venerdì 29 giugno 2012

Un' amica, una semplice fotografia.

Guardo una fotografia, sovrappongo emozioni e sensazioni; scegliendone ognuna, come scelgo la musica che sto ascoltando.
Posso indossarne una od un'altra, cambio immagini nella testa, come diapositive proiettate sullo schermo.
Ognuna di queste profonde emozioni, mi toccano, mi variano; eppure posso giocarci, eppure posso fermarle, semplicemente.
Possibile che sia tutto qui? 
Corriamo dietro ad una vita fatta d'immagini, corriamo dietro ad un mondo che esiste solo nella nostra testa. 
Seguiamo concetti, ideali, come la libertà, l'amore, semplicemente rincorrendo pensieri, idee, che la nostra testa proietta come fossero diapositive.
Ci atteniamo per tutta la vita ad un film, di cui già conosciamo lo svolgimento e la fine.
Possibile che sia tutto qui?
Perché tra tutti i possibili film, scegliamo proprio quello, ne scegliamo proprio uno.
Ogni persona che incontro sa spiegarmi tutto, cos'e' giusto, cosa non lo è, sanno darmi ogni consiglio, perché allora non sono felici?
Perché ognuno si lamenta, recrimina, persino accusa (a volte), ma non cambia nulla delle proprie scelte.
Perché quando fermo ogni immagine, non sento nessuna emozione e se in questa esistenza, le emozioni debbono passare attraverso immagini, come posso fidarmi di queste?




"...Intendevo che non hai la più pallida idea di nulla in realtà di quello che veramente sono..."


Siamo così distanti da noi stessi, così sovrastrutturati; che anche quando nel nostro più profondo intimo, cerchiamo di autodefinirci, o vorremmo raccoglierci nella nostra stessa essenza; non solo tutto ciò si riduce a qualche concetto, a qualche idea, ma siamo persino necessitati a farlo attraverso pensieri ridotti in parole. Obbligati a ricorrere a pensieri espressi tramite il linguaggio, che abbiamo imparato, metabolizzato. Non siamo più in grado di percepire semplicemente la nostra essenza, oltre ogni pensiero, oltre ogni idea; semplicemente essere.


Cosa veramente sei? 
Tutte le nostre esperienze, tutte le emozioni che abbiamo vissuto, hanno contribuito; insieme al nostro potenziale, alle nostre scelte a divenire ciò che siamo ora, però non siamo la somma delle nostre esperienze, del nostro vissuto.


Sei ciò che tua madre non ha vissuto, ma che avrebbe voluto...
Sei ogni scelta che hai fatto...
Sei tutto lo spazio che senti mancarti, perché quello spazio è dove tu esisti...
Sei le paure che hai quando ti fermi a pensare...
Sei il tempo che passa, la vita che vivi e che non sempre ti appartiene...
Sei l'alba che guardi, mentre corri lontano...
Sei le tigri che fuggi, sei l'anima che cerca il contatto...
Sei la direzione che scegli quando credi di capire...
Sei lava incandescente, subito sotto quel velo di cenere...
Sei l'orgoglio che quasi mai abbandoni...
Sei i doveri che credevi di avere, che ti hanno legata, così nel profondo che nessuna distanza potrà separartene...
Sei la bambina che si bagna le scarpe quando va sulla spiaggia...
Sei la donna scaltra che mai piega lo sguardo...
Sei ciò che senti e che provi quando, sulla sabbia, cammini scalza...
Sei quegl'intimi pensieri a cui ancora sorridi...
Sei la gioia che provi, la forza che senti e che hai...
Sei l'anima che ancora cerca la strada...


Si è vero; non so nulla di ciò che veramente sei, ma serve saperlo?
Credo di no.


Quando incontri quel punto, 
non c'e' tempo, non c'e' spazio, 
se lo sapessi dovrei scordarlo,
se avessi pensieri dovrei fermarli.
Dove non c'è: migliore, né bianco, né buono,
perché ogni punto di riferimento è solo semplice presunzione.


Il mondo non è poi così grande.

martedì 19 giugno 2012

Vincere non è facile e non è nemmeno una scelta...Almeno per qualcuno!

Mi piace guardare il foglio bianco davanti a me, quando, dopo un lungo giorno, posso guadagnare tempo, posso stare solo con me stesso. 
Quante sensazioni, emozioni passano in una sola, semplice giornata. 


Proprio di queste m'interessa scrivere, capire e soprattutto imparare. 
Mantenere la barra del timone, in ogni situazione, non è sufficiente per "vincere". Per vincere, il timone deve essere mantenuto saldo, ma lo sguardo deve essere rivolto sempre alla meta, qualsiasi cosa accada e di "cose" ne accadono tante. 


Oggi un'amica, in modo retorico, chiedeva: " A chi non piace vincere?"


...Se le cose andassero come noi vorremmo, come semplicemente ci piacerebbe, secondo buon senso o una qualsivoglia morale condivisa, il mondo sarebbe prossimo alla "perfezione". 


In realtà le cose non vanno come le pensiamo, come vorremmo o come ci piacerebbe che andassero; le cose vanno secondo la reale intenzione, quella più intima e profonda, quella che quasi sempre rimane celata, non conosciuta.


Quindi, per quanto ci si sforzi o ci s'impegni le cose vanno per come realmente siamo: i buoni sentimenti, il buon senso, la determinazione e la volontà, possono essere e quasi sempre lo sono, totalmente inutili.


Quasi tutte le persone che conosco, sono più o meno perfette! Mi sanno spiegare tutti i motivi delle loro scelte, tutti i motivi per cui le cose non sono andate bene, tutte le cose che avrebbero potuto fare e tutti i perché per cui non l'hanno fatto. 
Conoscono tutti i motivi per cui gli altri non si sono comportati bene, tutti gli errori che hanno fatto, tutti i modi in cui potrebbero o avrebbero potuto far meglio, sempre gli altri,  ovviamente.


Beate loro! Io ho commesso, invece, tutti gli errori " che un uomo di mezza età, possa aver commesso" e ogni giorno fatico fino al massimo di me stesso, per tenere saldo quel timone e lo sguardo dritto.
Ogni giorno, guardo dentro me stesso e cerco di vedere se quel punto in fondo, quell'ultimo punto, dove i pensieri non possono arrivare è ancora vitale, vivo.


Beh! A tutti piace vincere, rari però sono coloro che sanno cosa vuole realmente dire.


E' un'attitudine, è una spinta, è una capacità, un'ambizione, un modo di essere, un'anima indomita, una precisa psicologia, una scelta continua e costante è un prezzo da pagare, una modalità che puoi solo aiutare, passione continua, volontà e pazienza infinite, coraggio, determinazione, perseveranza, entusiasmo, energia, intelligenza, somma responsabilità. Tutto qui? Assolutamente no! E' prendersi il calcolato rischio di poter fallire, é alzarsi in piedi, mille volte, dopo che si è caduti, è alzarsi in piedi, quando hai il peso del mondo sulle spalle; quando hai perso il lavoro, quando hai rinunciato ad un amore, quando sei stato vicino a perdere tuo figlio o quando hai vissuto tutte queste cose contemporaneamente. Conosco come la psicologia di un vincente passa attraverso queste esperienze, conosco come la mente si perda attraverso queste situazioni, perché le ho vissute, per questo sono fortunato.


Pochi film descrivono così bene questo tipo di attitudine, come "Rollerball" (quello del 1975).


L'ho visto e rivisto, senza mai riuscire a trovare l'ombra di un errore, nel personaggio principale: "Jonathan", un giovanissimo James Caan.
Apparentemente sembra un film violento, ma chiaramente, ciò che mi piace del film non è la storia fine a se stessa, ma è ciò che il protagonista mostra, come rende storia la sua anima.
A lui piaceva semplicemente giocare, fuori da ogni logica, compresa quella della politica, che non capiva, in cui non aveva interesse.
Lui voleva solo giocare! Amava, semplicemente, giocare; gli piaceva vincere ogni partita.
Quando "il potere", il sistema, si rende conto che questa Persona, era diventata un pericolo, era fuori controllo, cerca di "farlo fuori". Utilizzano ogni strategia, dopo avergli offerto soldi, successo, donne e tutto ciò che un uomo può volere o desiderare; arrivano ad usare il suo "grande amore". L'unica donna che amava; eppure, quando capisce, che anche lei era parte di quel sistema, pur soffrendo profondamente, la manda via. Cancella i filmati di lei, dei loro momenti felici; li cancella, anche, dalla sua testa, perché la sua mente doveva rimanere libera. Sceglie il dolore, perché non aveva alternativa.
Durante una partita perde il suo più caro amico, va in crisi, cerca ogni ogni strada per conoscere, per capire.
Non si fa mai distrarre, non si perde nel successo, perché non gli crede fino in fondo, a lui piaceva ed interessava solo il gioco; fino alla fine, quando da solo, senza mai sbagliare, arriva a mettere in crisi il sistema stesso, arriva a sconfiggerlo. Per usare una forma poetica: arriva a cambiare il mondo.


Lui non aveva una morale comune, non si preoccupava di raggiungere tutti i desideri classici o gli obiettivi universali, desiderati normalmente delle persone, anche di tutte quelle che aveva intorno: lo sposarsi, i figli, il successo, i soldi, il potere, ecc.
Lui era mosso da un solo preciso filo conduttore: coincidere con la sua anima, giocare per il piacere di giocare...e vincere.
Vincere, non solo inteso, come vincere la partita, ma vincere il gioco, vincere la vita! 


La fotografia che ho inserito in questo post è tratta da questo film.


Per un imprescindibile meccanismo di natura, ci emoziona ciò che riconosciamo, ciò che ci è profondamente simile, anche oltre la nostra sfera razionale; sono contento che questo film mi impatti così nel profondo.


                                    ..... ..... ..... ..... ..... ..... 


...Potete incontrare gli occhi di un vincente: lui può non farvi vedere nulla, mentre vi guarda e vi vede;
può sorridervi, essendo altrove,
può parlarvi, senza credere a ciò che dice,
può darvi respiro e spazi bianchi, solo per il fatto di essergli vicino,
può amarvi senza dirvelo, senza che possiate accorgervene,
può passarvi accanto invisibile, 
spesso viene criticato, avversato, odiato, perché la sua semplice presenza, testimonia che un altro modo è possibile.
...Se avrete mai la fortuna d'incontrarne uno, non cercate di capire, non giudicate, se vorrete, rendetevi semplicemente disponibili, siate umili, perché, se incontrando i suoi occhi e se lui vorrà, potreste vedere l'intero universo e molto di più, potreste vedere voi stessi! 


Qualcuno lo chiama leader, qualcuno vincente, qualcuno illuminato; semplicemente io credo che sia un Uomo senza scelta...La libertà non esiste, siamo solo liberi di sbagliare...


Si, lo so, questo già lo scritto...e lo scriverò ancora...

mercoledì 13 giugno 2012

L'amore non esiste.

L'amore è un invenzione, utilizzata per mascherare la distanza che ci separa da noi stessi.

L'amore è l'infinita debolezza, nel voler avere affianco qualcuno, come a colmare un vuoto.

L'amore è ciò che pensiamo di provare, che crediamo di sentire; narcisismo profondo, puro ed infantile egoismo. 


L'amore è squallida elemosina, che toglie dignità all'esistere. E' sciocca presunzione, insana compensazione, libertà che non rispetti. Banale convenzione o stupida pretesa. 

Ho percorso ogni sfumatura, ogni piega dell'amore; l'amore non esiste. Ho guardato fino in fondo a quella grande emozione, gli ho dato ogni colore, ne ho percorso ogni aspetto. 


Che sia amore la profonda tristezza o il grande dolore che si prova quando qualcuno ci lascia per sempre? Che sia amore, quel desiderio, quasi morboso, di aver accanto qualcuno? Che sia amore, la carezza ad un figlio?

Che sia amore quell'immensa gioia di volerlo vicino? Quel senso profondo di completa realizzazione? Quella voglia di fare qualcosa per l'altro? Quel profondo desiderio nel volerlo o saperlo, comunque, felice? Che sia amore, quell'emozione che ci sorprende, ci riempie e ci toglie ogni bisogno? 

L'amore non esiste, perché comunque esso sia, è racchiuso nei nostri confini, se pur grandi ed estesi. Per comunque si colorino, rimangono infantili egoismi, puerili segni d'onnipotenza. 


L'Amore è un cammino solitario, è il volo perfetto, è il gioco infinito, è la musica di un momento, è il soffio del vento, è il respiro dell'anima.


E' lo sguardo di due amanti, è la passione di una notte. E' il lusso di un piacere che si espande, fuori dalla storia, gioia nel silenzio.


E' un attimo di eterno. 

Come le radici Amano le foglie, che mai vedranno.

Come il Sole, che a tutto da vita, senza mai nulla chiedere.
Come il mare, che tutto culla e rigenera... Così tu esisti, dove solo io posso incontrarti.
Dove ogni parola è solo vuoto silenzio, dove ogni emozione persino fallisce, dove ogni intenzione ed ogni pensiero non ha neanche inizio, dove niente comincia e nulla finisce, dove da sempre cerco il rientro, dove sono lì che ti aspetto... Lì che t'incontro, nell'identico me; come ogni onda trova il suo mare, dove da sempre mi attendi.

L'amore non esiste, perché non puoi pensarlo.


Io sono le tue radici, il tuo Sole, il tuo mare, il tuo silenzio... Semplice, assoluta rivelazione.


Mi sto preparando, da tutta la vita, per poterti solo incontrare; un unico istante.


Quanta vana superficialità, tutt'intorno,

quanta infantile presunzione oscura la vista.

A piedi scalzi cammino.


L'amore non esiste, puoi solo esserne sostanza.


Amore, ti decido, ti scelgo, creo l'universo dove tu poi semplicemente essere; ed io con te, divengo; divengo di più.


Al prossimo incontro... Sei sempre con me.