mercoledì 28 dicembre 2016

Auguri 2017... Che l'azione sia con voi!



Ho sempre scritto su questo blog per naturale ed esclusivo piacere personale.

Ogni piacere della vita, inizia, raggiunge un pieno e si esaurisce...

E' stato molto bello e gradevole per me, condividere il mio semplice modo di vivere, il mio naturale modo di essere e di azione.

Il nuovo anno sara' un grande ed impegnativo periodo; la vita scorre ormai piena, il tempo dei progetti e' concluso, mi avvio in modo dolce verso il tempo del maggior piacere, nella fase che avvicina alla conclusione della vita, verso il rientro...

Non pubblicherò nuovi articoli, comunque, questo blog rimarrà attivo, con i post presenti, per le informazioni sui corsi, sulle attività che portero' avanti e per le notizie sulle nuove pubblicazioni: per il 2017 sono in programma corsi a Tenerife e in Nuova Zelanda, consulenze individuali in Italia e la pubblicazione di due nuovi libri.

Per cui questo e' solo un arrivederci!

Uno come quello che due fidati amici si scambiano guardandosi negli occhi, mentre si stringono la mano.

Auguri affinché il 2017 sia l'anno migliore della vostra vita, almeno fin qui e...

Che la forza, anzi, che l'Azione sia con voi!

giovedì 8 dicembre 2016

Un'ultima volta... Caro Babbo Natale

Si crede sempre, in qualcosa...

Quasi sempre si crede in qualcosa più grande di noi, quasi sempre si finisce per sentirsi inadeguati, a volte, persino ad aver paura.

Si crede in qualcosa perché se ne ha un vantaggio: regali, amore, salvezza, benessere, vita eterna.

Ogni volta che si crede in qualcosa, per divenire di più si paga lo "scotto", la delusione, tristezza e sofferenza.

C'era un tempo, in cui credevo in babbo natale, eppure, ricordo con più intensità e delusione quel momento in cui, in un solo istante scoprii e capii che non esisteva.

Mi sentivo frustrato, quasi stupido, per avervi creduto tutto quel tempo.

Capii i sacrifici dei miei genitori per farmeli trovare e credere che quei regali, acquistati con fatica e molte difficoltà, li avesse portati babbo natale, eppure, la delusione della scoperta, superava di gran lunga l'apprezzamento per mio padre e mia madre.

Poi crescendo, ho creduto e smesso poi di credere in tante idee, in tanti modelli: amicizia, amore, famiglia, vita eterna, dio...

Ogni volta, al momento della scoperta, quello stesso dolore, quella stessa delusione; quell'ultima volta, quell'ultimo momento in cui, in qualche modo, lasciavo un me stesso, in cui in qualche modo, ero divenuto un'altra persona.

C'è sempre una prima volta e soprattutto, c'è un'ultima volta.

Ogni istante, racchiude in se, tale potenzialità;
in ogni istante è possibile tale accadimento;
ogni istante può essere rivelazione di quella prima o ultima volta.

Spesso vedo genitori cercare di rivivere quelle loro infantili emozioni, mai davvero superate, attraverso i figli o i nipoti.
Sacrificano una stupefacente potenzialità per puro egoismo negativo.

Ogni anno, da moltissimi anni ormai, quando arrivano le festività, percepisco un enorme peso, un enorme bruttura, mascherata da sorrisi.

L'aria è come diventasse gelatina, in cui difficilmente si respira, si cammina.

... Poi nel tempo, via via, smisi di credere...

Alle tante cose che mi avevano insegnato, piano piano, non mi erano più sufficienti, non mi bastavano più, erano diventate piccole e stridenti idee; 
la mente, l'Anima aveva bisogno di altro, aveva bisogno di qualcosa "di più", di qualcosa che non fosse solo "vero", ma che fosse reale.

Ogni individuo che accade, ha o dovrebbe avere questo dovere con se stesso,
a ognuno di noi è data la possibilità di dare un senso alla propria vita e/o di trovarlo...

A qualcuno è sufficiente un qualche credenza: babbo natale, l'amore, la famiglia, un modello, un dio, ecc.

Poi esistono persone alle quali serve di più, sono persone disposte a pagare il prezzo di tutte quelle ultime volte in cui hanno smesso di credere in qualcosa, perché hanno capito, che semplicemente non erano reali.

Sono persone che trascorrono la loro vita in modo solitario, possono avere una o più famiglie o nessuna, possono avere dei figli o sceglierne qualcuno come proprio.

A volte, aprono il loro mondo a chi decidono, per proprio esclusivo piacere e Amore.

Certamente, non si preoccupano di essere capiti; hanno un unico semplice scopo: far intravedere una strada funzionale.

In ogni "ultima volta", in ogni "quel preciso momento", si è soli e ogni attimo racchiude in se tale forza e potenzialità.

Oggi è un giorno triste per me, ho ingannato ancora mio figlio, ho scelto per lui la via facile, quella delle credenze, quella in cui si demanda ad altri la responsabilità di se stessi.

Sconto il peso della resa, capisco che un padre da solo, non può molto, malgrado possa Amare di quell'Amore capace, ad un certo momento deve lasciar andare...
Deve pagare quel prezzo (alto) dell'ultima volta, deve prendere il suo cuore tra le mani...

Arriva quell'ultimo momento in cui non può che smettere di combattere, in cui deve rimettere i suoi passi verso casa...

Eppure, tanto tempo fa, credevo in babbo natale, nel bene e nel male, negli amici, nell'amore, in dio e in tante altre cose... 

Poi, ultima volta dopo ultima volta...

Quando ognuna di quelle credenze non erano più sufficienti, ultima volta dopo ultima volta, quando l'Anima voleva di più...

Rinascere diversi, ogni istante...

Oggi e' un'ultima volta... Ora, è un'ultima volta...

sabato 26 novembre 2016

Il fermo non è previsto... Si accarezza il cuore, lungo la corsa. Poi il cuore sostiene la corsa...

...
Quando ero ragazzo, immaginavo, credevo che ogni cosa sarebbe andata...

Pensavo che qualcuno si sarebbe sempre preoccupato e occupato di me...

La mia educazione così mi aveva insegnato e con questa ero cresciuto.

Potevo perpetrare il sommo inganno, giustificato, perché così, in fondo mi avevano insegnato.

Ora, da poter essere "ricattato", potevo ricattare... Chii?

Beh! Mia madre, mio padre e poi volendo, tutto il mondo, così almeno credevo; di questo avevo assoluta consapevolezza.

Oggi, guardo il mondo, guardo i giovani, guardo le madri, i padri, il mondo e vedo ancora questo; negli altri, nei giovani, nelle madri, nei padri... Ripetizione infinita.

Però, ho avuto un grande padre, da qualche parte, in qualche modo, capì...

Sentiva che in qualche luogo c'era la via, c'era una strada diversa da quella che tutti avevano percorso, diversa da quella che anche lui era stato costretto a percorrere.

Così si era piegato ad una vita che non gli era mai appartenuta ma, gli avevano insegnato così...

Aveva un'anima così forte, persino da mettere in discussione una mente tanto razionale...

Da qualche parte, in qualche luogo, sapeva; il problema era solo quello di trovare quel luogo, quel tempo...

Ma lui era razionale, aveva sconfinato amore per qui figli; troppo presto avuti, arrivati così per ripetere l'eterno copione ma, lui scelse di rompere la catena e la ruppe...

... Ogni tanto, passano per il nostro mondo, cavalieri solitari, invincibili eterne anime,
chi li sa riconoscere, li chiama Saggi... Ogni tanto, passano...

...

C'e' uno strano "meme" nell'uomo; quello che ti fa sentire responsabile per i figli e più questi non sono stati il frutto della naturale e personale evoluzione, più "il senso di colpa" sembra aumentare.

Ero totalmente impreparato, totalmente asservito al complesso e alla macchina, stupido, destinato, predestinato al nulla, pieno d'inutile ego... Ma avevo un padre leone nello spirito, sempre vissuto negli schemi ma, mai domato realmente...

Questa fu la mia fortuna, questo fu il mio destino...

Lui, da qualche parte sapeva, da qualche parte...

Era chiaro, ovvio che non avrei potuto stravolgere ciò che ormai ero ma, l'importante sarebbe stato, avere una possibilità, una, una sola e lui me la diede...

Questo, in fondo, è il più alto piacere di un padre...

Nessun padre sarebbe potuto essere migliore di lui per me...

Lui aveva avuto l'intelligenza di riconoscere uno di quei Saggi che ogni tanto passano, aveva avuto la capacità di... 

Io non l'avevo, eppure, mio padre me la diede... Fu uno dei miei giorni più brutti e difficili e così fu pure per mio lui.

Mentre tornavamo verso casa... Ma lui era un leone.

Si può uccidere un leone, eppure, un leone rimane leone... Sempre!

...

Ogni tanto, è come se l'esistenza generasse, in modo provvidenziale, un leader, un "genio". Un Saggio depositario del potere, il potere del seme.

Abbiamo infiniti tranelli, infiniti falsi miti in cui non cadere; nessuno c'insegna come fare; ogni generazione insegna alla successiva ciò che aveva inizialmente avversato, combattuto, ogni giovane conosce questo... 

Poi ci sono i leoni, io sono figlio di uno di questi...


"Luna e mare" 
Ero convinto di vedere il mondo, quasi di "comandarlo", invece, il mondo iniziava dietro quell'invisibile vetro...

Nessuno avrebbe potuto aprire quella finestra, oltre me...

... Era un leone perché non nascondeva le sue debolezza, non temeva di mostrare le sue paure; perché non nascondeva i suoi limiti...

Era un uomo senza paura delle sue paure, consapevolmente le guardava, a volte fuggiva, altre volte no...

Rari sono i figli ad avere una tale fortuna; la fortuna di avere padri di tale coraggio, quel coraggio di mostrarsi per come e per ciò che si è.

Ero lì, dall'altra parte di quel vetro...

Lui, consapevole di non poter aprire quella porta, si prese il rischio, l'onere e l'onore, di provare a farla aprire a chi di quella porta, non interessava nulla.

Eppure, in qualche modo, lo toccò, ne venne toccato e quella porta fu aperta...

Quel vetro invisibile separava ogni cosa conosciuta, ogni cosa reale da ogni cosa vera...

Il velo di maya era caduto...

Era un leone, ancora lo è... Un leone è per sempre...

Ci sono i leoni, ci sono i Saggi, ci sono i vincenti, ci sono i perdenti e c'e' chi parla dei perdenti...

Non ho mai visto un leone arrendersi, né un Saggio perdere...



Il fermo non è previsto... Si accarezza il cuore, lungo la corsa. Poi il cuore sostiene la corsa...

sabato 19 novembre 2016

Ambiente


Cos'è l'ambiente?


Come influisce su di noi o come influiamo su di lui?

Noi facciamo l'ambiente o l'ambiente fa noi?

Consapevolezza...

Spazio d'azione o sicuro e corroborante rifugio?

Spazio/luogo di salute, casa privilegiata, luogo dove poter Essere.

Senza l'ambiente, senza spazio fisico, l'esistenza non avrebbe senso.

Il nostro spazio: corpo, luogo-casa, campo eterico, spazio protetto e spazio-tempo.

Questo è il nostro ambiente, appena ne veniamo distratti, ogni "sventura" diviene possibile: distonie, sfortune, paure, malattie, insomma tutto il versante dove la macchina ha la sua casa.

Avere salvo l'ambiente, il nostro, vuol dire tenere in salvo il nostro essere!

Noi facciamo l'ambiente, perché per farlo, dobbiamo avere una certa sanità di base, dobbiamo coordinare l'ambiente ai nostri sensi basici, per cui: estetica (luci, colori, fiori o ciò che vitalmente esalta il bello, proporzioni funzionali), profumi, musica e tatto (sia esso visivo che fisico).

Ogni cosa deve fare ordine; non significa ordinato nel comune senso conosciuto.

Questo è sufficiente, già con questi pochi elementi; l'ambiente, poi, fa noi!

Nessuna intelligenza può o riesce a vivere senza un appropriato ambiente, l'ambiente fa anche per lo sprovveduto passante che si ritrova lì, ignaro.

Eppure l'ambiente, seppur a sua insaputa, lo cambia.

Poi esiste uno spazio eterico, esso è casa e base per l'ambiente esteso (spazio-tempo), questo è un luogo a disposizione, utilizzabile come ampliamento del proprio piacere, come finestra di conoscenza del passato o del futuro, inoltre, è possibile utilizzarlo come spazio di protezione.

Possiamo usarlo per persone a noi care, come coperta avvolgente.

Chi decidiamo di portare in questo spazio, può godere di molti benefici; possono essere in senso di ciò che viene definita fortuna, possono essere in termini di salute o di semplice capacità energetica o intellettiva.

Il nostro ambiente è come un orchestra e noi ne siamo il direttore, mille dettagli, armonia perfetta, luoghi privilegiati... Per chi sa leggerli ed anche per chi li ignora, per chi, non solo non sa costruirli/crearli, ma vederli o sentirli.

Proporzioni indovinate a funzione Umana, musica creativa, spazio d'azione, luogo di espansione dello stato di grazia...

Noi abbiamo l'ambiente, il nostro luogo spazio/vita da curare e organizzare; in questo modo facendo il luogo, diamo modo al luogo di fare noi, diamo modo a noi di poter estendere il nostro spazio azione.



Abbiamo la possibilità di dare una direzione al nostro futuro, di interagire con lui, deciderlo, cambiarlo...

Nell'ambiente decidiamo la nostra vita, spazio libero, zona rotonda, franca, dove il potere della vita sembra quasi essere nelle nostre mani, possiamo visionare ogni persona, ogni dinamica a noi afferente; così da poter amare, rifiutare o annullare secondo il nostro piacere, intelletto e intelligenza. 

...E' tutto qui?

A questo non posso dare una risposta; come ogni cosa, noi possiamo raccontare fin dove siamo, fin dove vediamo; noi capiamo fin dove siamo divenuti, oltre non è possibile...

Nel nostro luogo, abbiamo la possibilità di muoverci nello spazio/tempo, abbiamo la possibilità di questo gioco, possiamo entrare nella fenomenologia per darle un senso, il fenomeno da senso al noumeno.

Semplice gioco dell'uno, che finge il problema...

In fondo noi, dobbiamo solo risolvere la nostra piccola individualità, nulla per l'Essere, tutto per noi.


... E poi, squilla il telefono, mio padre? Oggi mi è venuto a trovare per pranzo, già mi telefona? È appena andato via, possibile?

..."Pronto! Che succede?"... 
"Se apri il cancello vado via!"... :) :) 
... "Ah, già, mi ero dimenticato!"

Così una buona risata, mi richiama qui; dove ogni azioni o non azione ha un peso,
dove possiamo viaggiare, senza preoccuparci del tempo ma, avendone cura e Amore...

Apro il cancello, sorrido... Finalmente libero di poter Amare chi scelgo, libero di poter dare ambiente a chi decido...

Ambiente... Dove inizia l'essere invincibili...

mercoledì 16 novembre 2016

Q.B.

"Io"... Quando ci rapportiamo a noi stessi, quando cerchiamo l'ultimo punto di coscienza di noi...

Chi siamo? Chi sono "io"? Cosa vuol dire?


Anche per pensare al "me" più profondo, mi servo di parole, immagini; racconto a me stesso qualcosa, quando cerco l'essenza di me stesso, ho bisogno, comunque, di un pensiero.


Chi sono? Sono il mio braccio, i miei capelli, le mie cellule, i miei pensieri o cosa?


La mia mente?


E se la mia coscienza, il mio auto percepirmi fosse semplicemente uno schema? Una prigione?


Può la semplice ed elementare mia coscienza fare il salto, può liberarsi e passare dall'esistere all'Essere?


Credo che la funzione ultima, la prioritaria, dell'intelligenza sia questa,

credo sia quella di compiere o cercare di compiere il percorso... 

Cos'è il piacere se non uno stato della mente, ma quale tipo di mente?


Percepiamo, tocchiamo: cose, orizzonti fuori e molto distanti da noi...

Possiamo distendere lo sguardo per chilometri, fino alle stelle,
come se le toccassimo, senza muoverci;

possiamo sentire gli odori, anche psichici;


possiamo vedere cose che debbono ancora avvenire, spingendoci nel futuro;


possiamo interagire con il futuro, sceglierlo e cambiarlo...


Quando "tocchiamo", pensiamo, guardiamo, odoriamo o facciamo contatto, portiamo l'oggetto dentro di noi, noi diventiamo l'oggetto.


Così come l'acqua prende la forma del contenitore, noi prendiamo la forma della nostra "coscienza", (dei nostri pensieri ed emozioni); divenendone, allo stesso tempo, schiavi.


Per lo più, la nostra mente non ci aiuta; siamo talmente stereotipati da non vedere neanche più l'ovvio!



È stato un mese interessante, ho camminato spalla a spalla con la rabbia e l'aggressività peggiore, quella massima possibile, l'ho guardata negli occhi, ho accettato l'idea di poter perdere e che bisogna comunque insistere Q.B.

Qual'è la misura corretta? Quando dire basta?


Ci meritiamo ciò che abbiamo, ciò che cerchiamo, ciò che, in qualche modo, vogliamo.

Spesso capita, che ciò che abbiamo scelto non produca risultati concreti, eppure, continuiamo in una sorta di scelta fideistica.
Seguiamo il gruppo, il branco... Come se il gruppo potesse confortare e dare valore alle nostre scelte, a noi stessi.

A volte abbiamo la fortuna o la bravura d'intercettare qualcuno capace di darci una spinta, capace di farci fare un salto, eppure, quasi sempre non riusciamo ad essere all'altezza del nuovo e più grande "io", così la vecchia struttura ormai rigida e fissa, rimonta, si è impossibilitati ad essere all'altezza del nuovo e più funzionale "io".

Spesso, si arriva a vedere, a vivere quel leader come nemico, ci si rivolta contro di lui: il complesso salvaguardia se stesso.


Il Leader prosegue la sua strada, apporta i correttivi a maggior vantaggio; non ha scelta: quanto è giusto insistere?


Qual'è la misura corretta? Q.B.


Qualche giorno fa, ho scritto queste poche righe perché stavo combattendo una battaglia, che sto ancora combattendo, con la consapevolezza che, comunque vada, probabilmente sarà inutile. 


Allora le domande sono: Quanto insistere?

Quanto combattere?
Quanto rimanere fermi senza indietreggiare?
Quanto sottoporre a stress la propria mente, il proprio corpo?

Quanto...?


Ho solo una risposta: q.b.


Quanto basta!


Domani inizia una nuova sfida per me, un ulteriore nuova sfida... 


Superato il mezzo secolo, ancora una volta, di nuovo in gioco; 

quando parlo e ascolto gli altri, sento frasi e affermazioni tipo: "Ho già dato. No, non sono il tipo. Non fa per me. Non mi piace. Non sono capace. Non mi va."

Non ho mai avuto questa possibilità io, non ho mai potuto fare tali affermazioni ma, ho dovuto insistere, forzare, trovare la strada e se non c'era, costruirla!


Non ho mai chiesto aiuto a nessuno, mai sceso a compromessi, ho pagato ogni centimetro di libertà a caro (e giusto) prezzo.


Non sono scappato, non mi sono nascosto dietro alibi, o facili giustificazioni.


In certe notti restavo insonne, atterrito dalla paura; eppure, quando il sole spuntava o ancor prima, mi alzavo e affrontavo ciò che dovevo.


Ostacoli immensi, ai miei occhi invalicabili, eppure, ero lì ad affrontarli.


Ho messo in gioco tutto molte volte, vincendo spesso, perdendo anche...


Certo che ho vissuto una vita diversa, ma la fortuna non centra nulla e neanche il destino.


Non ho mai calcolato la fatica o l'impegno ma, solo il progetto e l'obiettivo.


Persone così è chiaro che vivano in modo diverso; hanno vite diverse, per il mondo sono "strani" ed è giusto sia così.


Q.B.


Solo q.b., il resto è semplice fuffa...


Quanto basta, con la consapevolezza che, a volte, potrebbe non bastare mai... A volte, non basta mai!


venerdì 28 ottobre 2016

5/7 minuti

Ci sono cose, esperienze, emozioni, scelte che riteniamo belle, per le quali ci faremmo persino immolare; è bello, e' così e basta!

Quasi sempre si conduce una vita (l'unica che abbiamo) di merda, eppure, perseguiamo i nostri obiettivi, seguiamo ciò che va fatto, modelli; alla resa dei conti, la vita non funziona e malgrado ciò, continuiamo con la stessa "strategia".


La macchina, i complessi, non danno alternativa, fino all'ultimo giorno, all'ultimo istante della nostra vita, in quel momento, avviene la dannazione eterna, quando si capisce che tutto è stato sbagliato, che tutto è stato sprecato ma, non c'e' più tempo, la vita è finita, per sempre!



È la prima volta che utilizzo la fotografia di una galleria, lo chiamano "percorso meccanizzato", si trova a Spoleto; è bello, colorato, tecnologico, luminoso, se ne viene quasi attratti... 


Eppure è un tunnel, percorso obbligato, senza luce del Sole, una galleria sotterranea; la mente, la macchina, "lo ama", l'Anima prova repulsione, paura, tradimento...


La stessa cosa che avviane ogni attimo, ogni giorno, ogni anno, ogni vita...



...Così, in Italia, arriva il periodo estivo, arriva luglio e agosto, arrivano le domande: "Quando  vai in ferie? Dove vai in vacanza? Cosa fai quest'anno?" e così via...


Provo tanta tenerezza, nostalgia dell'Umano; ascolto il mio respiro e il sangue che corre nelle vene, poi, un altro respiro... Respiro...


A volte sento le lacrime condensarsi un po' prima di uscire ma, a cosa servirebbe; la macchina è macchina...



...Non vado in ferie, non vado in vacanza, quest'anno vivo, ogni giorno vivo, domani è venerdì 12 agosto, ho preso degli appuntamenti, ho piacere di farli, se fosse il mio ultimo giorno di vita, e' ciò che farei...


È una bella sera d'estate, ascolto musica e i suoni della della natura, solo, meravigliosamente solo, la mente può godere piacerei esclusivi a chi arriva, sempre però indivisa da tempo e spazio; l'Anima, invece, non conosce distanze, non conosce tempo...


Mi sembra tanto semplice, eppure, vedo ogni momento le persone a me "vicine" sbagliare; 
hanno la "capacità" di arrivare vicino e poi non riescono ad utilizzarmi, continuano in quella galleria, ritengono sia bella, si reputano "intelligenti e continuano a perdere...

Credono di essere "furbi", di essere "forti", potrei essere funzione per loro, solo per il fatto di essere venuti in contatto e non per la consulenza; in effetti, da questo punto di vista, la consulenza individuale e' più efficace...



Oggi ho utilizzato il mio tempo per lavorare un pò la terra, un pò in ufficio, un pò per coordinare le prossime azioni della società di Tenerife e molte altre cose, oltre ovviamente, al solito tempo libero della mente. Oggi tra i molti pensieri, ho dedicato 5/7 minuti a: ipermemoria (in Italia ci sono 8 casi conosciuti), Stefano e a C.


Cosa hanno in comune queste tre cose? Perché hanno catturato il mio interesse, in quei minuti?


Terrò per me le conclusioni circa il fenomeno dell'ipermemoria; Stefano, invece, lo accomuno a C.


C. è un ragazzo rumeno che si "arrangia" con molti lavori: idraulico, elettricista, giardiniere, muratore, ecc.

Stefano e' un pò più grande e fa il "manager" per una banca di consulenti finanziari.

Entrambi, per motivi diversi, avrebbero avuto la possibilità di fare un grande passo avanti, inteso come efficenza di vita.


Gli avevo accennato come poterlo fare, invece, hanno seguito i loro schemi, la loro galleria e così facendo, hanno guadagnato solo qualche denaro, invece, avrebbero potuto guadagnare efficenza, avrebbero potuto guadagnare universo di senso...


Ognuno a suo modo, ognuno per il proprio senso e per il proprio livello...


Continueranno a percorrere quella galleria, bella, luminosa, colorata...



... Dove vado in ferie?  :)

?... 




... Cosa ho fatto tutto il resto del tempo della giornata di oggi?

Beh, sono affari miei!!  :) 





lunedì 24 ottobre 2016

Aggressività: per ciò che vedo, per ciò che sono.

C'è una terra a nord, nella regione della Normandia;
terra bellissima per natura e nell'indifferenza di questa, ha visto guerre e conquiste.

Lì, nel distretto di Calvados, per la prima volta, Gilles de Gouberville nel 1554 distillò il sidro di mele.

È un distillato ricco nei sapori e negli aromi e più invecchia e più assume connotazioni simili ad un brandy, il suo colore diviene via via, più scuro e corposo, mentre i sentori del legno, delle piccole botti nelle quali è posto a riposare, divengono più pregnanti e maturi.

Oggi con la nomenclatura "fine" si trovano Calvados a partire da due anni d'invecchiamento, personalmente, continuo a preferire quelli intorno ai venti anni.

Chi mi conosce abbastanza, sa che mi rende felice quando trasforma un pensiero per me, in un cognac, in rum, in un vino rosso, in un sigaro, in un calvados o in un ottimo whiskey (magari irlandese).

C'è un'antica e profonda arte, in un distillato o nella capacità di piegare e arrotolare a mano delle perfette foglie di tabacco maturate al sole, in quelle terre dove la natura è ancora sana.

Già, il Sole è l'elemento comune, un Uomo riesce a percepire l'essenza: il sapore del mare, del sole, della terra e delle mani esperte; si concentrano, come fosse possibile mangiarli, metabolizzarli, mentre, al contempo, si gode la capacità del fare riuscito.

Il Calvados mi rimanda ad una potenzialità possibile, chi gode nel mentre ancora è impegnato nell'azione, mi da energia, voglia di fare, ancora di più.

Già, ma l'aggressività cosa centra?

Centra perché è un elemento buono, positivo ma come i distillati o il tabacco, deve essere piacere, deve essere "mezzo funzionale".

C'è, invece, un uso dell'aggressività come riscatto (impossibile) dalle frustrazioni, come falsa rivincita di una vita non goduta, quasi mancata.

Questo spesso vedo e soprattutto, lo noto in certe donne.

Donne che avrebbero potuto avere tutto dalla vita, per natura e per potenziale, invece, non hanno saputo avere quello scatto.

Donne, quasi sempre, anche molto belle, ma che hanno finito per scegliere uomini mediocri, che hanno finito per scegliere quel copione di vita imposto: da famiglia, da società; alibi non sufficiente a metterle in salvo.

Hanno scelto uomini, hanno scelto vite "di comodo"; avrebbero potuto avere ogni cosa e soprattutto l'intelligenza, invece...

Ogni cosa vibra, pulsa, in quell'eterno movimento dove tutto è fermo, dove tutto non ha bisogno di nulla per già essere.


Quando si "cade" nell'aggressività (da adulti), in qualche modo, qualche "inferiore", qualche frustrato di turno, ha fatto breccia, ha avuto il suo "momento di gloria".

Ho  notato che, a questo livello, le persone scatenanti aggressività, vivono (comunque) male, sia abbiano la loro casa sporca e angusta (questa è la casistica principale), sia siano apparentemente realizzati (realizzati socialmente) e quindi con migliore apparente oggettualità.

Come può una Donna intelligente, magari con qualche rimpianto o un Uomo, stare sempre fuori questo tipo di aggressività?

1) L'aggressività non si combatte, ovviamente,
2) Fare con la terra, ad esempio, si possono raccogliere le olive (questo è periodo), 
3) Fare ciò che è ancora possibile fare...

Qualche giorno fa, ero in una di quelle inutili riunioni di genitori, quelle dove emerge con maggior forza ed evidenza "la macchina".

Non ho la più pallida idea di cosa si sia detto, invece, ho ancora chiara quella profonda tristezza, quel sentimento d'impotenza nel guardare i disegni dei bambini di prima elementare, appesi alla parete; tutti uguali, tutti raffiguranti colorate e "belle" ragnatele.

Un Uomo, per sua natura, non può, non riesce ad arrendersi, eppure, qualche lacrima mi è scappata, non ho potuto trattenerla, del resto, in quella classe c'è anche mio figlio.

Ero lì seduto, proprio dove lui deve andare a scuola, proprio dove non avrei voluto che fosse stato mai seduto.

Aggressività!

Madri frustrate, maestre non maestre, uomini non felici e così generazione dopo generazione.

Però, certi Uomini, sanno, Certi Uomini Possono, Certi Uomini guardano ogni cosa e imparano, imparano fino a quel giorno in cui tutto diviene chiaro, quel giorno in cui ogni cosa è piacere, dove l'aggressività e semplice stimolo a divenire ancora più ricchi (mi riferisco al denaro), dove la vita è solo e semplice piacere.

Dove la vita è solo semplice libertà, dove si è liberi solo di sbagliare... 

Ma, ogni giorno, il miracolo si rinnova, ogni giorno tutto ciò che si è sbagliato può smettere di contare, ogni giorno, ogni giorno...

Nessuno può battere un Uomo che controlla e conosce l'aggressività, nessuno può battere un Uomo che ama calvados, sigari e rum... 

E poi oggi è una fantastica giornata di sole, nessuna migliore per raccogliere olive. 

L'odore dell'olio nuovo nell'aria, misto a quello dei piccoli/grandi falò accesi per bruciare rami e foglie, il sapore della libertà, quella che pochi hanno la capacità ed il coraggio di pagare, non ha eguali, appena lì, in quello spazio, in quel luogo, dove l'aggressività semplicemente non può entrare, dove, semplicemente, non è prevista!  :)

domenica 16 ottobre 2016

Certe notti... Musica!

Ci sono notti in cui cerco un motivo, un motivo per ancora continuare a vivere.

Abbiamo vite così lunghe che rischiamo di annoiarci.

Ogni piacere ha un suo tempo, ogni tempo ha una sua naturale fine.

Quand'ero giovane, avrei voluto cambiare il mondo, oggi, ho capito che il mondo è bello e giusto così. Ho fatto molto, combattuto, vinto, perso, amato... 

Ogni cosa abbia desiderato, raggiunta, perché allora, continuare a combattere, a battersi?

Ogni mattina mi sveglio, mi alzo ed ogni cosa è cambiata, mi godo l'attimo: un abbraccio di mio figlio, ascolto le voci di chi scelgo ogni giorno di amare e ancor prima di svegliarmi, abbraccio il mio amore di sempre...

Lei è l'unica cosa che vorrei portare con me, eppure, credo che non sarà possibile...

Ogni giorno ci sono persone che pubblicizzano la morte di questa o quella persona, su Fb, sui giornali, alla radio; insomma, con ogni mezzo disponibile.

Persone che per lo più hanno vissuto troppo, personaggi più o meno famosi che molti si affrettano a salutare con dispiacere, come li avessero davvero conosciuti.

... Come pensassero: "Se muoiono loro è normale muoia anch'io". :) 

La morte è un attimo che dura per sempre, come la vita, nell'eterna pulsazione, dove persino lo scopo, non ha senso.

Viviamo, esistiamo in questi tempi...

Ogni cosa, ogni stimolo ci porta fuori noi stessi, così trascorre la vita, poi un giorno, improvvisamente vecchi e senza più "altre occasioni" guardiamo con malinconia ai tempi andati, guardiamo i giovani invidiandoli, invidiando il loro tempo...

Vuoto a vuoto.

... Cosa mi tiene ancora qui?

Cosa mi piacerebbe ancora fare?

Mio figlio ormai ha quasi sette anni e comincia a capire la relatività della famiglia, ho avuto la possibilità di chiudere il cerchio della mia vita, non credo di aver lasciato niente d'incompiuto e sto incominciando a ripetere cose già fatte...

Così qualche notte, il desiderio di uscire dal gioco è forte...

Forse mi piacerebbe produrre del buon vino, in una terra vicino al mare, 
forse mi piacerebbe giocare ancora con qualche amico o camminare a piedi scalzi in riva al mare.

Guardare un'altra alba e sentirne il suo odore, mi piacerebbe l'emozione della prima volta...

La mia vita non è stata certo semplice o facile, ma quale vita lo è?

Di certo non siamo liberi, gli esseri umani non lo sono, abbiamo un progetto, abbiamo uno scopo ed il fatto di non conoscerlo o di non esserne coscienti, non cambia ciò che è.

Guardo il mondo, ora che capisco o meglio come mi diceva il "Maestro" ...di ciò che ti sembra di capire.


Arriva un giorno in cui si è pronti, in cui si è fatto tutto ciò che si poteva, in cui il progetto è compiuto (modesto o importante che sia)... 

Si vive di piccoli/grandi miracoli, ogni cosa comunemente considerata straordinaria, diventa norma, ogni cosa diventa piacere, puro e semplice godimento.

Spesso debbo ricordare alla mia mente ogni cosa; essa tende ad assopirsi, la macchina cancella ed annulla la punta vergine, lo spazio libero...

Non esiste lotta tra bene e male, non esiste lotta; ciò che percepisco è solo vibrazione, pulsazione; musica, semplice musica, niente più.

I giovani sono solo campo per vecchi che non hanno mai vissuto.

I giovani non hanno bisogno di parole o insegnamenti ma, solo di esempi: di riuscita (non in senso sociale), di vincita, di senso della vita.

I giovani hanno ancora quella forza vergine refrattaria alle parole... 

Piacere di vedere, di capire, di Essere...

Ricordo ogni giorno alla mia mente, nel mentre godo il piacere, certe notti cerco ancora un motivo per restare, 

certe notti... 

Sono passato in questo mondo e mi è piaciuto...


Ma solo da un certo punto in poi... Lì dove ho iniziato a sentire, ad ascoltare Musica!


mercoledì 21 settembre 2016

Attitudine alla fortuna, ovvero, un attimo prima del "PAFF"!

La mente tende ad esaltarsi e a dimenticare i momenti difficili dopo un successo, quando tutto va bene e si ha la sensazione che tutto sia semplice.

Per questo motivo, spesso, mi piace scrivere qualcosa quando sono nel pieno della difficoltà, quando la tensione è massima, quando ancora non si conosce l'esito della "battaglia", quando lo "stress" e lo sforzo sono al massimo; come ora!

In questi momenti, la mente è attenta, il piacere usato per rendere al massimo la funzione; è uno stato con cui convivo spesso: bisogna tenere la "chimica cerebrale" entro una soglia di guardia, sopra la quale la mente entra in blocco, come volesse auto cautelarsi.

C'e' un livello, invece, dove sembra che questa possa tenere in controllo una quasi infinita possibilità di opzioni, di strade, una quasi infinita possibilità d'informazioni, sembra come rimanere in una tensione, apparentemente insopportabile ma, dove ad un certo punto, in un certo indeterminato momento... PAFF!!

Come se ad un tratto "il Maestro", "l'Anima", vedesse la strada, ad un tratto il miracolo si possa compiere: ogni cosa, ogni piccolo ed insignificante dettaglio prende il giusto posto e quel caos ingovernabile, proprio sotto al limite di quell'auto blocco chimico-cerebrale, diventa ordine, un altro traguardo si raggiunge, la mente guadagna un ulteriore stadio...

Già, ma ora sono un po' prima di quel "PAFF", quando il caos non è ancora divenuto ordine perfetto, quando ancora "il maestro" non si è rivelato, quando ancora la sconfitta è del tutto possibile.

E' come trovarsi a fronteggiare eserciti più forti in numero e risorse, tu sei lì, ormai la fuga non e' più possibile, così ti raccogli in te stesso a cercare la forza, fino nel nucleo, a svegliare "il Maestro" del tutto indifferente alle tue battaglie, Lui che è per essenza invincibile, immutabile; eppure per esistere nel fenomeno ha bisogno del suo servo "stupido", non evoluto.

Allora, come divertito, dal e nel sua eterno essere... PAFF!!! 

Mette ogni pensiero in riga, da la direzione perfetta, ti indica dove fare pulizia, quel Maestro sei tu, ora hai nelle mani la possibilità di essere invincibile, la possibilità del miracolo...

E' il momento più delicato e ne ho falliti molti nella vita... 

A volte per riprendersi, ci vogliono anni, a volte, non ci si riprende più...

Un attimo prima del "PAFF", un solo attimo prima, quando già conosci le possibili conseguenze della riuscita o del fallimento, quando ancora non sai!

L'attitudine alla fortuna è tutta qui...

Ricordo due o tre momenti di fallimento grave, in uno di questi, molti anni or sono: ero a Milano per avere due risposte, per avere la risposta a due cose importanti, decisive per la mia vita... Tutte e due furono inaspettatamente negative, avevo combattuto al massimo delle mie possibilità e avevo perso...

Come in tutte le occasioni di questo tipo, c'e' sempre "l'amico stupido" che ti cerca in modo ossessivo, magari perché ha avuto un piccolo incidente ed il perito gli ha riconosciuto qualche spicciolo di meno... O cose del genere... Tu sei nella battaglia per vivere o morire e ti chiamano, chiamano e si offendono (per fortuna) per sempre... Se non rispondi...

O viceversa, lo stesso, nell'attimo della vittoria; sono anch'essi previsti dal computer, dalla scacchiera, hanno fallito il gioco, sembrano come zombie alla ricerca di prede...
Ma questa è un'altra storia...


Così nell'attimo prima del PAFF, si gioca tutto, nell'attimo dell'attitudine alla fortuna, si può giocare col Maestro, si può adeguare e perfezionare se stessi...

È un attimo, un periodo complesso, complicato, stressante, subito sotto la soglia del blocco chimico-mentale, quando ancora non si conosce l'esito della battaglia, un attimo prima dello scontro, un attimo prima del momento della verità, un attimo prima del miracolo, un attimo prima della fortuna...

Poco prima dell'alba, se potrai essere lì a goderla, ovviamente!... Un attimo prima del "PAFF"!

domenica 11 settembre 2016

Meno male che c'è dio...

Aspettare che la forza vitale rimonti, a volte, non si può fare altro.

Ti accorgi che il nastro scorrevole ti ha fatto suo, ti accorgi che è stata sufficiente una distrazione che, proprio nel momento di massima spinta, qualcosa si è messo di traverso.

Ogni pensiero, ogni scritto, viene rielaborato, viene come "assimilato" alla macchina, più sembra di acquisire intelligenza e più si viene indirizzzati in piena "gioia" sul nastro scorrevole.

E' interessante vedere come siamo prodighi di giudizi e di idee, addirittura pensiamo di essere originali, unici.

Qualche tempo fa, ho ricevuto una recensione non buona sul mio "piccolo libro"; siamo talmente automi che preferiamo giudicare, invece che cercare di metterci in discussione; mi guardo intorno, mi siedo nei ristoranti, non vedo nessuno felice, eppure, si ha la soluzione per tutto, idee e consigli per ognuno e per ogni cosa, tranne su come risolvere la propria vita, renderla felice, invece che una latrina puzzolente.

Così anche chi vive in questo modo può recensire, può dare la propria opinione; la domanda è: "Chi la certifica? Chi certifica il critico? 

Credo che senza risultati, senza una vita felice, prima di una personale riuscita, le critiche come i suggerimenti siano come i consigli di un bambino ad un adulto, ad un saggio.

Un adulto, non può che provare, nella migliore delle ipotesi, tenerezza... Ogni tanto è ciò che provo ma, più che tenerezza é tristezza...

Ormai l'essere umano é incanalato e ridotto a quel nastro scorrevole, meno male che c'e' dio così può demandare a lui anche l'inevitabile e la personale responsabilità di se stesso, così può percorrere tranquillo quel nastro, che non ha sorprese, che ha inizio e fine ben disegnate e ben previste!

...

Eppure, l'essere umano ha visto epoche in cui godeva il paradiso, in cui l'unico Dio era l'essere di cui era consapevole.

È tanto tempo che non sento quel calore, quella forza, di quando passi accanto a qualcun altro, ad un Uomo ancora vivo... Si, non ci si sente mai soli però, ogni tanto, quel desiderio, quella voglia di "solletico caldo"; pancia a pancia... 

Tutto di noi è solo fenomeno: il nostro corpo, la nostra mente, la nostra coscienza, il nostro tempo... Ad un certo punto, il fenomeno smette di esistere, noi usciamo di scena, semplicemente, smettiamo di esistere...

Non credo all'eternità come concetto di tempo ma, se un'eternità possiamo toccare è in questa vita, in questa unica vita.

Chi ha spinto appena avanti le proprie conoscenze e la propria coscienza, sa che non esiste un'altra vita dopo questa, sa che la coscienza, la nostra coscienza si fermerà qui, insieme a ciò che reputiamo le nostre ricchezze materiali, insieme alle nostre sicurezze...

Questo è l'unico conforto, la macchina ha comunque gia' perso, la coscienza ci è data per uno scopo; lo scopo è la possibilità del gioco, la possibilità di vincerlo.
Nell'ordine delle cose non c'e' stress né problema: ogni cosa, ogni universo, pulsa, va e torna, in un movimento senza fine.

Cosicché la pulsazione mette in vibrazione ogni materia e ciò che vibra è musica.

La nostra vita é un viaggio a ritroso verso quella musica che chiamiamo conoscenza, quando la scopriamo, ci rendiamo conto di averla sempre saputa, sempre ascoltata: musica, la vita é tutta qui.

La nostra Anima vibra, suona musica e le sue note vibrano e pulsano in ogni universo, senza fine. 

Se volessimo relegare questo alla nostra mente, ai nostri desideri o volontà, sarebbe come relegare Dio al nostro infantilismo.

Meno male che c'è dio...   

Meno male che ogni tanto qualche Uomo ancora passi di qua, cosicché Dio invece di doverlo salvare, possa goderlo, possa ascoltarne l'originale musica e nel fare questo possa esclamare: "Cazzo ho fatto proprio un bel lavoro!" e in quell'attimo il piccolo insignificante Uomo diviene luce, diviene eterno, Dio si è accorto di lui, lo ha goduto, non salvato. :) 



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