Ho riscontrato sulla mia "pelle", sul mio divenire, che ritenere o reputare delle persone sulla base di quanto vedo del loro potenziale non solo è errato ma, soprattutto dannoso.
Ho compreso che, chi vuole avere un reale avanzamento, chi vuole provare a vedere il proprio "progetto di natura" e storicizzarlo, deve investire in volontà, deve poterne pagare il prezzo in termini di umiltà, dedizione ed economico.
Essere buoni, essere generosi non significa essere intelligenti, non significa essere efficaci ed ho capito di non esserlo stato.
È un rapporto di proporzioni, di esattezza, non "regalo" più ciò che il limite dell'altro non può comprendere, perché il prezzo poi lo pago io e questo implica perdita per entrambi.
Tutto deve avere la giusta proporzione, la corretta misura, è un piacere il pagare per chi decide, in modo consapevole, di voler Essere "di più".
Ho dato luoghi ed esperienze a persone che non potevano capire né avvantaggiarsene, a persone che mi avevano tradito e ciechi, hanno poi nuovamente tradito.
È un errore tecnico, ho sbagliato, ne ho pagato il prezzo sempre e loro non hanno capito nulla...
Si chiama sprecare vita, intelligenza che nessuno ridarà più.
Amici a cui ho aperto il mio cuore, amori persi nelle loro piccole gelosie, nel loro piccolo esistere.
Senza ringraziare sono passati, lasciando le loro frustrazioni e critiche malcelate; hanno perso la loro vita ed io non ho saputo né potuto aiutarli.
Ora, per chi decido di aiutare c'è un prezzo definito, cosicché non debbano ringraziare ed io possa essere realmente efficace alla loro strada e per il loro progetto.
... E nel mentre...
Avere familiarità con il nostro corpo ci da, attimo per attimo, anche il perfetto equilibrio su come nutrirci.
Abbiamo la sensibilità di poter essere ed avere consapevolezza fino alle nostre cellule, esse si attivano e rispondono a ciò con cui decidiamo di nutrirle, a cui decidiamo, coscientemente o inconsapevolmente, di sottoporle, siamo ciò di cui ci alimentiamo.
Il nostro corpo ha un altissimo limite di tolleranza, è capace di smaltire, di sopravvivere anche alla nostra incuria e "pigrizia".
Personalmente, quando posso e decido di godermi degli spazi dove la natura è ancora abbastanza integra e vibra vitalità, approfitto di super alimenti, per super alimentarmi.
Non sono un nutrizionista ovviamente, percepisco semplicemente le cellule e arrivati un pò avanti con gli anni, il nutrimento di cui abbiamo bisogno e piacere è sempre minore e quando sovraccarichiamo i nostri apparati di metabolizzazione andiamo contro la nostra natura.
Ogni tipologia di dieta è qualcosa di alienante, nel senso che è una cosa che imponiamo da fuori, mentre noi siamo assenti, evidentemente.
Ogni tanto fumo sigari, a me piacciano molto quelli cubani e i domenicani, le foglie di tabacco condensano il Sole ed il microclima di quei luoghi, posso percepirne ogni passaggio, soprattutto di quelli arrotolati a mano, in certi luoghi si trova ancora del pesce sano, pesci che hanno vissuto liberi e del buon vino.
In Sardegna è ancora possibile trovare un ottimo mirto bianco, sembra distillare terra, Sole e mare; così il nostro corpo riesce a metabolizzare vibrazioni, forza e si cura, si autocura.
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Nel titolo di questo post ho scritto anche: potenzialmente anime, si, nel senso che si ritiene che tutti siano dotati di anima, in realtà non è così; nella mia esperienza, anche dura, anche in reparti di ospedali pediatrici terminali, ho avuto modo di vedere corpi ed emozioni ma, l'anima spesso non c'era; inoltre, molti rinunciano alla propria anima nel corso della vita, cominciano a seguire vari credi: religiosi od altro, seguono stereotipi e modelli sociali fino a diventare zombie.
Di fatto, sono esperienza quotidiana, molti emanano un odore psichico inconfondibile ma, ancor prima si percepisce assenza e vuoto
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Amare é un lusso, Amare è una capacità ed una scelta,
il lusso è qualcosa di necessario nella vita.
Persone, amici forse, potenzialmente anime... E nel mentre...
Nessuno userebbe la propria automobile senza olio nel motore o acqua nel radiatore, eppure spesso usiamo il nostro corpo, la nostra macchina secondo memi e stereotipi, come scarico patologico, come spazio dell'inconscio ancora non conosciuto o evoluto.
Usiamo il nostro spazio fisico, l'unico che abbiamo, in disparati modi: per apparire, per renderlo adeguato ai canoni del tempo in cui viviamo; lo sottoponiamo ad interventi estetici invasivi e non necessari, lo ingolfiamo con ogni sorta di nutrimento, rendendolo semplice e solo mercato, campo esclusivo di marketing, di fatto lo abbandoniamo divenendone estranei.
Mi sono sentito ferito, tradito e di fatto così è stato ma, la responsabilità, la scelta è stata mia, ho sbagliato nel credere che potessero vedere, che potessero comprendere; il loro potenziale lo prevedeva eppure, hanno scelto diversamente, hanno seguito la via più facile.
Hanno scelto non solo di nutrire il corpo in modo non conforme a quanto previsto, ma anche di non ascoltare l'Anima, di non conformarsi al progetto di natura, al loro progetto di natura; non solo hanno tradito il buono, il momento e me ma, soprattutto hanno tradito se stessi ed è indifferente che ne siano stati consapevoli od inconsapevoli, che ne abbiamo avuto coscienza o che non ne abbiano avuta.
La libertà non si tocca, lasciar andare è un atto d'amore.