L'uomo così piccolo, pressoché invisibile su questo microscopico granello di sabbia che ha chiamato Terra, in una delle infinite galassie, in qualche remoto angolo di universo, s'impone fiero, volgendo lo sguardo verso l'ignoto, come a dirgli: "eccomi, non ti temo, anzi, ti vengo a cercare" e così si compie l'eterno gioco del rientro.
Soli, affrontiamo sfide apparentemente improbe e nel far questo, a volte, troviamo persino l'Amore, arriviamo a cogliere l'essenza, fino in fondo nell'ultimo di noi stessi... E poi qualche mente illuminata, col proprio esempio, ti aiuta a compiere ciò, che definisco: "Il grande salto".
La mente, anche la più arguta ed allenata non può; per propria natura e concezione, cogliere o davvero comprendere l'Essenza.
Spesso si perde, mi perdo... Spesso...
Il coraggio, sovente, diviene imperizia e probabilmente il coraggio proprio non c'entra.
Almeno con quel tipo di coraggio che ti fa affrontare il mare con scarsi mezzi, che ti porta verso l'ignoto, che ti permette di abbandonare tutto il conosciuto verso l'inesplorato.
Probabilmente è proprio l'indole umana, quella che dalle caverne, lo ha portato sulla luna o quel "viaggio dei viaggi" che particolari pensatori o illuminati, hanno intrapreso all'interno di se stessi.
Dopo tanto tempo, sono tornato qui, su questo piccolo blog, come amo definirlo; qui c'è l'esposto del mio primo cervello, quello della pancia... Ero ferito, sono ferito; pagavo, pago il prezzo dei miei errori e la macchina così potente aveva ripreso il controllo.
Chissà quale mia presunzione mi aveva illuso di poterla "controllare" e così, utilizzando anche questa fallace idea, mi aveva costretto all'angolo, spalle al muro e più cercavo di opporre forza e consapevolezza, più vantaggio questa ne traeva...
Porto nel fisico lividi e concreti dolori di questa inutile battaglia, dagli esiti scontati.
Non è stato sufficiente razionalizzare ed ammettere lo sbaglio,
non è stato sufficiente pagarne il prezzo in dolore e sofferenza,
in termini economici, di tempo e di vita,
come un mostro insaziabile mai pago del proprio appetito.
Così come la nostalgia di momenti fantastici, ormai andati, ti rincorre, nel mentre la vita inevitabilmente va avanti, come siamo è già come eravamo...
La paura ed il dolore dell'ultimo "gioco" sbagliato mi fanno ancora compagnia... Mi sorprende, quasi impreparato, un potenziale nuovo; inaspettate e rotonde emozioni si sovrappongono, come onde del mare, lavano e coprono via le precedenti.
Nel mezzo del guado, quando è ormai tardi per tornare indietro e andare avanti è ancora troppo difficile.
Del resto di ogni viaggio e di ogni cosa, esiste solo una certezza, un giorno avranno fine...
Ho vissuto così tante esperienze, che una vita sembra poca per contenerle tutte e la frase finale di un vecchio film, riecheggia dentro di me:
"... È dura staccarsene, vero?... Beh, questa è la vita!"
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