venerdì 27 marzo 2015

Materia oscura

... Si comincia a percepire come una sorta di distacco, i rumori divengono meno forti, i colori più tenui, le passioni rare...

Siamo perfetti, semplice fenomenologia, così l'infantile tentativo, con cui ci s'impegna solo con la mente, per afferrare, in qualche modo, un qualcosa che possa andare oltre, suscita tenerezza.

Così gli scienziati sembrano scoprire che nello spazio, c'e' più materia che vuoto, cercano di catturare "la materia Oscura" e tale ricerca della 
"prova concreta", regalerà il Nobel a colui o coloro che faranno fare questo ulteriore passo avanti, all'umanità.

Si, perché si ritiene che capire "da dove veniamo" e "dove andiamo" possa regalare un reale avanzamento.

Probabilmente, un giorno, non ci saranno più misteri o la gran parte di loro.

Forse un giorno, l'uomo scoprirà che non veniamo da nessuna parte o che tantomeno, andiamo da alcuna parte.
Scoprirà, che non è fondamentale capire da dove veniamo e che una volta scoperto tutto, avrà ancora la cosa più importante da scoprire e risolvere, se stesso.

Se l'Uomo non giungerà a se stesso, il reale avanzamento, non sarà che una vana chimera, un infantile tentativo, sarà come esplorare il mondo, senza conoscere o sapere dov'è la propria casa.

... Così, i più vitali, fanno tentativi, provano a cambiare qualcosa o tutto nella propria vita: casa, lavoro, amori, amicizie, ecc. 
I migliori cercano, senza resa, il proprio "posto nel mondo", motivano, spesso, la vita passata, le esperienze vissute, come errori o karma da scontare.

...Ormai, la loro voce sembra giungermi da lontano; mi chiedo cosa sia un errore o il karma, se non conosco l'obiettivo, se non conosco la mia casa, in base a quale criterio o ragione, giudico un errore o meno?
Dal fatto del mio benessere? Quando ritengo di percepire il corpo in "espansione"? Quando sono in "stato di grazia"? Nella "peak experience"? Quando la vita risponde con fatti concreti? Quando controllo il potere della vita? L'insieme di tutto questo?

Siamo arrivati al punto in cui abbiamo "bisogno" di questi segnali, di questa fenomenologia per sapere se siamo coincidenti a noi stessi, al nostro progetto.
Allora facciamo tentativi, errori o cose giuste, per me, ormai, è la medesima cosa.

Quando parlo con le persone, non per lavoro,  la mia testa formalizza immagini/pensieri, a volte anche prima di incontrarle, poi oltre i pensieri, ho sempre una percezione, che visualizzo come una strada e questa e' di due tipi: un tratto di strada, tipo vicolo cieco, chiuso o una strada ancora aperta...

Sono indifferenti le esperienze, molte o poche fatte, gli errori e tutto il resto, le buone intenzioni, i buoni sentimenti, i principi, le sane morali, tutto ciò che riteniamo corretto, ecc. ecc. Totalmente inutil, assolutamente inadeguati.

A volte, in entrambi i casi, provo a percorrerne qualche passo, parlando, con poche frasi, poche parole...
Quasi sempre, senza intenzionare...
La strada chiusa, il più delle volte, mi rimanda indietro, al punto di partenza, le strutture non permettono l'incontro.
Altre volte, può succedere come una danza, si riesce a fare qualche passo in quella via di cui non vedo la fine, arriva piacere, ti sorprende quasi, inatteso, insperato.

Piccole cose si coordinano: un emozione, un respiro, in quel breve istante sembra come aprirsi una finestra, attraverso la quale riesco a vedere.

Come se l'universo si piegasse, annullando le distanze, abolendo il tempo.

Ogni cosa che conosci, lì non serve, non puoi portarla, totalmente inutile.

Si può solo goderne, ci puoi solo camminare scalzo...


... Ogni cosa della vita sembra legarti, e più sono "alte" e nobili e più ti legano.

Più dicono di amarti, maggiori sono le pretese... Ti pretendono secondo i loro schemi; pretendono attenzioni, in esclusiva, come fossero piante parassite. 
Se  ci fosse qualcuno che tenesse a me, invece di domandargli: "Quanto mi ami?", gli chiederei di non amarmi; non amarmi per favore.

A me non serve, né lo chiedo, non lo voglio...

... Il distacco si comincia a sentire, i rumori e le parole faticano ad arrivare.

Ogni giorno entro nel gioco dell'arena a combattere/competere con persone più brave di me, ma in fondo, se pur spietato è pur sempre un gioco, e allora continuo a giocare, continuo ad entrare nell'arena, a battermi, a perdere, a combattere di nuovo...

Ho un unico vantaggio rispetto alla maggioranza: sono solo.

... Ci sono incontri che durano molto, altri poco, altri ancora non li ricordi proprio...

... Pressoché costantemente, si è sempre preoccupati per "qualcosa": per un trasloco, per un mobile rigato, per una scadenza, per un esame, per un lavoro, per qualche problema, per una malattia, per qualche paura...
Costantemente si vive sotto scacco, costantemente la nostra mente c'inganna, si prende gioco di noi, del nostro progetto, di questo nessuno sembra preoccuparsene... Così presi dalle inutili cose.

Presi da progetti che, nella maggior parte dei casi non si realizzeranno, così presi, da trascurare l'unico progetto per cui valga la pena combattere.

La mente ci manda immagini, e queste producono energia o viceversa, che vengono trasformate in chimica, così permettiamo a queste sostanze di giocarci, gli permettiamo di farci sentire bene o male e permettiamo a queste sensazioni di pilotare la nostra vita.

Creiamo il nostro karma, i nostri errori: recitiamo e crediamo nella recita, facciamo famiglia o non la facciamo, ci sentiamo in colpa o meno, come se ci fosse qualcuno costantemente a giudicarci, a preoccuparsi di noi; ancora non ho capito se siamo più stolti o più presuntuosi.

Viviamo una vita che non ci appartiene e ci meravigliamo che le cose non funzionino, che arrivino l'ansia, le fobie, le malattie e poi soprattutto, pretendiamo di essere felici!

Eppure siamo perfetti, siamo giganti mascherati da nani.

... Costantemente in esodo... Fuori scena... Consapevoli che un copione è solo un copione, che mai potrà rendere il reale... 

...Catturata la "materia Oscura", resterà da comprendere se stessi, resterà ancora il progetto da capire, forse, alla fine capiremo che non siamo liberi, se non nel conformarci al progetto, noi possiamo scegliere "liberamente" quale strada percorrere, quale quadro dipingere, quale musica suonare, come vivere, forse, un giorno potremo scegliere di cambiare progetto o magari in qualche remota era ci abbiamo provato o l'abbiamo fatto, ma probabilmente qualcosa è andata male.

Abbiamo guadagnato benessere, evoluzione, acqua calda, luoghi di villeggiatura e parchi giochi, abbiamo perso però la nostra casa, il punto di arrivo.

... Solo rumori di sottofondo, solo rumori, sempre più lontani, colori più tenui, c'e' un ordine preciso in questa apparente Babilonia... 

Mentre nutriamo i nostri figli di "uomo ragno e superman", ci lamentiamo dei politici, ci ciò che siamo diventati, tra una preoccupazione e l'altra, spesso per scaricarci, ci lamentiamo... 
Nel mentre ripercorriamo gli errori dei padri, li perpetuiamo, replica dopo replica, generazione dopo generazione, lo stesso copione...

Eppure quel seme, quel progetto è proprio qui, la lotta è solo apparente, importante esclusivamente per la nostra esistenza, per questo già vinta... Forse, anche un vincente si preoccupa di qualcosa, si preoccupa solo di questo!  :) 

domenica 15 marzo 2015

Preparandosi alla primavera

La mente può arrivare a capire semplicemente ed esclusivamente fino ai suoi limiti e per quanto possano questi essere espansi, avranno sempre limiti.
Ci sono uomini che hanno più sete, però...

Ci sono Persone a cui i commoventi filmati giapponesi, le religioni, la buona morale o i sani valori, non sono sufficienti,

non sono sufficienti a placare quella sete,
quella sete sembra essere smisurata, quasi senza fine...

Sono Uomini solitari, con compito difficile, innato...

Le esperienze in cui s'imbattono e che scelgono, belle o brutte, alla fine li lasciano indenni,
interessati costantemente ad altro, nel mentre godono la vita.

Le difficoltà, quando incontrano loro, sembrano aver paura, preoccuparsi quasi, di questi "Invincibili", sembrano,
a volte, poter quasi piegare il tempo e ogni tanto, lo fanno.

Costretti, per un po', in un corpo ed una mente che gli impogono i loro limiti... Per un po'...

C'e' musica intorno a noi, musica dentro di noi... Mi piace immaginare che tutto ciò che vediamo e soprattutto, ciò che non vediamo, sia il frutto di un grande e geniale concerto, nel quale la musica suona sempre, siamo figli della musica, tutto si muove e vibra, si espande e poi ritorna...

Mentre la musica non smette mai...

I colori sono vibrazioni, sono musica; così come il caldo o il freddo, il cielo e il mare...

Mi piace pensare che qualcuno o qualcosa abbia suonato quel concerto, che ogni cellula vibri e che si possa ascoltare... Alla fine è solo piacere, solo puro piacere...

L'unico piccolo particolare è che per ascoltare una tale musica, non è sufficiente il "normale" udito,
ci vuole quello di quegli Uomini, quelli con grande sete...

Allora sedendoti, accanto a loro, potrai cominciarla ad udirla a sentirla...

La nostra piccola mente, fatta di miti, assomiglia a quella di un bambino, solo che ha in più l'arroganza di chi Crede e di chi crede di capire...

Forse, non è semplice abbandonare le certezze, ciò che noi definiamo autocoscenza o ciò che crediamo di percepire, quando ci rapportiamo a noi stessi,
lasciare  ciò che pensiamo ci strutturi, le nostre belle idee, ciò che definiamo nostalgia, eppure, sono solo fenomeni, così come anche noi, semplice fenomenologia... Fin dove la mente arriva...

Per questo, ad un certo punto, bisogna lasciarla, non e' più sufficiente, così come tutti gli inutili "miti"...

Beh... Almeno per chi conosce quella seta di cui parlo... :)

Così, in questa domenica, mentre pigramente un po di pioggia conduce il ritmo,
si comincia a sentire in lontanaza musica, musica di primavera...