base al suo punto di vista ma, in base a chi ha di fronte.
A volte, le persone arrivano così vicino alla disperazione che, a quel punto, sono disposte a prendere qualsiasi cosa si presenti e se sono intelligenti, la prenderanno da qualcuno "riuscito"...
"La fortuna di una persona è sempre un'altra persona."
Però prima, bisogna decidere!
Non vediamo la luce ma, gli effetti di questa, vediamo gli oggetti che essa tocca o che attraversa, non vediamo l'aria né i suoni che essa conduce.
Non vediamo i pensieri ma, gli effetti e le azioni che essi producono, elaboriamo le idee e pensiamo attraverso parole che non pronunciamo, eppure, le sentiamo o no?! Se la mente di ciascuno è uno strumento funzionale, come mai non ci conduce alla riuscita, ad una vita felice?
Da dove arrivano i nostri pensieri, se sono nostri davvero, la mente ha bisogno di dirseli o spiegarseli? Non dovrebbe già conoscerli?!
Se non conoscessimo alcuna lingua, come faremmo a pensare?
L'universo che percepiamo attraverso i nostri sensi e' limitato, c'è molto di più...
Ciò che crediamo di essere e' limitato, c'è molto di più in ciascuno di noi...
Però...
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Fabrizio Rinaldi
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