giovedì 14 novembre 2013

Ogni riferimento a cose realmente accadute...

Vedo mio figlio giocare, lì nel cortile, con suo fratello di sette anni più grande; sono seduto vicino a suo padre, mentre la madre prepara il pranzo.

Ho amato quella donna fin dove ho potuto.

E' una domenica, verso la fine di un' estate, c'è un bel sole, in quel piccolo paese.
L'aria tersa, porta con se molti profumi, sembrano provenire da quel tempo senza memoria.
I polmoni assaporano quell'atmosfera, sospesa, dove la vita rallenta il suo incessante ritmo, fino quasi a fermarsi.

In fondo, ho avuto molte famiglie; in fondo non ne ho mai avuta alcuna.

I bambini giocano fuori, posso vederli attraverso la porta, non chiusa dell'ingresso, che direttamente si affaccia sul cortile condominiale.

Sono seduto, nell'attesa del pranzo, ma è come se non appartenessi a quella storia, come se fossi già altrove.

Cosa faccio seduto affianco a quest'uomo, mi chiedo; mi parla, mi dice chissà cosa, non riesco a sentirlo.

E' una bella giornata, le voci di quei fratelli di padri diversi, mi arrivano direttamente  al cuore, saltano ogni razionalità: sensazioni forti.

Possiamo osservare la madre, intenta a preparare il pranzo, oltre quel piano rialzato, che separa la cucina dal salone; si parla, senza dirsi nulla.

Così dopo molti anni, ho conosciuto il padre, del fratello di mio figlio.
Aveva, da poco, finito di pagare il suo debito con la giustizia degli uomini, molti anni erano trascorsi, ora potevamo far cadere quegl' ultimi veli. Seduti uno accanto all'altro.

La madre aveva saggiamente assegnato i posti a qual tavolo, stretto tra la parete e la spalliera di quel divano rosso scuro, rivolto, a sua volta, frontalmente, verso il televisore: lui seduto davanti a suo figlio; alla mia destra, a capo tavola, il mio.

Alla destra del divano, su quel mobile basso, si scorge ancora una fotografia, che mi ritrae insieme a lei, in quel giorno felice, lo ricordo; uno dei pochi che abbiamo vissuto, condiviso. Durante un viaggio, un bel viaggio.

Per qualche anno, sono stato il padre di suo figlio, ed ora, seduto vicino a me, mi parla di tutto, tranne di ciò che avrebbe voluto, parlava, senza dire nulla.
Così per quella prima ed l'ultima volta, decisi di stare al gioco, non dissi nulla; neanche io.

Avevo tutte o quasi, le risposte e domande non ne avevo.

Lei aveva tenuto, per se, il posto di fronte a me, mi chiedevo quale fosse la sua realtà, forse, per la prima volta, aveva a disposizione i molti pezzi della sua vita, lì davanti contemporaneamente, forse aveva l'impressione di poterli, in qualche maniera, metterli insieme, dargli un senso.

Forse... Le davano un'idea quasi d'interezza, la sensazione di poter avere un quadro completo, ma erano come i pezzi di un puzzle, non ancora costruito, pezzi che non potevano essere assemblati, perché appartenevano a disegni diversi.

Eppure, in quella domenica mattina, aveva davanti capitoli molto importanti della sua vita e questo le dava una bella ed amara sensazione al tempo stesso.

"...Signora: caffè..."

Questa è l'unica cosa, che ricordo disse, verso la fine di quel pranzo, pronunciò queste due parole con voce alta, così come a voler ribadire un primato da capo branco, che interessava solo a lui, a cui si aggrappava, pur non avendolo mai avuto o perso, da molti, molti anni.

A lei non piacevano quei luoghi, quei paesi della Sabina; in realtà non li aveva mai amati; ora mi dava la responsabilità delle sue scelte, almeno quelle che riguardavano gli ultimi 5 anni della sua vita ed anche della mia.

I nostri progetti, le nostre vite avevano preso strade diverse da un anno e mezzo, ormai.

Se non avessimo avuto quel figlio insieme, probabilmente, non ci saremmo più rivisti.

Non mi sono mai piaciute le storie lineari, semplici, canoniche, quelle a cui tutti ambiscono, che tutti desiderano, per intenderci.
Ho sempre intercettato quelle problematiche, come se il percorrere l'inferno, prima dell'eventuale paradiso, lo potesse rendere più bello, in qualche modo.

Invece il paradiso, fu solo in quei brevi attimi, quando lo si poteva lasciare alle spalle, dimenticandolo, almeno per un po'.

In ogni amore importante, ho avuto la presunzione, di poter vedere la strada verso l'uscita, di poter indicare la via d'uscita, ma ogni volta ne sono diventato parte.

Nessuna donna, che ho incontrato, che ho amato, alla fine ha mai davvero deciso di voler abbandonare quel luogo tanto odiato, tanto amato, che a me piace chiamare inferno.
Potevo toccare tutto, vederne, quasi, ogni effetto, ma alla fine ho sempre lasciato che le cose andassero, così, come dovevano; ho sempre lasciato che scegliessero a modo loro.
Solo una cosa non ho mai voluto toccare, né toccherò: la libertà.

Certo, che lasciar fare la scelta sbagliata, ad una persona che ami, non è davvero facile.

La vita, in fondo, è semplice, è fatta di scelte; così mentre camminavo verso la macchina, attraversando quell' anonimo cortile, questi pensieri si affollavano nella mente.

Avevo appena abbracciato mio figlio, per salutarlo e lui, come sempre, non voleva lasciarmi andare, ma la vita è fatta di scelte ed io, ancora una volta, avevo scelto...

Mi chiamo Fabio e le statistiche dicono, che ho vissuto più della metà della mia vita.

Un'altra estate era trascorsa, un'altra indimenticabile estate, la numero 47 ad essere precisi.

Che estate! Di nuovo una vita da inventare.... Da dove venivo; lo conoscevo bene: una vita piena di esperienze, densa, diverse vite non sarebbero state sufficienti a contenerle tutte.

Dove stavo andavo, invece, non lo sapevo, potevo semplicemente continuare, a seguire il progetto, di cui ancora non vedevo l'insieme, ma ogni giorno, ciò che avevo fatto e capito, serviva al nuovo passo...Potevo, finalmente sentirne il profumo, il tiepido respiro dell'anima, tutto cominciò così....
....



domenica 22 settembre 2013

Ho conosciuto...

Ho conosciuto un Uomo in grado di fare verità.

Ho conosciuto un Uomo capace di Essere.

Ho conosciuto un Uomo capace di generare, ciò che gli uomini chiamano miracoli.

Ho conosciuto un Uomo, che mi ha insegnato a camminare.

Ho conosciuto un Uomo di cui non ho mai intravisto i confini.

Mi piace credere di averlo conosciuto, ma lui era sempre altrove, li dove solo pochi arrivano...

Ho conosciuto un Uomo, che mi ha insegnato, tutto ciò che conosco e soprattutto,  ciò che diverrró.

Ho conosciuto il Maestro, il mio maestro...Non aveva tempo...Non aveva età...

Ho conosciuto un Uomo...

Ora...Il suo ultimo insegnamento il più difficile, il più duro di tutti...

Non tornerà più...Per aiutarmi a capire, non tornerà più...

Non passa giorno....In cui non cerchi di comprenderlo, in cui il pensiero non vada a lui...

Semplicemente inarrivabile...

Ho conosciuto un Uomo, che mi ha indicato la strada per il paradiso...
Ora sono in quel paradiso; grazie a lui!

Ho conosciuto un Uomo.


lunedì 16 settembre 2013

Per te...

   









                                                                    Momento





"...Quella pace che tutti cercano, ma che solo pochi hanno la forza di trovare..."

Eccola; così vicino da poterla intravedere, da sentirne il profumo...

Quell'istante in cui tutto va in calma, calma profonda, il calore ti sazia lo stomaco; si espande senza alcun confine...né limite.

L'istante in cui, tutto nasce, in cui, tutto muore...
In cui tutto è fermo e tutto si muove...

Ora è perfetto...Dopo aver tanto vissuto, dopo aver tanto creduto e sbagliato...E'...
Sinfonia di grazia, che vale ogni cosa, ogni risposta...Senza più, alcuna domanda.

Mi percepisco, come semplice energia, costretto nel mio corpo... e
nel mentre, seduto in questo vagone, torno dove vivo...

...Sto rientrando a casa...

...Il gioco quasi compiuto; la storia ci sta aspettando... Prima di rientrare per sempre...

...Vivrò con te...

La storia è in debito con noi, un debito, che ora deve pagare...

E se quell'inferno, che ho attraversato, quell'inferno dove ho rischiato: di perdermi, di non riuscire ad uscirne più fuori, mi ha portato fin qui...

...Allora potrei percorrerlo nuovamente e poi ancora ed ancora... Così vicino da poterti quasi sfiorare...

Conosco la vita, quel tanto che basta...
Da sentirne l'odore, per poterla appena lambire...Accarezzare...

Conosco la tua Anima, quel tanto che serve, per poterla Amare...
A me questo basta...

La storia è in debito con noi...

Ho attraversato l'inferno, teso la mia mano...
Come da un lungo sonno, svegliati; abbiamo pianto, fino ad esaurire ogni lacrima,
la storia è in debito con noi...

Quando ti sfioro, sono sempre in ritardo,
la mia Anima era già lì, da sempre...Con la tua...

Ma io, dov' ero? 
Tutto è perfetto, ora...
Ora so cos'è l'Amore...

Ogni nota obbliga la successiva e rende necessaria la precedente, ogni nota sembra perdere se stessa, divenendo musica...L'anima, sembra perdere se stessa, divenendo...

Ti Amo come un Uomo, può Amare una Donna...
Il mio primo amore...Il mio ultimo Amore

Se devo morire, affinché la mia anima possa solo starti vicino, tranquillamente morirò...
Mio ultimo amore...

martedì 10 settembre 2013

200...220...240...e poi oltre...

E' quasi notte, ormai...

I riflessi si fanno pigri, i muscoli poco rispondono; il tempo passa.


Ormai fatico; fatico a superare i 260 km/h, sono stanco e il tempo passa.

Che bella giornata! Giorni che valgono una vita! Oggi vale una vita.

Non posso rinunciare a vivere, non lo faccio e non lo farò.

Oggi sono felice! Questo è tutto.

Oggi è già ieri...Il tempo passa.


Mi hanno insegnato, che in certi momenti, bisogna reagire, non pensare...

Non lo farò, è troppo forte e bella questa emozione, non vi sfuggirò...La guarderò, dritta negli occhi, fino in fondo...Non abbasserò lo sguardo...
Pronto a pagarne il prezzo.

E' con me! Lei.

Il suo profumo, il suo sapore...

Potrei fare...Starò fermo...Ancora una volta...

Ancora una volta le permetterò di lasciarmi, di andar via, ancora una volta.

Potrei...Starò fermo...Ancora una volta...

La sua libertà è più importante di ogni cosa, anche di me.

Ancora una volta, pronto a rischiare tutto...Ancora una volta...

Il coraggio di stare fermo...Lui conosceva l'Amore...Ancora una volta...

Le cellule che danzano, non posso fermarle e non lo farò...

Come se non gl'interessasse più appartenere a questo corpo, come se fossero altro da questo... 

Gioco con i pensieri e le immagini, gioco, mentre lacrime continuano a scorrere, anch'esse come non appartenessero a questo tempo, come venissero da un tempo lontano, ormai remoto...Ancora una volta...


Da quel tempo in cui credevo di amarla; non potevo, non ne ero in grado; da quel tempo, dove il tempo si ferma...e ora, che potrei...Ancora una volta...


Corro, faccio fatica; riflessi pigri e muscoli che poco rispondono.

Non c'e' velocità che possa raggiungere, che mi faccia allontanare, non ci riesco...Il suo profumo, il suo sapore è con me, inutilmente corro...

Il tempo passa e non ci aspetta...

Resta con me...Non te lo chiederò, ma resta con me...Ancora una volta...

lunedì 26 agosto 2013

Forte...Invincibile.

Forte non è colui che non ha mai pianto.

Invincibile non è colui che non ha mai perso.

Non è chi:
non ha mai smarrito la rotta, sorride sempre, è sprezzante del pericolo, non è mai fuggito o non ha mai avuto paura.


Forte è colui che non arretra, malgrado ogni avversità. Colui che da solo, ha il coraggio di rimanere saldo.

Chi piange, soffre, ma non arretra un passo.

Invincibile è chi non conosce sconfitta, malgrado abbia perso, più e più volte.

Invincibile è chi ottiene ciò, che davvero vuole, che può e sa pagarne il prezzo, qualsiasi esso sia.

Chi sa guardare il cielo, e  scorge l'azzurro, invece delle nuvole.

Chi sa soffrire, chi sceglie di farlo, potendolo evitare.


Una volta esistevano cavalieri e uomini invincibili, erano forti.
Il loro spirito errava libero, i loro occhi vedevano più lontano di tutti...

Invincibili, camminavano scalzi, attraverso la vita...
Avevano uno sguardo diverso, non conoscevano resa...
Sembravano provenire da un luogo senza tempo...
Guerrieri indomiti...

Spiriti puri, eppure, di cose ne avevano viste...
Senza alcuna morale, senza aver mai tradito la loro anima...

Pur se stesi al tappeto, sconfitti ed offesi, erano capaci di mantenere lo sguardo verso l'orizzonte...

Mai stanchi, malgrado ogni fatica...
Dotati d'infinita pazienza, affrontavano il dolore con dignità...

Sapevano della libertà, dell'Amore; conoscevano l'anima...Prima che queste, diventassero solo vuote parole, semplici simulacri, fatiscenti reliquie, contenitori privi di significato...
Prima che l'umanità diventasse quella che oggi conosciamo...

Amavano il gioco della vita, avevano l'attitudine alla vittoria e gli piaceva vincere...
Conoscevano ed usavano ogni strategia, capaci di percorrere ogni strada, per giungere all'obiettivo, alla meta... A casa...

Per lo più, erano Uomini solitari, coraggiosi, mai accomodanti...

Cavalieri erranti, fieri, da sempre...

...Una volta c'erano Uomini cosi, forti ed invincibili; mi piace credere, che qualcuno sia ancora tra di noi...Mi piace pensare, che alla fine, trovino quella pace a cui tutti ambiscono, ma che, poi, solo pochi, sono, davvero, capaci di trovare...