mercoledì 21 settembre 2016

Attitudine alla fortuna, ovvero, un attimo prima del "PAFF"!

La mente tende ad esaltarsi e a dimenticare i momenti difficili dopo un successo, quando tutto va bene e si ha la sensazione che tutto sia semplice.

Per questo motivo, spesso, mi piace scrivere qualcosa quando sono nel pieno della difficoltà, quando la tensione è massima, quando ancora non si conosce l'esito della "battaglia", quando lo "stress" e lo sforzo sono al massimo; come ora!

In questi momenti, la mente è attenta, il piacere usato per rendere al massimo la funzione; è uno stato con cui convivo spesso: bisogna tenere la "chimica cerebrale" entro una soglia di guardia, sopra la quale la mente entra in blocco, come volesse auto cautelarsi.

C'e' un livello, invece, dove sembra che questa possa tenere in controllo una quasi infinita possibilità di opzioni, di strade, una quasi infinita possibilità d'informazioni, sembra come rimanere in una tensione, apparentemente insopportabile ma, dove ad un certo punto, in un certo indeterminato momento... PAFF!!

Come se ad un tratto "il Maestro", "l'Anima", vedesse la strada, ad un tratto il miracolo si possa compiere: ogni cosa, ogni piccolo ed insignificante dettaglio prende il giusto posto e quel caos ingovernabile, proprio sotto al limite di quell'auto blocco chimico-cerebrale, diventa ordine, un altro traguardo si raggiunge, la mente guadagna un ulteriore stadio...

Già, ma ora sono un po' prima di quel "PAFF", quando il caos non è ancora divenuto ordine perfetto, quando ancora "il maestro" non si è rivelato, quando ancora la sconfitta è del tutto possibile.

E' come trovarsi a fronteggiare eserciti più forti in numero e risorse, tu sei lì, ormai la fuga non e' più possibile, così ti raccogli in te stesso a cercare la forza, fino nel nucleo, a svegliare "il Maestro" del tutto indifferente alle tue battaglie, Lui che è per essenza invincibile, immutabile; eppure per esistere nel fenomeno ha bisogno del suo servo "stupido", non evoluto.

Allora, come divertito, dal e nel sua eterno essere... PAFF!!! 

Mette ogni pensiero in riga, da la direzione perfetta, ti indica dove fare pulizia, quel Maestro sei tu, ora hai nelle mani la possibilità di essere invincibile, la possibilità del miracolo...

E' il momento più delicato e ne ho falliti molti nella vita... 

A volte per riprendersi, ci vogliono anni, a volte, non ci si riprende più...

Un attimo prima del "PAFF", un solo attimo prima, quando già conosci le possibili conseguenze della riuscita o del fallimento, quando ancora non sai!

L'attitudine alla fortuna è tutta qui...

Ricordo due o tre momenti di fallimento grave, in uno di questi, molti anni or sono: ero a Milano per avere due risposte, per avere la risposta a due cose importanti, decisive per la mia vita... Tutte e due furono inaspettatamente negative, avevo combattuto al massimo delle mie possibilità e avevo perso...

Come in tutte le occasioni di questo tipo, c'e' sempre "l'amico stupido" che ti cerca in modo ossessivo, magari perché ha avuto un piccolo incidente ed il perito gli ha riconosciuto qualche spicciolo di meno... O cose del genere... Tu sei nella battaglia per vivere o morire e ti chiamano, chiamano e si offendono (per fortuna) per sempre... Se non rispondi...

O viceversa, lo stesso, nell'attimo della vittoria; sono anch'essi previsti dal computer, dalla scacchiera, hanno fallito il gioco, sembrano come zombie alla ricerca di prede...
Ma questa è un'altra storia...


Così nell'attimo prima del PAFF, si gioca tutto, nell'attimo dell'attitudine alla fortuna, si può giocare col Maestro, si può adeguare e perfezionare se stessi...

È un attimo, un periodo complesso, complicato, stressante, subito sotto la soglia del blocco chimico-mentale, quando ancora non si conosce l'esito della battaglia, un attimo prima dello scontro, un attimo prima del momento della verità, un attimo prima del miracolo, un attimo prima della fortuna...

Poco prima dell'alba, se potrai essere lì a goderla, ovviamente!... Un attimo prima del "PAFF"!

domenica 11 settembre 2016

Meno male che c'è dio...

Aspettare che la forza vitale rimonti, a volte, non si può fare altro.

Ti accorgi che il nastro scorrevole ti ha fatto suo, ti accorgi che è stata sufficiente una distrazione che, proprio nel momento di massima spinta, qualcosa si è messo di traverso.

Ogni pensiero, ogni scritto, viene rielaborato, viene come "assimilato" alla macchina, più sembra di acquisire intelligenza e più si viene indirizzzati in piena "gioia" sul nastro scorrevole.

E' interessante vedere come siamo prodighi di giudizi e di idee, addirittura pensiamo di essere originali, unici.

Qualche tempo fa, ho ricevuto una recensione non buona sul mio "piccolo libro"; siamo talmente automi che preferiamo giudicare, invece che cercare di metterci in discussione; mi guardo intorno, mi siedo nei ristoranti, non vedo nessuno felice, eppure, si ha la soluzione per tutto, idee e consigli per ognuno e per ogni cosa, tranne su come risolvere la propria vita, renderla felice, invece che una latrina puzzolente.

Così anche chi vive in questo modo può recensire, può dare la propria opinione; la domanda è: "Chi la certifica? Chi certifica il critico? 

Credo che senza risultati, senza una vita felice, prima di una personale riuscita, le critiche come i suggerimenti siano come i consigli di un bambino ad un adulto, ad un saggio.

Un adulto, non può che provare, nella migliore delle ipotesi, tenerezza... Ogni tanto è ciò che provo ma, più che tenerezza é tristezza...

Ormai l'essere umano é incanalato e ridotto a quel nastro scorrevole, meno male che c'e' dio così può demandare a lui anche l'inevitabile e la personale responsabilità di se stesso, così può percorrere tranquillo quel nastro, che non ha sorprese, che ha inizio e fine ben disegnate e ben previste!

...

Eppure, l'essere umano ha visto epoche in cui godeva il paradiso, in cui l'unico Dio era l'essere di cui era consapevole.

È tanto tempo che non sento quel calore, quella forza, di quando passi accanto a qualcun altro, ad un Uomo ancora vivo... Si, non ci si sente mai soli però, ogni tanto, quel desiderio, quella voglia di "solletico caldo"; pancia a pancia... 

Tutto di noi è solo fenomeno: il nostro corpo, la nostra mente, la nostra coscienza, il nostro tempo... Ad un certo punto, il fenomeno smette di esistere, noi usciamo di scena, semplicemente, smettiamo di esistere...

Non credo all'eternità come concetto di tempo ma, se un'eternità possiamo toccare è in questa vita, in questa unica vita.

Chi ha spinto appena avanti le proprie conoscenze e la propria coscienza, sa che non esiste un'altra vita dopo questa, sa che la coscienza, la nostra coscienza si fermerà qui, insieme a ciò che reputiamo le nostre ricchezze materiali, insieme alle nostre sicurezze...

Questo è l'unico conforto, la macchina ha comunque gia' perso, la coscienza ci è data per uno scopo; lo scopo è la possibilità del gioco, la possibilità di vincerlo.
Nell'ordine delle cose non c'e' stress né problema: ogni cosa, ogni universo, pulsa, va e torna, in un movimento senza fine.

Cosicché la pulsazione mette in vibrazione ogni materia e ciò che vibra è musica.

La nostra vita é un viaggio a ritroso verso quella musica che chiamiamo conoscenza, quando la scopriamo, ci rendiamo conto di averla sempre saputa, sempre ascoltata: musica, la vita é tutta qui.

La nostra Anima vibra, suona musica e le sue note vibrano e pulsano in ogni universo, senza fine. 

Se volessimo relegare questo alla nostra mente, ai nostri desideri o volontà, sarebbe come relegare Dio al nostro infantilismo.

Meno male che c'è dio...   

Meno male che ogni tanto qualche Uomo ancora passi di qua, cosicché Dio invece di doverlo salvare, possa goderlo, possa ascoltarne l'originale musica e nel fare questo possa esclamare: "Cazzo ho fatto proprio un bel lavoro!" e in quell'attimo il piccolo insignificante Uomo diviene luce, diviene eterno, Dio si è accorto di lui, lo ha goduto, non salvato. :) 



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