venerdì 10 giugno 2011

Ancora insieme...Io c'ero

Come uno spazio bianco: si può disegnare, dipingere, scrivere, immaginare e persino sporcare. 

Uno spazio bianco è l'infinito di possibilità, spazio  creativo, lui è li che ti guarda e come specchio ti rimanda ciò che sei: a volte sembra sorriderti, sfidarti; sembra arrabbiato, giocoso, quasi irriverente, in realtà è solo uno spazio bianco.

Se riuscissimo ad essere come uno spazio bianco...
ogni incontro....un nuovo incontro; invece la nostra memoria ci anticipa, ci costringe, ci lega, rende l'incontro già vecchio, magari scontato. La nostra mente cerca conferme, cerca riferimenti per la memoria.

Questo "meccanismo" va parzialmente in crisi quando si rincontrano delle persone, degli amici, che magari non vedevi da 30 o più anni, allora avendo perso l'immediatezza del contatto con noi stessi, non avendo punti di riferimento nella memoria; si è emozionati, quasi spaesati.

Le emozioni prevalgono sul controllo, come se si dovessero sempre controllare, quasi temendole, ma senza emozioni cosa saremmo?

Eppure ognuno sembra preoccuparsi di fare "bella figura", quasi a dimostrare qualcosa....ma che cosa? 
Più si è carenti di autorealizzazione e più si ha il bisogno di dimostrare fuori, a volte ho l'impressione che anziché crescere e progredire si regredisca. Intanto sono passati 30 anni.

E' bello vedere ognuno dei vecchi amici, è come fare un viaggio, un salto nel tempo, in un secondo sono 30 anni dopo. E' affascinante, un salto temporale che la mente inizialmente fatica a cogliere: in un attimo vedere la storia di tanto tempo, di ciascuno di noi.

Certo ci vuole anche coraggio, non è per tutti, però, malgrado gli "acciacchi", i tanti colpi presi, qualcuno ha la voglia e la forza di poter dire "io c'ero".

Anche questa è una vittoria! Un pensiero va agli ex compagni che "non ce l'hanno fatta", ma la vita è una corsa senza soste e allora guardo gli amici sorridenti che ho vicino: il mio compagno di banco, gli altri; che bello!

Ormai uomini e donne grandi! Ho voglia di affrontare quel foglio bianco, che mi guarda, adesso con amore e benevolenza.

Ci incontriamo, ci sorridiamo, ancora una volta con quella modalità di ragazzi, niente esiste intorno: nessuno si accorge come le persone nei paraggi ci guardano, qualcuno ride, quasi giudicando, in realtà geloso di quelle emozioni che saltano la testa ancora confusa e arrivano dritte al cuore.

Si coglie l'anima, di ognuno che si espone, come avesse ritrovato una parte di se che credeva persa, dimenticata. Ancora insieme, quei ragazzi sono ancora insieme.

Forse nessuno ha fatto nella propria vita ciò che avrebbe voluto, non so se ora qualcuno è davvero felice, certo lo vorrei, mi piacerebbe poter dire a me stesso, ce l'hanno fatta! 

Mentre accarezzo questo spazio bianco, guardo la fotografia e più la guardo più vedo i "soliti ragazzi", e i sorrisi non sono semplici sorrisi da fotografia, ma vengono da dentro, rompono tutto; sorrisi che scaldano i cuori.


Piano piano, senza quasi accorgersene, la tensione lascia il posto al desiderio di colmare qualcosa lasciata in sospeso, ed in qualche modo si colmano gli spazi e molte cose vanno in calma. 

Certo ognuno ha grandi problemi, ma sono i problemi che ci danno la possibilità di crescere e di evolverci; anzi è il modo in cui si affrontano e si metabolizzano che dà questa possibilità.  

E alla fine arriva Polly,
faccio fatica a ricordarla, eppure quando i professori facevano l'appello il suo cognome precedeva subito il mio.
Lei più di tutti si muove su due livelli, lei più di tutti deve colmare uno spazio, deve rimettere pace dentro se.
E' come se si sentisse sempre di troppo, è persino assente nelle vecchie fotografie, si è un caso; per chi ci crede. Se la conoscessi, direi che sembra muoversi su un apparente tranquillità, una tranquillità che ha voluto a forza e a fatica costruirsi, poi c'e' come un cuscino d'aria e sotto ancora, tante cose da rimettere in calma;  come lava in cerca di un passaggio.
Sempre attenta, delicata, come si sentisse sempre fuori posto, con quella sensibilità che solo persone che hanno molto sofferto sviluppano; ma non la conosco.

Nessuno vorrebbe che la sera finisse, eppure il tempo, come la vita non conosce soste,
il locale ormai vuoto, è molto tardi, anche se nessuno guarda l'orologio,
è ora che ognuno rientri nella storia, in quella che si è costruito.

Ma la vita è piena di possibilità e ogni giorno si rinnova, non permettete a nessun giorno di passare in modo indifferente sotto i vostri occhi, non permettete alla vostra vita di passare indifferente.

Certo ormai il ventaglio infinito di possibilità che avevamo alla nascita, si è ridotto notevolmente,
non potremo più fare gli astronauti, gli scienziati o chissà quali altre cose avremmo voluto; però possiamo ancora essere felici, realizzare ancora molte cose, tra cui la nostra vita.

Grazie per la bella serata, per le belle emozioni,
per aver reso amico il tempo.

Al prossimo incontro...