Gioco, mare, vita, vittoria...
Vittoria, suona dolce, come musica di sassofono...
Come volo di gabbiano...
Come risacca del mare...
Il gioco fine a se stesso, il gioco per vincere...
Piacere e perfezione.
La vita fine a se stessa, come gioco riuscito, piacere nella vittoria.
C'è un attitudine alla vittoria, così come c'è nel piacere...Costante esercizio, continua attenzione.
Coloro che hanno l'attitudine alla vittoria si riconoscono subito; hanno precise ed inconfondibili caratteristiche, oltre che una volontà, fuori dal comune.
Sanno fare calcoli precisi di dove vogliono arrivare, non vedono ostacoli, tutt'al più, aggiustano il tiro.
Non alzano mai la voce, quando incontrano chi è più intelligente di loro e sanno capirlo, cercano d'imparare, quanto più possibile.
Conoscono la sconfitta, ma non la resa; sono buoni, generosi oltre misura.
Possono regalarti universi di senso, quando gli sei vicino, puoi percepire
una "strana" forza in loro.
Sanno affrontare il dolore, non hanno pretese, sono coraggiosi, non si distraggono mai, non cercano scuse, né giustificazioni.
Non danno la colpa a nessun altro, né ad altri fattori esterni, all'infuori di se stessi; hanno una pazienza pressoché illimitata, sono liberi.
Non arretrano un solo passo, decidono velocemente e molto difficilmente cambiano idea.
Non serbano rancore, non conoscono l'odio, dispongono di una calma, quasi, imperturbabile.
Attitudine alla vittoria, al gioco riuscito, al gioco fine a se stesso.
Costantemente fuori da ogni schema, possono persino smentire se stessi, senza mai smentire il gioco.
Tranquillamente si muovono, su difficoltà apparentemente insuperabili, muovono le cose da dentro, a tal punto, che sembrano compiere "miracoli".
Non hanno reali nemici, perché, semplicemente non considerano la pochezza di quei piccoli uomini, che cercano, inutilmente, di aggredirli, con la rabbia, l'invidia, la frustrazione, di cui sono colmi, per loro stessa incapacità...Sono già oltre, altrove ad organizzare la propria azione, il proprio gioco riuscito.
Attitudine alla vittoria, vincenti per scelta; sopportano immense fatiche, sulle loro spalle larghe, senza mai smettere di sorridere o lamentarsi.
Come artisti su una tela bianca, dipingono il loro universo intorno a se, senza mai abbassare lo sguardo, proteso alla meta, al traguardo...
...E poi al successivo...Senza fine...
Sanno navigare, come esperti marinai, in ogni mare, con ogni tempo...
...Ogni tanto amano riposare, fermare la corsa...Si nutrono di piacere...Signori della vita, signori dello spirito.
C'è un'attitudine alla vittoria...C'è un prezzo da pagare, ma loro tranquillamente, pagano qualsiasi prezzo...
...Si nutrono di piacere...Di mare...Giocano...
....
Un uomo diventato leggendario "Zino Davidoff", una volta scrisse: “…ogni persona che un giorno ha fumato anche uno solo dei miei sigari non può
essere che un amico, perché, in effetti, è la storia della mia vita che lo ha
accompagnato per un ora”.
Un uomo che ha vinto il suo gioco, lui amava quelle piantagioni di tabacco, che, ai suoi occhi, sembravano come un mare verde.
Il suo leitmotiv era: “L’amatore di sigari non fuma, assapora, perché ogni
boccata deve essere un’esperienza di ricercato piacere per i nostri sensi.
Fumate meno, ma meglio e con maggior consapevolezza, fatene un culto, una
filosofia!”
...
Così, mentre fumo l'ultimo (vero) Davidoff, gelosamente conservato, mi nutro di quel piacere, di grandi Uomini, a cui interessava solo il gioco, gli piaceva giocare, gli piaceva vincere.
In fondo, cosa c'è di più importante, di più bello, della vittoria, di vincere il gioco della vita.
Attitudine alla vittoria, in fondo, è semplice... Se ce l'hai, non hai scelta...
Piacere, mare, vita, vittoria...
Musica nella vittoria...
...Così, come il cuore, non può fermare il suo battito, io, non posso fermare il gioco, fermarmi a trovare scuse, lamentarmi, piangere...Posso solo giocare, continuare a giocare...
Fin dove posso spingere lo sguardo...Lo spingerò...
Fino all'ultimo respiro che avrò...Ultima nota, della mia vita...
Attitudine alla vittoria...Inseparabile amante...
Io ti conosco, io ti appartengo...
Qualcuno cerca la libertà fuori di sé, qualcuno la cerca dentro se stesso, qualcuno ha smesso di cercarla, altri non la cercano proprio. La libertà non è lo scopo è la conseguenza.
venerdì 7 febbraio 2014
sabato 1 febbraio 2014
Ambizione...Avidità...
Ora so, che la fortuna non esiste, che la sfortuna non esiste.
Ora so, che meritiamo ciò che ci accade, ciò che abbiamo o non abbiamo.
...Se il vento fosse sufficiente a piegare o ad abbattere gli alberi, non avremmo grandi olivi, né possenti querce...
Sono anni, che mi spiegano con dovizia di dettagli, tutti i motivi per cui qualcosa non si può fare; anni che mi argomentano con convinzione ogni causa per la quale, è impossibile cambiare qualcosa della propria routine.
Ambizione; Ambizione...
Persone prive di sana ambizione...
Amo l'ambizione...Detesto la pigrizia...
Sono anni, che continuo a far finta di ascoltare... Ogni volta; sorrido, annuisco e dico sempre le stesse cose: capisco, si, certo, hai ragione...
La vita è perfetta, giusta... Sorrido, perché guardo quelle persone, che in buona fede, vorrebbero adattare la vita, a se stesse, invece di adeguare se stesse, alla vita...
Tanti amici, nel corso degli anni, mi hanno chiesto molte cose, ma io non ho mai potuto dare le risposte che volevano sentire...
...Non ho soldi, non ho tempo, ho troppi impegni, ho la famiglia, ho i figli, non ho le capacità, non ho le competenze, il mio carattere non me lo permette, io non sono così, c'è crisi, in Italia non funziona niente, non sono capace, sono troppo emotivo, non m'interessa, ci devo pensare, mi debbo organizzare, appena passato questo periodo, questo non è il momento giusto, non ci riesco, non capisco, non è per me, è troppo difficile...
Inutili argomentazioni, senza alcuna logica... Io so che non saranno felici, al massimo si adatteranno a vivere su certi schemi, abbastanza funzionali...Forse...
E' giusto così, ognuno sceglie cosa vuole.
Allora, perché lamentarsi di ciò che si è scelto, di ciò che ogni stramaledetto giorno, si continua a scegliere?
Sorrido, perché la vita è meravigliosa, ogni giorno abbiamo il dovere di coincidere con la nostra creatività, di non essere pigri, di essere ambiziosi.
Ogni giorno possiamo inventare la nostra vita, ogni giorno...
Invece, si muore nella routine, nelle abitudini, in tutti quei motivi per cui non si può fare, per cui non si può cambiare.
Come bambini stupidi, si continua a sognare qualcosa, che sta lì, basta alzarsi e prenderla...Invece, mi si spiegano tutti i motivi per cui non ci si può alzare.
...La vita è giusta: si nasce, si muore e chi vuole, nel mezzo vive, rischia e scrive la propria storia...
Ambizione, avidità: di vita.
Ho sentito i musicisti migliori suonare per le strade, le persone con più energia finire con il fare il bucato e stirare infinite montagne di vestiti, per la famiglia...Ho visto i migliori arrendersi...
Si continua a stare seduti, a sognare...Intanto, la vita passa lo stesso...Nel mentre si aspetta che qualcosa cambi...Si trova ogni motivo, affinché ogni cosa rimanga uguale...
L'unico momento giusto, che conosco, per fare qualcosa, è ORA!
Non ci sarà mai un momento giusto, all'infuori di ora...
Se devi lottare, lotta; se devi combattere, combatti; se devi amare, Ama...
Se devi vivere, Vivi; se devi morire, muori...
Ma non lasciare che il tempo passi, che ti sorprenda a guardare la televisione, ad accudire i figli in modo morboso, a vivere una vita che non ti appartiene; non lasciare che il tempo ti sorprenda a trovare scuse, a cercare tutti i motivi per non fare qualcosa, per non fare qualcosa che renda la tua vita degna...
Rendi la tua vita degna di essere vissuta, non nasconderti, perché un giorno non avrai più tempo ed il tempo non sarà benevolo, come te, con te...
Un giorno non ne avrai più per trovare scuse o motivi e indietro non si torna...
Vivi, ubriacati di vita, togli ogni scusa, ogni alibi, respira, se puoi...E allora vedrai, saprai che, la fortuna non esiste, la sfortuna non esiste, che meritiamo ciò che abbiamo o non abbiamo...
Io non mi arrendo, non posso, questa è la mia scusa...
Ora è il momento giusto, ORA è il momento...
Alzati...Prenditi ogni rischio, fai ogni cosa seriamente, ma non prenderti troppo sul serio, VIVI!
ORA!
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
sabato 25 gennaio 2014
Fascino, seducente bellezza: magico.
C'è qualcosa di magico...
Intorno a noi...
Nelle radici, che senza sosta e senza fatica, sostengono l'albero, che mai vedranno.
Nelle foglie, esposte ad ogni intemperia, protese verso il sole, a dar vita alle radici, che mai vedranno.
Nei rami, che sopportano quell'immenso carico, senza un lamento, che uniscono due mondi, che mai si sapranno...
Nessuna fatica...In quel volo di gabbiano, in quel fiore, che sembra dire: eccomi!
C'è magia intorno a noi...
In quel filo d'erba, che incurante d'ogni pericolo, si distende verso il cielo...Più che può...
Nell'aria, che non vediamo, in una mano tra i capelli, in quest'attimo di vita...
Nel colore del cielo...
Nella vita: così forte, prepotente, effimera...
C'è magia in noi...
Nella musica che ascoltiamo e in quella che scriviamo...
In un sorriso, in un attimo d'imbarazzo, in una carezza, in un corpo nudo...
In un'azione riuscita, quando sbagli e te ne accorgi...
Nel tempo che passa, nello sguardo di due amanti, nella forza di un padre, nel coraggio, nella vittoria...
C'è qualcosa di magico...
In ogni giusta proporzione, nei colori, nella perfezione che ci circonda...
In questa vita, che sembra dire, come un bambino impertinente: eccomi!
Il più bel gioco mai inventato, così bello, da valerne quasi la pena...
Il tempo, non scorre; pulsa... Lascia il suo segno, su ogni cosa:
sulle pietre levigate dal mare, sugli alberi piegati dal maestrale, sul letto scavato dai fiumi, sui popoli che scompaiono.
Sulla pelle e sui volti...
Eppure, nessun segno lascia il tempo, sul piacere, anzi, lo migliora, fino a renderlo perfetto...
Il tempo, ha lasciato un po' di rughe sul tuo volto, ed anche sul mio...
Il tempo pulsa: come onde sulla battigia, come battito di ali, come l'aria nei polmoni, come un cuore mai pago...
C'è magia nella vittoria...
Quando ogni cosa è ormai compiuta, tutto ciò che potevi fare, hai fatto...
Quando come radici, foglie o rami, puoi Amare: la terra, l'acqua, il sole; sopra ogni intemperia, sopra al vento o alla grandine, al caldo torrido o al gelo...
C'è qualcosa di magico...
Nella fiamma di una candela, nel suono di un ruscello, in ogni tramonto, in ogni alba, nel calore di un camino, nel gusto di un cognac, nel sapore di ogni momento...
...Così, mi ritrovo qui, senza averlo chiesto, credo... Eppure, sono nato... Ed ora? Cosa faccio?
Vivo, godo, ogni magia...
Posso vivere ed Amare... Posso essere felice, ad ogni respiro, ad ogni battito del tempo, posso cogliere ogni colore...
Senza fretta...
Ora il cuore, accelera il suo battito, il respiro più profondo ed ampio...
...Ancora una sfida davanti... Faccio come le radici per le foglie; come l'aria per i polmoni, ma ancora, qualcosa dentro, non scatta...
Forse è semplice paura?
Forse ciò che voglio, già ce l'ho?
C'è magia nel decidere...
Nessun elemento della decisione è mai determinante, quando non ne sei obbligato o schiavo...
Perché mettersi ancora in gioco, ancora una volta se hai già vinto...
Perché se ne conosci tutte le difficoltà, tutte le resistenze dei tuoi soci...
Perché, non ho scelta, perché le radici e le foglie non possono scegliere...
...Uno di loro è scaltro, a modo suo da qualche parte, ed a ragione, ha capito che l'attitudine alla vittoria, in qualcuno è più forte, in qualcun altro prioritaria, ed in pochi la loro stessa essenza... Sostanziale a loro stessi... Non possono perdere...
Debbo decidere, ora! Questo è il momento...
Ho tutto ciò che voglio, non ho paura e mentre il cuore rallenta la corsa, decido...Deciso...
C'è qualcosa di magico...
Nel buio e nella luce...
Nella vita e nella morte...
Nella musica e nel silenzio...
In quei cavalieri, uomini senza paura, invincibili guerrieri...
Nel profumo dell'estate e nel mio autunno...
Vivo, al massimo che posso...
Su un ponte di un peschereccio, ormai lontano ricordo,
su una nuova sfida, dove tutto gioca contro...Ma io, lo so...
Tutto ormai, è come musica...
C'è magia...Nella vita, nella vittoria...
C'è qualcosa di magico...
Intorno a noi...
Intorno a noi...
Nelle radici, che senza sosta e senza fatica, sostengono l'albero, che mai vedranno.
Nelle foglie, esposte ad ogni intemperia, protese verso il sole, a dar vita alle radici, che mai vedranno.
Nei rami, che sopportano quell'immenso carico, senza un lamento, che uniscono due mondi, che mai si sapranno...
Nessuna fatica...In quel volo di gabbiano, in quel fiore, che sembra dire: eccomi!
C'è magia intorno a noi...
In quel filo d'erba, che incurante d'ogni pericolo, si distende verso il cielo...Più che può...
Nell'aria, che non vediamo, in una mano tra i capelli, in quest'attimo di vita...
Nel colore del cielo...
Nella vita: così forte, prepotente, effimera...
C'è magia in noi...
Nella musica che ascoltiamo e in quella che scriviamo...
In un sorriso, in un attimo d'imbarazzo, in una carezza, in un corpo nudo...
In un'azione riuscita, quando sbagli e te ne accorgi...
Nel tempo che passa, nello sguardo di due amanti, nella forza di un padre, nel coraggio, nella vittoria...
C'è qualcosa di magico...
In ogni giusta proporzione, nei colori, nella perfezione che ci circonda...
In questa vita, che sembra dire, come un bambino impertinente: eccomi!
Il più bel gioco mai inventato, così bello, da valerne quasi la pena...
Il tempo, non scorre; pulsa... Lascia il suo segno, su ogni cosa:
sulle pietre levigate dal mare, sugli alberi piegati dal maestrale, sul letto scavato dai fiumi, sui popoli che scompaiono.
Sulla pelle e sui volti...
Eppure, nessun segno lascia il tempo, sul piacere, anzi, lo migliora, fino a renderlo perfetto...
Il tempo, ha lasciato un po' di rughe sul tuo volto, ed anche sul mio...
Il tempo pulsa: come onde sulla battigia, come battito di ali, come l'aria nei polmoni, come un cuore mai pago...
C'è magia nella vittoria...
Quando ogni cosa è ormai compiuta, tutto ciò che potevi fare, hai fatto...
Quando come radici, foglie o rami, puoi Amare: la terra, l'acqua, il sole; sopra ogni intemperia, sopra al vento o alla grandine, al caldo torrido o al gelo...
C'è qualcosa di magico...
Nella fiamma di una candela, nel suono di un ruscello, in ogni tramonto, in ogni alba, nel calore di un camino, nel gusto di un cognac, nel sapore di ogni momento...
...Così, mi ritrovo qui, senza averlo chiesto, credo... Eppure, sono nato... Ed ora? Cosa faccio?
Vivo, godo, ogni magia...
Posso vivere ed Amare... Posso essere felice, ad ogni respiro, ad ogni battito del tempo, posso cogliere ogni colore...
Senza fretta...
Ora il cuore, accelera il suo battito, il respiro più profondo ed ampio...
...Ancora una sfida davanti... Faccio come le radici per le foglie; come l'aria per i polmoni, ma ancora, qualcosa dentro, non scatta...
Forse è semplice paura?
Forse ciò che voglio, già ce l'ho?
C'è magia nel decidere...
Nessun elemento della decisione è mai determinante, quando non ne sei obbligato o schiavo...
Perché mettersi ancora in gioco, ancora una volta se hai già vinto...
Perché se ne conosci tutte le difficoltà, tutte le resistenze dei tuoi soci...
Perché, non ho scelta, perché le radici e le foglie non possono scegliere...
...Uno di loro è scaltro, a modo suo da qualche parte, ed a ragione, ha capito che l'attitudine alla vittoria, in qualcuno è più forte, in qualcun altro prioritaria, ed in pochi la loro stessa essenza... Sostanziale a loro stessi... Non possono perdere...
Debbo decidere, ora! Questo è il momento...
Ho tutto ciò che voglio, non ho paura e mentre il cuore rallenta la corsa, decido...Deciso...
C'è qualcosa di magico...
Nel buio e nella luce...
Nella vita e nella morte...
Nella musica e nel silenzio...
In quei cavalieri, uomini senza paura, invincibili guerrieri...
Nel profumo dell'estate e nel mio autunno...
Vivo, al massimo che posso...
Su un ponte di un peschereccio, ormai lontano ricordo,
su una nuova sfida, dove tutto gioca contro...Ma io, lo so...
Tutto ormai, è come musica...
C'è magia...Nella vita, nella vittoria...
C'è qualcosa di magico...
Intorno a noi...
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
giovedì 14 novembre 2013
Ogni riferimento a cose realmente accadute...
Vedo mio figlio giocare, lì nel cortile, con suo fratello di sette anni più grande; sono seduto vicino a suo padre, mentre la madre prepara il pranzo.
Ho amato quella donna fin dove ho potuto.
E' una domenica, verso la fine di un' estate, c'è un bel sole, in quel piccolo paese.
L'aria tersa, porta con se molti profumi, sembrano provenire da quel tempo senza memoria.
I polmoni assaporano quell'atmosfera, sospesa, dove la vita rallenta il suo incessante ritmo, fino quasi a fermarsi.
In fondo, ho avuto molte famiglie; in fondo non ne ho mai avuta alcuna.
I bambini giocano fuori, posso vederli attraverso la porta, non chiusa dell'ingresso, che direttamente si affaccia sul cortile condominiale.
Sono seduto, nell'attesa del pranzo, ma è come se non appartenessi a quella storia, come se fossi già altrove.
Cosa faccio seduto affianco a quest'uomo, mi chiedo; mi parla, mi dice chissà cosa, non riesco a sentirlo.
E' una bella giornata, le voci di quei fratelli di padri diversi, mi arrivano direttamente al cuore, saltano ogni razionalità: sensazioni forti.
Possiamo osservare la madre, intenta a preparare il pranzo, oltre quel piano rialzato, che separa la cucina dal salone; si parla, senza dirsi nulla.
Così dopo molti anni, ho conosciuto il padre, del fratello di mio figlio.
Aveva, da poco, finito di pagare il suo debito con la giustizia degli uomini, molti anni erano trascorsi, ora potevamo far cadere quegl' ultimi veli. Seduti uno accanto all'altro.
La madre aveva saggiamente assegnato i posti a qual tavolo, stretto tra la parete e la spalliera di quel divano rosso scuro, rivolto, a sua volta, frontalmente, verso il televisore: lui seduto davanti a suo figlio; alla mia destra, a capo tavola, il mio.
Alla destra del divano, su quel mobile basso, si scorge ancora una fotografia, che mi ritrae insieme a lei, in quel giorno felice, lo ricordo; uno dei pochi che abbiamo vissuto, condiviso. Durante un viaggio, un bel viaggio.
Per qualche anno, sono stato il padre di suo figlio, ed ora, seduto vicino a me, mi parla di tutto, tranne di ciò che avrebbe voluto, parlava, senza dire nulla.
Così per quella prima ed l'ultima volta, decisi di stare al gioco, non dissi nulla; neanche io.
Avevo tutte o quasi, le risposte e domande non ne avevo.
Lei aveva tenuto, per se, il posto di fronte a me, mi chiedevo quale fosse la sua realtà, forse, per la prima volta, aveva a disposizione i molti pezzi della sua vita, lì davanti contemporaneamente, forse aveva l'impressione di poterli, in qualche maniera, metterli insieme, dargli un senso.
Forse... Le davano un'idea quasi d'interezza, la sensazione di poter avere un quadro completo, ma erano come i pezzi di un puzzle, non ancora costruito, pezzi che non potevano essere assemblati, perché appartenevano a disegni diversi.
Eppure, in quella domenica mattina, aveva davanti capitoli molto importanti della sua vita e questo le dava una bella ed amara sensazione al tempo stesso.
"...Signora: caffè..."
Questa è l'unica cosa, che ricordo disse, verso la fine di quel pranzo, pronunciò queste due parole con voce alta, così come a voler ribadire un primato da capo branco, che interessava solo a lui, a cui si aggrappava, pur non avendolo mai avuto o perso, da molti, molti anni.
A lei non piacevano quei luoghi, quei paesi della Sabina; in realtà non li aveva mai amati; ora mi dava la responsabilità delle sue scelte, almeno quelle che riguardavano gli ultimi 5 anni della sua vita ed anche della mia.
I nostri progetti, le nostre vite avevano preso strade diverse da un anno e mezzo, ormai.
Se non avessimo avuto quel figlio insieme, probabilmente, non ci saremmo più rivisti.
Non mi sono mai piaciute le storie lineari, semplici, canoniche, quelle a cui tutti ambiscono, che tutti desiderano, per intenderci.
Ho sempre intercettato quelle problematiche, come se il percorrere l'inferno, prima dell'eventuale paradiso, lo potesse rendere più bello, in qualche modo.
Invece il paradiso, fu solo in quei brevi attimi, quando lo si poteva lasciare alle spalle, dimenticandolo, almeno per un po'.
In ogni amore importante, ho avuto la presunzione, di poter vedere la strada verso l'uscita, di poter indicare la via d'uscita, ma ogni volta ne sono diventato parte.
Nessuna donna, che ho incontrato, che ho amato, alla fine ha mai davvero deciso di voler abbandonare quel luogo tanto odiato, tanto amato, che a me piace chiamare inferno.
Potevo toccare tutto, vederne, quasi, ogni effetto, ma alla fine ho sempre lasciato che le cose andassero, così, come dovevano; ho sempre lasciato che scegliessero a modo loro.
Solo una cosa non ho mai voluto toccare, né toccherò: la libertà.
Certo, che lasciar fare la scelta sbagliata, ad una persona che ami, non è davvero facile.
La vita, in fondo, è semplice, è fatta di scelte; così mentre camminavo verso la macchina, attraversando quell' anonimo cortile, questi pensieri si affollavano nella mente.
Avevo appena abbracciato mio figlio, per salutarlo e lui, come sempre, non voleva lasciarmi andare, ma la vita è fatta di scelte ed io, ancora una volta, avevo scelto...
Mi chiamo Fabio e le statistiche dicono, che ho vissuto più della metà della mia vita.
Un'altra estate era trascorsa, un'altra indimenticabile estate, la numero 47 ad essere precisi.
Che estate! Di nuovo una vita da inventare.... Da dove venivo; lo conoscevo bene: una vita piena di esperienze, densa, diverse vite non sarebbero state sufficienti a contenerle tutte.
Dove stavo andavo, invece, non lo sapevo, potevo semplicemente continuare, a seguire il progetto, di cui ancora non vedevo l'insieme, ma ogni giorno, ciò che avevo fatto e capito, serviva al nuovo passo...Potevo, finalmente sentirne il profumo, il tiepido respiro dell'anima, tutto cominciò così....
....
Ho amato quella donna fin dove ho potuto.
E' una domenica, verso la fine di un' estate, c'è un bel sole, in quel piccolo paese.
L'aria tersa, porta con se molti profumi, sembrano provenire da quel tempo senza memoria.
I polmoni assaporano quell'atmosfera, sospesa, dove la vita rallenta il suo incessante ritmo, fino quasi a fermarsi.
In fondo, ho avuto molte famiglie; in fondo non ne ho mai avuta alcuna.
I bambini giocano fuori, posso vederli attraverso la porta, non chiusa dell'ingresso, che direttamente si affaccia sul cortile condominiale.
Sono seduto, nell'attesa del pranzo, ma è come se non appartenessi a quella storia, come se fossi già altrove.
Cosa faccio seduto affianco a quest'uomo, mi chiedo; mi parla, mi dice chissà cosa, non riesco a sentirlo.
E' una bella giornata, le voci di quei fratelli di padri diversi, mi arrivano direttamente al cuore, saltano ogni razionalità: sensazioni forti.
Possiamo osservare la madre, intenta a preparare il pranzo, oltre quel piano rialzato, che separa la cucina dal salone; si parla, senza dirsi nulla.
Così dopo molti anni, ho conosciuto il padre, del fratello di mio figlio.
Aveva, da poco, finito di pagare il suo debito con la giustizia degli uomini, molti anni erano trascorsi, ora potevamo far cadere quegl' ultimi veli. Seduti uno accanto all'altro.
La madre aveva saggiamente assegnato i posti a qual tavolo, stretto tra la parete e la spalliera di quel divano rosso scuro, rivolto, a sua volta, frontalmente, verso il televisore: lui seduto davanti a suo figlio; alla mia destra, a capo tavola, il mio.
Alla destra del divano, su quel mobile basso, si scorge ancora una fotografia, che mi ritrae insieme a lei, in quel giorno felice, lo ricordo; uno dei pochi che abbiamo vissuto, condiviso. Durante un viaggio, un bel viaggio.
Per qualche anno, sono stato il padre di suo figlio, ed ora, seduto vicino a me, mi parla di tutto, tranne di ciò che avrebbe voluto, parlava, senza dire nulla.
Così per quella prima ed l'ultima volta, decisi di stare al gioco, non dissi nulla; neanche io.
Avevo tutte o quasi, le risposte e domande non ne avevo.
Lei aveva tenuto, per se, il posto di fronte a me, mi chiedevo quale fosse la sua realtà, forse, per la prima volta, aveva a disposizione i molti pezzi della sua vita, lì davanti contemporaneamente, forse aveva l'impressione di poterli, in qualche maniera, metterli insieme, dargli un senso.
Forse... Le davano un'idea quasi d'interezza, la sensazione di poter avere un quadro completo, ma erano come i pezzi di un puzzle, non ancora costruito, pezzi che non potevano essere assemblati, perché appartenevano a disegni diversi.
Eppure, in quella domenica mattina, aveva davanti capitoli molto importanti della sua vita e questo le dava una bella ed amara sensazione al tempo stesso.
"...Signora: caffè..."
Questa è l'unica cosa, che ricordo disse, verso la fine di quel pranzo, pronunciò queste due parole con voce alta, così come a voler ribadire un primato da capo branco, che interessava solo a lui, a cui si aggrappava, pur non avendolo mai avuto o perso, da molti, molti anni.
A lei non piacevano quei luoghi, quei paesi della Sabina; in realtà non li aveva mai amati; ora mi dava la responsabilità delle sue scelte, almeno quelle che riguardavano gli ultimi 5 anni della sua vita ed anche della mia.
I nostri progetti, le nostre vite avevano preso strade diverse da un anno e mezzo, ormai.
Se non avessimo avuto quel figlio insieme, probabilmente, non ci saremmo più rivisti.
Non mi sono mai piaciute le storie lineari, semplici, canoniche, quelle a cui tutti ambiscono, che tutti desiderano, per intenderci.
Ho sempre intercettato quelle problematiche, come se il percorrere l'inferno, prima dell'eventuale paradiso, lo potesse rendere più bello, in qualche modo.
Invece il paradiso, fu solo in quei brevi attimi, quando lo si poteva lasciare alle spalle, dimenticandolo, almeno per un po'.
In ogni amore importante, ho avuto la presunzione, di poter vedere la strada verso l'uscita, di poter indicare la via d'uscita, ma ogni volta ne sono diventato parte.
Nessuna donna, che ho incontrato, che ho amato, alla fine ha mai davvero deciso di voler abbandonare quel luogo tanto odiato, tanto amato, che a me piace chiamare inferno.
Potevo toccare tutto, vederne, quasi, ogni effetto, ma alla fine ho sempre lasciato che le cose andassero, così, come dovevano; ho sempre lasciato che scegliessero a modo loro.
Solo una cosa non ho mai voluto toccare, né toccherò: la libertà.
Certo, che lasciar fare la scelta sbagliata, ad una persona che ami, non è davvero facile.
La vita, in fondo, è semplice, è fatta di scelte; così mentre camminavo verso la macchina, attraversando quell' anonimo cortile, questi pensieri si affollavano nella mente.
Avevo appena abbracciato mio figlio, per salutarlo e lui, come sempre, non voleva lasciarmi andare, ma la vita è fatta di scelte ed io, ancora una volta, avevo scelto...
Mi chiamo Fabio e le statistiche dicono, che ho vissuto più della metà della mia vita.
Un'altra estate era trascorsa, un'altra indimenticabile estate, la numero 47 ad essere precisi.
Che estate! Di nuovo una vita da inventare.... Da dove venivo; lo conoscevo bene: una vita piena di esperienze, densa, diverse vite non sarebbero state sufficienti a contenerle tutte.
Dove stavo andavo, invece, non lo sapevo, potevo semplicemente continuare, a seguire il progetto, di cui ancora non vedevo l'insieme, ma ogni giorno, ciò che avevo fatto e capito, serviva al nuovo passo...Potevo, finalmente sentirne il profumo, il tiepido respiro dell'anima, tutto cominciò così....
....
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
domenica 22 settembre 2013
Ho conosciuto...
Ho conosciuto un Uomo in grado di fare verità.
Ho conosciuto un Uomo capace di Essere.
Ho conosciuto un Uomo capace di generare, ciò che gli uomini chiamano miracoli.
Ho conosciuto un Uomo, che mi ha insegnato a camminare.
Ho conosciuto un Uomo di cui non ho mai intravisto i confini.
Mi piace credere di averlo conosciuto, ma lui era sempre altrove, li dove solo pochi arrivano...
Ho conosciuto un Uomo, che mi ha insegnato, tutto ciò che conosco e soprattutto, ciò che diverrró.
Ho conosciuto il Maestro, il mio maestro...Non aveva tempo...Non aveva età...
Ho conosciuto un Uomo...
Ora...Il suo ultimo insegnamento il più difficile, il più duro di tutti...
Non tornerà più...Per aiutarmi a capire, non tornerà più...
Non passa giorno....In cui non cerchi di comprenderlo, in cui il pensiero non vada a lui...
Semplicemente inarrivabile...
Ho conosciuto un Uomo, che mi ha indicato la strada per il paradiso...
Ora sono in quel paradiso; grazie a lui!
Ho conosciuto un Uomo.
Pubblicato da
Fabrizio Rinaldi
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